Come aiutare un figlio con DSA

“Come possiamo aiutare nostro figlio?” è quello che tutti i genitori si chiedono quando hanno tra le mani una diagnosi di disturbo specifico d’apprendimento.

foto di Judit Klein utilizzata con licenza Creative Commons
foto di Judit Klein utilizzata con licenza Creative Commons
I fronti su cui lavorare sono molti: dal metodo di studio, ovviamente, all’autostima del ragazzo; ma anche il rapporto scuola-famiglia, le terapie di riabilitazione e -non meno importante- il processo di compensione e accettazione del problema da parte dei genitori. Ecco, alcuni consigli:

  1. Siate ottimisti
  2. Il bicchiere è mezzo pieno, davvero. Dopo anni (e a volte sono davvero tanti) di battaglie per fare i compiti, di sgridate perché a scuola era distratto e di rendimento scolastico zoppicante adesso sapete qual è l’origine dei problemi, sapete che non è grave e che ci sono delle misure concrete che permetteranno a vostro figlio di compensare le sue difficoltà. Sarà faticoso, nessuno lo nega, ma tutto è superabile.

  3. Informatevi
  4. Il primo passo da fare, come genitori, è quello di informarsi perché -si sa- se una cosa la si conosce fa già meno paura. Scoprirete che i DSA non sono malattie e che le difficoltà possono essere compensate; che vostro figlio non è meno intelligente ma ha modalità d’apprendimento diverse dalla maggior parte dei suoi compagni.

  5. Chiedete aiuto
  6. Esistono associazioni e gruppi che si occupano di questo tema. Condividere dubbi ed esperienze, segnalare risorse, fare domande a chi si trova o si è trovato nella stessa situazione è un modo per sentirsi meno soli e trovare informazioni utili.

  7. Gli strumenti
  8. Se vostro figlio fosse miope che fareste? Immagino gli comprereste un paio di occhiali e gli raccomandereste di metterli, senza vergogna, in modo da poter vedere bene la lavagna. Quali sono quindi gli strumenti ai quali un bambino con DSA ha diritto?
    Poiché i disturbi dell’apprendimento non sono disabilità o malattie non danno diritto ad un insegnante di sostegno, tuttavia la legge 170/2010 prevede la possibilità di personalizzare i piani di studio per venire incontro ai bisogni didattici degli alunni con DSA, predisponendo le strategie compensative e/o dispensative adeguate. Il piano didattico personalizzato (PDP) viene stilato annualmente e condiviso da scuola, famiglia e istituzioni sanitarie. Contiene tutte le indicazioni che possono portare al successo scolastico dell’alunno con DSA.

  9. Supportate vostro figlio
  10. Ci sono molti modi per supportare vostro figlio: a livello didattico, psicologico o riabilitativo l’importante è incoraggiarlo e gratificarlo per i risultati raggiunti, stimolandolo a migliorarsi sempre.

  11. Parlate con vostro figlio
  12. Chiedete a vostro figlio come si sente, quali sono le sue difficoltà e cosa pensa dei suoi problemi. Parlate con lui dei suoi stati d’animo e delle sue prestazioni. Aiuterà voi genitori a capirlo meglio e gli permetterà di prendere coscienza delle sue difficoltà. Ci vorrà del tempo per elaborare questa nuova situazione ma è un passaggio necessario.

  13. Non sentitevi in colpa
  14. È forse inevitabile, ma completamente inutile. farsi assalire dai sensi di colpa per le punizioni e le sgridate, per non essersi accorti prima del problema o per non aver saputo come intervenire. Parlatene a vostro figlio, chiedete scusa per non aver saputo dare le risposte giuste e voltate pagina, assicurandogli che cercherete insieme un modo per superare gli ostacoli.

  15. Costruite alleanze
  16. Un lavoro tanto faticoso quanto utile è la costruzione di una rete di alleanze tra tutti i soggetti coinvolti nell’educazione di vostro figlio, serve che si collabori tutti per lo stesso risultato, perché

    “il nemico [dei dislessici] è l’ignoranza sul problema
    e la mancanza di collaborazione e di alleanza per uno scopo preciso” (Enrico Ghidoni)

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