Diciamolo chiaramente: l’Italia non è un paese in cui uomini e donne hanno le stesse possibilità. Eppure noi, ai nostri figli, vorremmo dare il massimo, a tutti, indipendentemente dal fatto che siano femmine o maschi. Vorremmo che diventassero degli individui forti, capaci di fare le loro scelte indipendentemente dal loro sesso. Maschi e femmine nella stessa maniera. Senza limitazioni di genere. Eppure la questione di genere non è semplice come sembra. Cosa distingue l’uomo dalla donna? Quali differenze sono culturali e quali sono genetiche? E’ vero che i maschi sono più attratti dalle macchinette e le femmine dalle bambole? E un maschio può indossare collane, mollette nei capelli, e giocare con le pentoline? E una femmina può sporcarsi nel fango, desiderare una macchina da corsa, e amare il gioco del calcio? Abbiamo già discusso l’importanza della scelta dei giochi e di come alcuni giochi siano normalmente vietati ai maschi, trattandosi di giochi da femmine. Ma sono solo i giochi i colpevoli? E’ vero che i bambini sono più fisici e le bambine sono più verbali?
I bambini imparano a 360 gradi, imitano i grandi, leggono storie, vedono film, vengono martellati dalle pubblicità. Quali messaggi gli arrivano? Quali li segnano? Ma soprattutto cosa possiamo fare per rompere il mito della velina e del calciatore?
Questo mese faremo un po’ di esercizi per capire in che modo i bambini acquistano una identità di genere, e cosa possiamo fare come genitori, per far si che la prossima generazione sia un po’ più paritaria della nostra. Perché non so voi, ma io un po’ di preoccupazione ce l’ho.
Grazie wonder!
Segui le istruzioni qui: https://genitoricrescono.com/nato-blogstorming
Ragazze, questo mese anche io ho blogstormato, eccomi qui: http://machedavvero.blogspot.com/2010/10/ancora-sul-pink-i-modelli-di-genere-per.html
Come faccio a inserire il post?
Io sono in congedo parentale in questi giorni (sarò a casa per quattro mesi) e tengo un diario su congedoparentale.blogspot.com (in uno dei post c’è anche il link al programma di Rai3 citato).
Toni, non ci lasciare: leggi tutti i post su questo tema del mese e commentaceli tutti. Vogliamo il tuo punto di vista.
molto interessante: ci ragiono sopra da 50 anni
Ho cresciuto due figli e sto babysitterando due nipoti. Prese in giro a iosa dai maschi, gridolini di incredulità dalle mamme. Mi ero goduto allora e mi godo ancora di più adesso. Avevo seguito per i primi “Dalla parte delle bambine” della strepitosa Gianini-Bellotti, adesso ho letto “Il cervello delle donne” di Brizendine e sto rivedendo tutto.
Nel sessantotto dovevamo costruire un mondo di uguali e dicevo che non c’ero riuscito perchè anch’io ero istintivamente il prodotto di una società sessista. Coi nipotini scopro che sono diversi davvero. Non nel coraggio, nel desiderio di esplorare, nel gusto per le scoperte, ma in mille piccole cose.
Certo mancano letture che parlino di donne forti, non le solite smidollate.
(continuerò)
mi sento facilitata dall’aver due figlie femmine.
pure avendo avuto una educazione “normale” da figlia femmina, coccolata, curata e protetta (protetta più che se fossi stata un maschio??), ho avuto un padre che mi ha insegnato l’uso basic di trapano, rudimenti di idraulica, elettricità, ha insistito perchè prendessi la patente, mi ha portato e mostrato il suo lavoro che era un lavoro più da “maschio”. la mamma ha insegnato il resto e la curiosità intellettuale, entrambe l’amore per il sapere e per l’esplorazione … di pensieri e dei libri…
mio padre pur negli anni 60 era un papà mammo e molto collaborativo nel management familiare (escluso lavaggio e stiratura panni).
così a casa me la so cavare tanto e quanto un maschio e non sempre il mio compagno (più giovane e certo più moderno !!!??) apprezza tale autonomia … :-))
ma tornando alle figlie, mi sembra normale che oggi la piccina abbia avuto regalo … un mini trapano avviatore di plastica e che possa scegliere giochi bisex.
cerco di insegnare questa autonomia prassica, si fanno cose da donna e da uomo, senza manate, perchè mi è connaturato.
se avessi avuto un maschio sarei stata altrettanto libera di insegnargli a lavare i piatti e stirare .. mi sarebbe stato così spontaneo?
non so!
Mi è venuto in mente un cartone con protagonista una femmina! E non fa la principessa 😉
Non mi ricordo il titolo, di tv qui ne guardiamo poca e l’avrò visto 3/4 volte ma mi è sembrato carino, la boo zona, o qualcosa del genere, su yo yo o boing. Protagonista che risolve i problemi, senza gonna, ecc! Carino.
E sto anche pensando molto a come valorizzo il fatto che mia figlia sia femmina, o se in realtà questo mi condizioni in qualche modo. Beh, per ora mi sento poco condizionata (anche se penso che nell’adolescenza le differenze diventino fortissime, ma vedremo) e in realtà mi sa che faccio anche poco per farla sentire più o meno femmina. Ma parlando di esempio ho un vantaggio dalla mia parte: non sono un maschiaccio, ma una pigra cronica! Non uso gonne, non mi trucco, niente pettinatrice se non serve davvero (una volta all’anno, più o meno), insomma, sicuramente sono tutto meno che una sex bomb 😉
si si è Presa Diretta, trasmissione veramente interessante! Per chi fosse interessato ci sono le repliche sul sito della rai!!!
Grazie Barbara per la segnalazione! Ho sentito molto parlare di questi libri, ma non sapevo che affrontassero anche questo argomento.
Quando torneró in italia me li compreró di sicuro.
Morgaine, sia in “Dalla parte delle bambine” che in “ancora dalle parte delle bambine” (ne abbiamo parlato molto nei commenti dell’altro post) questo problema e’ affrontato in maniera molto dura. Non posso che darti ragione.
Per motivi vari non riesco ad interveninre come vorrei ultimamente, ma questo argomento del mese mi sta molto a cuore.
Visto che faccio ricerca proprio nel campo degli ormoni sessuali e neuroscienze, mi viene da dire che in effetti esistono differenze nel cervello maschile e quello femminile: alcune aree sono piú o meno sviluppate, e possono corrispondere ad abilitá diverse (tipo raffigurazione dello spazio, o abilitá nel linguaggio). Il fatto é che queste differenze fisiologiche non hanno niente a che vedere con gli stereotipi che girano, tipo occuparsi dei lavori domestici, vestirsi di rosa o giocare con le macchine.
E infatti altri studi hanno mostrato che i bambini fino ad una certa etá non mostrano preferenze di genere nei giochi.
Ma c’era un’altra cosa di cui volevo parlare. Ultimamente nostro figlio vuole vedere molta TV.
Mi sono perció accorta che la stragrande maggioranza dei protagonisti di cartoni animati vari sono maschi. Da Up, agli orsi Bamse o winnie the Pooh, nemo, Ice Age, Shrek, i Puffi, worker Bob, Pingu, eccetera, la lista é lunghissima. Tranne rarissime eccezioni (Apemaja, Pippi calzelunghe, i film di Miyazaki, o certi anime giapponesi della mia infanzia, che ora sono spariti), questi protagonisti sono tutti invariabilmente maschi, e i loro gruppi di amici sono maschili: e sono solo loro a fare la parte degli eroi, coloro che vanno all’avventura, prendono decisioni, fanno cose cool e interessanti, e sono mostrati con personalitá complesse e variegate. I personaggi femminili sono spesso solo un grazioso contorno: sono carine, gentili, talvolta sexy, e comunque il piú delle volte in attesa del grande amore. Oppure streghe malvage ed esteticamente ributtanti.
Mi piacerebbe che mio figlio vedesse serie in cui anche personaggi femminili sono protagonisti, perché non creda che il mondo sia solo della sua metá del cielo. Se mi capiterá di avere una figlia, vorrei che le fosse data la possibilitá di identificarsi con un personaggio vincente, interessante, intelligente, con personalitá, invece di avere a disposizione solo personaggi passive, carine e disponibli ai bisogni del protagonista maschio.
Perché, c’é poco sa fare, i bambini s’identificano con i loro personaggi preferiti.
Mi sono resa conto che queste cose si sono insinuate nel mio stesso inconscio e mi hanno praticamente addestrata a pensare che sia il maschio ad occuparsi delle cose che contano, sebbene io mi ritenga apertamente femminista e per la paritá delle opportunitá di genere.
(scusando il discorso sconclusionato, qua sto a letto malata)
Cinzia, forse il servizio che hai visto era il documentario di Riccardo Iacona “Presa diretta”? E’ interessante confrontarci con la situazione italiana 😉
ciao, altro tema stupendo e davvero importante!!! stasera ho bruciato le carote perchè mi sono distratta leggendo tutti i commenti q questo post!!! io ho due femmine e ho due fratelli maschi, il tema mi appasiona, tornerò presto per seguire il dibattito e magari ci scrivo un post anche io
articolo veramente interessante. Qualche settimana fa ho visto in tv un servizio sulle donne, il mondo del lavoro. Un servizio parlava della Norvegia. Il 90% dei papà che lavorano prendono almeno due mesi di congedo parentale, retribuito all’80%. Il ministro delle pari opportunità ha imposto almeno 10 settimane di congedo ai papà: prendere o lasciare. Non puoi usufruirne per poche settimane o pochi giorni.. i papà vivono in prima persona la maternità. E’ una rivoluzione culturale. La natalità è altissima, si parla di due bambini per abitante. Provate ad immaginare i nostri mariti/compagni che riescono a provare quello che proviamo noi. Non parlo solo della fatica.
Il governo precedente ha imposto ai Cda delle società il 40% donne. Si sono resi conti che imponendo le quote rose hanno ottenuto quello che da tempo noi donne, soprattutto italiane, cerchiamo: parità di genere!
post molto interessante.
Ho due femmine e sinceramente a casa ci sono quasi esclusivamente bambole e loro adorano mettersi il tutu e ballare ogni sera.
La più grande di 3 anni si identifica con una principessa e parla spesso del suo principe e del suo castello.
Credo che sia giusto assecondare la loro natura, se vogliono fare le principesse perché devo convincerle a fare i principi?
Quello che invece voglio insegnare loro é che uomini e donne non hanno limiti dovuti al loro sesso.
Se in futuro vorranno fare il meccanico o la ballerina io sarò lì a chiedere loro se sono felici e non a dargli contro perché la donna deve stare a casa a far la maglia.
E concordo pienamente con chi ha detto che é più importante l’esempio dato a parole e fatti dai genitori.
L’estate scorsa abbiamo fatto ferie accavallate e lui é rimasto una settimana al mare da solo con loro senza alcun problema (e hanno 2 e 3 anni le piccole!)