Quale rispetto?

gemelle-barbieQualche anno fa, lessi un’intervista non ricordo dove (il bello delle parole scritte e dell’arte in genere è il fatto che se ti sono rimaste dentro non le perdi mai). Questa giornalista chiedeva a una trans se c’era qualcosa che la stupisse nell’essere diventata, anche biologicamente, donna. Rispose che l’aveva stupita la paura di essere violentata, il fatto di sentirsi meno libera di uscire per strada di sera, rispetto a quand’era uomo.

Se chi ha ospitato uomo e donna nello stesso corpo evidentemente non costituisce la maggioranza della popolazione, ciò non significa che la maggioranza della popolazione si riconosca in concetti stereotipati di genere e sessualità.
Spessissimo (e qui amplio il ragionamento: non parlo più solo di genere) mi chiedo se le persone sono matte e concludo le mie riflessioni con un “siamo diversi”, che significa “io sono migliore”. A volte mi ritrovo anche a pensare: io quella cosa l’avrei fatta così, che significa che l’avrei fatta meglio. Poi magari, nel tentativo di farla meglio mi imbatto negli ostacoli che, guardacaso, hanno fatto sì che il mio predecessore avesse agito in un determinato modo (ecco, questa sensazione a volte ce l’ho anche quando penso agli errori che ha fatto mia madre con me).

Visti questi presupposti (le infinite varianti della sessualità e il “se fossi nei panni degli altri capiresti”), cerco di non insegnare alle bimbe un concetto di rispetto che si fonda su qualcosa che non ha un’accezione universalmente condivisa: l’essere donna.
Infatti, se essere donne si riducesse a un fatto biologico, non vedo perché si dovrebbero rispettare solo le proprietarie di vagina e non anche i proprietari di pene.
Se essere donne invece è appartenere a un genere, il rispetto condizionato è pericoloso da veicolare, in quanto il modello di genere è spesso imposto: la maggior parte delle persone non vi si riconosce. Per esempio: se meriti rispetto perché sei una donna, e la società sottintende che le donne fanno figli, qualora tu decidessi che non vuoi figli, meriteresti meno rispetto?

Se avere rispetto delle donne significa invece: il fatto che possiedi una vagina non significa che vali meno o che chiunque la può utilizzare come vuole, allora sono d’accordo.
Ma è complicato da spiegare, forse. Dovrei parlare a delle bambine di 7 anni di cose brutte, come della paura che aveva il trans dell’incipit e del fatto che non è scontato poter disporre come si vuole della propria vagina.
E allora mi concedo di ampliare quasi all’infinito il concetto di rispetto, di estenderlo a tutti gli esseri viventi: tu meriti rispetto perché tutti meritano rispetto.
Del resto, ho due figlie che fanno parte di una ristretta minoranza, la cui particolarità è quella di sentire il mondo con due cuori. Loro che sono identiche, paradossalmente, sanno meglio di me che le persone non sono tutte uguali.

p.s. Ah, dovevo parlare di gemelli?

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11 thoughts on “Quale rispetto?”

  1. “se meriti rispetto perché sei una donna, e la società sottintende che le donne fanno figli, qualora tu decidessi che non vuoi figli, meriteresti meno rispetto? Se avere rispetto delle donne significa invece: il fatto che possiedi una vagina non significa che vali meno o che chiunque la può utilizzare come vuole, allora sono d’accordo.”

    Hai sintetizzato incredibilmente bene un pensiero espresso di recente anche da Michela Murgia. Il “rispetto per le donne” in quanto scrigno di vita, culla dell’umanità, sacerdotessa di questo e quell’altro ecc., di fatto è al centro della mentalità che violenta e abusa le donne, perché devi sempre essere all’altezza di questo ruolo mistico che ti viene attribuito. Invece il rispetto per la donna in quanto persona, né più né meno di un uomo, quello è il rispetto da chiedere.

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  2. Del resto, ho due figlie che fanno parte di una ristretta minoranza, la cui particolarità è quella di sentire il mondo con due cuori. Loro che sono identiche, paradossalmente, sanno meglio di me che le persone non sono tutte uguali.
    Che bello Polly. Dico davvero…

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  3. @Lorenza: storicamente le donne hanno spaventato per la loro capacità riproduttiva, si è sempre cercato di controllare la nostra sessualità. Forse perché il sistema ereditario è patrilineare.

    @mammacattiva: dipende da dove vogliamo andare a parare. se parliamo dell’educazione ai figli la mia risposta è: tu meriti sempre rispetto, qualunque cosa tu faccia.

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  4. Questo vale nell’accezione positiva: tu meriti rispetto perché tutti meritano rispetto. Ma in quella negativa? Quando cioè per un comportamento diverso e non condiviso nei valori non merita rispetto?

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  5. La domanda che mi sto facendo in questo periodo è: perché la diversità “deve” (per una sorta di assioma) portare con sé la mancanza di rispetto?

    Perché fa paura e quindi la paura genera violenza e sopruso, mi direte voi.

    Perché fa paura? Vi chiedo allora io…

    [ecco, mi unisco alle standing ovation, ma era per dare il là al dibattito]

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