Tema del mese: una questione di genere

genderDiciamolo chiaramente: l’Italia non è un paese in cui uomini e donne hanno le stesse possibilità. Eppure noi, ai nostri figli, vorremmo dare il massimo, a tutti, indipendentemente dal fatto che siano femmine o maschi. Vorremmo che diventassero degli individui forti, capaci di fare le loro scelte indipendentemente dal loro sesso. Maschi e femmine nella stessa maniera. Senza limitazioni di genere. Eppure la questione di genere non è semplice come sembra. Cosa distingue l’uomo dalla donna? Quali differenze sono culturali e quali sono genetiche? E’ vero che i maschi sono più attratti dalle macchinette e le femmine dalle bambole? E un maschio può indossare collane, mollette nei capelli, e giocare con le pentoline? E una femmina può sporcarsi nel fango, desiderare una macchina da corsa, e amare il gioco del calcio? Abbiamo già discusso l’importanza della scelta dei giochi e di come alcuni giochi siano normalmente vietati ai maschi, trattandosi di giochi da femmine. Ma sono solo i giochi i colpevoli? E’ vero che i bambini sono più fisici e le bambine sono più verbali?
I bambini imparano a 360 gradi, imitano i grandi, leggono storie, vedono film, vengono martellati dalle pubblicità. Quali messaggi gli arrivano? Quali li segnano? Ma soprattutto cosa possiamo fare per rompere il mito della velina e del calciatore?
Questo mese faremo un po’ di esercizi per capire in che modo i bambini acquistano una identità di genere, e cosa possiamo fare come genitori, per far si che la prossima generazione sia un po’ più paritaria della nostra. Perché non so voi, ma io un po’ di preoccupazione ce l’ho.

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107 thoughts on “Tema del mese: una questione di genere”

  1. ciao scrivo brevemente ma tornerò perchè sono in ufficio e non ho molto tempo.
    ho due maschi e cerco di crescerli senza sottolineare le differenze. tuttavia per casa girano poche bambole e molte ruspe e trenini. però cerco di far capire loro che anche alle femmine possono piacere le stesse cose e con alcune in effetti va proprio così. ai miei figli comunque non dispiacciono colori e altri giochi che non sono propriamente da maschio (e neppure propriamente da femmina) ma assolutamente adatti a tutti. Se avessi avuto due femmine le avrei cresciute nello stesso modo. Ma è vero che purtroppo il contesto fuori dalla famiglia fa molto. Quando andiamo ad una festa regaliamo libri: in modo da non sottolineare necessariamente se uno è maschio o femmina.
    Certe volte penso che comunque ai genitori piaccia forzare la mano, perchè-la-società-vuole-così. Ed è questa la battaglia che dobbiamo invece vincere. Anche io ho un marito che – essendo insegnante- è più a casa di me, quindi spesso stira, fa la spesa, fa la lavatrice. Io non ho voce in capitolo, chè a casa nostra vige la regola che chi fa non deve essere criticato. Mio marito non giocaa calcio, non gioca alla playstation e non esce con gli amici. E’ un papà soft, ma non mi sembra che i miei figli siano dispiaciuti. Fa delle bellissime costruzioni con il lego e sa fa volare gli aquiloni.
    Io per conto mio non sono una mamma soft, so arrampicarmi sugli alberi, mi butto nelle onde e quando facciamo una corsa vinco io.
    Tuttavia i ruoli sono già quasi dati per scontati perchè sui libri PURTROPPO la mamma fa le torte e il papà va a lavorare.

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  2. @ Serena, grazie per l’invito a postare sul tema del mese scorso, è che mi dispiace diciamo aver perso il dibattito in corso ma leggerò, m’interessa da matti perché io e mio marito tenteremo la strada del bilinguismo.

    D’accordissimo sull’esempio da dare in casa, è indispensabile, ma è anche indispensabile rimbeccare come si deve il commento invadente dell’estraneo in presenza dei nostri figli.
    “Non piangere che sei un maschietto”, “Non dire le parolacce che è brutto, sei una femmina” sono cose che capiteranno sempre e credo che sia importante farsi un ‘arsenale’ di risposte. Che ne pensate, come blogstorming? 😉 Un post tipo quello dei giochi da fare in auto: la risposta impertinente al commento impertinente 😀

    Ultima nota sui giochi: io sono scandalizzata del fatto che perfino i giochi unisex vengono sessuati. Le avete mai guardate le confezioni di costruzioni? No, perché ci sono costruzioni da maschi con draghi e cavalieri sui toni blu-verde e costruzioni da femmine con fiori e principesse sui toni rosa-rosso. Ho lanciato un’occhiata storta alla commessa, che mi ha prontamente virata sui bidoni da 100 pezzi a 10 euro 😀

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  3. Ecco, giusto per dare la botta finale, ieri a una fiera, banco di magliette per bimbi, winx, ben ten, hallo kitty… Mia figlia orgogliosissima quasi urla “IO voglio la maglietta di ben ten!”. Seguita da risate di zii e cuginetti. Oh, non fosse stato per il prezzo la compravo!

    Io poi non sono contraria al rosa e all’azzurro, credo che ci debba essere parità di diritti, ma penso che sia giusto che maschi e femmine siano due identità un po’ diverse, siamo diversi, fisicamente e forse anche mentalmente, e io trovo che sia una di quelle diversità molto belle. Anche nei nostri ruoli, i papà molto più fisici, concreti, più capaci di insegnare, le mamme più brave a capire (almeno da noi è così, mio marito con l’ascolto è a zero, io sono a zero per insegnare) e a parlare. E credo che sia bella questa distinzione, che renda speciale l’avere un papà e una mamma, senza che i ruoli diventino uguali.

    Quello che serve ora è capire che siamo diversi, accettarlo e apprezzarlo, ma che abbiamo gli stessi diritti e dignità! E le stesse possibilità, se lo vogliamo.

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  4. Io fortunatamente sono cresciuta giocando sia con le bambole che con le macchinine, non ricordo che i miei mi abbiano mai detto: “no perché sei una femmina”, al massimo un “no” a 360° e basta. Non so se è per questo ma sono piuttosto razionale e “quadrata”, certo molto lontana dallo stereotipo della velina oca, ma per quello non penso di essere l’unica!
    A mia figlia cerco di applicare lo stesso metodo, ma concordo che siano tante le idee preconcette! Un esempio: ho comprato alla Piccola il tappetino componibile di cars e mio cognato mi ha detto: “ma è da maschi!”. In un negozio ho scandalizzato la commessa perché volevo qualcosa che non fosse necessariamente rosa. E sorvolo sulle filastrocche di mia suocera, quella delle manine che lavano, stirano, ricamano etc non si può sentire 🙂
    Attendo con ansia i post!!

    PS @Daniela, anche mio marito, che è molto collaborativo in tutto, con la lavatrice era un disastro, però pian piano ha imparato ed ora è bravissimo. Siamo passati alla stenditura e lì siamo ancora un po’ indietro (molletta proprio nel centro delle mie magliette di acrilico!!) ma sono fiduciosa, d’altra parte lo ammetto sono un po’ pignola 😉

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  5. Qualche settimana fa ero in uno stabilimento balneare, avevamo appena comprato a TopaGigia un passeggino giocattolo e lei giocava tranquilla. Li’ viene anche una famiglia con due gemelli di due anni compiuti (TopaGigia ancora non ha 17 mesi). Li conosco da quando erano nel pancione, e data la poca differenza di eta’ sono ovviamente molto interessati ai giochi gli uni dell’altra. Ci scambiamo secchielli, palette, eccetera, finche’ lei punta il loro supercamionruspaescavatrice e si mette a giocarci. La mamma mi si avvicina e mi fa: “certo che si interessa parecchio ai giochi da maschi” e io impassibile: “sai, a quell’eta’ e’ assolutamente normale che si interessino a qualunque cosa gli capiti sotto gli occhi”. Lei: “Ah, i miei invece giocano solo con cose da maschi” (forse perche’ gli proponi solo quelle, penso io, ma mi mordo la lingua) e proprio in quel momento mi accorgo che uno dei gemelli ha agguantato il passeggino di TopaGigia e l’altro sta cercando di strapparglielo dalle mani urlando e spintonando. Io le sorrido angelica e finalmente le rispondo: “beh, non mi pare proprio. Comunque quel passeggino ha avuto un grandissimo successo sia al mare che al parco, temo sia proprio irresistibile…”

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  6. Serena: io infatti le cose assolutamente a rischio me le faccio! Insomma, non credo nella parità forzata in tutto, ma nella collaborazione. Mio marito è più bravo di me ad addormentare le piccole, posso accettare che non sia un cuoco, pulisce i vetri molto più spesso e meglio di me, mi va bene se devo dargli ordini per preparare una lavatrice. Ma diciamo senza esagerare (preparare comprende anche l’avviare, no? 😉 )

    Per i “bravi papà”, beh, lui è un papà che divide molto con me la responsabilità delle figlie (e non è così per tutti), però quando si meravigliano di quel che fa confesso che mi girano un po’.

    Qualche mese fa è venuta a trovarmi una mia carissima amica, lui stava facendo il bagnetto alla piccola e lei “ahhhh, ma che bravo, ma le fa lui il bagnetto!”. Le ho risposto, acida, che allora io sono wonderwoman visto che oltre a lavare loro lavo anche i vestiti!

    D’altronde la stessa persona mesi prima mi aveva confessato di voler fare la casalinga, perché il suo ragazzo è “bravissimo, però sai, di quelli che se gli cade una forchetta in terra mica si alza per tirarla su…”. Ecco, qui non ho commentato perché rischiavo la lite!

    Insomma, secondo me dobbiamo farci pochi problemi su giocattoli e messaggi, molti di più sull’esempio che diamo, e soprattutto concordo col fatto che le donne sono quelle che portano più avanti questa divisione dei ruoli, gli uomini, più che altro, ci si adagiano.

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  7. “le peggiori nemiche delle donne sono sempre state le donne stesse” : Barbara con me sfondi una porta aperta 🙂

    Di sicuro qualcuno avrà scritto dei tomi su questo argomento. Io sono giunta alla personalissima conclusione che si tratta di una specie di sindrome di Stoccolma. Vi ricorderete ‘Indovina chi viene a cena’, e il modo in cui la tata nera Isabel Sanford aggredisce Sidney Poitier perché un nero che vuole sposare una bianca non può essere una brava persona. A me ricorda tanto alcune dinamiche donna-donna.

    Anche a rovescio. Aneddoto di una mia amica: ha comprato a suo figlio maschio duenne un passeggino giocattolo di Winnie the Pooh. Capita che qualche altro cucciolo di maschio si avvicini e se ne appropri a suon di spintoni. Spesso arriva la mamma che lo sgrida. Poi dice: “Che gran bel gioco!” E la mia amica: “Sì sì, mio figlio lo adora”. E quelle… “Sì, ma un passeggino… non c’era che so, una carriola?”

    Il passeggino è gioco da femmine. E imitare le femmine evidentemente è degradante.

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  8. No, CloseTheDoor, non e’ affatto strano che tu non ti sia sentita dire frasi di quel tipo da parte di tuo padre e tuo nonno: i peggiori nemici delle donne sono sempre state le donne stesse. E’ per questo che e’ un problema culturale, e’ talmente radicato nella mentalita’ collettiva che neanche chi dovrebbe aiutare, se non se stesso, le persone piu’ care ad uscire da una situazione difficile (madri e figlie) non ce la fa.

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  9. Close the door, ti assicuro che è un errore che ho smesso di fare secoli fa! A parte che mio marito, essendo molto molto preciso (mentre io sono molto sbrigativa, il mio motto è “tutto, al volo”) in certe cose è più bravo di me (a fare il bagnetto, a passare l’aspirapolvere, a pulire i vetri). In altre è davvero negato (vestire le bimbe, me le trovo a casa con vestiti nuovi poi fuori con quelli rattoppati, per esempio) ma se fa lui, fa come riesce. Anche cucinare, per lui è difficile persino assaggiare se la pasta è cotta, ma non gli ho mai criticato un’insalata condita male o una pastasciutta troppo al dente (succede anche a me, e se fa lui, risparmio fatica io!). Anzi, ti dirò che una volta è stato lui a dirmi “dammi qua l’aspirapolvere che io lo faccio meglio”. E anche lui non l’ha mai fatto, perché per un mese gli ho ricordato “tieni caro, tu lo fai meglio…” 😉

    Per i luoghi comuni… la piccolina ha i capelli corti, d’estate sudava tantissimo così zac. Beh, posso vestirla di rosa da testa a piedi ma tutti a chiedermi “è un bimbo, vero?” E qui alla grande il “non fare così, sei una signorina” lo dicono in tanti troppo spesso! Solo qualche giorno fa, giocava con due bimbi quasi coetanei al parco giochi, conosciuti da poco, e una signora “certo che è incredibile che due maschietti giochino così bene con una femmina”

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    • @CloseTheDoor ma che problema c’è, il tema del mese scorso è sempre qui in archivio e puoi andartelo a leggere e lasciare i tuoi commenti. Non è mica troppo tardi per farlo, anzi.
      Temi tostissimi eh! 🙂
      PS. grazie per il link. Da una rapidissima occhiata sembra interessante, dovrò trovare il tempo di leggerlo per bene.

      @Daniela fino a pochi giorni fa ero molto soddisfatta del fatto che mio marito si occupasse interamente delle lavatrici. Io sono bravissima a non dirgli niente. Anche quando ha messo il tutone da neve del Vikingo ad asciugare nell’asciugatore, e si è scollato completamente, ho appena accennato un “ma perché non leggi la targhetta delle spiegazioni? Forte del mio muro di indifferenza di fronte ad ogni danno provocato, ho sopravvissuto ormai circa 2 anni senza occuparmi quasi mai della faccenda. Pochi giorni fa però quando ho visto come aveva rovinato una mia maglietta, gli ho chiesto a che temperatura l’avesse lavata, e lui mi ha risposto a 50 gradi. Così ho scoperto che per evitare di dividere i panni da fare a 40 da quelli da fare a 60, fa tutto a 50 gradi, per non far torto a nessuno. Un’applicazione della democrazia o il non plus ultra della pigrizia? Di fronte a questa soluzione creativa il mio muro di indifferenza ha vacillato 😉

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  10. Ca…………volo !! Mi dispiace di essermi persa il mese sul linguaggio che sono stata via, ma anche voi eh ! che temi tostissimi che scegliete.

    Dunque io per rispondere anche alla provocazione lanciata su Facebook, ho voglia di dire che in quanto femmina mi sono sentita ‘osteggiata’ a :
    – dire le parolacce “perché sei una femmina” (nonna)
    – fare karaté “perché una donna che fa arti marziali è sgraziata” (mamma)
    Ok il primo divieto non è cattivo in sè ma è la motivazione che rimane ‘ingiusta’, non è vero? 😉 Invece curiosamente non ricordo frasi particolari in proposito da parte di papà e nonno, vorrà dire qualcosa?

    Invece sulla divisione dei lavori in casa io vorrei rispondere – un po’ provocatoriamente – a Daniela. Fino a qualche mese fa la pensavo come lei, ma oggi sto per concludere una convivenza di qualche mese con mia mamma dopo anni che stavo per conto mio. Fra me e lei si è creata una situazione molto simile. La spiegazione che mi sono data è che dato il rapporto tendenzialmente (tendenzialmente???) conflittuale per evitare litigi, eseguo. In questa casa mi sento figlia, mia mamma è la padrona di casa, e noto che se prendo iniziative tipo cucinare qualcosa, inevitabilmente sbaglio, perché “il prosciutto volevo tenerlo per domani”, e cose così. Se tuo marito avesse lavato i panni e tu invece dovevi studiare la quantità di detersivo da metterci? 😉 Insomma non sarà che da adulte tendiamo a monopolizzare la situazione perché tanto gli uomini di faccende domestiche non capiscono niente – e loro si adeguano?

    Silvia & Serena & co., grazie di questo blog, siete uniche !!!

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  11. Bellissimo tema davvero, penso che leggerò con ancora più particolare attenzione i vostri articoli questo mese.
    Mi sento molto coinvolta, pensando spesso al futuro della mia bambina ed avendo come te un pò di giusta preoccupazione al riguardo.

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    • @Strilli vedrai che faremo molte riflessioni, e ne usciremo forse molto più confusi di prima, ma con un sacco di idee in testa 😉

      @Barbara, CloseTheDoor il passeggino lo abbiamo sofferto anche noi, e per me è l’emblema del problema maschi-femmine. Non si capisce perché un maschio non debba poter possedere un passeggino. Poi se un padre se ne va a passeggio portando il suo bimbo in carrozzina, si scatenano i complimenti perché è un padre presente.

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  12. Ecco, caso vuole che ci penso da giorni.

    Non tanto come mamma ma come coppia. Insomma, io mi sveglio un’ora e un quarto prima della partenza, preparo tutto, colazione, i cambi, le bimbe, magari già quel che serve al ritorno per il pranzo (visto che rientriamo tardi e spesso ripartiamo di corsa). Lui si alza mezz’ora dopo di me, anzi, si sveglia, poi ci mette 15 minuti ad alzarsi, bagno, colazione, si veste, è pronto.

    A tavola io preparo i piatti delle piccole, taglio, raffreddo, soffio, dò disposizioni, controllo quel che c’è sul gas, qualche volta mi siedo e mangio. Lui mangia e parla di lavoro.

    Ieri mattina, era in mutua, io mi alzo solita ora, alle 6.30 preparo una lavatrice, e visto che di biancheria da lavare ne ho un sacco, ne preparo una seconda. La prima la avvio, la biancheria della seconda la lascio in terra in camera pronta per essere messa in lavatrice appena stesa l’altra. Per telefono ci sentiamo, caro mi metti poi in lavatrice la roba che c’è in terra? Si.

    Al ritorno scopro che è in lavatrice, ancora asciutta: ah, non mi hai detto che dovevo anche attaccarla, e poi non so come funziona.

    Ecco, non voglio dipingerlo come un uomo all’antica, non lo è, fa il papà, il bagnetto, cambia pannolini, prepara la cena, stende, aspira, spolvera, riordina, ecc… Ma solo dietro precise e dettagliatissime istruzioni! Non ci pensa di suo. Se gli dico “dai tu da mangiare alla gnoma?” Se ne occupa (e non mangia, perché due cose non riesce a farle) ma in caso contrario non ce la fa. E spesso faccio prima a fare che a dire…

    Tornando all’esempio della lavatrice però mi chiedo: non è la prima volta che glielo chiedo. Ok, la prima mi sono trovata per telefono a dirgli “allora, metti la roba dentro, ok? Poi apri il cassetto dei detersivi, si quelli, metti il detersivo lì e lì, ok, poi giri la manopola, la vedi?” ecc ecc, ma da lì in poi… Ecco, il videoregistratore lo sa usare benissimo, il decoder digitale, comprato al pomeriggio, alla sera l’aveva già studiato tutto, sintonizzare, ordinare, programmare, criptare, tutto! Ma la lavatrice è davvero più difficile?

    Ecco, io non penso che uomini e donne siano uguali, non è vero ed è giusto che non lo sia, io non capisco i motori e non mi interessano, ho una fisicità diversa, ho interessi diversi, ben venga. Ma che dietro ci sia molto di culturale, ne sono convinta.

    L’uomo è abituato ad avere una mamma che fa, la donna una mamma che insegna, l’uomo si rifà a un modello maschile che in casa non c’è, la donna a un modello femminile che della casa se ne occupa.

    Ora, io prego e spero che i modelli di oggi siano diversi, e che i nostri figli crescano diversi. Ecco, le mie figlie si rotolano nella sabbia, la grande gioca con i maschi senza problemi, poi mi piace anche che sviluppi una sua femminilità, e mi piace vederla con la gonna (mai al parco giochi però!) o il cerchietto, ma voglio che impari a cambiare le gomme dell’auto, per dire, e tutte quelle cose che non sono proprio femminili ma servono ogni giorno. Per i giochi invece problemi zero, e anche i vestiti, tanto se gioca in campagna o nella sabbia, non è che fa differenza se è vestita di rosa o blu, così spesso abbiamo riciclato anche le cose dei cuginetti maschi.

    Ma di fissazioni ne vedo ancora molte. Una mamma in un negozio di vestiti per bimbi, aveva preso una maglietta per il figlio, 6 mesi, maglietta blu con una fascia di righe colorate (rosse, blu, verdi, bianche, gialle) e l’ha guardata per un bel po’ dicendo “certo che è bella, però il rosso, sa com’è, non mi piace che me lo scambino per una femmina”. Mah…

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