Quello che non vi dicono sull’allattamento

Leggendo manuali e siti internet dedicati all’allattamento, o parlando con mamme entusiaste si rischia di avere una visione idilliaca della faccenda, tutta fatta di vicinanza, contatti di pelle, tenerezze, coccole e calore. Se si arriva ai capitoli che trattano di ragadi, ingorghi e mastiti si inizia a sospettare che forse tutto rose e fiori non è, ma si scuotono le spalle e si pensa che quelle cose a noi non accadranno.
Ma non è tutto. Ci sono altre difficoltà, quelle di cui nessuno parla. Evidenziare i lati difficili dell’allattamento al seno è praticamente un tabù. Se una madre si lamenta o se decide di non allattare, viene additata come una cattiva madre. E allora si preferisce tacere.

Quando una donna si trova ad allattare, da sola, nella sua stanza, con un piccolo esserino urlante perchè non trova il capezzolo di cui però sente l’odore, la visione rosea dell’allattamento, quella dei pugnetti chiusi sul seno, del calore umano e del profumo di lavanda può venire meno. Ci sono i dolori ai capezzoli, i dolori post partum, i dolori dentro che ti fanno chiedere se stai facendo la cosa giusta. No, anzi, lo sai che stai facendo la cosa giusta. Ma allora perchè ti senti in gabbia? Perchè odi quella sensazione di latteria ambulante e quei seni dolenti? E perchè speri con tutte le tue forze che non si svegli adesso, perchè se si sveglia poi dovrai allattarlo. Di nuovo.

Io ho allattato il Vikingo per 10 mesi, finchè si è stancato lui e ha deciso di smettere da solo. Ho allattato esclusivamente al seno perchè ha rifiutato il biberon, anche se aveva il mio latte dentro. E’ stata dura. Mi ricordo la sensazione di prigionia, il non potermi allontanare per più di 1 ora all’inizio, e poi al massimo 2 ore. La mia piccola sanguisuga mi teneva al guinzaglio. Tutto ciò l’ho vissuto come spesso fanno le donne, in modo conflittuale. Sentendomi in colpa per un’ora di libertà ritagliata un pomeriggio, e sentendomi una pessima madre per il fatto di volermela ritagliare quell’ora di libertà. E i sensi di colpa non aiutano. Purtroppo quando una madre si trova in questo stato conflittuale, avrebbe bisogno di sentire un pò di empatia da altre mamme. Vorrebbe sapere se lei è veramente l’unica oppure è un sentimento comune.

Purtroppo però tutto ciò non viene detto. Le uniche a parlare sono le entusiaste. Quelle con tanto latte, a cui non fanno male i capezzoli, il cui bambino è cresciuto subito tanto e bene. E magari quelle che ti dicono orgogliose che loro hanno allattato fino ai 10 anni, pronte a giurare che il loro bambino è sano e sicuro di se proprio grazie a questo. Ecco, quando sei in quello stato misto di sensi di colpa, voglia di scappare, in semi depressione post-partum, l’ultima cosa che vorresti sentirti dire è che dovresti allattare tuo figlio fino alla maggiore età.
E allora se per caso il pediatra inizia ad insinuare che il latte ti sta finendo (molto probabilmente falso), o che il bambino non cresce bene (rispetto ai bambini allattati artificialmente) e ha bisogno di un’aggiunta, ecco aumentati i sensi di colpa. Perchè tutto sommato senti il sollievo che qualcuno ti autorizzi a liberarti da quella schiavitù. Salvo poi sentirti in colpa per non essere riuscita ad allattare più a lungo. Insomma è una spirale di piacere, colpe, gioie, tenerezze, dolori, dubbi. Ma perchè una cosa così naturale diventa anche così difficile?

C’è l’indipendenza femminile duramente conquistata (e ancora nemmeno completa) posta sotto scacco dal piccolo tiranno. C’è l’isolamento sociale che non offre quella rete di sostegno spontaneo tra donne e mamme, che affrontano gli stessi problemi. Ci sono i pudori legati all’allattamento in pubblico, per cui le donne se ne stanno chiuse in casa proprio i primi mesi, quelli più delicati dell’isolamento materno, in cui si è più fragili emotivamente, per paura che al neonato venga fame proprio nel bel mezzo della passeggiata.
Poi ci sono le difficoltà personali, il rapporto tra l’individuo mamma e l’individuo bambino. Perchè ciascuno è una persona unica. E mentre allatto il mio secondogenito di poche settimane di vita, e vivo questa seconda esperienza con più serenità, mi rendo conto di quanto questo sia vero. Pollicino è completamente diverso dal Vikingo (e non potrebbe essere altrimenti), e fortunatamente non mi costringe agli stessi impossibili ritmi di vita e di allattamento.

Se la scelta di allattare al seno viene fatta per le ragioni sbagliate, tutte queste difficoltà pesano come macigni. La pressione della società, o di amici e parenti non dovrebbe entrarci nulla.
La scelta di allattare al seno deve essere una scelta consapevole che riguarda unicamente la donna e il suo bambino. Nei modi e nei tempi decisi da loro.

Prima di scegliere se allare al seno, fare un’allattamento misto oppure usare LA, informatevi su tutte le possibilità. Fare un scelta consapevole è una splendida arma da sfoderare in risposta alle pressioni esterne, esplicite o meno. Mica per gli altri. Per voi stesse.

Se avete scelto di allattare al seno, vi prego di non lasciarvi scoraggiare dalla disinformazione degli altri, prima di tutti i pediatri, che sono spesso scandalosamente impreparati sull’argomento, e arrivano a dare consigli dannosissimi. Molto probabilmente non è vero che non avete il latte (e in ogni caso ci sono tecniche per farne aumentare la produzione in fretta). Molto probabilmente non è vero che il bambino non cresce bene (se aumenta di peso, vuol dire che cresce, anche se poco, e va bene così). Non è vero che dovete fare la doppia pesata (contare i pannolini bagnati è un metodo più sicuro). La maggior parte delle medicine, inclusi molti antibiotici sono compatibili con l’allattamento. Se volete veramente allattare al seno, e il vostro pediatra inizia a suggerire l’aggiunta di latte artificiale, cercate aiuto altrove. Rivolgetevi a dei consultori o associazioni per il sostegno all’allattamento, per ottenere l’aiuto di cui avete bisogno.

Alcuni siti utili:
La Leche League
allattare.net
Ministero della Salute
latte di mamma mia

Chiunque voglia segnalare un centro per l’allattamento nella propria città, magari aggiungendo una sintesi del tipo di aiuto ricevuto e perchè è stato positivo, può farlo aggiungendo un commento a questo post o inviando un’email a serena@genitoricrescono.com. Provvederò a raccogliere tutti i dati in una pagina apposita da mettere a disposizione per tutte le donne in difficoltà.
Grazie per l’aiuto a nome di tutte le mamme che vogliono allattare e non ci riescono.

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60 thoughts on “Quello che non vi dicono sull’allattamento”

  1. @Gatta ti invito a moderare i toni perché questo è un sito per confrontarsi e sostenersi a vicenda e non per insultarsi. Per quello ce ne sono già in abbondanza.

    @Chiara capisco il senso dei tuoi commenti ti invito però a non cadere nell’errore di pensare che siccome ha funzionato per te debba funzionare per tutti e che la strada che hai scelto tu sia la migliore necessariamente per tutte. Alcune vivono l’allattamento solo come nutrimento (e per me ad esempio è stato proprio così) per altre è anche un modo di vivere la vicinanza con il proprio piccolo. Non c’è nulla di male in nessuna delle due posizioni, perché non sono posizioni antitetiche, ma semplicemente modi diversi di vivere l’amore per i nostri figli, e aggiungo, per fortuna che ci sono tanti modi di farlo quante sono le coppie madre-figlio su questa terra.

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  2. “Era l’ultima per esattezza. Lei si è abituata quindi subito al biberon e non si è neanche accorta dello svezzamento quando dopo un anno ho visto che per lei bere il mio latte o prendere l’altro era uguale.
    La poppata di latte in polvere faceva riposare entrambe. Il riposo è molto importante dopo il parto”.

    Dopo il terzo mese. Prima del terzo mese il sonno era invertito (dormivamo di giorno e stavamo sveglie di notte) E’ Bene puntualizzare anche questo. quando ci dicono che per il primo mese sono scombussolati e poi si aggiustano. Non è detto!
    Il latte in polvere non fa dormire semplicemente ci vuole più tempo per assimilarlio quindi per almeno quattro ore non hanno fame. però potrebbero comunque avere sete.

    Dopo il terzo mese dormiva da mezzanotte alle sei.

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  3. Gatta dice: “per il bene del bimbo”.Anzi,adesso diamo l’aggiunta ” per il papà”.Non per dormire tutta la notte,vero?Ma per favore.

    vuoi ridere: anche quella che il latte in polvere fa dormire è una stupidaggine perchè la mi figlila i primi tre mesi dormiva di giorno e stava sveglia la notte. Ed io dormivo di giorno e stavo sveglia la notte . andava a letto verso le sette del mattino.
    Mica niente di che stava sveglia … beveva il suo bibero di latte in polvere verso le undici, mezzanotte e dopo stava un pò in braccio a me un pò al papà. poi durante il giorno dormiva beata e serena.
    Mah, sicuramente stava sveglia perchè il latte in polvere ha dei terribili demoniaci ingredienti che fanno crescere le corna e tengono svegli i bambini la notte. Oppure la bambina stava sviluppando un disturbo post traumatico da stress perchè di giorno prendeva la tetta e di notte il latte in polvere. O anche non aveva più un’identità a causa della confusione creata dal capezzolo vs tettarella

    Scusa gatta per le puntualizzazioni. Ti chiedo di abbracciare la mia causa e di portare le mamme a vivere serenamente il post partum nella libertà più assoluta. Anche di espressione.

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  4. Le mie più care amiche allattavano sedici ore al giorno non dico quante me ne hanno detto per la mia scelta e ancora non comprendono come mai io continui a sostenere che l’allattamento è solo nutrizione.

    Sostengo questo perchè mai e poi mai dirò che il seno e “consolatore”. E’ un messaggio sbagliato!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Le mamme che non allattano possono consolare benissimo i loro bambini. E dato che non “hanno il seno” sono forse più brave di noi a riconoscere il bisogni dei loro pupi perchè utilizzano tutte le loro risorse per comprendere le vere necessità del pargolo.
    MAMME CHE NON ALLATTATE NON VI DOVETE PREOCCUPARE IN NESSUN MODO E MAI SENTIRVI IN COLPA. MAI.
    .

    Vi dico anche un altra cosa che mi farà bruciare al rogo: come mia nonna mi ha consigliato le tisanine di finocchio quasi da subito. A si, l’ho fatto! le ho dato le tisane se non nel primo sicuramente nel secondo mese di vita. (Incredibile, è ancora viva!)

    Avevo inoltre un pediatra fantastico vecchia guardia che mi ha fatto dare i primissimi cucchiaini di frutta alla fine del terzo mese. E a quattro e mezzo le pappe. (Fantascenza vero? Sono proprio una mamma snaturata e cattiva).

    Le miei amiche integraliste erano sconvolte dalla cosa ma il pediatra è come un abito da sposa, ti sceglie lui … io taleban ero felice e serena di tanto raziocinio …

    Ognuno faccia come meglio crede avendo il buon gusto di non giudicare l’altro.
    Sopra ogni cosa tutto ciò che implica un’ analisi psicologica dello sviluppo richiede anni di grosso studio (minimo dieci tra università e specializzazione) chi non è del mestiere non affermi cose che non stanno ne in cielo ne in terra.

    L’allattamento non centra nulla con il processo di attaccamento tra madre e bambino.

    Vivete serene e fate quello che volete fregandovene altamente di quello che vi raccontano l’unico vantaggio dell’allattamento è che quando esci non ti devi portare biberon etc.
    Per il resto mamme che non allattate mamme che avete poco latte mamme che non avete mai avuto latte vivete serene e tranquille perchè non c’è proprio nessun problema.

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  5. I pianti che accompagnano la fame e la sete sono particolari e sono diversi dagli altri. Ho parlato di circa tre ore che potevano ridursi a una (se aveva sete) o sei ( se dormiva). Molte persone giudicano ed è questo che mi spaventa molto. Persone che arrivano a dire che l’ipogalattia (ti invito a documentarti su un dizionario medico) non esiste. madri che purtroppo non hanno il latte o per qualsiasi motivo scelgono di allattare vengono etichettate e giudicate. Questo è pericoloso è terribile. Non c’è un libro che ci insegni ad essere madri e credo che sia giusto che ognuno decida di fare quello che crede e che sente dentro.
    vedi, ci hannoprovato a raccontarmi tutte quelle storie che il latte se non attacchi il pupo non viene o diminuisce. Poi ho indagato ascoltando mia nonna e le miei sagge anziane zie che non potevano tenere il bambino attaccato sedici ore al giorno perchè stavano nei campi. Allattavano quando dovevano allattare e latte ne avevano, come me, tantissimo. Ti invito a documemtarti anche su questo. Ti invito a riflettere sulle tue esperienze e a svincolarti da quello che ti raccontano. Osserva quello che accade e ascolta quello che senti anche tutta la rabbia che hai riversato nella tua risposta ascritta a una persona che neanche conosci che hai offeso dandole della bugiarda. Senza motivo.

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  6. Ma il termine ipogalattia non è nemmeno scientifico,fammi un piacere.
    E dimmi,quando la tua bimba piangeva dopo un ora e due minutini,magari per sete e ad un mese di età,cosa facevi?La capivi?Comprendevi la sua esigenza?C’è da crederci.
    Altro che tettalebane,tu sei peggio,fai sentire inadeguate tante mamme che non sono perfette come te e donano il seno ANCHE per consolare.O che non hanno i tuoi ( fantomatici ) LITRI E LITRI DI LATTE.
    Trovo più onesto chi sceglie d non allattare,che non i promotori delle ” tre ore “,metodo deleterio ed egoistico.Naturalmente,come al solito,si dice ” per il bene del bimbo”.Anzi,adesso diamo l’aggiunta ” per il papà”.Non per dormire tutta la notte,vero?Ma per favore.
    Molte donne magari leggono questa fuffa,la trovano una buona idea,la applicano e magicamente il latte inizia a mancare.
    Che zuppa di ipocrisia.E visto che siamo tutti liberi,lo sono anch’io di non credere nemmeno ad un accento del tuo post.

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  7. Aggiunqo un’altra cosa per me importantissima: per quanto in ogni dove ci sia scritto latte di qua latte di la: una persona può decidere serenamente di non allattare perchè, attenzione, non succede proprio niente.
    Altro punto: esiste l’ipogalattia. carenza o assenza di latte materno.
    Mamme state tranquille, i problemi sono altri e sono determinati da altro non certo dalla presenza o assenza di un eventuale allattamento.

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  8. Molto bene, finalmente un territorio nuovo.
    Ho allattato fino a quando la signorina aveva un anno. Avevo moltissimo latte.
    Ma da subito ho scelto il mio allattamento.
    Le davo il latte circa ogni tre ore. Perchè ero dell’idea che ingozzarla di latte ogni volta che diceva beo arrivava ad essere frustrante per lei. Mi sono immedesimata in lei piena come un uovo che piangeva perchè aveva male alla pancia e io trac, tetta in bocca che lei avrebbe preso perchè il riflesso di suzione e più forte di qualunque riflesso ma questo avrebbe aumentato le coliche.
    Inoltre la tetta non è marca chicco.
    Avevo scelto di comprendere i vari tipi di pianto e di non risolverli solo con la tetta. Per me era importante ascoltarla Provare ad usare la voce per calmarla, le canzoni, gli abbracci e non solo la tetta. Questo aveva dato modo anche a mio marito di creare una relazione con lei. Lui non avendo la tetta sarebbe partito con un grosso svantaggio. Dopo un pò le cose erano diventate chiare e il pianto della fame era un pianto preciso. E li arrivava la tetta.
    L’allattamento non centra nulla con il processo di attaccamento.

    Una mamma che allatta venti ore al giorno è inevitabilmente stanca e nervosa. Il nervosismo credo infastidisca i bambini.
    I cani sono molto infastiditi dal nervosismo, i nostri bambini non sono cani ma nel primo perido di vita hanno un apercezione fortissima delle emozioni tipica dell’essere animale. Si allarmano se qualcosa non va … E piangono… e non perchè vogliono la tetta …

    Ho scelto di darle, ANCHE SE AVEVO LITRI E LITRI DI LATTE, una poppata di latte in polvere la sera. Quella poppata glòiela dava il papà. Anche lui poteva quindi darle nutrimento.

    Era l’ultima per esattezza. Lei si è abituata quindi subito al biberon e non si è neanche accorta dello svezzamento quando dopo un anno ho visto che per lei bere il mio latte o prendere l’altro era uguale.
    La poppata di latte in polvere faceva riposare entrambe. Il riposo è molto importante dopo il parto.
    Non parlo proprio da sprovveduta sono comunque una psicoterapeuta e mi sono documentata sulla faccenda. Si deve usare il buon senso in tutte le cose. Gli estremismi non vanno bene. Ascoltate quello che vi dice la vostra “pancia” e decidete per voi e per il vostro bambino, sarà sicuramente la cosa migliore. Non esiste il giusto o lo sbagliato.Non ci sono manuali che tengano. Sentitevi libere di vivere questo periodo come meglio credete. senza ascoltare nessuno e senza dovervi mai sentire in dovere di giustificare una vostra scelta. Io vi ho riportato la mia esperienza. Che è la mia privatissima personale esperienza. ne giusta ne sbagliata semplicemente mia.

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  9. @Virginia mi raccomando mettiti dentro uno scafandro anti-sensi-di-colpa! Prendi la tua decisione con calma, rifletti su cosa sia importante per te e soprattutto ricorda che i bambini crescono benissimo sia con l’allattamento artificiale che con quello al seno che con quello misto. A richiesta o con l’orologio (beh, diciamo che a richiesta con latte artificiale è un pò proibitivo…). La salute psicofisica della mamma è altrettanto importante, quindi le tue esigenze sono importantissime. Non annullare te stessa per sensi di colpa (di che, poi? a mia mamma con me dissero che il latte artificiale era molto meglio e allattandomi al seno mi toglieva nutrimento! Sono mode, anche, come vedi) e una volta intrapresa una strada vai tranquilla. A meno di grossi problemi, guardarsi indietro e tenere tutto costantemente in discussione non risolve nulla e genera solo ansia. Ansia e sensi di colpa sono il tuo peggior nemico, molto peggio delle ragadi e del prezzo del latte artificiale! Ancora un abbraccio e un inboccaallupo…

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  10. @Virginia, e- vero, tante volte basta solo sfogarsi un po- e confidarsi con qualcuno per avere le idee piu- chiare e tirarsi su di morale!

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  11. Ringrazio tanto Fab e Barbara. Avete sicuramente ragione, devo innanzitutto tirarmi via questi sensi di colpa che mi attanagliano e poi ragionare su quello che voglio veramente fare. Perché qualunque strada si scelga ci vuole determinazione! Ma vi dirò che già dopo aver scritto mi sentivo un po’ meglio! 🙂
    Grazie mille ancora!

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  12. @Virginia sottoscrivo Fab al 100%. Mi sono trovata in una situazione simile alla tua, ma con la piccola di 10 giorni che non cresceva. E’ difficilissimo trovare un buon consulente dell’allattamento, qualcuno che ti consigli disinteressatamente su cosa sia meglio per te e per il tuo bambino. La lega del latte è sicuramente un punto di riferimento importante, non medico e forse per questo più accogliente. A me hanno dato veramente una mano senza farmi sentire in colpa. Non avevo la sensazione di essere ad una lezione, ma che qualcuno si stesse davvero preoccupando per me e mia figlia.
    Io ho finito a fare un allattamento misto per quasi tutto l’allattamento, e ti assicuro che dopo gli assestamenti di orario (che in genere sono intorno ai 3-4 mesi, ma tu probabilmente dovrai fare un nuovo aggiustamento appena decidi come procedere) si è davvero molto più liberi di muoversi allattando al seno. Non hai l’angoscia dell’orario, di far tardi, non ti devi portare in giro l’acqua, il latte col suo maledetto misurino e i biberon, non devi stare a controllare quanto latte c’è ancora in casa eccetera. Io davo il latte artificiale la sera e quindi vedevo proprio all’interno della stessa giornata le differenze. Non voglio convincerti a continuare ad allattare, per carità è una scelta tua e sarà comunque quella giusta, sto solo cercando di vedere le cose dal tuo punto di vista e immedesimarmi nelle tue necessità principali. In bocca al lupo e facci sapere come va!

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  13. @Virginia. Ciao! prima di tutto VIA i sensi di colpa.

    Ora, detto cio-, secondo me devi fare chiarezza prima in te stessa: vuoi allattare al seno esclusivamente oppure no? ecco, secondo me devi rispondere sinceramente a questa domanda e poi tutto andra- da solo per il verso giusto.
    Qualsiasi scelta tu faccia sara- quella giusta, giusta per te e per il tuo bambino, quella che vi fara- stare meglio insieme.

    Se vuoi tornare all-allattamento al seno esclusivo io ti consiglio di chiamare una consulente della LLL che ti aiuti passo passo nella tua scelta.
    Per esperienza ti posso dire che l-allattamento esclusivo al seno non significa avere un bombo attaccato 24 ore su 24. Crescendo i tempi tra le poppate si allungano, e per quanto tale allattamento sia a richiesta non vuol dire che il bimbo stia continuamente attaccato.

    Ti diro- anche… attenta ai miraggi di indipendenza, perche- non sempre sono quello che sembrano. Per esempio prova a cercare i lati positivi dal punto di visto pratico dell-allatamento al seno, per esempio: niente biberon da lavare, sterilizzare, portare in giro, niente latte da portarsi o da mescolare all-occorrenza, ma tutto gia- pronto alla temperatura giusta, sterile, con i giusti nutrienti. Molto meno lavoro in cucina, niente corse a comprare il latte, molti meno soldi spesi. Sembrano stupidaggini ma alla lunga forse non lo sono…

    In bocca al lupo e non ti scoraggiare!

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  14. Ciao a tutte voi,
    Ho letto il post ed alcuni commenti e mi sono commossa. Ho dormito poco stanotte, e questo non aiuta. Non perché la mia piccolina di 3 mesi e mezzo non abbia dormito.. Anzi, lei è bravissima: da 2 mesi circa dorme già tutta la notte.
    Sono io che continuo a pensare , a valutare, a sentirmi in colpa. Ovvio! Ho iniziato un allattamento misto da circa un mese. È difficilissimo!
    Il nostro allattamento è iniziato senza alcuna difficoltà: attacco ottimo, appetito buono, niente ragadi. Soliti dubbi, ma niente di grave. Dopo qualche gg le vaccinazioni la pulce ciuccia nervosamente : si attacca e si stacca, urla, si dimena, piange ed è giorno dopo giorno sempre piu nervosa. Attendo 10 gg prima di consultare la pediatra (sarà uno scatto di crescita?) . Ma poi , dopo un pomeriggio disarmante, mi decido. La pediatra mi dice che sono le gengive, tachipirina. Poi per caso allatto nel suo studio e facciamo una doppia pesata… Cresce poco! Mangia poco! È calato il latte! Via di aggiunta! Solo x 2/3 gg al massimo…. Ormai andiamo avanti così da tre settimane.ho provato a chiamare un ostetrica, che senza vedermi, senza farmi domande, mi ha rifilato 15 min di lezioncina su come vanno trattati i neonati e l’unico consiglio pratico è stato “signora, non le dia piu l’aggiunta”, al che , ho capito, ringrazio e riaggancio. Provo con un miracoloso pediatra che dice “potrebbe essere un po’ di reflusso, cambiamo latte artificiale e aggiungiamo un addensante”. Ok. Così ogni volta e piu complicato! Niente di grave in tutto questo, la pulce sta bene, ma come mi sento io non lo so: da una parte vorrei tornare all’allattamento al seno esclusivo, dall’altra parte l’artificiale mi ha fatto vedere un miraggio di indipendenza e mi tenta e io resisto in questo limbo. Sentendomi sempre piu in colpa! Se volessi fare un allattamento al seno esclusivo mi sentirei dire: dormici insieme, pelle a pelle, allattala sempre etc etc, e io non sono così. Dovrei sposare tutta una filosofia che non condivido pienamente…. Sono un po’ in crisi. Il mio è un problema di troppa informazione!!!!

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