Lavorare nel Paese dei Bambini

paese-bambiniLa Staccata: “Lavorare nel Paese dei Bambini” è una storia che parla di sicurezza sul lavoro e che si rivolge ai bambini per arrivare ai grandi. E’ una fiaba sicuramente originale che, come spiega l’autrice, nasce dalla partecipazione a un concorso indetto da Donne e lavoro: “Si trattava di una sfida importante, ovvero scrivere una storia per bambini che avesse come tema la sicurezza sul lavoro. Arduo  pensare  di  poter  comunicare  su  un  tema  così  importante  con gli adulti, figurarsi con i più piccoli! Cercando  un  pretesto  per  fare  nascere  la  storia  mi  sono  ricordata quando mio fratello, da bambino, diceva che lui da grande avrebbe fatto il guardiano della  Torre  Eiffel  o  quando  mia  figlia  mi  spiega  che  lei  invece  guiderà  un razzo e intanto farà anche la veterinaria e – perché no – la cantante. Ho pensato che per i bambini fantasticare sul proprio lavoro è un modo per sentirsi  autonomi,  ma  anche  per  esplorare  possibilità  sconosciute  e  che  di solito da un “Da grande farò” possono nascere avventure incredibili. Così ho mescolato le carte in tavola e mi sono immaginata un mondo dove sono  i  bambini  a  lavorare  e  noi –  finalmente  –  torniamo  all’asilo  (a  quale genitore,  quando  accompagna  i  suoi  figli  a  scuola,  non  è  mai  passato  per  la testa un pensiero del tipo “Come mi piacerebbe togliermi la giacca e rimanere con loro a giocare?”).

Lo scambio dei ruoli è uno strumento empatico molto efficace, viene spesso utilizzato dagli psicologi per far entrare qualcuno nei panni di un altro in modo da respirare le sue emozioni. Superboy ha trovato molto divertente l’immagine del bambino che sfinisce di fiabe i propri genitori fino a farli addormentare. Anch’io non ho potuto fare a meno di sorridere, non prima di aver considerato che l’operazione riusciva egregiamente a mio figlio fin quando non ha deciso che filare a nanna entro le 9 di sera fosse cosa buona e giusta.

Questo breve e-book mi ha offerto la possibilità di spiegare a un ragazzino di nemmeno nove anni che la sicurezza sul lavoro è un concetto estremamente importante e lui, come leggerete di seguito, a modo suo ha applicato il principio al suo attuale lavoro, quello di studente. Mi ha finalmente raccontato di una procedura che attuano da sempre nella sua scuola di cui io non sapevo nulla. Superboy appartiene alla specie che alla domanda: “Cosa hai fatto oggi?” non concede mai risposte più esaustive di un laconico: “ Tutto bene in classe, mammì, le solite cose” o dell’ancora più criptico: “Niente.”

Come contenuto aggiuntivo l’ebook contiene anche un secondo racconto “Il Paradiso delle Crocchette: storie di gatti che non ci sono più”, una storia tenera e profonda che aiuta a superare il dolore per la perdita di un cucciolo, un amico capace di “lasciare pezzettini di cielo nelle nostre vite umane”. Francesca l’ha scritta assieme alla sua figlioletta di 6 anni, una gioia che sicuramente non potrò mai provare. Perché al limite posso fare la dattilografa di Superboy, io 🙂

Lo consiglio a partire dai 6 anni di età        

L’autrice: Francesca Sanzo è blogger dal 2005 con un progetto di personal storytelling in progress http://www.panzallaria.com/ da cui ha tratto anche uno spettacolo teatrale: La rivincita del calzino spaiato: pensieri di una mamma postmoderna. Si occupa di web dal 2001, è professional blogger e digital p.r. Alcune delle storie scritte da Francesca Sanzo sono disponibili su fabularia.com

paese-dei-bambiniSuperboy: questo libro a differenza degli altri è stato cortissimo. Ma una storia corta può essere comunque interessante. La sua particolarità è che i ruoli erano inversi: i genitori facevano cose da bambini e i bambini facevano cose da adulti (esempio: i genitori andavano a scuola mentre i bambini andavano a lavoro, lo dice anche il titolo del libro!). A me ha fatto particolarmente ridere la situazione in cui i bambini dovevano mettere a letto i genitori e gli raccontavano le fiabe di un bambino scrittore.

Questi bambini non fanno lavori tanto normali. Sofia faceva l’astronauta, Giovanna faceva la guardiana della Tour Eiffel che non è un lavoro proprio comune e Francesco scrive libri di favole per i genitori. Questo libro mi ha insegnato che bisogna essere sempre sicuri sul lavoro anche se lo sai fare bene. C’è un’immagine molto bella: il vento avverte il sole che avverte la nuvola quando vede Giovanna precipitare nel vuoto perché si è dimenticata a casa il paracadute (perché andava di fretta), insegna perciò che è importante avere tanti amici perché questo può anche salvarti la vita. A me non piacerebbe fare a scambio con mia madre perché il lavoro di scrittrice è molto complicato, figuriamoci revisionare gli aerei e comandare una squadra di tecnici specializzati come fa mio padre. Non vorrei farlo perché è più facile andare a scuola: se ti ci metti un pochino su, devi solo scrivere e capire le cose. Non è difficile.

I bambini sono fatti per essere bambini, gli adulti per essere adulti. Però tutti devono fare il loro lavoro sicuri, anche nelle scuole. Se c’è un terremoto se ti dimentichi un astuccio, le penne o il quaderno non è importante, se dimentichi un amico sì. Quindi se puoi gli devi sempre dare una mano (chi se ne frega di un astuccio o di una penna è più importante la vita!) e sapere il piano di evacuazione, te lo insegnano a scuola le maestre e anche altre persone come la preside, la dirigente, la persona addetta alla sicurezza che ci ha cambiato la disposizione dei banchi a scuola ed è più sicuro: ora ognuno ha la sua via di fuga.

Poi c’è un’altra piccola storia, deliziosa, un pezzo che dice proprio una verità estrema: che per i gatti le crocchette sono profumatissime, ma per noi fanno proprio schifo. La storia è commovente e ti insegna che cos’è il ricordo. L’ha scritta una bambina di 6 anni che è anche la figlia di Francesca, quella che ha scritto il libro. A me piacerebbe scrivere qualcosa assieme alla mia mamma, basta che mi fa scegliere l’argomento e che lo scriva lei sotto mia dettatura. Ma non un libro intero, eh! Perché a me piace tanto leggere però non mi piace scrivere. (Nota de La Staccata: ma scusa, coredemamma, con una dattilografa alle tue dipendenze se ti viene in mente qualcosa di buono approfittane, no? Trascrivere al volo i tuoi pensieri non è già quello che faccio per questa rubrica? )

Per me va bene per i bambini dalla prima elementare in poi

– de La Staccata

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6 thoughts on “Lavorare nel Paese dei Bambini”

  1. @Francesca:felice che mio figlio ti abbia emozionata e commossa (non vorrai mica farmi credere che hai letto anche la mia, di recensione? 😉 )A me ha emozionato parecchio “Il Paradiso delle Crocchette: storie di gatti che non ci sono più”. E’ di una profondità notevole, considerando soprattutto l’età della coautrice.

    @Lorenzo: lo so che è un complimento. Grazie

    @Silvia: eeeeeeeeh già!

    @Chiara: bien, stimoliamo il cinquenne. Sono sicura che questa breve storia gli piacerà tanto.

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  2. Grazie per questa segnalazione, il libro di Francesca è da un bel po’ nella mia wishlist e ora capita a fagiolo perché sono un po’ in crisi per l’offerta di letture al mio cinquenne (che continua ad amare Pimpa e affini, ma vorrei stimolarlo un pochino…).
    Sempre più figo Superboy

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  3. Ma grazie!!!!! sono commossa e emozionata. In effetti questa storia è stata pensata per bambini dai 5 anni in poi, credo che prima sia proprio difficile parlare di questo tema. Però ci ho messo dentro i lavori che avrei voluto fare da piccola, anche per ribadire l’importanza della fantasia, anche nella formazione di una consapevolezza del proprio ruolo sociale.

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