Ora di futuro: a scuola si impara a essere responsabili

Una nuova materia scolastica, per imparare responsabilità, impegno e ottimismo. Un progetto lungo un anno che ha portato i bambini in Senato.

E’ un momento storico di fermento per le giovani generazioni, forse un momento di risveglio e presa di coscienza che gli adulti non sono più così tanto responsabili da prendersi cura nel migliore dei modi di loro. I ragazzi credono nella scienza e nella tecnologia, ma si sono accorti di quanto le generazioni precedenti abbiano ignorato la prima e strumentalizzato la seconda. E ora ci chiedono conto di cosa abbiamo combinato e pretendono che gli adulti si obblighino a un rapido cambiamento per salvare il futuro dei ragazzi. Chi meglio dei bambini può indicarci la via?

diritti riservati Ora di Futuro

Più di 30.000 bambini della scuola primaria, di questa generazione così determinata ed energica, hanno incontrato nel loro percorso scolastico il progetto ORA DI FUTURO, che è stato ideato e sostenuto da Generali Italia, nell’ambito del più ampio progetto The Human Safety Net, insieme a tre onlus, L’Albero della vita, Mission Bambini e Centro per la Salute del Bambino, che si occupano di famiglie in situazioni di fragilità e di tutela dell’infanzia. Un progetto complesso, articolato, ma per questo denso di significati: i suoi ideatori, infatti, non hanno temuto che la complessità fosse poco comprensibile ai bambini, perché hanno saputo aver fiducia in loro.

E proprio la fiducia e la responsabilità sono due parole chiave di questo progetto.
Nel corso di un anno scolastico gli alunni di 2.500 classi terze, quarte e quinte hanno introdotto nel loro programma scolastico un’ora di futuro, ovvero un’ora di riflessione e progettazione concreta su un tema a loro caro per la vita futura, immaginando soluzioni pratiche e concrete a problemi che loro sentono urgenti ed attuali.
Attraverso il gioco, su una apposita piattaforma di gioco esplorativo, immaginando le città che dovremmo costruire o cambiare, hanno individuato la loro istanza per un futuro migliore, l’hanno discussa tra loro, imparando a ragionare in gruppo, l’hanno sviluppata in progetti concreti e le hanno dato una forma attuabile. Una selezione di questi numerosissimi progetti, confluiti in più di 800 elaborati, il 30 settembre è stata portata dagli stessi bambini in Senato, davanti alla Presidente Casellati e alla Ministra della Famiglia Bonetti, per essere esposta (con una competenza e precisione di linguaggio che mi hanno davvero stupita!) sotto forma di mozioni di fiducia.

Tutti questi progetti avevano delle caratteristiche comuni, pur nella loro vivace e complessa diversità: i bambini volevano impegnarsi in prima persona e chiedevano al contempo un impegno dalle istituzioni, soprattutto quelle locali più vicine a loro; erano tutti progetti concreti, pratici, attuabili con risorse ragionevoli; erano densi di ottimismo senza astrazione; mettevano al centro ambiente, salute e benessere psicofisico. Insomma, l’espressione di una gioventù che vuole vivere meglio, essere libera di pensare e sana nel corpo e nella mente.

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Qualche esempio delle mozioni di fiducia che mi hanno colpito di più: allestire degli orti scolastici per imparare a coltivare e a mangiare ortaggi, ma con l’aiuto dei nonni o di contadini in pensione, che cooperino con i bambini nella cura dell’orto; organizzazione più capillare della raccolta differenziata, con previsione di contenitori pubblici più diffusi per ogni tipo di materiale, compresi gli oli e le batterie; creazione di assemblee pubbliche di bambini, previamente educati alla discussione in forma di dibattito, per portare le istanze discusse alle amministrazioni locali; apertura di canali per consentire ai bambini anche in età di scuola primaria di svolgere attività di volontariato; creazione di più occasioni in ambito scolastico per lavorare in gruppi o coppie e imparare le dinamiche del lavoro così organizzato; creazione di punti di incontro nei quartieri, dotati di strutture di gioco e incontro per le famiglie, con spazi sia all’aperto che al coperto, con cucine comuni che permettano l’organizzazione spontanea di attività conviviali.
Come vedete, sono idee che di astratto hanno ben poco e puntano tutte alla valorizzazione della comunità e dei gruppi familiari e all’inclusione.

Fin qui l’osservatorio scolastico, ma il progetto “Ora di Futuro” ha un respiro più ampio, che valorizza ancor di più l’impegno diretto degli individui e delle formazioni sociali, tra cui anche le aziende responsabili. “Ora di Futuro”, infatti, sostiene iniziative per le famiglie in difficoltà con bambini da 0 a 6 anni incentrate sull’educazione alla genitorialità, grazie alla collaborazione con reti non profit scelte dai dipendenti
di Generali Country Italia: L’Albero della Vita, Mission Bambini e Centro per la Salute del Bambino sono le tre Onlus coinvolte per aiutare i genitori a rafforzare le proprie competenze e per offrire ai bambini basi più solide per la loro crescita.

Nel primo anno sono stati aperti 11 centri “Ora di Futuro” in tutta Italia, sono stati coinvolti 10.000 agenti Generali in attività di volontariato d’impresa e sono stati destinati fondi reperiti anche in modo creativo: i dirigenti Generali che hanno diritto ai viaggi in prima classe in aerei e treni, potevano decidere di rinunciare e destinare al progetto la differenza con il biglietto di seconda classe.
Mi ha colpito molto uno degli agenti che hanno svolto attività di volontariato d’impresa presso le Onlus, a diretto contatto con i bambini, il quale ha raccontato quanto questa esperienza l’abbia vissuta come un privilegio.

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Ora di Futuro è pronta a ripartire per un secondo anno, per aprire altri centri di educazione e sostegno e per continuare a portare avanti questo connubio vincente di educazione alla consapevolezza, all’impegno, alla responsabilità e alla fiducia in un domani, che è nelle mani dei cittadini di tutte le età, anche e soprattutto dei bambini.

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