Serena

Tempo con i figli: qualità o quantità?

Quando si parla di tempo, tempo per la famiglia, per i figli, mi trovo spesso impantanata nel fatto che il tempo sembra non bastare mai. Questo mi pesa a dire il vero maggiormente ora con il piccolo, perché mi rendo conto che il Vikingo alla stessa età passava meno ore all’asilo, e di conseguenza più ore con me, e mi chiedo se sia giusto, e se passiamo tempo sufficiente con lui.
E allora cerco rifugio nel discorso della qualità, e provo a convincermi del fatto che alla fine è la qualità del tempo che si trascorre insieme quella che conta. Inutile dirvi che non mi convinco mai del tutto, e mi trovo a domandarmi cosa significa veramente passare tempo di qualità con i figli?

Dare tempo

Dare tempo ai bambini di sperimentare cose nuove, sbagliare, scegliere, per trovare infine la propria strada e aiutarli a crescere con una maggior stima di … continua

Ma Titti è maschio o femmina?

– Possiamo guardare un film mamma? Chiede il Vikingo al ritorno da scuola in un mio momento di debolezza. E così concedo l’uso del computer ai figli, che a casa nostra, priva di TV, è l’unico mezzo autorizzato per la visione dei cartoni. Mentre preparo la cena li sento ridere felici, risate di pancia, profonde e inarrestabili. Guardano Tom & Jerry. Poi Pollicino mi raggiunge in cucina e mi spiega che è proprio divertente quando quel gatto cerca di prendere il topo e invece finisce con il pianoforte buuum in testa. Messa su la cena mi siedo anche io al loro fianco sul divano a godermi un po’ di classici

Assetto materno

Il giorno in cui sono diventata madre per la prima volta ho capito che non sarei mai più stata sola, avrei avuto sempre qualcuno nei miei pensieri. Fulmineo, sbam!, è arrivato il secondo pensiero, quasi simultaneo: sarei stata preoccupata per il resto della mia vita. Due grandi emozioni contrastanti.

Quando lo strofinaccio è potere: famiglia, lavoro e casa

Genitoricrescono ha già la sua guru della Sopravvivenza Domestica Minima, verso la quale abbiamo tutti un debito di riconoscenza e che andremo sicuramente a rileggere, alla fine di questo post, perché oggi vorrei parlare di pulizie di casa o, meglio, di lavoro familiare. Con il termine “lavoro familiare” l’Istat ricomprende sia i lavori domestici (pulizie, spesa, riordino) sia la cura dei figli o di altri componenti all’interno del nucleo familiare.

Base sicura e limiti

Grazie alla base sicura, prima funzione assolta fisicamente dalla mamma, poi interiorizzata come operatore interno, il bambino si sente libero di allontanarsi e differenziarsi gradualmente dalla figura primaria di accudimento ed iniziare ad esplorare il mondo esterno (e anche di stare solo con se stesso).
Rispetto alla costituzione della base sicura, viene sempre sottolineato l’aspetto di pronta risposta ai bisogni da parte del caregiver, caratteristica dell’innato comportamento di attaccamento, che ha lo scopo di proteggere i piccoli dal pericolo e dallo stress della percezione dello stesso.

Attaccamento

Come sostengono molti autori, tra cui G. O. Gabbard (professore di Psicoanalisi alla Karl Menninger School of Psychiatry, analista supervisore al Topeka Institute for Psychoanalysis e professore di Psichiatria all’University of Kansas School of Medicine of Wichita) “il processo evolutivo è un’interazione attiva fra tratti ereditari e fattori ambientali che modellano questi tratti”: in parole povere, possiamo dire che, il bambino ha delle capacità innate, che lo porteranno a strutturare il proprio mondo interno, la propria personalità e il proprio pensiero, che però si attivano solo all’interno della relazione, cioè in presenza dell’adulto