Vaccino obbligatorio si o no? Un esercizio di ragionamento pratico.

La vaccinazione obbligatoria è un argomento scottante. Cosa porta alcuni paesi a prendere decisioni politiche in contrasto tra di loro?

Foto di Sanofi Pasteur utilizzata con licenza Creative Commons
Foto di Sanofi Pasteur utilizzata con licenza Creative Commons

La vaccinazione obbligatoria è un argomento scottante per molti, le associazioni di cittadini che si oppongono alla vaccinazione, o semplicemente gli scettici che decidono di non vaccinare i propri figli e sé stessi, si moltiplicano ogni giorno. L’angolo però da cui vorrei parlare del vaccino, o dei vaccini obbligatori, meglio, non è tanto questo, non sono interessata ad aprire una discussione sull’opportunità o l’efficacia del vaccino, né di eventuali alternative di tipo non medico, o della malafede delle case farmaceutiche (vi pregherei quindi di non prendervela se considererò questo tipo di commenti OT) ma di come Paesi differenti possano prendere decisioni differenti su questo problema, e come tutte queste decisioni siano comunque razionali e giustificate. E’ una questione politica, nel senso del termine che riguarda le decisioni prese per una collettività, ma non una questione DI politica.

Il dilemma è: posto che ci sono malattie potenzialmente mortali, è opportuno garantire che la popolazione ne sia immune (quindi salvaguardare la salute pubblica) imponendo una misura come la vaccinazione obbligatoria, oppure è opportuno lasciare che il cittadino decida da solo cosa è meglio per lui, e, si spera, per la collettività (quindi salvaguardare il libero arbitrio)? Il dilemma sta nello scegliere fra due valori positivi (il libero arbitrio e la salute della popolazione) che però può accadere che portino a decisioni contrastanti.

Il dilemma viene affrontato diversamente in Paesi diversi. In UK per esempio, la legge del 1867 che rendeva alcune vaccinazioni obbligatorie, con ripercussioni sia pecuniarie sia detentive per i genitori che si rifiutassero di aderire, venne soppiantata pochi anni dopo, nel 1898, da una legge che invece rimuoveva l’obbligo, e quindi la pena, per qualsiasi vaccino, e lasciava ai genitori la possibilità di chiedere un’esenzione se ritenevano opportuno non vaccinare i propri figli. Il principio vige tuttora, un buon secolo dopo. Un genitore in UK oggi ha il diritto di rifiutare un vaccino per i propri figli, qualsiasi vaccino, anche contro un parere medico che sostenga che le sue ragioni sono infondate o mal informate. In altre nazioni, come l’Australia, nonostante si lasci libertà di non vaccinare, ci sono misure a valle, tipo, alcuni sussidi non sono disponibili a chi non ha aderito al programma di vaccinazioni. In altre nazioni ancora, come in USA, vige un regime ibrido in cui la vaccinazione è obbligatoria, ma è consentito chiedere un’esenzione sulla base di motivi e credenze personali; tuttavia, non viene concesso l’accesso alla scuola pubblica ai bimbi non vaccinati.

Le strategie sono quindi diverse: un sistema di libertà totale (puoi decidere in autonomia, senza ripercussioni), un sistema di obbligatorietà (devi vaccinare, altrimenti ci sono sanzioni) o un sistema che impatta sui privilegi (puoi decidere di non vaccinare, ma in tal caso non hai accesso a servizi, come la scuola pubblica).

In UK si è sempre ritenuto, nello spirito che la libertà individuale venga prima di tutto, che l’eliminazione di privilegi, per quanto sulla carta sembra lasci libera scelta, sia comunque una forzatura del diritto alla scelta individuale, perché di fatto negano a chi sceglie diversamente l’accesso a risorse che invece sono disponibili ad altri. Meglio, sostengono qui, dunque un aut-aut: o è obbligatorio, per tutti, oppure no, senza sconti e senza penalizzazioni in entrambi i casi. Ma la questione si riapre periodicamente, anche in concomitanza di fatti di cronaca, e in UK un comitato, il JCVI, ha il compito di fornire al governo raccomandazioni su questo tema, incluso quello di introdurre penalizzazioni. Il dubbio se cambiare una legislazione (e una filosofia!) così radicata si è acuito quando sono stati divulgati dati sulla diffusione di malattie come il morbillo o la rosolia, che sono a livelli record ultimamente. Nel 2008 ad esempio il morbillo è tornato ad essere, dopo 14 anni, dichiarato “endemico” nella popolazione, e i casi crescono ogni anno. Se, come me, siete stati bambini in Italia negli anni ’70, probabilmente guarderete a questo dato con indifferenza, noi l’abbiamo preso tutti il morbillo, chi per cause accidentali, chi forzatamente, grazie ad una mirata coabitazione con altri bambini col morbillo “così glielo passano e ci togliamo il pensiero”. Ovviamente nessuno si poneva il problema che il morbillo fosse una malattia molto seria, e potenzialmente invalidante, se non fatale. Certo sono casi estremi. Certo non capita mai. Epperò.

La situazione-morbillo in UK risente ancora degli strascichi dello scandalo dello studio sul vaccino “MMR”, la trivalente, e il suo supposto legame con l’autismo, cosa che, benché quello studio sia stato più e più volte dichiarato non solo non affidabile scientificamente, ma anche in malafede, evidentemente ha ormai segnato l’immaginario collettivo in modo indelebile, vedi come a volte le suggestioni fanno molto più presa dei fatti. Come si fa ad annullare l’effetto di un argomento palesemente non valido ma di facile presa?

Ma insomma, tornando al dibattito. A parte le opinioni personali, o le motivazioni personali, sulle quali non c’è molto da opinare, è interessante, per me almeno, capire come uno Stato, a nome della collettività, scelga di adottare una misura come quella di rendere o meno una vaccinazione obbligatoria.

I motivi di paesi come gli USA sono la priorità a garantire l’immunizzazione della popolazione, e l’eventuale debellamento di alcune malattie pericolose. Se vi siete emozionati anche voi nel vedere i servizi, sull’obiettivo praticamente raggiunto dell’eradicazione della polio in India, grazie al massiccio programma di vaccinazioni, troverete anche voi questo un motivo necessario e sufficiente per introdurre l’immunizzazione obbligatoria. Certo, direte, ci sono contesti e contesti. E infatti, per esempio, nel contesto USA, dove la possibilità di fare domanda per ottenere un’esenzione dal vaccino ha fatto sì che le richieste siano in costante aumento, raggiungendo anche il 20%, si è ritenuto che la percentuale di persone che si sarebbero perse per strada eliminando l’obbligatorietà sarebbe stata troppo alta. Il dibattito infatti al momento in USA pare sia quello di eliminare anche la possibilità di richiedere l’esenzione, tipicamente chiesta non per ragioni mediche, ma per personale credo o tradizione o appartenenza politica.

I motivi di paesi come l’UK sono fondamentalmente la difesa del libero arbitrio: non è ritenuto etico, e quindi legale (un caso in cui queste due nozioni vanno nella stessa direzione), forzare il cittadino a vaccinarsi, o a vaccinare i propri figli, anche in casi di epidemia, mentre lo sforzo dello Stato deve concentrarsi sull’informazione, sul consentire al cittadino la possibilità di fare una scelta oculata e informata. Questo atteggiamento, di uno Stato meno paternalistico e impositorio, come alle volte succede in paesi come l’Italia, ma più volto a fare il possibile, mediante campagne informative, affinché la scelta del singolo vada nella direzione che si spera sia giusta, è tipico di molti contesti in UK: educazione e “empowerment” innanzitutto vengono spesso prima di obblighi e sanzioni.

C’è da dire che questo sembra funzionare, se in effetti, al contrario degli USA, la percentuale di chi alla fine opta per la vaccinazione in UK è davvero alta, se considerate il secolo appena passato e il livello di effettiva immunità raggiunta, inclusa quella per le malattie coperte dalla trivalente, i “livelli record” di cui parlano per il morbillo si riferiscono comunque a numeri a tre cifre, si parla di 964 casi laddove l’anno precedente ce n’erano 497. Per mettere in contesto questo dato, ad esempio, in Italia nel 2008 ci sono stati 5311 casi di morbillo, che costituivano più della metà dei casi di tutta l’Europa messa insieme, tanto che a gennaio 2017 il ministero ha iniziato a pubblicare un bollettino di monitoraggio settimanale che rivela che ad esempio nei primi 4 mesi del 2017 ci sono già 2224 casi. Il monitoraggio è importante perché, bisogna ammettere, uno dei motivi per cui i genitori che non vogliono vaccinare possono farlo tranquillamente, è che la diffusione della vaccinazione garantisce che la malattia sia tutto sommato rara. Ci si affida, come si dice, alla herd immunity, all’immunità “del branco”: siccome la maggior parte della popolazione è immune, diventa difficile anche per i non immuni contrarre la malattia. Come direbbero gli inglesi, si beneficia di una corsa gratis, e questo perché gli altri pagano il biglietto. Ma devi avere un “branco”, una massa critica di persone che garantiscono col loro comportamento che l’intera comunità non ne venga a soffrire. E cosa succede se questo non accade, o alla lunga viene meno? Cosa succede se i livelli di contagio diventano alti? Se decidere di non vaccinare non è piu una questione di libero arbitrio, ma significa potenzialmente mettere altre persone a rischio?

Trasliamo il ragionamento ad altri ambiti (vi avevo detto che l’esercizio era parlare in astratto, no?). Le tasse ad esempio. Potrebbero essere rese facoltative soltanto se ci fosse una buona, sostanziale massa critica di cittadini a pagarle comunque, quindi rendendo la “corsa gratis” di alcuni ininfluente. La scuola: cosa succederebbe se decadesse la scolarizzazione obbligatoria? Come funzionerebbe, quanti manderebbero comunque i figli a scuola? Probabilmente tutti quelli che conosciamo noi, e anche di più, ma cosa succederebbe al divario, già considerevole, fra le classi sociali? O fra le diverse etnie? Oppure, l’obiezione di coscienza: si può acconsentire che questo diritto venga esercitato soltanto se esiste una massa critica di non obiettori a garantire ciò che lo Stato ha promesso ai suoi cittadini.

Come per tutte le questioni complesse, insomma, la decisione non è semplice. Ridurre tutto a vaccini si o no. Obbligatori si o no. Piano personalizzato per ogni bambino si o no. Impedire accesso a scuola si o no. Insomma, ridurre ad una questione semplice e nel particolare, diventa uno sminuire l’importanza e complessità del problema generale. Uno stato che sia giusto ed equo non può prendere una decisione in maniera isolata da altri fattori, così come dei buoni genitori, quando decidono qualcosa, lo fanno anche pensando alla visione generale, al livello di responsabilità dei figli, al rapporto aperto o meno che si ha con loro, a se i figli riescono ad abbracciare l’idea che la famiglia sta decidendo per il loro bene anche se nel particolare caso questo ha portato ad un divieto non digerito bene, o sono oppositivi e nascondono e mentono.

Insomma, il ragionamento pratico, la capacità di prender decisioni, o analizzare le decisioni, sulla base della visione globale, lo usiamo ogni giorno, possiamo provare ad esercitarci ad estenderlo anche a questioni che vanno oltre la vita quotidiana.

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63 thoughts on “Vaccino obbligatorio si o no? Un esercizio di ragionamento pratico.”

  1. con questo, mi affretto ad aggiungere che mi era scattato l’invio compulsivo 🙂 non voglio implicare NE’ che si dovrebbe vaccinare, NE’ che non si dovrebbe, ma voglio dire una parte attiva, o in termini impositori o in termini persuasori, dello Stato per far si che i vaccini piu’ importanti siano diffusi mi pare legittima, non so se mi spiego

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  2. che gli effetti dei vaccini esistano non credo ci piove, non ci vuole il medico cospiratore per sentir parlare di nuove insorgenze di asma etc, probabilmente a causa dei vaccini, o dell’eccessivo uso di antibiotici, oppure per lo stile di vita differente, o, molto piu’ probabilmente, per l’unione di tutte queste cose, sarebbe difficile, se si ragiona onestamente e non a scopi propagandistici, calcolare quanto tutto lo stile di vita 2.0 😀 abbia impatto sulle nuove generazioni, perche’ ci sono infiniti fattori che non possono, materialmente, essere isolati. Ciononostante io penso che i vaccini siano ancora molto molto piu’ sicuri, per la maggioranza della popolazione (e mi pare anche ovvio che ci siano dei casi di persone allergiche al vaccino, mica siamo fatti con lo stampino), delle malattie contro le quali proteggono, e se tutto cio’ fa parte dell’umanita’ 2.0, beh me lo tengo volentieri, non sono una di quelle che parla dei bei tempi andati con nostalgia, i bei tempi andati stanno solo nei ricordi, secondo me. Sull’essere in salute dei bimbi non vaccinati, non saprei, i miei due sono vaccinati su tutto, inclusa trivalente (ma non le influenze stagionali, non essendo a rischio particolarmente) e non si ammalano mai: e’ per via del fatto che non prendono antibiotici? E’ per via del fatto che mangiano di tutto? E’ per via del fatto che sono abituati a gestire il freddo english style? Tipo l’altro giorno, sono andata a prendere il grande dal doposcuola di corsa campestre, e mentre arrivavo, 10 minuti prima della fine, e’ arrivata la pioggia torrenziale tipica, e tutti, sia genitori sia istruttori, non si sono posti alcun problema nel continuare la sessione fino alla fine, inclusi i 5 minuti di raffreddamento finali, tutti sotto il pioggione e senza ombrelli di sorta. E’ per questo che non si ammalano mai? E’ per culo? Chi puo’ dirlo 😛

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  3. @close: non si tratta di lotti difettosi ed immediati effetti collaterali gravi, ma di conseguenze croniche di tipo autoimmune come dermatiti atopiche, asma e allergie di cui si parla ancora molto sottovoce negli ambienti medici. Se vi capita, interrogate qualche medico omeopata, cose ne pensa dei vaccini. Ok, questo era proprio il mio ultimo intervento, sull’argomento, giurin giuretta 🙂

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  4. Io penso che l’intervento dello Stato “ci possa stare” nei confronti di patologie gravi e non di patologie potenzialmente gravi se, perchè allora dovremmo vaccinarci per qualsiasi cosa ed è invece bene lasciare che il nostro sistema immunitario possa funzionare (nella mia ignoranza). Un conto sono malattie come poliomelite o tetano, un canto malattie come rosolia, morbillo ecc. Insomma le ultime io e la mia generazione le abbiamo fatte e senza conseguenze (almeno io non conosco nessuno che abbia riportato conseguenze). Invece purtroppo una collega di mio marito non è più rientrata al lavoro da un anno perchè il figlio di 7 anni ha riportato grosse conseguenze a questo tipo di vaccino (morbillo) e mio marito ing. super preciso e super tradizionalista adesso sul tema vaccini vacilla.
    Io già vacillavo perchè per vie traverse ero già venuta a conoscenza di un bimbo diventato autistico in conseguenza del vaccino (e i genitori hanno fondato con altri genitori un’associazione). Insomma mi sembra veramente strano che non abbiano già dati scientifici relativamente a questo argomento. Lo so sono andata fuori argomento e mi sono pure dilungata. Ma il fatto di far vaccinare mio figlio e che lui poi riporti danni gravi mi preoccupa molto, sicuramente molto di più che non che si prenda il morbillo!
    ciao a tutti
    francesca

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  5. @ Marcello

    in realtà come sottolineavo più sotto, parte delle regioni italiane hanno già adottato il modello inglese e secondo il documento del Ministero della Salute che ho linkato, l’obiettivo è di portare tutte le regioni a seguire questo modello, quindi questo dibattito ha un valore davvero astratto.

    Sono d’accordo con te che l’obbligatorietà dei vaccini è una forzatura, però è servita in un’epoca in cui alcune malattie falcidiavano popolazioni intere, per eradicarle.

    Non facciamo il paragone delle tasse, provo allora l’obbligatorietà del casco per i motociclisti o della cintura per chi va in automobile: la legge ha oggettivamente coartato la libertà personale consentendo però un’evoluzione della civiltà per un obiettivo di salute pubblica, nonostante che qualcuno argomenti che portando alcuni tipi di cintura hai una % variabile di farti male, se è fatta male o se la indossi scorrettamente.

    Credo che il paragone sia calzante perché anche con i vaccini puoi capitare nel lotto difettoso e quindi puoi decidere di sottrarti, ma la probabilità di trovarti ancora peggio contraendo la malattia – questo è quello che ho capito finora – è più alta.

    Sono invece molto critica verso le campagne di vaccinazione una tantum per le psicosi da pandemia, l’aviaria, la suina, la SARS ecc. Quest’anno non mi vaccino per l’influenza, non l’ho fatto l’anno scorso, e sono stata decisamente meglio.

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  6. @barbara: no, non ho abbastanza cultura in generale per andare oltre il mio ragionevole dubbio, mia moglie un po’ di più perchè è medico veterinario, ma ci siamo comunque affidati a pareri di medici nostri amici, tra cui un neuropsichiatra infantile, e con il benestare della nostra pediatra, che si lamenta solo di non ricordare la nostra terza figlia in quando l’ha vista quando aveva pochi mesi e poi basta, abbiamo comunque fatto il possibile per informarci e ci siamo assunti la responsabilità dei rischi.
    Il pensiero “autoritario” che emerge dal tono generale dell’articolo e dei commenti è quello che ti dichiara ignorante o disinformato in quanto, la pensi in modo differente, ed è quello che contesto.
    Scusate tutti se ho portato fuori tema la discussione

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  7. Mi spiace continuare con l’OT ma devo rispondere a marcello. Tu puoi avere il tuo ragionevole dubbio, ma ti chiedo: su che basi? Sei sicuro di avere una cultura medica abbastanza forte da poter fare il nesso? Io no, non sono del campo e mi sono documentata fino a quanto potevo capire, poi ho scelto di affidarmi a chi sono sicura ne sappia più di me di cui mi fido per il bene di mia figlia (per il resto della società lo sapevo già e non ho dovuto chiedere delucidazioni e consigli).
    Paragonare dovere civile con l’essere fascisti no, non lo accetto. Pensare che ci siano degli obblighi civili oltre che, in alcuni casi, direttamente positivi sul singolo per me è senso civico, non auspicare uno stato autoritario che si impone in tutto e per tutto sul pensiero e la vita dei cittadini. Io sono anche d’accordo che si possa ottenere una dispensa per obblighi in cui non si crede, se questi obblighi sono in buona fede e motivati e se la dispensa viene chiesta con convinzioni profonde e motivate, visto che ricade anche sulla collettività. Io questa la chiamo democrazia, che è il contrario dell’autoritarismo.

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  8. @Close: non ho citato l’articolo come “prova” del legame tra il trivalente e l’autismo, bensì per portare alla Vs attenzione il ragionevole dubbio che non conosciamo i reali effetti dei vaccini e pertanto non possono essere imposti in uno stato di diritto.
    La mia esperienza personale con i vaccini fa sì che io abbia ben più di un ragionevole dubbio, i miei primi due bimbi sono stati regolarmente vaccinati e nei loro primi anni di gite all’ospedale e dal pediatra ne hanno fatte parecchie, per cose anche piuttosto brutte, asma e broncospasmo. La mia terza ha 4 anni e niente vaccini, non ha MAI avuto niente, neanche l’influenza. Confermo che non è stato necessario chiedere l’esonero, all’appuntamento con i tre medici dell’Asl, due hanno gridato allo scandalo, e il terzo, il più anziano ha detto che facevamo bene, tra lo sgomento dei suoi colleghi.
    Altra esperienza personale il mio nipote ha preso la meningite poco dopo il vaccino, prima di aver frequentato nido e avere contatti stretti con altri bambini. Per poco se ne andava all’altro mondo ed è quasi un miracolo che non abbia riportato danni neurologici. Ho sentito tutte le tesi possibili a favore del fatto che il vaccino non fosse responsabile, a me continua a rimanere il “ragionevole dubbio”
    Cambiando un po’ ambito, sono anni ormai che si sta rilevando una maggiore incidenza del sarcoma nei gatti vaccinati rispetto a quelli non vaccinati …
    Insomma, si può pensarla diversamente ma esiste un ragionevole dubbio che i vaccini abbiano effetti collaterali molto brutti e duraturi, anche cronici.
    Tanto per riflettere un po’ su quanto siano manipolabili i grandi numeri : 5311 casi di morbillo registrati nel 2008, ok … ma quanti casi di neuropatie gravi, quanti decessi e chi? Perchè fa differenza se muoiono dei soggetti sani o persone già provate da gravi deficit immunitari, ma statisticamente no, fanno comunque parte di quell’ uno su duemila che hanno conseguenze gravi dal morbillo.
    Si parla positivamente di herd immunity ma voler tutelare quell’uno su duemila significa anche indebolire tutto il branco.
    Perlomeno mia moglie ed io la pensiamo così, sono contento di vivere ancora in una nazione che non mi costringe ad agire contro quelli che ritengo essere gli interessi dei miei figli in nome di un superiore dovere civile, rimango male nel leggere quante persone auspichino di vivere in uno stato autoritario che ricorderebbe molto i metodi del caro vecchio ventennio.

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  9. Però, sarà anche off topic, ma come si fa a prendere una posizione a questo interessante dibattito se una persona come me, di media cultura, conosce bene gli effetti positivi dei vaccini , mentre le risultano piuttosto fumosi quelli negativi, soprattutto dopo che si è escluso un collegamento tra vaccino contro il morbillo e autismo?
    Allora, ragionando con i dati che ho in mano, considero che se vi fossero davvero rischi rilevanti a vaccinarsi lo stato si guarderebbe bene dall’imporre la vaccinazione obbligatoria perchè, a quel punto, essendovi un nesso di causalià certo tra invalidità e vaccino, sarebbe anche costretto a risarcimenti milionari. Qual’è lo stato che scientemente si assume rischi del genere?
    Io ho vaccinato mia figlia più o per tutto. Mi sono informata, ho chiesto a pediatri e assistenti sanitari e tutti esprimevano opinioni pro vaccino. Insomma, mi sono fidata. Se penso a malattie come la difterite, altro che se sono d’accordo con l’obbligo di vaccinazione.
    Trovo anche azzeccatissimo il paragone con l’obbligo di pagare le tasse. Nessun uomo è un’isola, o no? Se vivi in una comunità di persone, piccola o grande che sia, ci sono obblighi a cui non puoi sottrarti.
    Sarei piuttosto per uno stato minimamente invasivo. I vaccini obbligatori? Sì, ma solo per le malattia ad alta percentuale di mortalità che mettono a serio rischio la pubblica incolumità. Tasse? Certo. Ma per il servizi essenziali. Anche alte, ma numericamente poche. Salute , scuola, per dire.. Già per la previdenza obbligatoria avrei qualcosa da ridire, considerato che qui in Italia siamo in pieno regime monopolistico e al cittadino non è dato scegliere, in sostanza, a chi versare. Ma questo è un altro discorso. Insomma uno stato forte, ma minimamente invasivo. Utopico quindi?

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  10. @anna (grazie), e’ molto molto vero cio’ che dici. Io vedo anche questo come un segno di “maturità” di uno Stato, noi per esempio, che siamo uno stato ragazzino rispetto ad altri, nonostante la nostra storia, abbiamo cominciato con il paternalismo (vedi la leva) ed ora stiamo maturando (anche i vaccini non sono piu’ di fatto obbligatori in molte parti, mi dicono). Ho un dubbio pero’ in tutto questo, e cioè che il problema non sono tanto le conseguenze collaterali di un’azione (qualsiasi, anche uscire in macchina o in bici), ma come sia percepito il rischio, proprio in termini di ragionamento statistico. È ben noto, nel senso che ci sono molti studi a riguardo, che la percezione comune di concetti come la probabilità è molto molto viziata, infatti ho apprezzato molto ad esempio sul sito del sistema sanitario nazionale qui in UK, durante il panico collettivo che fu l’influenza aviaria di un paio di anni fa, un grafico che mostrava graficamente in “pallozze” 🙂 il rischio di prendersi (e morire di) l’influenza rispetto al rischio di prendersi (e morire di) altre patologie o accidenti, e insomma vedere che la pallozza era tutto sommato piccoletta rispetto ad altre molto meno percepite ma concrete, è stato notevolmente interessante.

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  11. allora provo a prenderla da un’altra parte, senza citare le morti per vaccino. il mio dubbio riguarda la presa di responsabilità dello stato paternalistico, perchè se una comunità accetta di imporre e farsi imporre alcune pratiche, vaccini, tasse, servizio di leva, deve anche accettare di far fronte alle complicazioni. non so, le depressioni, i suicidi o i problemi emotivopsicologici di un ragazzo di 18 anni in caserma, diciamo. anche nel migliore dei mondi possibili non avremo mai una copertura del cento per cento, sempre ci saranno conseguenze gravi o spiacevoli, alle tasse o ai vaccini o alla scolarizzazione. pur decidendo che le percentuali sono minime e i vantaggi sociali decisamente maggiori dei danni come la mettiamo con la piccolissima percentuale sacrificata?
    per quel che mi riguarda meglio una buona ed obiettiva informazione, ma senza imposizioni

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  12. @close, so che l’Italia guarda il mondo anglofono proveniente da oltreoceano molto piu’ volentieri di quello proveniente da oltremanica, non ne ho mai capito a fondo il senso (fermo restando ragioni storiche etc), ma non so quanto sia vero che l’europa guarda l’america cosi’ tanto, molte delle polemiche che menzionavo erano quelle qui in UK, dove appunto si sta riconsiderando la volontarieta’ sulla base di dati nuovi. Il latte, anche qui infatti e’ usato moltissimo, e’ una tradizione che lo studente circoli col suo bottiglino per dire, il governo passa gratis a tutte le scuole il latte come bevanda per i primi due anni di primaria, ed e’, se ci pensi, molto piu’ salutare (i dentisti fra voi ne converranno, perche’ non ci sono soltanto i polinsaturi a questo mondo da tenere a bada) di altre bevande gassate e dolci.

    L’immigrazione pone un problema serio ovviamente, ma anche i viaggi, il turismo internazionale che (per fortuna, non saro’ certo io a condannare questo nuovo stato di cose, io credo davvero che viviamo in un’era interessantissima, dove la gente davvero ha imparato a conoscersi un po’ di piu’) ormai non e’ piu’ a stretto appannaggio di una minoranza. E non si tratta delle condizioni di vita, o non soltanto, non ne ho competenze medico-scientifiche, ma da una pura estrapolazione empirica mi rendo conto che l’organismo dei miei figli e’ ben abituato ai virus indigeni in UK, e da’ segni di cedimento quando si va in Italia. Anche l’organismo mio e del mister, che in teoria i bacilli italiani se li e’ assimilati per i primi 30 anni e passa di vita, dopo tutti questi anni arranca quando ne torna a contatto in italia, che ogni santo Natale se non ci facciamo la mezza influenzella che circola in italia nel periodo non sono vacanze 🙂

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  13. Articolo molto interessante e ben scritto, Supermam potresti fare la divulgatrice scientifica, o lo fai già? 🙂

    Alcune riflessioni a braccio, spero di non andare troppo OT:

    Sono molto d’accordo con chi sottolinea che il dibattito sui vaccini, così come molte altre polemiche sulla salute e di medicina difensiva, provengono dagli Stati Uniti e vengono applicate alla realtà europea senza considerare le differenze. Penso ad esempio alla polemica sull’uso del latte vaccino come dannoso per i bambini : negli USA ho visto bambini bere latte al posto dell’acqua a tutte le ore, pranzo e cena compresi, ti credo che sono in sovrappeso per il latte. In questo caso, la presenza delle assicurazioni sanitarie falsa qualunque rapporto fra Stato e cittadino (in maniera aberrante secondo me) e quindi non sarebbe da prendere in considerazione. Per questa ragione sono diventata molto diffidente quando leggo studi e polemiche provenienti dagli USA.

    La “herd immunity” è un concetto sottovalutato.
    Ho seguito qualche incontro divulgativo da parte di un dipartimento di prevenzione in cui si parlava della diffusione delle malattie con l’arrivo degli immigrati e la sorpresa è stata che gli immigrati arrivano in Italia per la stragrande maggioranza SANI. Le malattie le contraggono qui a causa di condizioni di vita al limite della sopravvivenza e che poi vengono propagate a causa del comportamento dei cittadini Italiani. Esempio classico: l’HIV. O ancora, l’esclusione dei clandestini dai servizi sanitari, auspicata dalla Lega Nord e scansata grazie alla disubbidienza dei medici (ma che comunque ha impaurito e allontanato effettivamente molti clandestini dai pronto soccorso) rischia di creare delle falle serie nella salute pubblica.

    Non ha senso citare le sentenze di tribunale sul legame fra vaccino antimorbillo e autismo come “prova” di questo legame, è come citare un collegio di medici che condanna alla prigione per omicidio. Un tribunale non ha autorità scientifica per decretare nulla e notoriamente i suoi esperti possono accedere a dati VECCHI. Purtroppo il cittadino medio non ha accesso al dibattito scientifico “duro”, e vedo il rischio concreto è che le nostre decisioni si basino su un chiacchiericcio da Novella 3000, mentre i medici di base e specialisti vengono considerati dei “venduti”. E’ nel privato che vengono diagnosticati cancri inesistenti, nel pubblico si contendono i posti di lavoro, ma il rapporto con l’utente è mediamente più sano. Non metto in dubbio chi mi racconta di medici di base che si comprano corsi di specializzazione prescrivendo farmaci qui e lì, ma il problema allora non è tanto la casa farmaceutica quanto l’etica diffusa, e si aprirebbe un discorso lungo.

    Detto questo, conosco personalmente un caso di vaccino difettoso, perché è capitato a mio padre che è stato ospedalizzato insieme ad altri credo 300 bambini negli anni 1950. In quel caso è stato commesso un vero abuso perché i bambini sono stati vaccinati a scuola senza autorizzazione dei genitori e quel canale di produzione dei vaccini è stato chiuso, chiudendo di fatto la produzione di vaccini in Italia. Quindi c’è stato un errore da parte di chi ha prodotto ma soprattutto l’abuso da parte di chi lo ha imposto.

    Comunque non ci possiamo più trovare in questa situazione, dato che in Italia non esiste più l’obbligo del vaccino in molte regioni e il ministero della salute vuole abolire l’obbligo in tutte le regioni http://www.governo.it/backoffice/allegati/67507-7587.pdf quindi tutto sommato ci troviamo in una situazione più simile all’UK.

    Personalmente risolvo la questione domandando al mio medico che cosa farebbe al mio posto. Ha un approccio un po’ all’antica ma mi fido di lui perché passa ancora a domicilio e perché invece degli antibiotici mi prescrive le acque termali.

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  14. @anna si, ahime, benche’ certamente un ottimo argomento di discussione, questo argomento sarebbe OT per questo post, sorry,

    @Vans, non e’ detto affatto, come dicevo, che sia collegato alla gratuita’, c’e’ una serie di vaccini gratis, non importa la loro obbligatorieta’. Rimando a questo punto all’articolo di Silvia, linkato in fondo al post, qui su genitoricrescono ben 3 anni fa! 🙂 in cui lei ci dice che:

    in Piemonte, Lombardia, Liguria e Veneto non è più necessario dimostrare di aver ottenuto l’esonero.
    In queste Regioni vi è più informazione sulle vaccinazioni infantili: più campagne, più materiali a disposizione dei cittadini, più attenzione ad informare e rendere consapevoli. Per questo, non si è verificata alcuna diminuzione dei vaccinati di un qualche rilievo statistico.

    quindi forse l’esempio di Londra e’ piu’ esportabile di quanto si pensi, in un formato essenzialmente identico

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  15. Forse questo e’ uno dei pochi ambiti in cui un approccio paternalistico (vaccinazione obbligatoria) mi piace. Anche perché lo vedo strettamente correlato alla gratuita della sanità.
    Anche da un punto di vista strettamente economico vaccinare la maggior parte della popolazione conviene: per quanto caro il vaccino un giorno a casa per febbre costa sicuramente meno dei solo gg persi per le malattie che coprono (e visto l’esercizio teorico non considero il beneficio pubblico della salute).
    La mia impressione e’ che un approccio volontario sarebbe molto piu difficile da realizzare. L’esempio di Londra era interessante ma lo vedo poco “esportabile”.

    I vaccini come le tasse e’ un accostamento geniale! Chapeau!

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