La cannuccia da pesca
“Genitori” e “tempo”… a stento riesco a capire come affiancare queste due parole nella stessa frase: si respingono, si contrastano e si oppongono, e ognuna … continua
“Genitori” e “tempo”… a stento riesco a capire come affiancare queste due parole nella stessa frase: si respingono, si contrastano e si oppongono, e ognuna … continua
A volte ci ostiniamo a costringere i figli a fare i compiti a casa quando decidiamo noi, magari perché è un momento che noi consideriamo … continua
Dare tempo ai bambini di sperimentare cose nuove, sbagliare, scegliere, per trovare infine la propria strada e aiutarli a crescere con una maggior stima di … continua
Mio marito ha una teoria. Sostiene, non senza un certo qual tono di presa per i fondelli, che tutto il mio inventar giochini, scovare idee, … continua
Quarto e ultimo post di questa serie curata per noi dalla dottoressa Elena Sardo. Abbiamo parlato di attaccamento, e dell’importanza dei limiti per costruire una … continua
Il giorno in cui sono diventata madre per la prima volta ho capito che non sarei mai più stata sola, avrei avuto sempre qualcuno nei miei pensieri. Fulmineo, sbam!, è arrivato il secondo pensiero, quasi simultaneo: sarei stata preoccupata per il resto della mia vita. Due grandi emozioni contrastanti.
Grazie alla base sicura, prima funzione assolta fisicamente dalla mamma, poi interiorizzata come operatore interno, il bambino si sente libero di allontanarsi e differenziarsi gradualmente dalla figura primaria di accudimento ed iniziare ad esplorare il mondo esterno (e anche di stare solo con se stesso).
Rispetto alla costituzione della base sicura, viene sempre sottolineato l’aspetto di pronta risposta ai bisogni da parte del caregiver, caratteristica dell’innato comportamento di attaccamento, che ha lo scopo di proteggere i piccoli dal pericolo e dallo stress della percezione dello stesso.
Come sostengono molti autori, tra cui G. O. Gabbard (professore di Psicoanalisi alla Karl Menninger School of Psychiatry, analista supervisore al Topeka Institute for Psychoanalysis e professore di Psichiatria all’University of Kansas School of Medicine of Wichita) “il processo evolutivo è un’interazione attiva fra tratti ereditari e fattori ambientali che modellano questi tratti”: in parole povere, possiamo dire che, il bambino ha delle capacità innate, che lo porteranno a strutturare il proprio mondo interno, la propria personalità e il proprio pensiero, che però si attivano solo all’interno della relazione, cioè in presenza dell’adulto
La fantasia ha bisogno di poche cose, e spesso basta un po’ di creatività per intrattenere i bambini. Ecco un gioco semplicissimo da fare in … continua
C’è una lotta sempre presente in quasi tutte le famiglie italiane che conosco, ed è quella per far mangiare cibo ai bambini inappetenti. Se i … continua