Battaglie perse

Ci sono alcune battaglie che sono perse in partenza.
Non importa quale metodo si sceglie di adottare. Non c’è modo di vincerle.
Da noi è quella di far rimanere il Vikingo seduto a tavola per tutta la durata della cena. Abbiamo impiegato quasi ogni metodo a nostra disposizione, escluso il legarlo alla sedia con fune di acciaio.
Abbiamo stabilito regole ferree, minacciato pene, punizioni, premi.
Abbiamo tentato di insegnargli il senso delle conseguenze: se ti alzi da tavola, vuol dire che hai finito di mangiare, e quindi niente cibo fino al prossimo pasto. Ma ha preferito il digiuno.

Lo abbiamo pregato e supplicato di rimanere a tavola con noi.
Gli abbiamo detto quanto ci faccia piacere avere la sua compagnia a tavola.
Intraprendiamo amabili conversazioni per intrattenerlo.
Perfettamente coscienti del fatto che per un bambino amplificato rimanere fermo anche solo per pochi minuti è un’impresa impossibile, figurarsi tutta la durata di un pasto, siamo arrivati a “dimenticare” appositamente qualcosa in cucina (i tovaglioli, le posate, la frutta), per poi chiedergli di andarlo a prendere, per mascherare la sua esigenza di muoversi con un gesto utile alla famiglia. Però anche questo movimento continuo era esasperante per noi, e distraeva lui. Mi sembrava di dargli un messaggio sbagliato.

Qualche giorno fa ho chiamato riunione famigliare e ho annunciato che si cambiava regola: “prima di mangiare portiamo a tavola tutto quello di cui abbiamo bisogno, e poi nessuno si alza per nessun motivo fino alla fine del pasto”. Abbiamo pensato al nostro esempio prima di tutto. Che non potevamo chiedergli di non alzarsi se noi facevamo in continuo la spola con la cucina.
Sembrava quasi aver funzionato. Poi:
– Vikingo dove vai?
-…
– Vikingo che fai in camera tua? perché ti sei alzato? Non ti ricordi la regola?
– Ecco mamma, dovevo sistemare il letto. Era tutto in disordine
-…

L’ho osservato attonita rifarsi il letto, e tornare a tavola per finire la cena.

Ecco, quando tuo figlio ha una spinta irrefrenabile di alzarsi da tavola per andare a rifare il letto, ti rendi improvvisamente conto che non c’è metodo disciplinare che tenga.

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24 thoughts on “Battaglie perse”

  1. Le nostre battaglie perse raggiungono l’apice in presenza dei parenti. Quei parenti che vedi nelle occasioni di famiglia.. un compleanno.. un matrimonio…un battesimo. Esattamente in quelle occasioni in cui tu vorresti “sfoggiare” tuo figlio in tutta la sua bellezza e simpatia di bambino, lui riesce a farti sentire esattamente come: “poverina.. mamma mia..”. E ci riesce ogni volta, non te ne “condona” manco una. A settembre abbiamo presenziato a un matrimonio, e abbiamo rischiato di dover abbandonare il tutto agli antipasti (ovviamente la cerimonia l’abbiamo passata fuori..nel piazzale della chiesa a correre). Ma all’ora della cena non c’erano piazzali.. c’era un seggiolone .. e un tavolo con altri 30 posti a sedere. Di li’ il nostro calvario: ho fame, non ho fame, butta via il piatto, fai cadere la forchetta, sposta il bicchiere, voglio questo, non lo voglio piu’, ho sete, voglio scendere, via via, baba’, giocare, casa mammaaaaaaaaaa… tu cerchi di mantenere la calma mentre inizi ad avere gli occhi addosso di tutti. Tiri su quello che lui tira giu’, ti agguanta i capelli e li tira. Ora non hai piu’ acconciatura, inoltre sei anche rossa come un peperona. Inizia ad inarcarsi, a saltare da seduto. Le richieste urlate diventano preso un unico urlo di pianto e disperazione. Il papa’ sbrocca, lo prende e lo porta fuori. Per 40 minuti di orologio. Tu rimani al tavolo, mentre gli altri ti interrogano su quello che potrebbe avere il bambino…(forse e’ stanco? avra’ un po’ di febbre, l’hai sentito in fronte?). Tu rimani vaga: mah boh.. non so .. E il tuo sguardo punta dritto al piatto che hai davanti, colmo di cibo che arriva ma che tu non riesci a buttare giu’. Dopo 40 minuti decidi che e’ meglio vedere dove sono finiti, esci e trovi il tuo bambino ormai disfatto dal pianto, mentre piagnucola ancora. Suo padre te lo molla in braccio, e ti dice che lui dentro non entra piu’, e di fare su’ la roba perche’ e’ ora di andare. Tu pensi: andare via? agli antipasti di un matrimonio? oddio .. ma quale e’ la figura peggiore tra una e l’altra?? Pensi e non trovi soluzioni: ti arrivano le voci e le risate di chi dentro si sta divertendo, anche voci di bambini. Ti chiedi perche’ tu non hai il privilegio di essere tra quelle persone, perche’ un occasione di felicita’ e festa, deve essere vissuta cosi’. Guardo il mio scricciolo disfatto e gli dico: la mamma e’ stanca, non ce la fa piu’. Ora tu entri, ti siedi e stai bravo come tutti altri. Lui mi guarda e dice : si. Gli do fiducia, entriamo ci sediamo: incredibilmente riusciamo a inserirci un po’ nella serata, a mangiare qualcosa mentre lui sgranocchia i grissini. Forse la mia voce cosi’ sincera e stanca.. forse lui l’ha percepita.
    Sperando che non ci siano altri matrimoni nell’anno, ecco che mi piazzano un battesimo, nello stesso mese. Stessi parenti, stesse scene. Tutti che lo vogliono salutare.. prendere.. baciare.. ma lui, ancora poco diplomatico nei suoi due anni, spinge via tutti, malamente devo dire.. guarda tutti male..ringhia..Nessuno puo’ guardarlo ne’ avvicinarlo. Stesse domande delle altre volte: che cosa ha???? Stavolta sei tu che vuoi trovare una scusa.. “ha avuto un po’ di febbre in questi giorni”.. Nel frattempo cresce l’idea dei tuoi parenti nei confronti di tuo figlio, e cresce lo sconforto in te.
    Passa qualche tempo ed ecco che si avvicina un altra cena di famiglia. Stesse persone di sempre. Al primo bacino che vogliono dargli : il primo suo ringhio.. e il primo commento di qualcuno : ” Ale’ cominciamo… ” Te vorresti sparire. Ristorante grosso come una cucina di casa, tutti compressi al tavolo. Tempo due minuti, si rompe un bicchiere, cadono le posate. Gli proponi di leggere un assieme un libro mentre aspettate di mangiare. Lo sfoglia tutto, poi vuole altro. Ed ecco che si susseguono: matite, macchinine, figurine. Il tuo zaino e’ pieno di roba. E le pezze da metterci aumentano: muri e piatti disegnati. Togli tutto, ora basta. Lui scalcia sotto il tavolo, arriva la pappa che bello! Tre gnocchi in tutto. Ora che ha mangiato vuole scendere. Peccato che tu non hai ancora mangiato. I parenti guardano lui.. e guardano il bambino di un anno piu’ grande che gli sta difronte.. ti chiedono se a casa ci sta seduto a mangiare. Sorridi e dici : mica tanto.. Lo porti fuori, ti si fredda tutto. Prima che ti portino via il piatto ancora pieno, rientri e provi a risederlo..ora lui vuole di nuovo le cose di prima, vuole anche la torta che ancora non c’e’. Pero’ lui ti mette a perdere: mamma torta.. mamma torta.. mamma matite.. mamma sete.. Butti giu’ due bocconi, poi la cosa diventa ingestibile ed esci di nuovo. Questa volta pero’ non hai piu’ la pazienza, decidi di strigiarlo, lui si mette a piangere, poi si siede sullo scalino del negozio, vicino a te, sgambettando e singhiozzando. Dalle otto che ti sei seduta, sono arrivate le undici passate e te sei sfinita. Speri che arrivi veramente questa benedetta torta, e con la scusa del marito che si alza presto al mattino , decidi di rinunciare al caffe’ e saluti tutti con la mano mentre lotti per infilargli la giacca ( a casa facciamo gli inseguimenti per vestirlo, li’ per sua sfortuna non c’era abbastanza spazio). Vai a letto e sei stanca morta, ma ti viene da piangere. La verita’ e che non vorresti mai ricevere alcun invito. La verita’ e’ che sai che la prossima volta, ti inventerai un influenza per non andare. La sensazione di mortificazione, di vergogna e’ troppo forte. Se provo a indossare i loro occhi, cosa posso pensare? Che sia un bambino estremamente capriccioso e antipatico. Ieri sera, giornata post-cena infernale, portavo ancora i segni di stanchezza. Mi sono addormentata sul divano, mentre papa’ e scricciolo giocavano davanti a me. Papa’ dice a scricciolo : “Mamma e’ stanca, lasciamola dormire”. E lui risponde : “si.. stanca”, corre dal divano, mi da’ un bacino , e torna a giocare con il suo papa’.

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    • Valeria però il vostro altro che battaglia persa, è un suicidio! Pensare che un duenne riesca a stare seduto per più di 10 minuti ad un pranzo di matrimonio, o ad una cena al ristorante è proprio una pianificazione sbagliiata in partenza. Non funziona, e non deve funzionare. Si lo so che ci sono anche quei bambini che lo fanno, ma sono rari, e secondo me è anche giusto così. Se i parenti vogliono la presenza di tuo figlio, allora lo prendono così come è lui, con la sua voglia, sacrosanta, di movimento.
      Puoi provare a portare qualche gioco da fare seduti al tavolo per guadagnare qualche minuto in più per te che ti permetta di ingoiare in fretta qualche boccne finché è ancora caldo, ma per il resto rassegnatevi all’idea di farvi la cena a turno te e tuo marito ancora per almeno un anno (se non di più). Non c’è nulal di sbagliato in te, o in tuo figlio. Non è maleducato, ne antipatico, ne capriccioso. E’ semplicemnete un bambino. E le cene e i pranzi, tutti seduti a tavola per ore, non sono fatti per i bambini. Se uno vuole un matrimonio in cui non ci sono bambini che scorazzano per la sala, allora organizza uno spazio baby con animazione, oppure non invita i bambini. Una festa deve essere tale per tutti, se una parte degli invitati si annoia, allora è una festa pensata male, non credi? 😉

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  2. Familiare anche per me… mio marito è un bravissimo papà, ma se parla di cose sue non lo ferma più (lavoro e colleghi). Gli ho chiesto a tavola di parlare anche con Sara, di cose in cui può intervenire anche lei, in fondo sono venti minuti, mezz’ora al massimo! Ma glielo devo ricordare ogni due giorni… Per non parlare del fatto di stare a tavola, se gli prende il ghiribizzo si alza e va. Gli viene in mente che deve cercare qualcosa? Non aspetta, parte. Qualche sera fa ha deciso di controllare delle pustole sul pancino della piccola. proprio all’ora di cena. Prima della frutta si alza e va. Dopo un po’ la grande si alza anche, e lui “hai chiesto se potevi scendere, non abbiamo finito, vai a tavola” :-O Ma scusa, stella, ti sei visto??? Però confesso che anche io ho il vizio, se lei tira per le lunghe di alzarmi per sparecchiare prima che abbia finito. Mannaggia la fretta…

    In effetti è facile vederla dal nostro punto di vista, ma ci dimentichiamo spesso di abbassarci e guardare dal loro!

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  3. Beh! almeno perdere le battaglie con un duenne puo’ anche avere un senso, ma cosa ne dite di un marito 35enne che appena finita la frutta si lancia sul divano, lasciandoti a tavola da sola????;)
    …ops scusate sono fuori tema!…

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  4. Valeria, mi sento di appoggiare in tutto quello che dice Daniela. Io ho combattuto strenuamente la battaglia “dai ancora un boccone” ed oggi mi rendo conto che è stata del tutto inutile, perchè, solo adottando poi una condotta simile a quella di Daniela, ho ottenuto un figlio che mangia di tutto e in abbondanza (per fortuna non in eccesso).
    Un consiglio importantissimo quello di Daniela: porzioni piccole, piccolissime. I bambini si spaventano di pozioni grandi e perdono la voglia anche solo di inziarle, per paura di essere sgridati se non le finiscono.
    Si fa sempre in tempo a rimboccare il piatto. E così loro avrano l’idea di un grande successo ottenuto!

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  5. Valeria, io penso che non si debba considerare una battaglia e basta.
    Detto questo, cresce, quindi va tutto bene. E per sdrammatizzare, avevo letto non so più dove che a volte la dieta “monotona” dei bambini è una specie di autotutela: evitando alimenti nuovi o “strani” (per loro) si proteggono da allergie e intolleranze (insomma, mangio bastoncini da una vita, sto bene, non rischio con altro).
    Io ho smesso da tanto di guardare cosa e quanto mangia. Ma anche ho smesso di fare cose che mangia e niente altro. Faccio in modo che tutti i giorni ci sia una cosa che le piace, soprattutto a cena, ma non di più. Per esempio non mangiava la pizza, ma una volta a settimana la facevo lo stesso, lei diceva “non mi piace” io “va bene amore, resta a farci compagnia” e pace. Un po’ di frutta e il giorno dopo colazione abbondante. Idem per il puré, mai voluto vedere. Mai insistito, una volta ogni tanto lo faccio lo stesso e lo lascia lì. Beh, domenica mi è venuto un colpo a vedere che l’ha finito tutto!

    I bambini cambiano, gusti, appetito, desideri. Tu proponigli una dieta adatta a lui e varia, piatto unico e frutta o primo e secondo e frutta, come siete abituati. Dosi piccole, credimi non è un dettaglio, mi hanno cambiato la vita: sono passata da due mestoli di passato con pastina a mezzo mestolo. Da una bistecca a pezzi, a 4 pezzettini. Da un piatto di pasta a 6 maccheroni. All’inizio era così abituata a lottare per il “dai, finisci, dai almeno ancora uno” che lasciava lì lo stesso. Dopo due giorni mi ha chiesto 3 volte il passato!

    Dobbiamo prendere il cibo per quel che è, una necessità. Se non ha fame, vuol dire che sta bene così, mangerà. Se alleggeriamo il peso del pasto, ossia se facciamo passare il messaggio “c’è da mangiare, mangia solo quel che vuoi e ti va” e non stiamo a insistere, diventerà più naturale.

    Certo che poi è dura, per esempio io sono riuscita a farlo, ma non sulla frutta. Con la frutta ci lotto ancora, è più forte di me, come se morisse se la salta a un pasto. Piano piano…

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  6. mio figlio Luca, 2 anni e 4 mesi, mangia solo bastoncini di pesce, pizza, prosciutto cotto, yogurt e frutta. Vi faccio un esempio di una giornata tipo: colazione – latte e biscotti (non troppo, ma devo darglielo altrimenti gli viene una crisi), pranzo – o uno degli alimenti scritti sopra o digiuna, merenda – yogurt o succo di frutta, cena – come pranzo. Il tutto in dosi ridicole. Cresce che è una meraviglia ma vorrei….come dire, variare la sua dieta! Mi sembra il caso! Le ho provate tutte ma non c’è stato verso di ottenere nulla.
    Lui sta bene, è un fiore. Mi devo arrendere e considerarla una battaglia persa? Credo di aver bisogno di un consiglio, neanche lasciandolo mangiare all’asilo è cambiato qualcosa…Troppo ansiosa?

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  7. C’è un altro senso che viene da dentro.. e che impedisce a volte ai bimbi di stare seduti a tavola, il “senso dell’uccellino”, ossia il piacere immenso, e io da piccola l’ho provato, di poter avere un luogo dove prendere il cibo, e poi svolazzare qua e là, per poi tornare a farsi imboccare o a prendere il cibo dal piatto.
    Forse nasconde il bisogno di usare le energie in eccesso visto che ne stiamo inserendo altre….boh, so che è un piacere che esiste in un bimbo, forse se lo si capisce lo si pu almeno un po’ assecondare…io ora a tavola mangio seduta…non mi è successo nulla di grave ;-).
    Il problema sono le mani impastriccate, che vengono portate dappertutto, e il piacere nostro di stare a tavola coi bimbi..
    Se alla base invece c’è ancora come uno zoccolo duro il bisogno di educare a stare a tavola tutti assieme, bisogna capire se davvero siamo convinti che i nostri figli non avranno davvero piacere un giorno di stare a tavola con noi, l’esempio noi glielo diamo in fondo,,succederà…

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  8. Io dico che bisogna scegliere le nostre battaglie. Non si può dannarsi su tutto.
    Io sul cibo ho scelto di non combattere: piatto unico super nutriente e via, in modo che in dieci minuti sia finito; puoi tenere sul tavolo un giocattolo piccolo e al limite se ti vedo agitato vammi a prendere il sale, dai che me lo sono dimenticata e anche un altro tovagliolo.
    Con noi questo atteggiamento ha pagato e ora che lui ha 12 anni riesce tranquillamente a stare a tavola, già da tempo. Nella mia esperienza bisogna dare tempo al tempo, a volte i problemi si superano senza fare nulla, basta aspettare e rispettare il temperamento dei nostri figli cercando una soluzione civile per tutti.
    PS: ancora adesso quando si va a mangiare fuori ho sempre in borsa un mazzo di carte in modo che i ragazzi se la passino mentre si aspetta l’ordinazione… e se c’è un giardino, fuori tutti a giocare!

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  9. Ieri leggevo “le emozioni dei bambini” proprio nel punto in cui parlava di questo. Chiediamo ai nostri figli di non urlare, di ordinare, di stare seduti, di mangiare e farlo bene, di essere educati, di non farsi male, di non correre ma di non fermarsi se non c’è tempo, di fare in fretta, di vestirsi, di andare in bagno e non farselo ripetere, insomma, gli chiediamo di essere degli adulti. Quelli sono i nostri interessi, gli interessi dei bambini sono il movimento, l’allegria dei giochi sparsi in terra, la naturalezza delle grida di gioia o di rabbia, il desiderio di vedere quanto possono andare forte, o di fermarsi a guardare anche una foglia. Purtroppo non sempre questi interessi possono convivere, ma è importante rispettarli tutti, arrivando a compromessi che permettano ai bambini di fare i bambini e agli adulti di sopravvivere. Anche se poi, come dice Debora, la stanchezza, la fretta, le mille cose da fare, rendono davvero difficile sopportare l’energia di uno scriciolo. E a volte siamo così presi che fermarci per capirli diventa un’impresa.
    Ieri a me una lezione l’ha data SAra. Vuoi che ha dormito tanto, che faceva bello, che ho trovato del tempo per giocare solo con lei e ci siamo divertite, vuoi che era di luna, è stata bravissima tutto il giorno e tutto il giorno le ho ripetuto che era davvero brava e io ero contentissima. Ovviamente di sera, stanca, la musica cambia ed è tornata irritante, eccitata, iperattiva, insomma, in 10 minuti mi ha stremata. E così a 5 minuti dalla nanna sono scoppiata e le ho detto “ora basta, è un’ora che non mi ascolti e che ti richiamo, e alla fine è tardi e quindi non ho più il tempo di leggerti la storia e andrai a dormire senza”.

    E lei candida “ma mamma, io sono stata già brava tutto il giorno, io più di tanto così non resisto”. Ecco, priva di argomentazioni e palesemente nel torto, per la prima volta ho tolto un castigo e il libro l’ho letto tutto.

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    • @Daniela una bellissima lezione da parte di tua figlia. Per di più, come dicevo nel post I bisogni dei bambini e la disciplina non bisognerebbe mai punire i bambini privandoli del tempo (positivo) che gli dedichiamo. Se le hai promesso la storia, allora gliela devi leggere, indipendentente dal suo comportamento. Se il suo comportamento non è stato collaborativo, allora puoi pensare a qualche altra conseguenza (esempio: hai perso tempo standole dietro, invece di dedicarti a sistemare qualcosa. Allora potrà aiutarti a recuperare quel tempo perso facendoti qualche servizio il giorno seguente) Però la storia che le hai promesso non si può annullare. Spero di essermi spiegata. Che nessuno meglio di me sa quanto sia difficile non perdere la pazienza (e anche io ho minacciato di non leggergli più la storia prima di capire quanto fosse controproducente). Un abbraccio.

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  10. Sembrano fatti con lo stampo i nostri figli!! almeno sappiamo che qualcuno capisce il nostro stato d’animo.
    Io e mio marito a volte ceniamo da soli…lo so che è brutto ma a volte l’ansia prende il sopravvento e ci rimane tutto sullo stomaco.
    Io mi sento continuamente ripetere dai medici che i bambini devono essere vivaci…che non sarebbe normale il contrario…che sono bambini molto intelligenti, creativi ecc….ma loro hanno idea di cosa voglia dire convivere con questa vivacità tutti i santi giorni dell’anno???
    Anche noi abbiamo provato a spiegare che è bello mangiare seduti tutti insieme ,dialogare ma dura poco!per loro mangiare è una grande perdita di tempo! ciao grazie per questi spunti di riflessione Debora

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  11. Ecco il mio primogenito: Si siede e mangia velocemente tutto, perchè è una buona forchetta, ma appena l’ultimo boccone è entrato in bocca lui è gia in sala a giocare. Ha sempre fatto così, fin da piccolo, ma sono già contenta che stia abbastanza fermo quando mangia, visto che a scuola invece vagabonda per la classe.
    Spesso però mi chiede la frutta quando tutti abbiamo appena finito il primo…

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    • @Paola mio figlio vuole subito l’insalata, ma non disdegna la frutta. Noi italiani siamo molto rigidi nell’alternanza delle portate. Ma è veramente necessario?

      @Debora spesso basta offrire sufficienti situazioni di movimento durante la giornata per permettere al bambino di stare seduto a tavola. Una cosa vera per tutti però è che il pasto per noi adulti (italiani) dura un’eternità. Quando tempo è ragionevole far star fermo un bambino a mangiare? Credo che sia anche per questo che negli asili il pasto non dura più di 20 minuti.

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  12. Non c’è modo di vincerle, ma non bisogna lo stesso smettere di combatterle, credo. La mia figlia di mezzo è così. Non è mai stata seduta neanche nel seggiolone, al massimo riusciva per qualche minuto ad appollaiarsi su un bracciolo. A scuola, ora che fa la seconda elementare, ha tutti dieci ma un “generalmente” corretto in comportamento, perché non è mai seduta (in ginocchio, su un piede solo, girata, sdraiata, sotto il banco…). Però, lo stesso, le ripeto in continuazione di provarci. Prima o poi ci riuscirà 🙂

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    • @LGO io continuo a provarci e a lottare, poi però mi pongo molte domande quando vedo che mio marito, adulto amplificato, che soffre di altrettando bisogno di muoversi, non riesce a stare fermo a tavola, e trova ogni scusa per potersi alzare. Certo non è grave come il Vikingo, e lo richiamo al suo ruolo di adulto responsabile che da il buon esempio, però vedo la sua difficoltà. Insomma temo che questo lato del suo temperamento è qualcosa con il quale dovrò fare i conti, e con me le sue insegnanti, e non ultimo lo stesso Vikingo.
      E’ chiaro che ci sono delle regole sociali che vanno rispettate, però non credo sia giusto non riconoscergli un bisogno di movimento superiore alla media degli altri bambini. E non credo sia giusto nemmeno che la maestra esprima un giudizio negativo per questo, che è un comportamento dettato da un bisogno fisico, come mangiare e bere. Alla fin fine, se la penna ti cade sotto il banco, bisognerà anche andarla a prendere no? 😉

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  13. A volte quando leggo del tuo vikingo mi sembra di leggere della mia Sara… La lotta con lei è iniziata subito, mangiava, ma se faceva altro , e la seconda purtroppo non è da meno. Sul seggiolone il minimo indispensabile, se andava bene e non mangiava in braccio (idem la seconda…). E ad oggi le ho provate tutte.

    Lei non riesce a stare ferma, non riesce a non far qualcosa. Punto. E così abbiamo accettato il compromesso: a tavola si parla tutti insieme (quindi non solo lei), si assaggia ma poi mangi quel che vuoi, e per il resto… l’importante è che si possa vivere, poi faccio finta di niente se improvvisamente sente il bisogno di fare la carezza alla sorella (che ignora tutto il giorno) almeno 10 volte in un minuto, o se improvvisamente si è dimenticata quel gioco proprio là (anche se è là da giorni), se i piedi fanno il giro della sedia trenta volte, se la forchetta in un secondo passa dal piatto, al bicchiere, alla bocca, alla maglietta, alla caraffa, piatto, bocca, bicchiere, tavolo, piatto mio, ecc.
    Però se diventa troppo agitata dico stop. “Tesoro, a noi fa piacere stare bene a tavola, tutti insieme, anche con te, ma se ci dai noia preferiamo stare da soli”. Insomma, la tecnica del “se non rispetti le regole hai finito di mangiare”. Anche lei preferisce il digiuno, e quindi evito per le piccolezze, ma preferisco il digiuno a una cena passata urlando e litigando. Quindi se si agita e basta sopporto, ma se diventa insopportabile, mangia al pasto dopo. Per ora siamo tutti vivi…

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    • @Marzia ne sanno sempre una più di noi 😉

      @Daniela a volte i bimbi trovano mille modi per attirare la nostra attenzione. Anche il Vikingo appena facciamo un apprezzamento a Pollicino, decide di fare qualcosa, mediamente scelta tra quelle che ci fanno arrabbiare di più

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  14. La mia totale e piena solidarietà. Il momento del pasto per Nano somma due problemi: la sua incapacità di fermare il corpo anche solo per 10 minuti e il completo disinteresse per il cibo. Ho smesso di combattere su questo fronte parecchio tempo fa. Unica regola ferrea: non si mangia in nessun altro luogo della casa che non sia il tavolo della cucina (se non si tratta del biscottino sgranocchiato durante il gioco).
    Piccolo aneddoto: la scorsa domenica ci siamo alzati presto per una gita; per una volta il risveglio è stato un pò più lento e Nano si è seduto a tavola spontaneamente. Mi chiede di prendergli un giocattolo posato poco lontano e io gli rispondo in automatico “Non hai le gambe oggi?” e lui “Ma mamma, sto bevendo il latte! Non mi dici sempre che devo stare seduto mentre mangio?!”. Me ne ricorderò, nanetto, me ne ricorderò …

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