Ritrovarsi nonna, sentirsi mamma

Ritrovarsi nonna senza sapere bene cosa aspettarsi dal rapporto con il piccolo e scoprire una dimensione di attaccamento che passa inevitabilmente per il proprio ruolo di genitore. Noi, oggi genitori, rivendichiamo autonomia e nessuna interferenza, ma…
generazioniQuesto post è nato da una conversazione sul nostro gruppo facebook con Lia di Haramlik, una donna “d’azione” che si è “ritrovata” nonna, atterrando così in questo ruolo sconosciuto e incredibile che, a volte, noi genitori consideriamo quasi antagonista. Eppure è lì, dietro l’angolo, per ciascuno di noi.

Volevo riflettere un attimo ad alta voce su questo difficile ruolo di nonna che tocca alle donne della mia generazione, che avevamo -tipo- sei anni nel ’68, quando le nonne iniziarono ad essere ufficialmente schifate. Da gente molto più vecchia di noi.
Butto lì quello che penso, in ordine sparso.

La natura vuole che abbiamo tutti un istinto protettivo verso i figli. Tale natura non ha impostato una data di scadenza. Ergo: non passa mai. Anche se avete 35 anni. Io ancora dico “la bambina”, tra me e me, e ne ha 32. Non è che siamo sceme, è proprio legge di natura. Tendere la mano verso mia figlia se attraversiamo la strada, tipo. E’ ridicolo, lo so, ma ne sono vittima. Succederà anche a voi quando i vostri mocciosi saranno grandi. Non trattateci come non vorreste essere trattate voi domani. Davvero, è roba che non si controlla. Come la fame o la sete.

Vedere ‘ste caspita di bambine diventare madri è un’esperienza psichedelica. Dico sul serio. Perché, dovete sapere, noi non vi vediamo mai veramente come siete da grandi. Quando dormite, tipo, riconosciamo il nasetto a patata, quell’espressione particolare che avevate a due anni, quel modo di sospirare che ci è entrato nei neuroni quando siete nate, quella roba lì. Come dicevo, la natura non provvede date di scadenza. Quindi, io ve lo dico: E’ INUTILE che vi incazziate. Vi incazzate con la pioggia, per caso? Con la natura in generale? No, vero? E allora perché farlo con noi, che della natura siamo vittime e basta?

Voi fate figli e noi rimaniamo profondamente stupite. Questa è la prima cosa. Poi ci diciamo che ok, la vita è così. Poi ci mettiamo nel ruolo di nonna e, sorpresa, come si fa a fare la nonna? Non è una cosa che qualcuno che ti insegna. Io, per dire, l’ho cercato persino su Google, e la prima cosa che ho letto è stata che non dobbiamo baciare troppo i nipoti perché ai bambini i vecchi fanno schifo. Ci sono rimasta malissimo. Pur capendo, eh. Mica sono scema.

Poi un sacco di stereotipi da cui ti viene ingiunto di prendere le distanze. E lì, una donna della mia generazione impazzisce, giuro.
Io sto facendo i conti con la menopausa da pochissimo. Se volevo altri figli, li facevo tipo ieri. Io vado a letto con gli uomini. Mi invaghisco. Esco. Faccio cose, direbbero donne odiate da Nanni Moretti.
Non devo sublimare proprio niente, con un nipote. Semplicemente, lo amo. E sai perché? Perché è il figlio di mia figlia. Ergo: noi, i vostri figli, li amiamo solo e soltanto perché sono figli vostri. Perché amiamo voi. Sennò, oh, dopo tutto il tempo che ci abbiamo messo per tirarvi su, VI GIURO, nulla ci può sembrare meno appetibile di un moccioso IN SE’. Questo, tatuatevelo: la graziosa creaturina che avete messo al mondo ha, ai nostri occhi, un unico vero appeal: è figlio vostro. E non esiste nessuna altra ragione al mondo, NESSUNA, per amarlo.
Quest’unica ragione, però, è potentissima. Quindi, lo amiamo di amore totale.

E quindi sei lì, in questa situazione che non solo è nuova ma è anche del tutto improbabile, nessuno te l’ha mai insegnata. Non esistono riviste dedicate, siti web, corsi appositi, non c’è un cazzo di niente che ti insegni la teoria. C’è, però – e guardate che c’è, anche se non lo vedete- un mondo che vi mette le mani avanti: non fare questo! Non fare quello! Non sostituirti ai genitori! Non intaccare il rapporto di lei col suo uomo! Di lui con lei! Di loro con lui! Di Tizio con Caio! Di Caio con Sempronio! Il mondo ti rimanda un sacco di rapporti ed equilibri che puoi rovinare anche solo se fiati. E il tuo istinto è di cacciarti in un angolino e non respirare, ma allo stesso tempo ti chiedi se il mondo è pazzo. Tu non vuoi fare niente di male, è solo che, come dire…
E’ solo che ci sei passata. E ci sei passata quando eri giovane e cretina e hai fatto un sacco di cazzate che la vita non ti basta a dimenticarle. Da quelle minuscole, che a voi sono costate un raffreddore, a quelle grosse per cui ci sentiremo in colpa sempre, e non importa se alla fine siete venute bene.
Io, ogni smorfia di dispiacere di mia figlia ancora me la ricordo, ogni sua insicurezza me la imputo, ogni suo piripipi mi irrita nel profondo perché è un piripipì che perpetua ogni nostro intoppo, di cui alla fine sono sempre colpevole io. E, siccome lo sai, vorresti che fosse tutto se non perfetto almeno non troppo sbagliato. E quindi stai attenta. Ma non lo fai apposta.

Deve essere un’altra di quelle cose di natura: hai un radar che VEDE ogni piccola cosa che tua figlia sbaglia, e non puoi farci proprio niente. Lo vedi. E da una parte sai che non è grave, non muore nessuno, va bene così. Dall’altra, però, hai come una trottolina nello stomaco, un desiderio sordo di aggiustare, di dire, di spiegare, di proteggere. E’ una roba da sudori freddi. Davvero, è una situazione fortemente del cazzo.

Io non lo avrei mai detto, che ero capace di VEDERE i germi. Ma giuro che adesso li vedo. Vedo il soffio di vento che solleva germi che vanno dritti in faccia allo Gnomo che sta seduto su una sdraietta troppo bassa. E’ una roba ridicola, ma allo stesso tempo è da impazzire. Da madre non lo avrei mai visto, perché se le madri vedessero ANCHE questo impazzirebbero, suppongo.
Non so spiegarlo, è come avere un terzo occhio. Vedi nello stesso momento tua figlia e suo figlio e ti sembrano bisognosi di protezione entrambi. E ti devi dare i pizzichi nello stomaco per non sbroccare, per non dire, per mantenere il contegno, per non rompere le balle. Ma è un lavoro, non è istintivo.

Poi ci sono cose che sfiorano fortemente la responsabilità legale, secondo me. Se tu SAI, che la tale cosa fa male allo Gnomo, come fai a stare zitta? Che peccato di omissione compi? Come fai a dire, dopo, che lo sapevi? Come sempre, nell’essere madre, qualunque cosa tu faccia sbagli. Sbagli se parli e sbagli se stai zitta. E allora cerchi le tue priorità. A tentoni.

Insomma, ragazze, non è facile. E siccome non è facile, fateci almeno un piacere, uno solo: non mortificateci. Ecco, alla fine volevo dire questo. Proprio, non mortificateci. Mettetevi nei nostri panni, anche perché prima o poi saranno i vostri.
Non state lì a rivendicare, a ricordarci che non contiamo un belino, ad accusarci di chissà cosa, a sospettarci di crimini contro la vostra intimità. A noi, onestamente, della vostra intimità non ce ne frega niente. E se ci ritrovassimo a dovere davvero fare da madri ai vostri figli la considereremmo una spaventosa sciagura. Gessù santissimo, no!!!

Della nonnità, fino a ora, ho capito due cose: che è bellissima, soprattutto perché NON sei la madre. Non devi farti il culo come allora. Puoi veramente dare solo il buono che hai, ed è come un riscatto rispetto al casino di quando eri madre. E’ un secondo round, però giocoso, allegro, col livello di dramma infinitamente ridotto. Questo, per quanto riguarda il pupo. Con tua figlia, invece, è il trionfo dell’impotenza. E lo dico consapevole di avere una figlia “facile”, comunque. Mia figlia non mi accusa di volermi sostituire o chissà cosa, anche perché mi conosce: suscettibile come sono, la prenderei a pedate per tutte le scale e sarebbe una tragedia. Pupina mi sa prendere, grazie al cielo.
Però, ovviamente, finge di ascoltarmi e poi fa quello che vuole lei, e io noto che Gnomo ha freddo ai piedi, che il marsupio è DAVVERO sbagliato, che, che, che, milioni di che.

E così stiamo. Imparando, tutti quanti.
E quindi trattiamoci bene, mentre impariamo.

Trattateci bene. Perché, vi sembrerà stranissimo, ma i più spauriti, incerti, goffi eppure strapieni di amore generale mi sa che siamo noi nonni, ché nessuno ci fila di striscio ma ci pare di avere comunque un ruolo importante, e stiamo cercando di capire quale è.

Basta, finito. Sì, sono del ’62. Sì, sono contenta di questo agosto con questa famiglia così moltiplicata. Cercherò di avere un senso, in questa nuova cosa.
Aiuto.

– post di Haramlik

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8 thoughts on “Ritrovarsi nonna, sentirsi mamma”

  1. beh, di fronte a cotesto nipote e calzino mi ammorbidisco anch’io, per forza!
    e’, davvero, illuminante il tuo inciso, che a voi piace andare d’accordo. a mia madre no, e’ una cosa che avevo subodorato ma mai espresso cosi’semplicemente. a me piacerebbe mi piacesse ma l’imprinting e le male abitudini sono dure a scollarsi. chissa’ che da oggi non abbia piu’ chiara la direzione.

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  2. Anna: tutti proiettiamo, e se una ha un cattivo rapporto con sua madre proietta ancora di più, quindi figurati se non ti capisco. Io e mia figlia, comunque, abbiamo un buon rapporto: è da metà luglio qui a casa, con un andirivieni di amici vari. Ci invadiamo un po’ a vicenda, e poi anche un po’ no: io sono una che ha molto bisogno dei propri spazi, per dire. E Gnomo ha sfoggiato, a tratti, dei bellissimi calzini gialli della divisa del Brazil, lega di calcio. Da come sorride, ci pare che gli piacciano. Ma poi, sai: a noi, di fondo, piace andare d’accordo.

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  3. lia, io ti ho trovato invadente e saputella e mi hai fatto innervosire proprio proprio come fa mia madre, nonna giovane, discreta e pure alternativa!!
    infatti ho figliato a diverse centinaia di km da lei e limito al massimo gli incontri, a ciascuno i suoi ruoli, io so di essere una pessima figlia, d’altronde. sono pure certa che lo gnomo non abbia freddo ai piedi, guarda.

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  4. ma… è un articolo commovente e, dunque, un colpo basso, in effetti una nuova prospettiva…ma MA, come la mettiamo con le mamme dei papà? eh? eh? EH? quelle che ti guardano con sguardo di disapprovazione e che, pur non parlando, mandano inequivocabilmente ultrasuoni che dicono ‘Senti, guarda, falla finita, nun ce provà, io ero MOOOLTO meglio di te!!!’?? AH. Trovamene una, una sola che sappia scrivere un post così amorevole, ma nei riguardi della NUORA!!!!

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  5. Un post fantastico!
    Grazie per questo inopinato punto di vista
    Speriamo di riuscire a cambiare certi atteggiamenti di insofferenza filiale. Ma non dimentichiamo che per noi, figlie in primis, madri solo poi, questa è anche, un poco, la nostra occasione di riscatto, dopo avere per anni, subito in un certo senso, modi vivendi che non erano i nostri, ma ci siamo adattate, anche quando certe imposizioni materne ci sembravano, e ci sembrano tuttora assurde, quindi, che dire, così funziona il mondo, ogni generazione ha le sue presunzioni e dispiaceri ; si cerca di convivere senza scannarsi a vicenda! ?

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