Un documentario sulla scuola che cresce e funziona

Un crowdfunding per terminare un documentario importante, che racconta esempi concreti e reali di scuola innovativa pubblica in Italia.

fotogramma dal documentario "Tre stagioni e una vacanza" di Claudia Cipriani
fotogramma dal documentario “Tre stagioni e una vacanza” di Claudia Cipriani
Claudia Cipriani, autrice, regista, montatrice e giornalista professionista, ha realizzato un progetto per un documentario che parli della scuola “buona”, ricca di idee e vitalità che è davvero possibile e reale in Italia. I suoi documentari, tra cui La guerra delle onde e Lasciando la Baia del Re, trasmessi da diverse reti televisive, hanno ricevuto riconoscimenti importanti (tra cui la nomination a miglior documentario ai David di Donatello 2012) e sono stati selezionati da importanti festival nazionali ed europei. Ora vuole parlare di scuola e noi ci siamo fatti raccontare come e perché.

E’ da due anni che mi sto dedicando al progetto “Tre stagioni e una vacanza – Storie di un’altra scuola possibile” e ho da poco lanciato una campagna di crowdfunding per raccogliere fondi per poter portare a termine l’intero lavoro.

L’idea è nata perché della scuola pubblica italiana si sente sempre parlare in senso negativo e si ignora invece che ci sono molte situazioni in cui, pur tra molte difficoltà, vengono portati avanti progetti nuovi, alimentati dalla passione e dai sogni di insegnanti, alunni e famiglie. Il mio progetto si propone di raccontare questa piccola grande rivoluzione, realizzando un film composto da tre episodi relativi ai tre gradi dell’istruzione (scuola elementare, media e superiore) e creando un sito che possa contenere una mappatura di tutte le esperienze più interessanti nell’ambito della scuola pubblica italiana.

Questo documentario non è solo un viaggio nella scuola che cambia e lungo l’Italia, ma anche un viaggio attraverso le stagioni dell’anno, che scorrono parallele allo scorrere dei tre gradi di istruzione: inizia nella scuola elementare in autunno, prosegue in inverno in una scuola media e termina alle superiori in primavera.

Le scuole scelte portano avanti progetti all’avanguardia rispetto alle metodologie più tradizionali e prediligono valori pedagogici e pratiche didattiche che puntano l’obiettivo sulle trasformazioni che stanno avvenendo a livello di apprendimento e di relazioni sociali. Da qui ad esempio l’abbandono di un insegnamento meramente nozionistico, il riconoscimento dell’autonomia di apprendimento degli studenti che evolve parallelamente alla capacità di lavorare in gruppo, il ruolo crescente delle nuove tecnologie ma anche la riscoperta dell’ambiente naturale e urbano che circonda ogni scuola.

La scuola è strettamente connessa con la società che la genera e se si vogliono ottenere dei cambiamenti a livello sociale è proprio dalla scuola che si deve partire. Essa infatti può e deve diventare il propulsore di un grande cambiamento e non può rimanere relegata a spazio disciplinare che ricalca vecchi modelli di apprendimento passivo.
Come scriveva Mario Lodi bisogna scardinare le vecchie concezioni dell’alunno come soggetto da “addomesticare” e contenitore da riempire e invece “dare motivazione e felicità al suo lavoro, creare intorno a lui una comunità di compagni che non gli siano antagonisti, dare importanza ai valori più alti che dentro gli si svilupperanno, questo è il dovere della scuola, di una buona società”.

Se ritenete interessante l’idea e volete contribuire al sostegno, comprando in anticipo una copia dvd o altre cose offerte dalla campagna crowdfunding, potete trovare tutte le informazioni sulla pagina del progetto “Tre stagioni e una vacanza – Storie di un’altra scuola possibile”.

Noi crediamo che raccontare ciò che funziona e fare in modo che se ne comprenda la concretezza, non può che creare un meraviglioso effetto-valanga. Per questo crediamo che il documentario di Claudia debba vedere la luce e debba essere circolare più possibile.

Prova a leggere anche:

Previous

Il gioco è l’origine dello sport

Crescere bilingue è davvero facile?

Next

Leave a Comment