A che età, in Italia, è possibile mandare a scuola o far uscire un bambino da solo?
Ci sono divieti, obblighi o limiti imposti ai genitori?
Il post di Serena sull’importanza di andare a scuola da soli e sugli usi in merito in Svezia, ci ha offerto spunti di riflessione validissimi anche nel nostro Paese.
Infatti ho notato che su questo argomento c’è molta disinformazione, incentivata spesso proprio dalla scuola, che non offre chiarimenti ai genitori in merito.
Prima di tutto, chiariamo un dubbio ricorrente: NON è vietato mandare i bambini a scuola e tornare da soli alle elementari. Non esiste, infatti, alcuna norma in tal senso.
L’età della prima media (10/11 anni) è considerata tale da costituire una “presunzione” di autonomia del ragazzo, ma ciò non toglie che il giudizio del genitore possa ritenere capace di spostamenti in autonomia anche un bambino più piccolo.
Il principio fondamentale, infatti, è sempre quello che responsabili di un minore sono i suoi genitori “o chi ne fa le veci” (come recita la modulistica scritta in burocratichese).
L’unica norma a cui ci si può riferire è l’art. 591 del codice penale:
Abbandono di persone minori o incapaci –
Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni…
Lasciare dunque da solo per strada un minore è da considerarsi reato solo quando questo gesto costituisca “abbandono“. Se il bambino non se la sa cavare da solo, non trova la strada per la scuola o quella di casa, viene preso dal panico, viene trovato a vagare, allora senza dubbio il genitore sta commettendo un comportamento illecito. Altrimenti non gli si può imputare alcunché.
Al contrario di quello che si pensa, non esistono regole scolastiche in merito, perché in effetti non è una questione che riguarda la scuola e vale anche per far uscire un bambino da solo in qualsiasi altra situazione.
E allora perché le scuole pretendono che all’uscita, fino alla quinta elementare, il bambino sia consegnato a un adulto di riferimento (genitore, sostituto, o suo delegato)? Per questioni di responsabilità: per una prassi che riconosce al bambino al di sotto di una certa età, l’incapacità di gestirsi da solo e, quindi, la necessità di essere sempre affidato a un adulto che sia a ciò autorizzato.
Per questo la scuola deve affidare il bambino personalmente a persona autorizzata: per assicurarsi che sia il genitore o l’adulto a ciò autorizzato dai genitori, ma sempre relativamente a bambini che si presumono non autonomi.
Non tutti sanno però che è possibile effettuare una DICHIARAZIONE, da depositare in segreteria, con la quale si afferma che il proprio figlio è capace di intraprendere da solo il percorso scuola-casa e pertanto autorizzare la scuola a farlo andare da solo all’uscita delle lezioni.
Alcune scuole predispongono dei moduli per effettuare questa dichiarazione e ne danno notizia almeno alle famiglie dei bambini che frequentano la quarta e la quinta classe.
Se questo non accade nella vostra scuola, potete sempre inviare una dichiarazione a testo libero che indichi:
- I dati anagrafici del bambino e del genitore (consiglio di riportare i dati di entrambi i genitori e di sottoscrivere insieme la dichiarazione. Questo è essenziale come in caso di genitori separati);
- l’affermazione esplicita che ritenete vostro figlio in grado di percorrere il tragitto casa/scuola/casa e che questo non presenta pericoli che il bambino non sappia gestire
- la dichiarazione che il genitore solleva la scuola da ogni responsabilità per quanto accade al di fuori dell’edificio scolastico.
- la richiesta esplicita di far uscire il bambino da solo dall’edificio scolastico alla fine delle lezioni, senza che venga affidato materialmente a un adulto
Questa dichiarazione deve essere ricevuta dalla scuola, che non può non attenersi a quanto richiesto.
Attenzione! Qualche dirigente scolastico particolarmente preoccupato o pavido potrebbe non apprezzare e scoraggiarvi. Inoltre, se non ritiene che vostro figlio sia realmente in grado di uscire da solo (magari su parere degli insegnanti), potrebbe segnalare la situazione alle autorità di polizia locale o ai servizi sociali (come potrebbe farlo sempre qualsiasi persona: non è detto che la segnalazione venga presa in considerazione).
Per questo motivo e ancor di più perché non volete di sicuro mettere vostro figlio in una situazione di disagio o di preoccupazione, fatevi un profondo esame di coscienza: fate andare e tornare un bambino da scuola solo se è realmente tranquillo nel farlo e se è alla sua portata.
Perciò, il limite della quarta elementare mi sembra piuttosto ragionevole, sebbene non imposto da alcuna norma.
Ritorno alla carica: ho presentato la dichiarazione in segreteria. Stamattina mi hanno risposto che non possono farlo. Mi hanno hanno detto che c’e’ una sentenza per cui non si puo’ (possibile?). Io ho chiesto lumi, me la faranno avere. Io continuo, ma ho bisogno di supporto :-). Grazie
Ecco, appena letto il commento di sotto… pero’ si fa riferimento ad accompagnarli a scuola (cosa peraltro che periodicamente- tipo stamattina- NON facciamo)… ma l’uscita?
Alessandra ho guardato il link segnalato, ma onestamente mi sembra strano che la cassazione possa aver detto che un genitore deve accompagnare i bambini a scuola, al massimo può aver detto che deve assicurarsi che il bambino vada a scuola, che è una cosa ben diversa a mio parere. Comunque attendiamo Silvia per sapere se è vero oppure no.
A me non risultano sentenze di cassazione in merito.
Astrattamente una sentenza potrebbe aver pronunciato in tal senso e comunque anche se la Cassazione produce massime, ma le sentenze si riferiscono sempre al singolo caso.
Vorrei proprio vedere il testo di questa sentenza (se esiste, cosa c’è scritto, cosa e come è stato interpretato).
Ci sono comunque scuole che distribuiscono addirittura moduli per autorizzare i figli a uscire da soli.
Tutto ciò poi, vale per l’uscita. Per l’accompagnamento in entrata non ha senso perché per la scuola il bambino esiste quando ha varcato il cancello. Prima non può sindacare nulla
Presumo si riferiscano alla sentenza di cui si parla qui:
http://www.altalex.com/index.php?idnot=39310 (qui addirittura per esteso: http://www.altalex.com/index.php?idnot=38318&idstr=20)
La massima non dice affatto che i genitori debbano accompagnare i bambini a scuola, bensì “I genitori devono vigilare affinché i figli effettivamente frequentino la scuola elementare; diversamente, ben potrà configurarsi il reato di inosservanza dell’obbligo di istruzione dei minori.”
E’ una questione di obbligo scolastico e riguarda un caso in cui i bambini erano assenti da scuola all’insaputa dei genitori.
La vostra scuola ha estrapolato questa massima e deciso di interpretarla come un divieto di far andare i bambini da soli. Segnalate l’interpretazione della scuola all’Ufficio provinciale scolastico e chiedete che si esprima in merito.
Ovviamente di fronte a un ostruzionismo tale, è più fatica farsi accettare il bambino da solo che accompagnarlo e riprenderlo.
Premesso che sono favorevolissima e che ritengo questa sentenza fuori dal tempo (ma c’è mai stato un tempo in cui i figli venivano accompagnati a scuola dopo una certa età?), come molte sentenze della Cassazione, la mia memoria ha rigettato fuori questa, che, quando è uscita, mi aveva colpita molto, anche perché si discuteva contestualmente di bamboccioni http://www.genitorionline.it/phpBB3/viewtopic.php?p=67926#p67919
Ritengo che con il controllo del registro elettronico, dovrebbe comunque essere superata.
Premetto che vivo in Svizzera, e qui la scuola non pretende di essere sollevata da ogni responsabilita’ ma partecipa attivamente all’educazione del bambino: si chiede che il piccolo fin dai 7 anni vada e venga da solo a/da scuola. Questo per incentivare il suo senso di autonomia e rendere consapevoli del tempo, dei pericoli del traffico, e di quant’altro. Fin dal kindergarten si organizzano corsi di educazione al traffico e ai pericoli della strada. Ora, so bene che la Svizzera e’ un paese che funziona a modo suo, ma se funziona bene, forse , una ragione c’e’: non si gioca a scarcabarile in quanto a responsabilita’. Il fatto che siano necessarie leggi del genere per tutelare un minore fa pensare… (ricordo che vengo da Londra, citta’ in cui la situazione e’ ben diversa). Grazie comunque per questo post chiarificatore!
Mi interessa moltissimo far fare questo “percorso” a mio figlio. Per ora abbiamo usato l’escamotage che lo prende a scuola la mamma di un compagno, opportunamente delegata, fanno un pezzetto insieme e poi lui torna a casa (fa tutto il percorso da solo dalla primavera dello scorso anno). Io pero’ sono una che ritiene che le battaglie per una modifica “culturale” si debbano fare senza gli escamotage :-), quindi, poichè la dirigente di scuola di mio figlio è una burocrate, hai i riferimenti di leggi/sentenze a cui rifarsi?
Grazie mille
Alessandra
noi abitiamo in un quartiere di milano con molti incroci pericolosi e fino alla quinta li accompagnamo a scuola un po’ perchè tutti fanno così e un po’ perchè i bambini non ci hanno mai chiesto di andare da soli. in quinta abbiamo firmato perchè nostro figlio uscisse da solo, non tanto per tornare a casa da solo, quanto per permettere ai nonni di recuperare all’altro portone della scuola l’altro figlio che usciva esattamente alla stessa ora e i nonni non hanno ancora il dono dell’ubiquità.
ora va alle medie e va da solo come tutti gli altri. nonostante gli incroci pericolosi e nonostante la scuola non sia vicinissima (20 minuti a piedi). d’altra parte sarebbe impossibile per me accompagnare un figlio per essere alle 8 alle medie (cioè uscire alle 7.35 da casa) e lasciare l’altro a 7 anni a casa da solo tre quarti d’ora, tornare a casa a prenderlo e portare anche lui a scuola (e poi andare in ufficio). quindi il primo va da solo e il secondo accompagnato. direi che le medie sono state una svolta. nessuno ci ha chiesto deleghe e nessuno ha posto limiti. è chiaro che i bambini devono essere consapevoli e avere ben presente che andare in giro da soli non è essere ilberi di fare quello che vogliono. la nonna ad esempio sa a che ora aspettare mio figlio per pranzo, se ritarda è un problema. quindi l’abbiamo un po’ costretto a mettersi l’orologio. inoltre devono sapere cosa fare se accade che debbano chiedere aiuto, conoscere i negozianti della zona, sapere che, se hanno bisogno, le elementari (ci passano davanti) sono aperte e c’è sempre un bidello, il portinaio della nonna è lì tutto il giorno, etc etc.
la strada verso l’autonomia è faticosa ma ce la faranno anche questi bambini degli anni 2000!!!
Acasadiclara hai ragione, la strada verso l’autonomia è ancora più faticosa per questi bambini degli anni 2000! Ma certo che ce la faranno, in fondo basta un po’ di consapevolezza da parte nostra insieme alla voglia di trovare soluzioni.
Ecco, io mi sono posta questo problema per Amelia (quarta elementare, appunto).
Frequenta un corso di nuoto nella piscina accanto alla scuola (tanto che non dovrebbe nemmeno uscire in strada per andare in piscina, le basta percorrere il giardino della scuola fino in fondo) e, se lei se la sentisse, mi piacerebbe mandarla lì da sola.
Secondo te è possibile, riportando queste specifiche nella dichiarazione, oppure l’autorizzazione può essere data solo per il tragitto casa-scuola?
Lanterna dubito che alla scuola possa o debba interessare il percorso che tua figlia fa una volta uscita da scuola. Se per voi genitori è pronta ad andare in piscina da sola, allora va bene così. Non è una decisione che dovrebbe interessare la scuola.
E pensare che qua in Svizzera ti denunciano (quasi) se osi fare il tragitto casa-scuola quattro volte al giorno con l’auto, altro che perché non ti presenti a ritirare il pupo
Angela
Mi piace molto questo articolo e credo che molto lavoro si debba fare per una cultura di maggiore autonomia dei bambini. Il che, appunto, non ha nulla a che spartire con l’abbandono, perché insegnar loro a gestire l’autonomia è ben più oneroso che accompagnarli. Ma, se è vero che noi da bambini venivamo messi in strada anche troppo precocemente (ricordo un paio di compagni di classe che si facevano un paio di km in bici già in prima elementare), ora non si possono vedere gli studenti di terza media accompagnati dai genitori fino alla porta della scuola, giusto perché più in là la macchina non c’entra.
Grazie Silvia!
Questo chiarimento ci voleva proprio. Nella nostra scuola fanno terrorismo, dichiarando che se un adulto non si presenta a ritirare il bambino, gli insegnanti sono autorizzati a chiamare le forze dell’ordine… che poi mio figlio ora come ora non sarebbe affatto pronto a tornare a casa da solo, ma in quarta o in quinta chissà|
In effetti è proprio così: in assenza di dichiarazione, il bambino deve essere consegnato a un adulto. Se nessun adulto si presenta oltre l’orario scolastico, la scuola non può far altro che chiamare, di solito, la polizia municipale per far cercare i genitori e valutare la natura dell’impedimento.
Per capirci: se avete avuto un incidente, nessuno vi denuncerà per abbandono di minore! La polizia municipale o i carabinieri cercheranno di collocare il bambino nel più breve tempo possibile, trovando il genitore o cercando un parente.
Ciò non deve spingere ad autorizzare la scuola a far uscire un bambino troppo piccolo, o palesemente non autonomo, o impegnato in un percorso complesso o pericoloso.
Mi sembra giusto come approccio, ma è il modo in cui si pone la scuola che è un po’ estremo a mio avviso.
In ogni caso quest’anno (terza) proprio non lo manderei da solo è ancora troppo sulle nuvole, ma quando sarà in quarta o quinta potremmo anche valutare di fare richiesta…
Se penso che io ho iniziato ad andare a scuola da sola proprio a 8 anni………..
Intendevo dire che in alcuni casi si viene sconsigliati alla presentazione della dichiarazione in segreteria, temendo che la dichiarazione non li sgravi effettivamente da responsabilità. L’idea che il bambino DEVE essere consegnato a un adulto con i “pezzi di carta in regola” è ben radicata
“Qualche dirigente scolastico particolarmente preoccupato o pavido” dovrebbe chiedersi esattamente di che si preoccupa: che se succede qualcosa al bambino fuori dalla scuola il genitore cambi improvvisamente idea e si rivalga sulla scuola stessa perché ha accettato la sua richiesta? Siamo ben al di là del paradosso.