Quando si parla di tempo, tempo per la famiglia, per i figli, mi trovo spesso impantanata nel fatto che il tempo sembra non bastare mai. Questo mi pesa a dire il vero maggiormente ora con il piccolo, perché mi rendo conto che il Vikingo alla stessa età passava meno ore all’asilo, e di conseguenza più ore con me, e mi chiedo se sia giusto, e se passiamo tempo sufficiente con lui.
E allora cerco rifugio nel discorso della qualità, e provo a convincermi del fatto che alla fine è la qualità del tempo che si trascorre insieme quella che conta. Inutile dirvi che non mi convinco mai del tutto, e mi trovo a domandarmi cosa significa veramente passare tempo di qualità con i figli?
Mentre mi immagino lì a giocare con loro intensamente, ad intrattenerli con storie fantastiche, a creare un mondo nostro con le nostre mani, ecco che mi scontro con le “cose da fare”. Tutto quell’insieme di azioni che riempiono la quotidianeità, e che non ci danno mai tregua. Ma davvero il tempo di qualità significa dover condividere con loro un tempo speciale, al di fuori del quotidiano? Perché se è così, è evidente che il tempo non basterà mai, e ci si ritrova a soppesare i minuti. No, non credo sia possibile. Il tempo di qualità deve essere necessariamente fatto anche dalla condivisione dei piccoli gesti quotidiani, dal fare la spesa, cucinare insieme, pulire casa inventandoci un gioco. Il tempo di qualità deve potersi misurare anche su queste cose, altrimenti il tempo non può mai bastare. Alla fine si tratta per tutti di 24 ore al giorno, di 168 ore a settimana. Togli le ore di sonno, le ore di scuola e lavoro, le ore di trasporti, le ore passate a lamentarsi del disordine e a cercare di convincerli a comportarsi da persone civili e non da selvaggi, ecco che come se nulla fosse ci si ritrova con poche manciate di minuti al giorno.
Mi fermo a riflettere e mi chiedo quando è che sento che funziona. Quando ho l’impressione di aver passato tempo qualitativamente soddisfacente con i miei figli?
Se rispondo a questa domanda di getto penso a quando sono rilassata, ad esempio in vacanza, quando facciamo qualcosa insieme senza bisogno di urlare ordini o cedere alla tentazione di ricatti e promesse. Quando riesco a sorridere con loro e a godere di quello che stiamo facendo insieme, senza controllare istericamente il mio cellulare per controllare se ho ricevuto email.
Quando mi prendo tempo per stare semplicemente con loro.
Il tempo di qualità è quindi forse il tempo per le relazioni. E’ il tempo che permette a me genitore, e a mio figlio, di conoscerci, imparare l’uno con l’altro, e l’uno attraverso l’altra. E’ il tempo per emozionarsi, arrabbiarsi, annoiarsi, ridere, piangere. Il tempo per consolarsi. Il tempo necessario ai miei figli per esplorare tutte queste emozioni insieme a me, e uscire più forte anche grazie a me.
Il tempo di qualità è quel tempo in cui guardo i miei figli e li considero persone per le quali vale la pena spegnere il telefono o chiudere il computer o dimenticare qualsiasi altra urgenza apparentemente improrogabile.
E le relazioni non si costruiscono necessariamente con delle attività preconfezionate, con giocattoli di legno, con le case perfettamente in ordine, o a correre sui prati in fiore come in un romanzo. Le relazioni si costruiscono con il tempo. Minuto dopo minuto trascorso a fare qualcosa insieme.
Eccoci quindi di nuovo al punto di partenza. La quantità forse non è così trascurabile come potrebbe sembrare.
E allora forse non ha senso chiedersi se sia meglio la qualità o la quantità, quanto piuttosto dovremmo interrogarci se nel tempo che trascorriamo con loro stiamo costruendo una relazione. E se il tempo che stiamo trascorrendo con loro è sufficiente, in termini di quantità e qualità, al formarsi di quella relazione che non solo sarà preziosa per noi e per loro, ma che getterà le basi per formare delle relazioni con altre persone che incontreranno nella loro vita.
il mio rientro dalla maternità è stato una strage..pianti, sensi di colpa, frustrazione, gelosia per chiunque si avvicinava al mio cucciolo…adesso va molto meglio! sono fiera di me stessa e posso affermare di avere un rapporto meraviglioso con mio bambino di 14 mesi..finalmente ho trovato un equilibrio, a conti fatti stiamo insieme un paio di ore la mattina, altrettanto il pomeriggio e la sera un oretta abbondante..in queste 5 ore facciamo di tutto, si gioca, si balla, si piange, si cucina, si fa la spesa,si guarda la tv, si fanno anche le faccende semplici(stendere la biancheria o sparecchiare INSIEME, per responsabilizzare il piccolo..) si impostano delle regole e delle abitudini..ovviamente per fare ciò ho preso una signora delle pulizie che ogni settimana mi aiuta, ho imparato ad organizzarmi con la spesa settimanale, provviste surgelate “salvapranzo”, e ho imparato ad ottimizzare il tempo.. 🙂
Stica! Tocchi un tasto dolente!
Lavoro a 20 km da casa, il part time non è un’opzione considerabile.
Mia figlia va al nido da un anno e qualche mese e gia’ ho l’ansia x le elementari (tra assenza tempo pieno e impossibilita’ di seguirla come vorrei).
Tempo di qualita? Mi sembra una chimera: se la vedo alle 7 e 30 è stanca e nervosa, altro che qualita e relazioni!
Negli ultimi mesi hanno sistemato un pezzo di strada e ho tagliato di 15 /20 min il tempo di percorrenza. Riuscire a cenare insieme gia ha migliorato molto le cose. Boh speriamo di riuscire a costruire insieme una bella relazione. Ci vorra’ del tempo…
Grazie Serena :-*
Vedo mio figlio a weekend alterni + un pomeriggio-sera infrasettimanale, oltre tutto viviamo a 80km di distanza e quindi tutto deve essere programmato.
Lui ora ha 6 anni e la separazione è avvenuta quando ne aveva 2 e mezzo.
Quante volte mi è stato detto “ma dài, in fondo l’importante è la qualità, non la quantità”, ma chi non vive tali situazioni non può rendersi conto di quanto sia difficile costruire (o anche solo mantenere) una relazione in queste condizioni.
Se l’importante è la qualità, vivete per un anno mangiando 30 grammi di caviale al giorno, poi ne riparliamo.
Battute a parte, si alterna l’astinenza (assenza protratta per più giorni) all’overdose (iper-presenza con l’ansia di far rendere al meglio il poco tempo insieme), senza mai poter vivere dei momenti “ordinari” e con la costante preoccupazione di riuscire anche a dire i sacrosanti “no” (quelli che aiutano a crescere) senza guastare il magro tempo insieme.
Per fortuna con la crescita aumentano le possibilità di dialogare, spiegare, mettere delle parole sulle emozioni e, rimanendo su livelli comprensibili ad un bambino ed evitando strumentalizzazioni, le difficoltà comunicative diminuiscono. Non vedo l’ora di poter utilizzare finalmente telefono e skype per avere un dialogo decente a distanza con mio figlio, ma temo che dovrò ancora aspettare qualche anno.
La fatica e la sofferenza di intrattenere una relazione genitoriale di qualità procedendo a strappi bisettimanali sono immense, non oso pensare a quelli che si trovano nella mia situazione con in aggiunta l’altro genitore che gli mette pure i bastoni fra le ruote.
E’ un tema che mi sta a cuore avendo mandato mia figlia al nido per riuscire a combinare qualcosa divido la giornata in due, dedicandole il pomeriggio/sera. Adesso con la materna però va molto peggio perché non posso più andarla a prendere alle 17 ma alle 15:30 e quell’ora e mezza in meno mi sballa la giornata, non posso più garantire la mia presenza alle riunioni e sono obbligata a chiamare i nonni, un casino. Quindi adesso che è più grande e “regge” il gioco individuale, ho iniziato ad approfittarne per fare qualcosa al computer. Ma non sono contenta.
@Closethedoor invece secondo me va benissimo così. Lei riesce a giocare un po’ da sola e ha bisogno anche di quello, mentre te hai bisogno di lavorare un paio di ore in più. Immagino che dopo ci giocherai comunque, come facevi prima. La relazione è anche quella di imparare a rispettare gli spazi degli altri.
@Paolo grazie per il tuo commento. La vita dei padri separati in Italia è molto dura, gli strappi bisettimanali sono una fatica enorme, però quel tempo, anche se poco, vale tantissimo. Coraggio.
Bello! Sono d’accordo. Allentare la presa sulle cose da fare serve anche a migliorare la qualità del tempo passato insieme, oltre che la quantità.
Ricordo che al termine di una passeggiata faticosissima, dopo un pomeriggio diviso tra nido e giardini, tornavo a casa con una pupa che mi urlava nell’ovetto, l’altra che si trascinava lamentandosi e chiedendomi ripetutamente di esser presa in braccio (cosa per me impossibile al momento). Le chiesi, per distrarla, se si era divertita quel giorno (Che bella giornata abbiamo passato insieme, vero?).
Mi rispose di no. Le chiesi perchè. Mi disse: “perchè sono stanca”.
Allora ho capito che avevo esagerato. A volte meglio abbassare la mira,e stare tutti più rilassati.
Trovo azzeccatissimo il tuo aver individuato il nocciolo della questione nella “relazione”. Come al solito centrate il bersaglio come pochi sanno fare.
molto bello. io non ho mai creduto nella storia della qualità meglio della quantità perché appunto le relazioni hanno bisogno di tempo per crescere. quindi oggettivamente ci deve essere una specie di adattamento che come direbbe super è anche un “cambio di paradigma”..
prendersi costantemente questa responsabilità e costruire, lasciare costruire e poi ancora costruire anche nelle cose “ordinarie” senza demandare ad un momento che magari viene chissà quando (nel week end, nelle vacanze o chissà) è fondamentale. solo che richiede anche moltissime energie.
@Mammame indubbiamente, le energie che deve avere un genitore sono infinite. La cosa bella è che ogni volta che sentiamo di non farcela più, finiamo in qualche modo per trovare le energie per andare avanti.
@Susanne la quantità quando è troppa può far male 🙂 grazie per quel “centrate il bersaglio”!
Questo concetto del genitore che crea una relazione mi piace tantissimo. Da quando l’ho letto, ne ho fatto un mantra! Certo, non è che prima fossi tutta performance, però questa cosa della relazione mi restituisce la bussola e l’orientamento quando tendo a isterizzarmi.
Poi, il fatto che a 8 anni mia figlia preferisca passare i pomeriggi con un’amichetta piuttosto che con me, non deve preoccuparmi vero?
Credo anche che il bello sia che entrando nel meccanismo della relazione usciamo da quello della performance. Meglio una cena preparata assieme godendosela che costringerci a una cosa “eccezionale” con l’ansia della cena che brucia in forno.
applausi!
Condivido al 100%!
Anch’io mi pongo le stesse domande continuamente, perché con il lavoro il tempo è effettivamente poco, soprattutto per il piccolo…d’altra parte chi ha più tempo non è detto che lo usi tutto per rapporti di qualità, però ha statisticamente più probabilità che nell’arco della giornata la quota dedicata ai figli sia maggiore di chi li vede mattina e sera.
Per mesi al rientro dalla maternità ci ho sofferto molto, ora sto accettando piano piano il fatto che la situazione è questa e va gestita al meglio.
Il tempo di qualità? L’altra sera mia figlia ci ha chiesto di ballare (?!). La scena: io e mio marito che balliamo con l’eleganza di 2 trichechi, con la piccola che cantava (mica si può ballare senza musica) e il piccolo che rideva a crepapelle. In tutto 10 minuti, però penso valgano ore.
Perfettamente d’ accordo. E poi tra le cose da fare, anche una doccia, metterli a letto, chiedergli per la diciottesima volta di sedersi a tavola almeno fino a fine pasto, possiamo giocarcelo come qualità. Proprio ieri ho chiesto a orso se preferisce che io lo faccia dormire di più al mattino, o svegliarlo prima per fare le cose senza urlare. Lui ha mattine difficilissime e a un certo punto la mia strategia era quella di farlo dormire quei 15-20 minuti in più mentre io lo coccolo, invece di sprecare lo stesso tempo a spronarlo. Adesso non funziona più e i 15-20 minuti di rincoglionimento li prende dopo colazione, vestito e calzato. L’ ha detto lui.
Ciao
leggo da un po’ il vostro bellissimo sito, ma non ho mai commentato.
Mi sono quasi commossa leggendo l’articolo, sei riuscita a centrare il punto con una lucidità che spesso mi manca.
Costruire una relazione… spero di riuscire in questa impresa 🙂
Cla
Grazie a tutte per i commenti.
@Claudia tra la lucidità di capire e il mettere in pratica ce ne passa. Facciamo tutti del nostro meglio per riuscire nell’impresa. Coraggio! E mi raccomando, da ora in poi non ti tenere i commenti 😉
@Mammamsterdam minimizzare la fatica e massimizzare il tempo di relazione. Vai così.
@Lorenza sono proprio quei 10 minuti che fanno la differenza! Scena simile qui da noi, ma invece di ballare abbiamo cantato insieme. Stonati come campane, ma un bel momento davvero per tutti.
@silvietta io sulla cena da preparare insieme sono ancora un disastro. Per me è un tale motivo di stress da mandare completamente all’aria la qualità. Meglio puntare su altre cose 😉