Alle medie a scuola accompagnati o della crisi della responsabilità

La questione dell’uscita da scuola accompagnati per i ragazzi della scuola media mi sta provocando riflessioni che vanno ben oltre il fatto in sé.
In questo vecchio post vi spiegavo perché la nostra legge (legge dello Stato, codice penale), non possa punire un genitore che fa muovere un figlio per la città in una situazione adeguata alla sua età.

Foto di Joseph Morris utilizzata con licenza Flickr CC
Negli ultimi anni qualcosa è cambiato, non perché sia stata modificata la legge, ma perché è stato dato un giro di vite con prassi scolastiche più restrittive, partita dal negare la possibilità di autorizzare la scuola a far uscire i figli da soli, e successive circolari ministeriali.
Il caso sta esplodendo, giustamente, per la gravità delle sue conseguenze pratiche e anche per quelle educative.

Questi alcuni articoli che stanno girando vorticosamente sui social network:
Alle medie possono tornare a casa da soli? Una circolare dice di no
Se all’uscita non consegni studente ai genitori rischi fino a 5 anni di carcere. Cassazione incrina rapporto genitori-dirigenti-docenti
Bimbo muore fuori da scuola, responsabili dirigente e docente ultima ora. Obbligo vigilanza anche per scuole medie

E’ infatti notizia di questi giorni che la “circolare definitiva” impone di far uscire accompagnati anche i ragazzi della scuola media. Alcune scuole, non molte per fortuna, si stanno adeguando. Quello che è peggio, è che le sentenze della Cassazione, che pure si occupano di casi specifici, di certo molto gravi, stanno confermando questo orientamento.

Ecco, del fatto in sé non ho molto da dire: la circolare ministeriale dà un indirizzo ai dirigenti scolastici. Alcuni si adeguano pedissequamente per non avere problemi. Non ho neanche soluzioni da offrire, se non un serio movimento di genitori che voglia affrontare la questione nelle istituzioni scolastiche (con il supporto della stampa locale, adeguatamente sollecitata e degli amministratori locali), in modo che la voce arrivi davvero compatta al Ministero.
La mia riflessione però va oltre ed è ben più amara.

Chi dovrebbe assumersi la responsabilità?

Questa società si sta deresponsabilizzando.
Molti hanno posto l’accento sulla deresponsabilizzazione delle nuove generazioni, io voglio porlo invece su quella degli adulti.
Non abbiamo più il coraggio di assumerci la responsabilità dei figli e dei giovani. Immaginiamo una degenerazione giudiziale di ogni nostra azione, nella vita privata e sul lavoro.
Vogliamo solo “stare tranquilli”, ad ogni costo. Proprio quando la legge (quella “vera” in questo caso) ha introdotto il concetto di “responsabilità genitoriale”, al posto della “potestà”, noi adulti abbiamo smesso di volercela assumere.

Gli esempi pratici si sprecano: i genitori fanno causa alle scuole o denunciano personalmente gli insegnanti in caso di incidenti. Non basta aprire la giusta pratica assicurativa: vogliono la testa di qualcuno, vogliono la denuncia penale, vogliono un colpevole, in modo da poter affermare con sicurezza che loro sono bravi genitori e l’errore è altrui. Perché? Se affidate i vostri figli, dovete sapere che li affidate a esseri umani, che possono fare errori o anche non farne e gli incidenti accadono ugualmente. I risarcimenti sono giusti e per questo ci sono le assicurazioni, così come è possibile che, in casi estremi, ci sia davvero colpa grave sulla quale è giusto indagare, ma la denuncia non può essere una pratica diffusa e deve limitarsi a situazioni davvero estreme. Anche perché, senza colpa grave, non c’è reato, ma solo diritto al risarcimento, secondo le regole della responsabilità professionale.
La conseguenza di questi comportamenti, o anche la conseguenza della paura, anche ingiustificata e amplificata, di questi ipotetici comportamenti da parte dei genitori, crea nelle scuole situazioni surreali: la ricreazione si fa in classe, seduti ai banchi; non si esce in cortile; i bambini non possono andare in bagno da soli.

Il problema non è solo nel fatto di crescere una generazione di “bamboccioni”, ai quali comunque stiamo provocando un danno enorme, il problema è che la generazione di non-adulti siamo già noi, costretti nell’angolo delle nostre paure. Viviamo in una costante catena di scarico di responsabilità. Non siamo più adulti responsabili, siamo come tanti impiegati di una compagnia assicurativa. Sia come genitori, che come lavoratori, abbiamo perso la capacità di essere responsabili e solidali.
E invece la vita dei nostri figli non ce la assicurerà mai nessuno.

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12 thoughts on “Alle medie a scuola accompagnati o della crisi della responsabilità”

  1. Io sono dell’idea di responsabilizzare i nostri figli fin da piccoli, così si troveranno meglio ad affrontare i problemi della vita, quando saranno più grandi!!!

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  2. Amen!
    Trovo sta cosa della denucia facile tutta italiana di una tristezza unica. E trovo sia assurdo incolpare la scuola per qualcosa che sia successo fuori dall’orario scolastico. Trovo assurdo aver paura di lasciare i bambini andare da soli all’età delle medie, quando ormai avremmo dovuto NOI genitori renderli responsabili per farlo. Trovo assurdo tante cose, ma credo che parlarne, essere diversi e spiegare il perché lo siamo forse può smuovere qualche altro genitore.
    Sempre interessanti i tuoi articoli, grazie

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  3. io i presidi e i docenti li capisco.
    quello che capisco meno sono delle leggi che non tutelano nè loro, nè i genitori, nè tantomeno i ragazzi che hanno il sacrosanto diritto di muoversi da soli per la città senza rischiare di rimetterci le penne.
    è più facile uno scarico di responsabilità e imporre vincoli ai ragazzini e alle famiglie, piuttosto che affrontare il problema della viabilità nelle nostre città. in ogni città ci sono attraversamenti pedonali mai rispettati, limiti di velocità superati del doppio dagli automobilisti, macchine parcheggiate sui marciapiedi, ogni giorno vittime sulle strade di tutte le età e non solo bambini e ragazzi. sicneramente non se ne può più. e segnalare, protestare, mandare foto ai vigili, raccogliere firme per tutelare almeno le strisce pedonali vicino agli asili non serve a nulla. scarichiamo anche questo fardello addosso ai genitori, soprattutto quelli che lavorano in 2, com se non bastassero le penalizzazioni che già abbiamo per il solo fatto di esserci riprodotti e allo stesso tempo avere un lavoro. allora se proprio volete che ce li andiamo a prendere noi iniziate a prevedere un doposcuola o tempo pieno anche alle medie, tanto per cominciare. perchè chiedere delle città sicure è una battaglia persa.

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    • è vero che il problema della viabilità al di fuori di tutte le regole è sottovalutato, soprattutto da tanti utenti della strada, che poi sono gli stessi genitori che ne vengono danneggiati. Io sono stata più volte sbeffeggiata da coetanei, genitori, perché rispetto rigorosamente i limiti di velocità.

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  4. Sono un’insegnate di scuola media, ma anche una mamma.
    La legge attribuisce ai docenti responsabilità enormi. Qualunque cosa vada storto (all’uscita da scuola, in gita, durante la ricreazione…) a prescindere dal nostro comportamento responsabile o irresponsabile, implica per noi conseguenze gravissime, anni di processi, il carcere in certi casi.
    Io sono assolutamente d’accordo sul fatto che i preadolescenti, in situazioni “normali”, non particolarmente pericolose, dovrebbero poter muoversi in autonomia da casa a scuola, ma non credo che questo debba essere permesso ignorando la legge, sulla pelle degli insegnanti.
    Non bisogna far pressioni sulle singole istituzioni scolastiche, o sui dirigenti, che, se pretendono la presenza dei genitori all’uscita da scuola, non fanno che tutelare i propri docenti e sè stessi. Bisogna far pressioni sul Ministero, perchè la normativa cambi.

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    • ma io sono d’accordo, però, visto che il problema è comune, la pressione dovrebbe essere congiunta e le singole istituzioni scolastiche dovrebbero essere il luogo di incontro tra famiglie e personale scolastico, per poi agire congiuntamente

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  5. Giusto giusto ieri mattina mi sono sentita riprendere da una mamma che mi aveva chiesto la cortesia di accompagnare il figlio, 1 media, a scuola con la mia. Cos’ho fatto di grave? Li ho lasciati 10 minuti prima della campanella davanti al cancello principale (aperto) della scuola che da su un parcheggio, piena già di altri ragazzi e genitori e sono andata al lavoro.
    Oggi però avendo ancora problemi per accompagnarlo, l’ha rimandato con noi….
    Tutto sta nel ricreare delle sane abitudini e per sane intendo non eccedere neppure nella forzata autonomia di bambini di 7/8 mandati soli in piscina con fratellini più piccoli al seguito.
    Vedo situazioni estreme che convivono e mai l’attenzione è rivolta a quello che è più giusto per l’età del bambini, ma sempre quello che fa più comodo al genitore super apprensivo o super occupato.
    Forse se riuscissimo ad essere genitori mediamente occupati troveremmo il giusto mezzo anche nell’educazione dei nostri figli!!!

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  6. Buongiorno mi trovo assolutamente in linea con quello che è scritto nell’articolo. Personalmente sono amareggiata perché da sempre ho insegnato ai miei figli di essere cittadini attivi, autonomi e consapevoli.
    Ora mi trovo in difficoltà perché mia figlia 13enne che frequenta la terza media non potrà più tornare a casa da sola cosa che faceva già da 2 anni. Il tutto è anacronistico oltre che poco educativo. Che fare? Cosa possiamo fare noi genitori? Peraltro genitori lavoratori che alle 14 saranno impossibilitati ad andare a prendere la propria figlia a scuola.

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  7. Sono molto molto in linea con quello che dici. Vivo in un piccolo paese, la scuola elementare è a 400 metri da casa. Il mio figlio maggiore ha 9 anni e vorrei andasse a scuola da solo la mattina, ma lui non se la sente senza neanche un amico. Allora chiedo in giro ai genitori dei bambini che abitano nella mia strada, ma niente da fare: No, non ci fidiamo a mandarli da soli. Ma perché? Avete paura del traffico (inesistente!)?. No no, abbiamo paura in generale, non si sa mai…
    Ho trovato un compromesso: accompagno mio figlio un pezzetto e il resto lo fa da solo a piedi. Ma restiamo mosche bianche, io sono la mamma strana, quella che ha idee tutte sue.
    Eppure noi non andavamo a scuola a piedi da soli già in seconda elementare?
    Ho l’impressione che le politiche scolastiche non facciano che alimentare un senso di paura indistinto e pertanto pericolosissimo. Vedo madri di ragazzini delle scuole medie che ogni santo giorno accompagnano i figli DAVANTI alla scuola, parcheggiano in doppia fila e bloccano il traffico perché li devono vedere entrare nel portone. Poi magari passano la giornata a lavoro a scambiare messaggini con gli stessi figli.
    Mi sembra una deformazione, qualcosa di insano.

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    • Però non si tratta più solo di politiche scolastiche: ci sono sentenze che le avallano e, anzi, inducono a essere restrittivi. E’ che tutti, giudici, insegnanti, genitori, siamo figli della stessa società.

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