A scuola col Sorcetto

L’esperienza scolastica più recente di cui possa avere memoria è la mia.
Quindi, con questo bagaglio, ho affrontato il dirompente ingresso del Sorcetto nella scuola primaria.
Più volte ho sottolineato che, sia io che lui, possiamo definirci persone amplificate. Ma non per questo ci assomigliamo molto come carattere. Anzi.
Il mio trend scolastico è sempre stato piuttosto regolare. Sapete, di quelle bambine delle quali chiunque avrebbe potuto dire che andavano bene a scuola, ma senza mai essere la famigerata “prima della classe”. Mi sono sempre aggirata in quella fascia medio-alta di rendimento, quello che quantificherei con una media del 7. Punte di “eccellenza” in italiano e profonde antipatie per la matematica, ma il tutto sostenuto da un certo senso del dovere che mi imponeva di impegnarmi un po’ di più laddove non arrivavo con il “talento” (le utime due parole tra virgolette, sono evidentemente “tra virgolette”!!).
Insomma, pensavo che, tutto sommato, questa fosse la norma per un bambinetto di intelligenza sicuramente vivace, supportata da un impegno accettabile, con tutti gli alti e bassi del caso.

Poi il Sorcetto è arrivato in prima elementare (dopo essere passato per un cursus honorum di scuola materna che doveva pur far intendere qualcosa)… Ed ogni mia convinzione sull’andamento scolastico è crollata.
Io, questa storia di dover lavorare tanto sull’aiutarlo a restare concentrato, proprio non me l’aspettavo. Ero convinta che bastasse essere interessati per concentrarsi. Ed invece scopro che un amplificato iperenergetico ed ipersensibile può distrarsi anche quando sta seguendo o facendo qualcosa che lo interessa. Perchè i suoi sensi, vista, udito, olfatto, sono sempre tesi e pronti ad uno scatto e basta un nonnulla per rubare la sua attenzione.

Attualmente il Sorcetto alterna giorni in cui prende 10 (vabbè, lo sappete, in questa fase i voti servono ad irrobustire l’autostima!) a giorni in cui la maestra si astiene dal mettergli il voto per disperazione. Dal suo quaderno si può scoprire la mappa della sua concentrazione nel corso della giornata.
Ci sono giorni in cui racconta per filo e per segno tutto quello che è accaduto in classe ed altri in cui c’è da domandarsi se sia stato veramente a scuola perchè lui non ne ha memoria…

Sorcetto mio, ma non mi puoi passare da 10 a non classificato da un giorno all’altro e di continuo! Non puoi andare sempre sulle montagne russe! La tua mamma ama lo svolgimento regolare della vita e delle emozioni: non mi puoi fare così!!!

Avevo comunque escogitato un metodo, liberamente ispirato alla Gnomo del vasino, per motivarlo ad avere maggior costanza. Quando il Sorcio torna da scuola si fa un bilancio della sua giornata, basato, ovviamente, non solo sui voti presi (sono pur sempre un indicatore chiaro e facilmente decifrabile), ma anche sullo stato dei quaderni (che passa da “gatto arruffato” a codice miniato del ‘300), sui pasticci-cancellature-quantità di pagine e righe saltate… e si assegna un bollino alla giornata: verde se positiva, rosso se negativa. Si segna sul calendario e, a fine settimana, solo se c’è prevalenza di bollini verdi, si comprerà Topolino.

Ma ecco che dopo il colloquio con la maestra alla consegna delle pagelle, questo metodo mi è sembrato improvvisamente orribilmente ansiogeno. Eh, già! Perchè cosa mi va a dire la maestra?! Che il Sorcetto ha potenzialmente un “ampio margine di miglioramento”, attualmente ostacolato dalla sua ansia! Ok, non solo da quella: anche il disordine e la propensione al pasticcio ci mette del suo.
Però su questa storia dell’ansia gli insegnanti hanno calcato la mano: reazioni iperboliche ad un rimprovero, paura di sbagliare, apparente nervosismo continuo, agitazione.

Sicuramente ha tanto tempo per cambiare, per adattarsi, per torvare un suo equilibrio… per maturare e diventare grande. Però il punto è che io non mi aspettavo di dover affrontare questioni tanto diverse da quelle che avevano impegnato me.
Il modo di vivere la scuola, gli impegni, lo studio, è solo un esempio di come scopriamo, nel corso della nostra vita di genitori, quanto i nostri figli possano essere diversi da noi. Abbiamo un’immagine di come si possano affrontare determinate situazioni della vita, che è condizionata da come le abbiamo affrontate noi, magari i nostri coetanei, fratelli, amici. E su questo tendiamo a valutare cosa aspettarci.
Ma poi, qualche volta, in nostri figli decidono che sarà diverso. Che ci saranno problemi da affrontare che non ci aspettavamo. Che certe tappe che pensavamo epocali, per loro passano via come niente fosse.
Perchè i ritmi della vita sono diversi per ognuno di noi. E, secondo me, la prima cosa che ti sconvolge un figlio, sono i ritmi.

questo post è dedicato a Gloria, per via di questo suo post qui

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20 thoughts on “A scuola col Sorcetto”

  1. Luci sono d’accordo con te. La scuola deve essere la prima a fare uno sforzo per accogliere i bambini, cercando soprattutto di rendere lo studio stimolante e divertente, nel pieno rispetto delle differenze tra gli individui. Certo l’equilibrio è difficilissimo e richiede delle doti di pedagogia non indifferenti, e che troppo spesso non esistono nell’insegnante medio italiano. Però poi ci sono degli aspetti che sono una crescita necessaria personale di ciascun individuo. Io temo che il Vikingo ci darà del filo da torcere non meno del Sorcetto, vista la sua totale incapacità di mantenere un livello costante di attenzione e la sua facilità a scoraggiarsi al primo odore di fallimento. Però penso che anche se la scuola potrà tentare di aiutarlo in qualche modo, la maggior parte del lavoro spetterà a lui e a noi genitori.

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  2. Ciao,
    volevo scusarmi perché, rileggendo il post, mi sembra che traspaia una posa sostenuta che non volevo avere…è che quando le parole appaiono scritte fanno tutto un altro effetto, non so spiegarmi ma suonano diverse da come uno le intendeva.
    Certo che più ci penso più mi sembra che faer il genitore sia come fare l’acrobata: in bilico tra essere propositivi, incoraggianti, severi quando serve, pazienti…aiuto! La mia piccola peste sta iniziando ora a parlottare ma già si vede il caratterino deciso, mi sa che ne vedremo delle belle.
    Un saluto

    PS: non so se possa consolare, ormai sono passati anni, ma io fino alla 2a elementare non riuscivo a scrivere nelle righe dei quaderni, mi sembrava uno sforzo inutile. A tutt’oggi ho una calligrafia orribile, ma grazie al pc si sopravvive 🙂

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  3. si, questo lo penso anch’io, ed è sicuramente un bene che la maestra sia coinvolgente, però noto che spesso (non so se anche in questo caso) le richieste di “adeguamento” fatte dagli insegnanti non tengono conto delle reali esigenze, rapportate all’età, dei bambini, e i rischi che ci siano forzature che debilitano l’interesse invece di incoraggiarlo sono poi a carico dei bambini, e, soprattutto (ma, ripeto, è un discorso generale e non vale per tutti i bambini né per tutti gli insegnanti, ovviamente) si rischia di far inimicare la scuola, o, peggio, la voglia di istruzione, al bambino. Voglio dire, al centro ci deve essere comunque il bambino, che ha in sé capacità enormi, di interessarsi, di imparare, di amare ciò che fa…quando questo viene sottovalutato da parte della scuola è triste!

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  4. Luci, io penso che crescere voglia dire anche imparare ad adeguarsi agli altri.
    A parte il fatto che la maestra di mio figlio tutto sembra meno che poco coinvolgente, lui comunque dovrà, prima di tutto, imprare i ritmi del gruppo e della collettività. Non si può essere un outsider a vita, o meglio, lo puoi essere per scelta, non perchè non sei riuscito a fare altro.
    Se trovo un quaderno pasticciato, lui afferma sempre che è dovuto al fatto che in classe c’era confusione. Io so che per lui confusione poteva essere anche una mosca che volava, oppure, magari c’era davvero confusione, o si è messo a chiacchierare con il compagno di banco e poi non ha ritrovato il filo… Comunque siano andate le cose, è LUI che deve imparare a gestire se stesso.
    Insomma, credo molto nel fatto che se si impara ad autodisciplinarsi si ha in mano un’arma invincibile. Poi puoi fare il rivoluzionario quanto ti pare, ma devi conoscere le regole del gioco per cambiarle, scardinarle, ignorarle o rispettarle.

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  5. butto lì una provocazione…e se, come dici tu, dovesse essere l’interesse a far concentrare spontaneamente un bambino (soprattutto se amplificato) e fossero i docenti a non saper risvegliare adeguatamente l’interesse dei bambini? in fondo, lo vediamo ogni giorno con i nostri bambini (amplificati, ma anche non), a quello che davvero loro interessa si avvicinano con grande curiosità e voglia di scoprire!

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  6. Lorenza, il tuo commento è stato solo l’occasione per affrontare questo argomento del “tanto intelligente da giustificare tutto”, che purtroppo tende ad essere un po’ diffuso, ma avevo perfettamente capito la tua idea.
    Tutto sommato penso che un po’ di “Signorina Rottermayer” fa bene alla salute dei nostri bambini, anche erchè mi accorgo che spesso regole semplici e ben determinate sono più facili da comprendere e da accettare.
    Comunque… tanto per la cornaca, sull’ortografia continuiamo a brancolare nel buio… qualche consiglio???

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  7. Sono d’accordo con i vostri commenti, non intendevo sposare la tesi del genitore che giustifica i figli ad ogni costo! Semmai ho la tendenza contraria, sto cercando di dare dei punti fermi a mia figlia senza essere troppo severa ma, detta di mio marito, a volte tendo a essere un po’ signorina Rottermayer…
    Credo che serva uno sforzo notevole e continuo per tentare di convogliare in modo positivo “l’esuberanza” e la vivacità di certi bambini e, per i genitori che sono sempre in prima linea, la tentazione a cedere a volte è forte. Gli insegnanti dovrebbero affiancare e consolidare questi tentativi in quanto educatori per professione ma a volte, complici anche i vari agli alla scuola, tendono a minimizzare lo sforzo.
    Buona giornata

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  8. Ho il piacere di conoscere il Sorcetto, e so per certo che è un tipo sveglio, e se si vuole, si può anche definire intelligente (ma cosa è l’intelligenza?). Noto spesso un atteggiamento pericoloso da parte dei genitori, che è quello del “mio figlio è un genio incompreso dalle maestre”. Il fatto di essere intelligente non esime nessuno dall’applicarsi, dal non disturbare in classe, e dal seguire regole di convivenza sociale. E nessun bambino è “troppo” intelligente per capire (o imparare) tutto ciò.
    Che poi a volte (spesso?) il sistema scolastico tende ad appiattire piuttosto che ad aiutare ad uscire dagli schemi, o che ci siano insegnanti poco preparate/i a gestire bambini che hanno bisogno di maggiore aiuto, può anche essere vero. Però rimaniamo vigili su noi stessi. Se usiamo spesso il discordo “mio figlio è troppo intelligente” per giustificare certe situazioni, allora proviamo a metterci in discussione e chiediamoci “troppo inteligente de’ chè???”
    E tutto ciò lo scrivo anche per me stessa, che il Vikingo ha “troppa” intelligenza che gli esce da tutti pori 😉

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  9. Lorenza, credo che l’intelligenza del Sorcio sia assolutamente nella media e, per di più, con il guaio di essere organizzata in molti alti e bassi piuttosto che in un andamento costante.
    Per esempio è molto infantile nel disegnare per la sua età.
    Non penso che mio figlio si distragga per noia, ma proprio per facilità di distrazione.
    Sicuramente la facilità di memorizzare è un punto di forza, ma pu essere anche controproducente: ripetendo per filo e per segno non si da l’impressione di aver capito a fondo, anche se poi mi rendo conto che lui davvero capisce quello che memorizza.
    Diciamo che è un ragazzino sveglio, ma per ora non si vende per niente bene.
    Io per ora cerco di aiutarlo ad organizzarsi meglio. E comunque sto vedendo qualche miglioramento sulla costanza.

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  10. Cara Silvia,
    tuo figlio è un bambino molto più intelligente della media e questo purtroppo a scuola può costituire un problema. I bambini come lui infatti sono più impegnativi e avrebbero bisogno di stimoli costanti per non farli annoiare, perché capiscono al volo e bruciano le tappe.
    A volte però la scuola non fornisce una risposta adeguata.
    E’ capitato ad una mia amica, il cui figlio è piuttosto precoce nell’apprendimento, di ricevere lamentele dalle maestre perché il bambino non sta attento e loro non possono spendere tempo a dargli cose in più perché ha un programma da seguire.
    Quando ho fatto le elementari (quindi parecchi lustri fa) anch’io memorizzavo molto in fretta e poi mi annoiavo. La maestra rimediava riempiendomi di cose da fare: compiti in più, libri da leggere e riassumere, mi faceva spiegare i problemi ai compagni. Direi che il metodo ha funzionato, tutt’ora sono poco analitica e tendo a fare le cose in fretta in compenso sono brava a riassumere e spiegare.
    E’ vero che i bambini oggi sembrano essere più impegnativi di un tempo, però anche alcune maestre non sono più quelle di una volta…
    Che la Forza (o la Pazienza?) sia con te!

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  11. Letto, mammaemigrata…
    In effetti per certi versi sono all’opposto: il Sorcio scatta appunto fotografie per memorizzare ed è una delle cosa che fa in frettissima. Memorizza. Lui manda amente una quantità di informazioni anche e soprattutto inutili in un tempo ridicolo per gli altri comuni mortali. L’importante è che possano tradursi in immagini.
    Infatti per studiare (le sue prime lezioni!) facciamo prima uno schema a disegni o comunque uno schema visivo.
    A quel punto non devo più preoccuparmi di nulla: glielo consegno e dopo mezz’ora sa tutto (e pure in autonomia)…
    Unico problema è che memorizza a tal punto che usa esattamente le parole che ha letto e dai a fargli capire che deve usare parole sue: giustamente lui mi guarda perplesso e non capisce perchè dovrebbe trovarne altre se lui ricorda perfettamente quelle.
    Anche perchè studiare è una cosa che si può fare in movimento… è questo il segreto. Mentre per scrivere bisogna stare seduti. Sul leggere va meglio, perchè si può leggere stando seduti in posizioni scomode e bizzarre e questo per lui è già qualcosa.

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  12. grazie mammaemigrata, devo dire che comunque resistiamo bene almeno a metà della prima… anzi, stiamo migliorando un po’, giorno per giorno…
    certo il lancio dello zaino con figlio al seguito ogni tanto lo sogno anche io…

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  13. Accidenti, il bambino amplificato assomiglia, in certe situazioni, in modo incredibile al bambino Invasato, categoria a cui appartiene il mio grande… ne ho parlato in questo post Le cause delle “assenze” sono diverse, ma mi sa che i risultati sono gli stessi: incostanza completa, frustrazione delle maestre, dei bambini e dei genitori… oltretutto, lui ha per “modello” una sorella maggiore che è brillante, che riesce benissimo e senza sforzo, e che, da quando aveva 7 anni, si è sempre arrangiata da sola per i compiti… E’ dura non fare un confronto, anche da parte mia, che ogni tanto veramente non so che pesci pigliare per fargli finire quelle dieci righe in meno di due ore…
    Vorrei dirti “coraggio, che migliorerà”… di sicuro ci sono miglioramenti man mano che crescono, ma a volte sono così minimi e dilatati nel tempo che ti capitano le sere in cui vorresti prendere zaino, penne e quaderni (e ogni tanto anche il bambino) e buttare tutto dalla finestra! Ci vuole pazienza, infinita pazienza…

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