Vaccino obbligatorio si o no? Un esercizio di ragionamento pratico.

La vaccinazione obbligatoria è un argomento scottante. Cosa porta alcuni paesi a prendere decisioni politiche in contrasto tra di loro?

Foto di Sanofi Pasteur utilizzata con licenza Creative Commons
Foto di Sanofi Pasteur utilizzata con licenza Creative Commons

La vaccinazione obbligatoria è un argomento scottante per molti, le associazioni di cittadini che si oppongono alla vaccinazione, o semplicemente gli scettici che decidono di non vaccinare i propri figli e sé stessi, si moltiplicano ogni giorno. L’angolo però da cui vorrei parlare del vaccino, o dei vaccini obbligatori, meglio, non è tanto questo, non sono interessata ad aprire una discussione sull’opportunità o l’efficacia del vaccino, né di eventuali alternative di tipo non medico, o della malafede delle case farmaceutiche (vi pregherei quindi di non prendervela se considererò questo tipo di commenti OT) ma di come Paesi differenti possano prendere decisioni differenti su questo problema, e come tutte queste decisioni siano comunque razionali e giustificate. E’ una questione politica, nel senso del termine che riguarda le decisioni prese per una collettività, ma non una questione DI politica.

Il dilemma è: posto che ci sono malattie potenzialmente mortali, è opportuno garantire che la popolazione ne sia immune (quindi salvaguardare la salute pubblica) imponendo una misura come la vaccinazione obbligatoria, oppure è opportuno lasciare che il cittadino decida da solo cosa è meglio per lui, e, si spera, per la collettività (quindi salvaguardare il libero arbitrio)? Il dilemma sta nello scegliere fra due valori positivi (il libero arbitrio e la salute della popolazione) che però può accadere che portino a decisioni contrastanti.

Il dilemma viene affrontato diversamente in Paesi diversi. In UK per esempio, la legge del 1867 che rendeva alcune vaccinazioni obbligatorie, con ripercussioni sia pecuniarie sia detentive per i genitori che si rifiutassero di aderire, venne soppiantata pochi anni dopo, nel 1898, da una legge che invece rimuoveva l’obbligo, e quindi la pena, per qualsiasi vaccino, e lasciava ai genitori la possibilità di chiedere un’esenzione se ritenevano opportuno non vaccinare i propri figli. Il principio vige tuttora, un buon secolo dopo. Un genitore in UK oggi ha il diritto di rifiutare un vaccino per i propri figli, qualsiasi vaccino, anche contro un parere medico che sostenga che le sue ragioni sono infondate o mal informate. In altre nazioni, come l’Australia, nonostante si lasci libertà di non vaccinare, ci sono misure a valle, tipo, alcuni sussidi non sono disponibili a chi non ha aderito al programma di vaccinazioni. In altre nazioni ancora, come in USA, vige un regime ibrido in cui la vaccinazione è obbligatoria, ma è consentito chiedere un’esenzione sulla base di motivi e credenze personali; tuttavia, non viene concesso l’accesso alla scuola pubblica ai bimbi non vaccinati.

Le strategie sono quindi diverse: un sistema di libertà totale (puoi decidere in autonomia, senza ripercussioni), un sistema di obbligatorietà (devi vaccinare, altrimenti ci sono sanzioni) o un sistema che impatta sui privilegi (puoi decidere di non vaccinare, ma in tal caso non hai accesso a servizi, come la scuola pubblica).

In UK si è sempre ritenuto, nello spirito che la libertà individuale venga prima di tutto, che l’eliminazione di privilegi, per quanto sulla carta sembra lasci libera scelta, sia comunque una forzatura del diritto alla scelta individuale, perché di fatto negano a chi sceglie diversamente l’accesso a risorse che invece sono disponibili ad altri. Meglio, sostengono qui, dunque un aut-aut: o è obbligatorio, per tutti, oppure no, senza sconti e senza penalizzazioni in entrambi i casi. Ma la questione si riapre periodicamente, anche in concomitanza di fatti di cronaca, e in UK un comitato, il JCVI, ha il compito di fornire al governo raccomandazioni su questo tema, incluso quello di introdurre penalizzazioni. Il dubbio se cambiare una legislazione (e una filosofia!) così radicata si è acuito quando sono stati divulgati dati sulla diffusione di malattie come il morbillo o la rosolia, che sono a livelli record ultimamente. Nel 2008 ad esempio il morbillo è tornato ad essere, dopo 14 anni, dichiarato “endemico” nella popolazione, e i casi crescono ogni anno. Se, come me, siete stati bambini in Italia negli anni ’70, probabilmente guarderete a questo dato con indifferenza, noi l’abbiamo preso tutti il morbillo, chi per cause accidentali, chi forzatamente, grazie ad una mirata coabitazione con altri bambini col morbillo “così glielo passano e ci togliamo il pensiero”. Ovviamente nessuno si poneva il problema che il morbillo fosse una malattia molto seria, e potenzialmente invalidante, se non fatale. Certo sono casi estremi. Certo non capita mai. Epperò.

La situazione-morbillo in UK risente ancora degli strascichi dello scandalo dello studio sul vaccino “MMR”, la trivalente, e il suo supposto legame con l’autismo, cosa che, benché quello studio sia stato più e più volte dichiarato non solo non affidabile scientificamente, ma anche in malafede, evidentemente ha ormai segnato l’immaginario collettivo in modo indelebile, vedi come a volte le suggestioni fanno molto più presa dei fatti. Come si fa ad annullare l’effetto di un argomento palesemente non valido ma di facile presa?

Ma insomma, tornando al dibattito. A parte le opinioni personali, o le motivazioni personali, sulle quali non c’è molto da opinare, è interessante, per me almeno, capire come uno Stato, a nome della collettività, scelga di adottare una misura come quella di rendere o meno una vaccinazione obbligatoria.

I motivi di paesi come gli USA sono la priorità a garantire l’immunizzazione della popolazione, e l’eventuale debellamento di alcune malattie pericolose. Se vi siete emozionati anche voi nel vedere i servizi, sull’obiettivo praticamente raggiunto dell’eradicazione della polio in India, grazie al massiccio programma di vaccinazioni, troverete anche voi questo un motivo necessario e sufficiente per introdurre l’immunizzazione obbligatoria. Certo, direte, ci sono contesti e contesti. E infatti, per esempio, nel contesto USA, dove la possibilità di fare domanda per ottenere un’esenzione dal vaccino ha fatto sì che le richieste siano in costante aumento, raggiungendo anche il 20%, si è ritenuto che la percentuale di persone che si sarebbero perse per strada eliminando l’obbligatorietà sarebbe stata troppo alta. Il dibattito infatti al momento in USA pare sia quello di eliminare anche la possibilità di richiedere l’esenzione, tipicamente chiesta non per ragioni mediche, ma per personale credo o tradizione o appartenenza politica.

I motivi di paesi come l’UK sono fondamentalmente la difesa del libero arbitrio: non è ritenuto etico, e quindi legale (un caso in cui queste due nozioni vanno nella stessa direzione), forzare il cittadino a vaccinarsi, o a vaccinare i propri figli, anche in casi di epidemia, mentre lo sforzo dello Stato deve concentrarsi sull’informazione, sul consentire al cittadino la possibilità di fare una scelta oculata e informata. Questo atteggiamento, di uno Stato meno paternalistico e impositorio, come alle volte succede in paesi come l’Italia, ma più volto a fare il possibile, mediante campagne informative, affinché la scelta del singolo vada nella direzione che si spera sia giusta, è tipico di molti contesti in UK: educazione e “empowerment” innanzitutto vengono spesso prima di obblighi e sanzioni.

C’è da dire che questo sembra funzionare, se in effetti, al contrario degli USA, la percentuale di chi alla fine opta per la vaccinazione in UK è davvero alta, se considerate il secolo appena passato e il livello di effettiva immunità raggiunta, inclusa quella per le malattie coperte dalla trivalente, i “livelli record” di cui parlano per il morbillo si riferiscono comunque a numeri a tre cifre, si parla di 964 casi laddove l’anno precedente ce n’erano 497. Per mettere in contesto questo dato, ad esempio, in Italia nel 2008 ci sono stati 5311 casi di morbillo, che costituivano più della metà dei casi di tutta l’Europa messa insieme, tanto che a gennaio 2017 il ministero ha iniziato a pubblicare un bollettino di monitoraggio settimanale che rivela che ad esempio nei primi 4 mesi del 2017 ci sono già 2224 casi. Il monitoraggio è importante perché, bisogna ammettere, uno dei motivi per cui i genitori che non vogliono vaccinare possono farlo tranquillamente, è che la diffusione della vaccinazione garantisce che la malattia sia tutto sommato rara. Ci si affida, come si dice, alla herd immunity, all’immunità “del branco”: siccome la maggior parte della popolazione è immune, diventa difficile anche per i non immuni contrarre la malattia. Come direbbero gli inglesi, si beneficia di una corsa gratis, e questo perché gli altri pagano il biglietto. Ma devi avere un “branco”, una massa critica di persone che garantiscono col loro comportamento che l’intera comunità non ne venga a soffrire. E cosa succede se questo non accade, o alla lunga viene meno? Cosa succede se i livelli di contagio diventano alti? Se decidere di non vaccinare non è piu una questione di libero arbitrio, ma significa potenzialmente mettere altre persone a rischio?

Trasliamo il ragionamento ad altri ambiti (vi avevo detto che l’esercizio era parlare in astratto, no?). Le tasse ad esempio. Potrebbero essere rese facoltative soltanto se ci fosse una buona, sostanziale massa critica di cittadini a pagarle comunque, quindi rendendo la “corsa gratis” di alcuni ininfluente. La scuola: cosa succederebbe se decadesse la scolarizzazione obbligatoria? Come funzionerebbe, quanti manderebbero comunque i figli a scuola? Probabilmente tutti quelli che conosciamo noi, e anche di più, ma cosa succederebbe al divario, già considerevole, fra le classi sociali? O fra le diverse etnie? Oppure, l’obiezione di coscienza: si può acconsentire che questo diritto venga esercitato soltanto se esiste una massa critica di non obiettori a garantire ciò che lo Stato ha promesso ai suoi cittadini.

Come per tutte le questioni complesse, insomma, la decisione non è semplice. Ridurre tutto a vaccini si o no. Obbligatori si o no. Piano personalizzato per ogni bambino si o no. Impedire accesso a scuola si o no. Insomma, ridurre ad una questione semplice e nel particolare, diventa uno sminuire l’importanza e complessità del problema generale. Uno stato che sia giusto ed equo non può prendere una decisione in maniera isolata da altri fattori, così come dei buoni genitori, quando decidono qualcosa, lo fanno anche pensando alla visione generale, al livello di responsabilità dei figli, al rapporto aperto o meno che si ha con loro, a se i figli riescono ad abbracciare l’idea che la famiglia sta decidendo per il loro bene anche se nel particolare caso questo ha portato ad un divieto non digerito bene, o sono oppositivi e nascondono e mentono.

Insomma, il ragionamento pratico, la capacità di prender decisioni, o analizzare le decisioni, sulla base della visione globale, lo usiamo ogni giorno, possiamo provare ad esercitarci ad estenderlo anche a questioni che vanno oltre la vita quotidiana.

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63 thoughts on “Vaccino obbligatorio si o no? Un esercizio di ragionamento pratico.”

  1. io non so se il mio punto di partenza, cioè che i vaccini possano essere nocivi, sia OT.ci interessa che si può morire di vaccino? è un caso estremo, raro, meno raro della morte per morbillo, oggi. ma, come dicevi, epperò. se me lo passi ho considerazioni politiche al riguardo, ovviamente.

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  2. volevo solo puntualizzare che non e’ detto che soltanto l’obbligatorieta’ vada a braccetto con la gratuita’ (e agevolezza, aggiungerei), la gratuita’ spesso non disdegna altre compagnie 🙂

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  3. Oltre a scusarmi per aver solo sbirciato al volo i commenti precedenti e all’invidiarti la cena al NHM – noi gente comune ci possiamo almeno pranzare, però… -, puntualizzo, visto che me lo fanno sempre notare quando mi sfugge, che in Italia esiste l’obbligo di istruzione, non l’obbligo di frequenza. Ovvero, se vuoi puoi non mandare i figli a nessuna scuola purché ti assuma l’onere di istruirli come se. Cosa succederebbe se una tendenza per ora di supernicchia raggiungesse percentuali rilevanti? Beh, io me lo sono chiesta molte volte e francamente non sono ottimista. Già non mi piace la corsa (per chi può) alle scuole private, che non si fa, certo, singolarmente perché si è snob, ma per il bene dei propri figli e cos’è che non si farebbe per il bene dei propri figli, qualunque esso sia?
    Perché esiste una soglia invisibile al di sotto della quale scatta il si salvi chi può e se il branco, o lo stato o il mainstream o chi per esso non fa sì che ci si mantenga al di sopra, lo scenario a me fa paura.

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  4. Personalmente sono favorevole sia ai vaccini che alla vaccinazione obbligatoria. Da un lato sono d’accordo che questo concetto rimandi a uno stato in un certo modo paternalista, o a un paese in via di sviluppo.
    Però credo che la vaccinazione obbligatoria sia anche sinonimo di gratuità e sia necessaria anche on un paese cosiddetto avanzato per raggiungere certe fasce della popolazione che altrimenti resterebbero escluse e a rischio.
    Il recente articolo di Repubblica citato da qualcuno è scritto male e fa confusione (il coma per reazione allergica da vaccino non è autismo).
    Conosco di persona il tipo di reazioni negative che possono scaturire dai vaccini perché anni fa ho avuto una malattia neurologica autoimmune piuttosto seria che può essere scatenata anche dalla vaccinazione. Nonostante questo però per i miei figli ho scelto anche le vaccinazioni facoltative, perché credo che la probabilità di avere reazioni serie sia molto inferiore ai danni collaterali che può portare una malattia come il morbillo o la varicella e i bambini avranno tante altre malattie con cui esercitare il proprio sistema immunitario.
    Cmq per la cronaca a Roma ogni anno ciclicamente passano morbillo e varicella, tanto che la asl suggerisce l’anticipo dei richiami. La mia piccola è vaccinata e non si ammala, mentre all’asilo ogni volta è un’ecatombe perché per queste malattie il “branco” è esiguo.

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  5. Anche perchè ricordiamoci che “obbligatorio” va a braccetto con “gratuito” e “di facile espletazione”, che in un paese come l’Italia non è poco…

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  6. Cerco di tornare un pò in tema 🙂
    Secondo me si, ci sono questioni nell’educazione e nella crescita dei figli in cui lo stato fa bene e deve intervenire. Penso all’istruzione obbligatoria, agli screening “medici” alla nascita come il controllo per certe patologie riscontrabili solo con una visita non invasiva (sull’ecografia all’anca possiamo discutere), e ad alcuni vaccini. Con le dovute cautele a dispense (homeschooling e scuole private non parificate, non vaccinazione in caso di altri problemi di salute eccetera). Sarò un’ottimista, non lo so, ma mi sembra un’immediata accoglienza del bambino nella società. Quando alla registrazione di TopaGigia all’anagrafe mi hanno dato il codice fiscale e la tessera sanitaria mi è preso un colpo (oddio già deve pagare le tasse?!?!?), poi con la tessera è arrivata immediata la registrazione alla sanità pubblica, che prima era un calvario, e abbiamo avuto la pediatra della ASL in meno di una settimana e allora ben venga. Diritti e doveri. A me piace, anche se capisco che ad altri possa risultare prematuro.
    In quanto ai vaccini, penso che si, alcuni debbano essere obbligatori. Come sicurezza per tutti. Non discuto sul fatto che si debba continuare a migliorarli per escludere il più possibile effetti collaterali, ma alcuni sono necessari per debellare malattie gravi e spesso mortali, come già successo per il vaiolo e la polio.
    Noi abbiamo fatto gli obbligatori e un tipo di meningite, seguendo il consiglio della pediatra di cui ci fidiamo. Morbillo rosolia e parotite no, più che altro perchè tutti insieme mi sembravano un pò troppi. Se non se li prende in età pediatrica valuteremo, si possono fare anche dopo.

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  7. comunque, esistono 50 sfumature di regime facoltativo 🙂 qui non e’ che lo Stato dice “oh, io sto qua, tu se vuoi qualcosa mi telefoni”, questo si che farebbe perdere per strada non soltanto chi non sa niente di vaccini, ma anche chi perso nelle mille cose della vita si dimentica o perde l’attimo. Comunque anche qui viene il richiamo a casa, per le vaccinazioni, ti telefonano se non confermi per iscritto tanto per esser sicuri che hai ricevuto il richiamo e non hai risposto perche’ non vuoi, o non lo hai ricevuto o non lo hai notato. Le visite nei primi mesi del medico o dell’health visitor a casa (di routine, senza neanche prenotare) ci sono, e comunque la cosa viene menzionata. In questo modo, a giudicare dai numeri, riesci a tirarti dentro un 90% abbondante di persone che optano alla fine per vaccinarsi, e questo fin’ora e’ stato sufficiente per creare il “branco”. Il problema della tubercolosi e’ che ne avevano eliminato proprio la possibilita’, non era uno dei vaccini che proponevano a tutti, ma soltanto a categorie a rischio.

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  8. Mi allineo al commento di Pentapata, se lo stato costruisce strade e ferrovie, ovviamente, non lo fa per quelli che si spostano in elicottero privato dalla piazzola sul tetto di casa a quella del lavoro o del ristorante. Lo fa per una comunità di cittadini.
    Ed è bello che questa discussione venga fatta qui tra persone che comunque sembrano aver fatto lo sforzo di informarsi, ma non ci dimentichiamo che un mucchio di gente non ha proprio la minima cognizione e anche se ce l’ ha, non la esercita. (Cioè, il mio vicino, cacciatore e pater familias, anni fa proibì a tutta la famiglia allargata di andare a votare per 13 referendum, di cui un paio a mio avviso davvero essenziali per tutti, solo perché ce n’ era uno che non piaceva ai cacciatori, ed era quello sullo sconfinamento, ovvero che il cacciatore ha diritto di entrare sulla tua terra e farti fuori un bambino o un cane che ha scambiato per un fagiano, senza che tu possa proibirgli l’ accesso, una roba del genere). Gente buona come il pane, che avrebbe tutti i mezzi del mondo per intervenire, ma che non gli viene in mente.
    Quindi se il vaccino non glielo rendi obbligatorio non si andranno mai ad informare e ai figli non glielo fanno.
    Un altro paragone per esempio è con il dentista: a me ci hanno portato per la prima volta a 12 anni, anche se i miei per rogne loro ci andavano spessissimo. Prevenzione scordatela. Quanta gente che ha tranquillamente i mezzi economici non ci pensa a portare i bambini anche con i denti da latte? Che i denti sono una cosa semplice semplice e concreta, e se ne accorgono tutti se ce li hai storti o ti fanno male? E secondo te quindi, queste persone ci arrivano a capire una cosa astratta come il vaccino, se dovessero scegliere?
    E non ci scordiamo l’ ottima cosa detta da plch, ci sono persone che proprio no le puoi vaccinare o ci rimangono, e allora che fai, li costringi a scegliere di che morte far morire un figlio?
    Oddio, sono andata OT a sfracello, ma credo che se non è chiaro dal post che floriana voleva appunto fare una discussione sul principio, magari un paio di esempi terra terra aiutavano, ma non sono sicura di aver scelto quelli giusti.

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  9. Scusami Marcello, ma hai una visione della scienza per lo meno parziale. Faccio parte della ‘scienza attiva’, mi occupo di cose mille miglia dai vaccini ma sempre biologia e’, guarda che e’falso afermare che la scienza sia in mano alle multinazionali, la ricerca di base e molta ricerca applicata viene fatta indipendentemente dalle multinazionali. Ricercatori, prof e scienziati in genere sono pieni di magagne ma non sono una massa di venduti.

    Fede nella scienza? dove? in giro ne vedo davvero poca (ed e’un bene), forse negli anni ’50, quando dire che qualcosa era artificiale e chimico voleva dire fargli buona pubblicita’. E non sono solo le mamme bio ad avere paura dei vaccini.

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  10. @marcello, il fatto era che per me questo argomento e’ OT proprio perche’ non mi interessava fornire un giudizio sul cittadino che decide di non vaccinarsi, vivo in uno stato in cui questo e’ facoltativo, come dicevo, e la situazione funziona alla grande. Il ragionamento voleva proprio spostarsi sull’astratto e sul principio generale, se c’e’ una cosa su cui ti do’ ragione e’ che il parallelo con le tasse potrebbe far pensare che voglio additare chi non le paga, in un regime di volontarieta’, come parassita. Non lo penso, se una cosa e’ facoltativa, vuol dire che se io decido di non farlo non sono da biasimare. Sono fatti miei insomma. Mi chiedo pero’ quando il ragionamento passa dal microscopico al macroscopico. Le tasse facoltative non sono un’opzione viabile, perche’ e’ troppo importante che tutti facciano la loro parte, e anche contando sul dovere civico di tutti, per cui la gente si autotassa di quanto ritiene giusto per far funzionare lo stato, la certezza del cashflow diventa importantissima, se per un qualsiasi motivo tutti insieme decidiamo di non pagare nello stesso anno, siamo nei casini. Mutatis mutandis, uno stato deve considerare, se vuole rendere un’opzione facoltativa, ma ritiene che il risultato sia importante, cosa fare qualora la situazione degeneri. Non mi va di parlare del caso in particolare che citi, della sentenza per esempio (ma poi, un tribunale puo’ “stabilire una probabilita’ scientifica”? penso proprio di no. Al massimo puo’ usare una probabilita’ scientifica per decidere una sentenza, il ragionamento diventava ricorsivo) proprio perche’ poi danno adito ad acredini ed opinioni che esulano dal discorso che tentavo di fare. Spero di esser stata piu’ chiara.

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  11. vedo che a maggioranza si preferisce lo “stato pragmatico” che antepone il bene comune alla libertà del singolo, allo “stato etico” che considera le sostanze da infilarsi sotto pelle una scelta individuale … e chi sceglie di diffidare dei vaccini è considerato disinformato , egoista, che sfrutta una situazione di sicurezza creata sulle spalle degli altri, paragonabile ad un evasore fiscale, cioè un parassita della società.
    Sono le stesse persone che comprano la frutta biologica per i loro figli, che gli omg sono i demoni creati dalle multinazionali, e la carne la comprano dal macellaio di fiducia che la prende da un allevamento estensivo perchè quella del supermercato è piena di ormoni e antibiotici…
    credo che qui nessuno sia in grado di sapere quali siano i reali effetti dei vaccini, nell’immediato e sopratutto a distanza di anni, ma si preferisce avere una fede, che dà sicurezza, nella “scienza”, visto che le altre figure mistiche sono meno credibili… peccato che la scienza ufficiale in questo momento storico sia ufficialmente in mano all’industria che detiene il 10% del fatturato mondiale, e che ha tutto l’interesse a creare dei malati cronici.
    Eviterò di farcire i commenti di link di approfondimento di quella che viene considerata contro-informazione in quanto dal tono dell’articolo che hai linkato …
    ______
    «C’è sicuramente una crescente diffidenza nei confronti dei vaccini» conclude Rossi «che è positiva se nasce dalla necessità, tipica di una società moderna, di essere ben informati su ciò che riguarda la salute, ma che purtroppo comprende anche una parte meno accettabile alimentata dalla diffusione su Internet, tramite gruppi e social network di informazioni infondate contro la vaccinazione».
    ______

    … si evince che informasi sul web può essere pericoloso 😉

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  12. vorrei spostare l’attenzione dal genitore informato e di media cultura a quello di bassa scolarizzazione che fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, senza contare chi vive di espendienti ai margini della legalità e oltre.
    Lo stato – passatemi questa idea un po’ Soviet – ha la responsabilità per tutti i bambini o almeno dovrebbe averla, anche per i figli di chi si è riprodotto, ma non assolve per limiti propri alla funzione genitoriale.
    in questi casi lo stato impone perchè deve fornire una tutela al bambino di oggi e all’adulto di domani, i genitori che non vaccinano se ne prendono la responsabilità. La possibilità di non vaccinare esiste ed è lecita, ma rendere facoltativo vaccinare o meno in toto significa togliere ai figli di molti la possibilità di non contrarre o farlo in maniera meno virulenta una malattia.
    Credo che la totale libertà in questo caso dovrebbe implicare anche universale informazione e capacità di giudizio che pur auspicabile mi pare ancora molto lontana.

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  13. SI,alle vaccinazioni obbligatorie, si alle facoltative dove vi sia la necessità..I rischi delle vaccinazioni sono minimi rispetto agli effetti che possono provocare la contrazione della malattia…Ricordate poliomelite, pertosse e tutte le altre…Se si parte dal principio che è possibile eradicare alcune malattie, grazie ai vaccini, si ci sto…

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  14. @marcello è vero anche che l’articolo parla di due sentenze, descrive un caso di coma vegetativo da più di 20 anni, che non è autismo, ma parla di una reazione al vaccino e il risarcimento è stato dato perchè il medico non ha somministrato cortisone contro la reazione, che avrebbe potuto evitare il danno (anche se non specifica il danno qual’è).

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  15. BTW: la protezione del branco serve soprattutto a quelli che, per gravi ragioni di salute, non possono proprio vaccinarsi rischio la vita.

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