Diciamolo chiaramente: l’Italia non è un paese in cui uomini e donne hanno le stesse possibilità. Eppure noi, ai nostri figli, vorremmo dare il massimo, a tutti, indipendentemente dal fatto che siano femmine o maschi. Vorremmo che diventassero degli individui forti, capaci di fare le loro scelte indipendentemente dal loro sesso. Maschi e femmine nella stessa maniera. Senza limitazioni di genere. Eppure la questione di genere non è semplice come sembra. Cosa distingue l’uomo dalla donna? Quali differenze sono culturali e quali sono genetiche? E’ vero che i maschi sono più attratti dalle macchinette e le femmine dalle bambole? E un maschio può indossare collane, mollette nei capelli, e giocare con le pentoline? E una femmina può sporcarsi nel fango, desiderare una macchina da corsa, e amare il gioco del calcio? Abbiamo già discusso l’importanza della scelta dei giochi e di come alcuni giochi siano normalmente vietati ai maschi, trattandosi di giochi da femmine. Ma sono solo i giochi i colpevoli? E’ vero che i bambini sono più fisici e le bambine sono più verbali?
I bambini imparano a 360 gradi, imitano i grandi, leggono storie, vedono film, vengono martellati dalle pubblicità. Quali messaggi gli arrivano? Quali li segnano? Ma soprattutto cosa possiamo fare per rompere il mito della velina e del calciatore?
Questo mese faremo un po’ di esercizi per capire in che modo i bambini acquistano una identità di genere, e cosa possiamo fare come genitori, per far si che la prossima generazione sia un po’ più paritaria della nostra. Perché non so voi, ma io un po’ di preoccupazione ce l’ho.
dimenticavo: dobbiamo fare i conti anche con l’inconscio collettivo…
Mia figlia vede andare a lavorare tutti i giorni (come suo padre), guido l’auto (come suo padre), se c’è da attaccare un quadro lo attacco (suo padre non lo fa), vede suo padre cucinare (come sua madre), fare il bucato (come sua madre), stendere i panni (come sua madre) e stirare (come sua madre) e fare la spesa (sua mamma, io, non la faccio). Eppure in già più di una occasione se ne è uscita dicendo che il gioco della palla era da maschi, e quello delle bambole da femmina; che la casa “è del papà”, e con altri stereotipi. Ora cosa passa attraverso i giochi che già designano i ruoli? Non solo: ci sono cartoni animati che io vieterei per legge e che cerco di farle vedere meno possibile (come la tv): che raccontano le avventure di “graziosissime” fatine, con delle mise da veline, preoccupate di vestiti, pettinature e “ragazzi” tra cui l’immancabile principe, le atroci WINGS!! Poi c’è il linguaggio dove il maschile viene sempre adoperato per inglobare anche il femminile. Studiare la storia ad esempio preistorica dove si insegna ai bambini che “l’uomo” divenne cacciatore, “l’uomo” divenne agricoltore (quando invece ad esempio l’agricoltura in molte tribù africane con culture simili a quelle preistoriche, l’agricoltura é assoluto compito delle donne); questo é veleno per i cervelli sia delle bambine che dei bambini. Anche omettere dalla storia la cronaca dei personaggi di donne che l’hanno fatta. Alle università, si studia da tempo in alcune facoltà di storia, la vita delle donne nelle società romana, greca e medeievale delle donne, materia che però è derubricata come “storia delle donne”. Mi piacerebbe che quando si studiano le cronache di Cesare eccetera per fare un esempio si chiamasse come “storia degli uomini” e non come materia di Storia. Eppoi c’è dio declinato al solo maschile (altro veleno). Personalmente insegno a mia figlia (mio marito è cattolico) a nominare e a pregare dio anche al femminile, dea, perché le ho spiegato che il divino può essere rappresentato in diverse forme. Poi ci sono i messaggi che vengono dalla scuola: insegnanti, bambini e bambine ecce Poi c’é la genetica..ho osservato in maniera del tutto empirica, il gruppo di bambini, e bambine del mio cortile. Ho scoperto che quando in cortile ci sono più bambini e una sola bambina o due, i maschi se sono insieme tendono ad escludere le bambine dal gioco, se avviene il contrario le bambine includono nel gioco il bambino che é solo. Se ci sono tutti e le bambine fanno gruppo e si appartano per giocare per conto loro, il gruppo dei bambini va a fare dispetti (insomma crea disturbo) cosa che non fa invece il gruppo delle bambine quando il gruppo dei bambini si apparta..ma questa ripeto è un’osservazione del tutto empirica che sto continuando a fare con i bambini e le bambine del mio cortile ma che mi ha dato spunti interessanti..
Ah, che ferita aperta!
Figlio maschio di 5 anni, cerco di crescerlo senza condizionamenti, lotta durissima!
Gli regaliamo entrambi i tipi di giocattoli considerati, dai più, maschili e femminili. Possiede anche un passeggino per il bambolotto.
Dovete vedere la facce di alcuni passanti adulti e bambini… Vivo a Milano! Che dire poi dei condizionamenti verbali? Tipo: …”dai non piangere, sei grande, non sei un femminuccia…” …”ma ti fai fare lo sgambetto dalle bambine, erano delle racchie vero?”… La prima frase detta dalla parucchiera durante il taglio dei capelli, la seconda dal nonno!!! Voi come vi comportate in questi casi?
Io parlo, spiego, parlo e spiego, ma lui ha 5 anni ed é una “spugna”…
Scusate la sintassi, ritornerò con più calma.
Mary
Per me il tema è complicato perché in realtà, al di là dei grandi sforzi che molti di noi fanno per non “differenziare” i messaggi educativi tra “cose da maschi” e “cose da femmine”, è altrettanto vero che troppi genitori hanno ancora in testa l’antinomia rosa /azzurro, maschio/femmina, bambola/soldatini. Tutti noi, ogni giorno, siamo vittime (più o meno consapevoli) dei tanti messaggi “sessuati” che circolano dalla pubblicità alla scuola, dalle parrocchie alle vecchie abitudini. Difficile ma necessario smarcarsi! E anche in fretta perché invece attualmente sembra esserci un rigurgito da controriforma… :-((
Tema difficle e bellissimo allo stesso tempo.
Io ho due bambine e quindi è un pò difficile poter vedere “dal vivo” le differenze
Credo però, che ci siamo delle differenze innate!
Perchè le bambine generalmente parlano prima e meglio dei loro coetanei maschi?
E perchè invece quando i bambini litigano tra di loro, se non vengono divisi prima, la lotta si esaurisce con la supremazia fisica di uno?
Intanto mi fermo qui.
A presto
Antonella
Brave, bellissimo tema, di sicuro scriverò un articolo per il blogstorming. Ne ho veramente tante da raccontare anche se il maschietto ha solo 9 mesi e la femminuccia solo 3 anni. A presto, allora!
Se vi va, potrei tradurre, magari sunteggiando un po’, un articolo uscito sul giornale Sydsvenskan che raccontava di una madre che ha deciso di mantenere il bambino/a “asessuato” durante la sua crescita. Gli ha dato un nome che non è direttamente né maschile né femminile, in svedese c’è anche un modo di evitare di dire “lui” o “lei” quando si parla di qualcuno…
L’articolo ha suscitato un vespaio di commenti tra i lettori, magari anche qui 😉
@MamminScania ti scrivo in privato.
Ah che bello, io ho un maschio e una femmina quindi la cosa mi interessa.
Il grande ha due anni, la piccola 5 mesi, quindi è un po’ presto per distinguere tra i loro giochi.
Però quando mi trucco e il grande mi vede e dice “anche io anche io” gli spiego che mamma sta facendo un gioco da femminucce, che i maschi mica si truccano. 🙂
Eh vabbe’ ma allora ce l’avete con me!!!!
Serena lo sa bene che su questo tema sono… come dire… particolarmente suscettibile? Avvelenata? Un avvoltoio che gira come un matto cercando una preda su cui buttarsi? Cavoli vostri adesso. Mi faro’ sentire e non mi provocate troppo che poi non rispondo di me stessa.
grazie! bellissimo tema, che mi sta molto molto a cuore! parteciperò al blogstorming…
Mamma mia ragazze che bel tema (scottante pure, eh!) Mi sa che questo mese vi seguirò ancora più appassionatamente…
Ispirate da “Presa diretta” di domenica? (che tristezza…)
Blanche, è giustissimo quello che dici: non è certo facile uscire dai giudizi e pregiudizi di genere, anche con le migliori intenzioni. Siamo tutti immersi in una cultura ed in una società e non possiamo pensare di non esserne coinvolti.
Cara Serena,
sto mese mi impegno, è da tanto che ho voglia di partecipare al vostro bellissimo Blogstorming e questo è un argomento cui non posso non rispondere.
Ho un maschietto di tre anni e mi interrogo in continuazione su quale sia il modo migliore di crescerlo felice di essere se stesso e basta. Mi pare di vedere delle autentiche differenze con la cuginetta coetanea, ma ho sempre paura di essere io a filtrare con in miei occhi non del tutto liberi.
Mi vergogno a dirlo, ma se lo vedessi prediligere in modo netto abiti e comportamenti femminili mi sentirei inquieta, e mi chiedo in continuazione quanto io sia realmente libera da pregiudizi. Ho il terrore di “modellarlo”.
Ho parecchio da riflettere, da scavare in me e da approfondire. Grazie per questo fantastico spunto.
B.
inutile dire “interessantissimo tema” perchè da quando vi ho scoperte non c’è stato un tema che non fosse interessante…ma questo mese mi sento particolarmente coinvolta, ne parliamo spesso mio marito ed io e vorrei partecipare al blogstorming. posso? come devo fare? in ogni caso appena abbiamo un minuto scriveremo un post con la visione di mamma e papà sull’argomento (visto che la pensiamo allo stesso modo ma compiamo come sempre percorsi diversi ed abbiamo ovviamente un retroterra diverso)e se vi fa piacere condivederemo con voi il nostro pensiero. grazie davvero è un tema che casca a fagiolo come si dice 😉
E come non averla quando ti dicono: “tuo marito è davvero bravo, gioca tanto con le sue figlie, eppoi sono femmine!!!”. A parte il fatto che non ho capito cosa c’è di strano nel vedere un babbo divertirsi mentre gioca con le sue bimbe, ma poi cosa significa che sono donne?? La puledrina di 3 anni e mezzo preferisce correre, sporcarsi e andare in bici piuttosto che mettersi le mollette ai capelli e truccarsi. Sicuramente cambierà, ma per ora va benissimo così
@mammadicorsa purtroppo gli stereotipi sono sempre presenti nei commenti della gente. Ti dico che l+estate scorsa in vacanza una signora si avvicina e mi dice “compimenti! che bravo suo marito!” alla mia richiesta di spiegazioni mi aggiunge “perchè l’ho visto prima al bagno con il bambino, che lo aiutava a lavarsi le mani. Proprio bravo!” Io dico, ma ci si può stupire del fatto che un padre faccia lavare le mani al figlio???
@Barbamamma certo che vogliamo leggere il vostro post! Partecipare al blogstorming è semplicissimo, scrivete il post e poi seguite le istruzioni a questa pagina: https://genitoricrescono.com/nato-blogstorming/. Fammi sapere se avete bisogno di aiuto.