Allattamento. Come attaccare il bambino al seno

Questo post è stato scritto per noi da mammamila, una nostra affezionata lettrice, che è anche un’esperta dell’allattamento materno, non solo perché mamma di 4 bambini allattati al seno, ma anche perché collabora con il progetto latte di mamma mia un’iniziava di sostegno dell’allattamento materno sul territorio di Roma, promossa dal Comune di Roma nel 2009, in collaborazione con varie associazioni. I servizi di sostegno da mamma a mamma sono completamente gratuiti e si basano sul volontariato. L’idea è quella di creare una rete di sostegno tra mamme per permettere un passaggio di conoscenze tra pari. Infatti le mamme volontarie, oltre ad aver avuto esperienza diretta di allattamento al seno, hanno frequentato un corso di formazione per essere in grado di sostenere la mamma nella sua scelta di allattare. E sottolineo SOSTENERE, e non forzare. Insomma mamme, se avete dubbi o domande, e siete nel comune di Roma non esitate a prendere contatto con questa realtà, consultando la pagina dei contatti e degli appuntamenti nel sito di latte di mamma mia, o scrivendo una email a lattedimammamiaXII at gmail.com

Molte mamme pensano che ci sia sempre tempo per pensare all’allattamento e rimandano di informarsi sull’argomento finché il bimbo non è nato. Niente di più sbagliato!
E’ vero infatti che allattare è un gesto naturale e per molti versi istintivo, ma è anche vero che noi non siamo più abituate a vedere allattare e spesso capita che il nostro bimbo sia il primo con cui entriamo in contatto! Inoltre se siamo alla nostra prima esperienza dobbiamo ricordare che se noi non abbiamo mai allattato al seno, anche il nostro bimbo per quanto istintivo non ha mai visto un capezzolo in vita sua e non ha la più pallida idea di come fare!

QUELLO CHE ACCADE FIN DALLE PRIME ORE DOPO IL PARTO E NEI PRIMI GIORNI E’ INVECE FONDAMENTALE PER UN BUON AVVIO DELL’ALLATTAMENTO e per evitare alcuni fra i problemi più comuni e che sono spesso la causa di un’esperienza che da meravigliosa che potrebbe essere, diventa invece faticosa e, a volte, dolorosa sia per la neo mamma che per il bambino.

La prima cosa da sapere è che è di fondamentale importanza riuscire a far attaccare bene il bambino al seno per evitare le tanto temute ragadi e per far sì che il bambino assuma abbastanza latte, avviando nel contempo una produzione sufficiente da parte della mamma.

Infatti se il bambino non apre bene la bocca e non succhia correttamente provocherà delle ferite al capezzolo (le RAGADI piccoli tagli molto dolorosi, a volte sanguinanti e soggetti a infezione) e non riuscirà ad ESTRARRE sufficientemente il latte che si produce nel seno. Succederà così che la mamma stanca e sofferente cederà alla tentazione di credere (come tutti sbagliando le diranno) che NON HA ABBASTANZA LATTE e che sia meglio optare per l’aggiunta di latte artificiale.

Invece i problemi di un non corretto attacco al seno sono facilmente risolvibili soprattutto se affrontati in tempi brevi e con le giuste informazioni!

Possono essere necessari diversi tentativi, ma non scoraggiatevi: il bambino impara in fretta!!

COME ATTACCARE BENE IL BAMBINO AL SENO

  • 1.Trova una posizione comoda per te, che assicuri un solido sostegno alla schiena, quindi appoggia in grembo dei cuscini per sostenere le braccia e posa i piedi su un poggiapiedi o su un grosso libro. Stare rilassate con la schiena favorisce l’afflusso di ossitocina e quindi la “calata” del latte tramite il riflesso di emissione, qualsiasi tensione muscolare invece ostacola il processo!
  • 2. Accosta il bambino a te, in modo tale che non debba girare la testa per arrivare al seno e abbia le anche flesse. La bocca e il naso devono essere rivolti verso il capezzolo. Se è possibile, chiedi a qualcuno che ti passi il bambino dopo aver trovato una posizione comoda.
  • 3. Sostieni il seno per evitare che prema sul mento del bambino, che deve essere ben appoggiato al seno.
  • 4. Attacca il bambino al seno. Stimolalo ad aprire bene la bocca e avvicinalo a te sostenendogli la schiena (non la testa) e facendo in modo che il mento si appoggi bene al seno.
    Anche il suo nasino riuscirà a toccare il seno.

E ora goditi questo momento! Se avverti dolore, stacca delicatamente il bambino e riprova.
Nelle prime settimane, può essere necessario ripetere più volte questa sequenza.
Con un po’ di esercizio e in sintonia con il tuo bambino, troverai la tecnica più adatta a voi.

Man mano che acquisisci esperienza nell’allattamento, scoprirai molte posizioni alternative, che potrai utilizzare nelle diverse poppate.
Purché tu sia comoda e il bambino riesca a succhiare bene, puoi scegliere la posizione che ti è più congeniale.
(Prova le quattro posizioni illustrate sul sito lattedimammamia, o guarda questi video )

Ricorda: indipendentemente dalla posizione, è molto importante:

1. portare il bambino alla stessa altezza del capezzolo. Se la posizione ti costringe a chinarti verso il bambino, rischi di provocare dolore alla schiena, stiramenti al collo o alle spalle o irritazioni ai capezzoli;
2. verificare che il bambino sia “di fronte” rispetto al capezzolo quindi in posizione “pancia a pancia” con il collo dritto e non piegato su un lato per evitare che “tiri” il seno verso di sè provocandoti fastidio
3. verificare che il bambino abbia la bocca ben aperta a “O” in modo da prendere non solo la punta del capezzolo ma anche parte dell’areola

Al momento di attaccare il bambino può essere utile usare il capezzolo per solleticargli il labbro: questo lo stimolerà ad aprire bene la bocca (come quando sbadiglia).
Direziona il capezzolo verso il palato del bambino e avvicina il bambino a te (non il contrario incurvando la schiena!) e facendo in modo che il suo mento si appoggi al seno (guarda questo video )

COME FARE A CAPIRE SE IL BAMBINO E’ ATTACCATO BENE?

La cosa fondamentale è che NON SI DEVE AVVERTIRE DOLORE quando lui succhia (a parte un leggero fastidio al momento dell’attacco che poi però deve sparire quasi subito non appena il bambino inizia a succhiare lasciando il posto ad una sensazione piacevole sia per la mamma che per il bambino).

Se infatti il seno o il capezzolo fanno male vuol dire che il bambino non apre bene la bocca e sono sufficienti poche poppate in questo modo per far comparire le ragadi, che poi è molto faticoso far rimarginare.

Non si tratta perciò di fare le eroine e sopportare stoicamente “un pò di fastidio” perché così facendo oltre a soffrire per il dolore si mette a rischio l’allattamento e la possibilità per il bambino di assumere latte a sufficienza (che è la cosa più importante nei primi giorni sia per l’accrescimento del neonato che per il corretto avviamento di una buona produzione di latte da parte della mamma).

Perciò se si sente dolore bisogna IMMEDIATAMENTE staccare il bambino dal seno (inserendo delicatamente il dito nell’angolo della bocca del bambino) e riprovare ad attaccarlo facendo in modo che apra bene la bocca e sia in posizione corretta seguendo le istruzioni indicate, inoltre:

– il naso del bimbo sfiora il seno
– le sue labbra sono ripiegate verso l’esterno (e non arrotolate all’interno)
– la sua bocca copre almeno un centimetro della zona attorno alla base del capezzolo

Quando si offre il seno al bambino e lui si attacca correttamente, inizialmente succhierà senza deglutire, mentre “sistema” il capezzolo in bocca e “segnala” al seno di essere pronto per l’emissione del latte.
Non appena il latte comincerà a defluire (nell’arco di pochi secondi) vedrai mandibola e mascella in movimento, fino all’orecchio e gli vedrai fremere le tempie. Inoltre lo sentirai deglutire prima rapidamente, poi più lentamente, man mano che il suo appetito viene soddisfatto.

PS. Mammamila questo venerdì riceverà il premio che l’amministrazione capitolina, nella persona del Consigliere di Roma Capitale Delegata per la Pari Opportunità e per i Rapporti con il Mondo Cattolico, On. Lavinia Mennuni, le consegnerà in Campidoglio per il lavoro svolto dall’associazione latte di mamma mia in sostegno delle donne. Congratulazioni!

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9 thoughts on “Allattamento. Come attaccare il bambino al seno”

  1. Riporto qui una cosa in più che avevo inserito forse sbagliando, al post su ragadi &c.:

    mia figlia i primi due giorni non si attaccava bene, non ho avuto ragadi ma come delle vescichette doloranti dovute al fatto che aveva preso in bocca solo il capezzolo.

    Mi hanno quindi spiegato che era importante ***prendere l’areola del seno con la punta delle dita e fare in modo che la bambina la prendesse in bocca insieme al capezzolo***. Una puericultrice lo ha fatto per me un paio di volte, poi ho provato da sola.

    Ci sono effettivamente bambini che hanno la boccuccia molto piccola e non ce la fanno. Su questo ho l’esperienza di un’amica compagna di corsia che ha tenuto duro un mese: ad ogni poppata prima offriva il seno, poi il biberon di latte tirato, finché la sua bimba è cresciuta quel tanto che bastava a prendere in bocca capezzolo + areola e saziarsi. E’ stata bravissima!

    Altre due cose al volo, per la mia esperienza:

    a) bere TANTA acqua!!! io mi sarò fatta fuori almeno 2 litri di acqua minerale al giorno;

    b) a partire dalle dimissioni, sia il primario del nido che una puericultrice di fiducia al telefono mi hanno spiegato che era importante distanziare le poppate di almeno 1h 30; questo dà al seno il tempo di “ricaricarsi” e di riempire lo stomachino del bambino, e di calibrare la produzione di latte; se non si fa così il rischio è che il bimbo abbia sempre fame e domandi il seno ogni mezz’ora, col risultato che il seno produce sempre meno. all’inizio è stato penoso, perché mia figlia chiedeva ogni ora, ma già dopo un paio di settimane è andata meglio e dopo un mese poppava da sola ogni due ore circa

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  2. a proposito di tiralatte, io quello elettrico l’ho noleggiato, convenientissimo e molto meglio di quello manuale che per me era una tortura

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  3. Scusate se replico di nuovo ma vorrei aggiungere un consiglio provato personalmente: a chi sceglie di fare uso del tiralatte, consiglio vivamente quello elettrico, a mio parere è molto meglio del manuale.
    Purtroppo costa di più di quello manuale ma è veloce, pratico, si può regolare l’intensità in modo da avere un flusso costante ed evitare “strappi”.
    A me ha aiutato molto soprattutto quando sono rientrata al lavoro per evitare gli ingorghi.
    Ciao!

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  4. magari aver saputo prima di queste associazioni (anche se non abito a roma) e magari si diffondessero un pò avunque!
    cmq grazie per i bei ricordi (non troppo lontani) che mi hai fatto tornare in mente…quella bella sensazione di calore e quel formicolio al seno che precede l’allattamento…
    cmq io mi sono trovata benissimo con quei cuscinoni a U che si vendono nei negozi per l’infanzia, era il nostro amico inseparabile, mi ha evitato un sacco di mal di schiena 🙂

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  5. Complimenti a Mammamila per la sua attività, credo sia importantissima perché spesso le neomamme sono spaesate e non sanno che fare…
    Ricordo che le prime settimane per me sono state un po’ difficili: comunque la mettessi, la mia Piccola succhiava a più non posso e avevo le ragadi.
    Per fortuna l’ostetrica mi ha aiutato molto, come pure i paracapezzoli d’argento (assolutamente raccomandati!!) e la crema a base di lanolina.
    Per chi è di Roma e abita nella IV circoscrizione segnalo che il consultorio lavora molto bene e le ostetriche sono disponibilissime ad aiutare le mamme in difficoltà.
    @Deborah, credo che quello che ti hanno detto sia abbastanza vero, soprattutto all’inizio. A volte ci si fa prendere dall’ansia e, se il latte non compare entro 2/3 giorni, si è portati a dare subito l’aggiunta, ma così facendo si innesca un circolo vizioso e il latte può scomparire. Poi, molto banalmente, se il peso aumenta regolarmente vuol dire che va tutto bene, sarà il pediatra a consigliare nel caso l’integrazione.
    In ogni modo, credo sia importante cercare di essere sereni e non farsi venire sensi di colpa in nessun caso, si è mamme sia che si allatti sia che non si allatti.

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  6. Con questo bel post, cara mammamila, hai sollecitato un sacco di bei ricordi.
    Aggiungo, se può servire, che la mamma impara ad allattare, ma anche il bambino impara ad attaccarsi al seno.
    Da neonata la mia sembrava una ventosetta, tanta era la sua voracità: Dopo un po’ di tempo è come se avesse imparato a gestire la suzione . Incredibile!
    Mi fu molto utile, comunque, il corso preparto, in cui mi venne suggerito di :

    1) Non staccare il bambino dal seno per farlo attaccare all’altro. Più semplicemente usare alternativamente i seni una poppata dopo l’altra. Quando è sazio il bambino si stacca da solo.

    2)Passare sul capezzolo, subito dopo aver allattato, un po’ del proprio latte. Il latte materno disinfetta e idrata.Basta quello senza aggiungere prodotti alternativi

    Io, che ho dei capezzoli particolarmente delicati, (al mare devo sciacquarmi subito dalla salsedine per evitare problemi) non ho mai avuto ragadi. Fortuna? Forse. Ma provare non costa nulla.

    Al corso mi dissero anche che tutte le mamme hanno latte sufficiente per il prprio bambino. Ma sento molte mamme dire che non hanno avuto latte, oppure che non ne hanno abbastanza.Qualcuno può darmi delucidazioni in merito?

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