Caspita, ancora pochi giorni e diventerò nonna.
Guardo mia figlia e la vedo bellissima, con il suo piccolo pancino che fa tanta tenerezza, con i suoi dodici kg in più che cerco di capire dove sono stati messi, e poi una palpitazione che mi fa capire che ormai il momento è vicino e la nostra vita sarà completamente stravolta.
Questo post è un ponte.
Un ponte tra il tema dello scorso mese e questo in corso. Perché è vero che si riferisce a un argomento che abbiamo trattato a gennaio, ma essenzialmente parla di cambiamenti.
Cambiamenti radicali in una giovane vita per l’arrivo di un’altra vita, ma soprattutto cambiamenti di punti di vista, prese di coscienza, consapevolezza, solidarietà familiare. Perché saper cambiare le proprie opinioni e lasciare spazio anche ai sentimenti per cambiare è il modo migliore di crescere insieme: due o tre generazioni alla volta.
Il racconto di Alessandra è un regalo meraviglioso. Grazie per averci aiutato a capire che ogni opinione, o peggio, ogni giudizio, non hanno molto senso se non ascoltano la vita vera.
Il seguito migliore a questi due post “16 anni e incinta???” e “Ancora su 16 anni e incinta”
Nove mesi fa, una notizia è arrivata prepotente, un momento che mi ha fatto vedere tutto nero e che è durato 5 mesi. Non riuscivo a capire come era possibile: lei sedici anni e incinta, dove avevo sbagliato? Come mai non ero riuscita a evitare tutto questo?
Un temporale a ciel sereno di emozioni non proprio positive: guardavo mia figlia e vedevo il suo futuro completamente rovinato, non riuscivo a cogliere la bellezza di una vita che stava per nascere e oggi mi sento male per essere stata così negativa. Mi vergognavo a dirlo, mi vergognavo anche di mia madre, mi sentivo già accusata e giudicata, e immaginavo la maldicenza della gente che si sarebbe accanita contro di noi. Purtroppo non siamo i primi e non saremo gli ultimi, e non so come mi sono ritrovata, in un momento in cui volevo sparire dalla faccia della terra, a raccogliere le forze e la lucidità e cercare di capire, nel giro di poche ore, come comportarmi.
Il primo pensiero è stato, aborto si o no? Io non volevo che mia figlia abortisse, non perché ho qualcosa contro chi lo fa, ma perché IO non lo avrei mai fatto, e questa mia scelta è data da tre angeli che ho in cielo. Mio marito invece non aveva dubbi, secondo lui l’aborto era l’unica soluzione possibile.
Beh, ci siamo confrontati insieme, soli io e lui, e abbiamo deciso che questa decisione non spettava a noi, non potevamo decidere noi e non potevamo influenzare nostra figlia nella sua scelta, ci siamo messi da parte dandole il nostro appoggio: qualsiasi scelta lei avrebbe fatto, non l’avremmo mai abbandonata.
Il giorno dopo eravamo già dal ginecologo. Anche lì abbiamo prospettato a nostra figlia i pro e i contro di entrambe le scelte, le abbiamo fatto capire che la scelta spettava solo a lei.
In questo momento, sebbene fossi un po’ triste per tutto ciò che stava accadendo, sono stata molto fiera di mia figlia e ho capito che a modo suo stava già crescendo. Aveva deciso di tenere questo bimbo che era nella sua pancia. Le sue parole? “Non c’è la faccio ad uccidere mio figlio, se abortisco so che soffrirò per tutta la vita”.
E tutto questo mentre il suo lui, la minacciava via sms di uccidersi e di lasciarla, quel lui che lei amava tanto e che l’ha abbandonata nel momento del bisogno.
Migliaia sono le domande che ti passano nella testa in questi momenti e, sebbene una nuova vita non sia una tragedia, perché un bambino che arriva è sempre una gioia e le cose brutte che possono capitarti sono altre, non posso negare che per me e mio marito è stato uno choc, ma soprattutto è stato difficile farci da parte e lasciarla scegliere da sola.
Io mi sono sentita in colpa, ho pensato non sono una brava mamma, non ho saputo allertare mia figlia, un po’ per paura di prendere certi discorsi. Eppure da qualche giorno pensavo di farle fare la sua prima visita dal ginecologo, nel caso in cui, prima o poi, avesse deciso che era arrivato il suo momento….
E poi? Boom! La notizia dopo poche settimane da questo mio pensiero.
Accettare la cosa e iniziare a pensare come muoversi, facendo un progetto ben definito, non è stato facile e l’aiuto di una psicologa ci è servito per superare questo primo momento.
Il primo passo è stato quello di capire che noi genitori non siamo sempre responsabili degli sbagli dei nostri figli e soprattutto non possiamo continuare a proteggerli come fossero all’interno di una campana di vetro: a un certo punto dobbiamo accettare i loro “errori” e dobbiamo lasciarli LIBERI di crescere anche sbattendoci la faccia. Io sto cercando di lavorare su questo, perché noi mamme non siamo perfette ma possiamo cercare di migliorare crescendo con loro.
Il secondo passo, soprattutto mio, è stato quello di capire che questa bambina che sta per nascere non sarà mia figlia. Da fuori può sembrare una cosa scontata, ma se la vivi da vicino, non lo è affatto. Ancora oggi mi ritrovo a pensare o a parlare come se questa bambina dovessi crescerla io, ma non è cosi e non dovrà essere così. Sarò solo una nonna molto vicina a questa bambina, aiuterò mia figlia quando sarà a scuola, perché è giusto che lei continui ad andare a scuola e che continui a pensare al suo futuro insieme a questa piccola creatura. La accudirò, farò tante cose con lei come con gli altri miei figli, ma lo farò come nonna, o almeno mi sforzerò perché sia cosi. La sua mamma rimane sempre mia figlia, quella che deciderà come crescerla ed educarla, io sarò il supporto, la consiglierò e la aiuterò, ma so già che dovrò mordermi la lingua tante e tante volte per non oltrepassare quel confine cosi sottile ma fondamentale, che permetterà a mia figlia di crescere, quel confine che la porterà dall’essere figlia a mamma, quel confine che solo lei potrà varcare con un piede di là ed uno di qua.
Non credevo che sarei arrivata a oggi con questa sensazione “non vedo l’ora che Camilla arrivi a casa nostra”, eppure è così: non vediamo l’ora che arrivi, aspettiamo con ansia quel momento, guardando quella valigia pronta, pensando al trio che tra pochi giorni ci consegneranno, riponendo i vestitini nel fasciatoio e con una culletta che domani rivestiremo, ma soprattutto sentendoci in colpa di averla chiamata errore e di aver dubitato.
Un giorno, quando lei sarà qui con noi, ricorderemo e penseremo come abbiamo potuto considerarla un errore? Però è così e sono passaggi fondamentali per crescere e adattarsi alla nuova situazione che ci si prospetterà.
In questi nove mesi ho visto mia figlia cambiare, non dico maturare perché non si smette mai di maturare, ma è cambiata, è cresciuta con la sua pancia e so che continuerà a crescere. Non mi ha negato le sue paure e a volte anche la sua rabbia, spesso le ho anche chiesto se era sicura della scelta che ha fatto, e la sua risposta è sempre stata “non avrei mai abortito ma ho paura”… Beh, chi di noi non avrebbe paura? Anche con un marito, un lavoro e una scelta consapevole di voler diventare mamma?
Però ho visto mia figlia nascondere la pancia e oggi, invece, la valorizza come fosse una cosa preziosa da indossare e mostrare. L’ho vista negare agli altri la sua gravidanza quando ormai tutti lo sapevano e poi tutto d’un tratto dichiararlo al mondo intero, perché stanca di doversi nascondere. L’ho vista rifiutarsi quando volevo parlare con lei di gravidanza e di progetti e oggi invece è lei che mi parla e mi chiede, è lei che vuole partecipare al corso preparto e che vuole andare agli incontri con le altre mamme. Si è interessata di allattamento, anche se sembra non essere la sua scelta, di epidurale anche se ancora non sa se la farà. L’ho sentita chiedermi di non pensare io all’educazione di sua figlia, ma di sostenerla nell’educare sua figlia (spero e prego di essere in grado e soprattutto spero e prego che saprà essere in grado di farlo)… Ecco, magari me lo ha chiesto a modo suo, ma il succo del discorso era questo.
Dopo un periodo caotico, a cui l’adolescenza porta inevitabilmente, mi sono sentita un po’ complice di mia figlia e ci siamo riavvicinate (non sempre eh, perché rimane pur sempre un adolescente!).
Abbiamo sparlato insieme, davanti ad un latte e ad una cioccolata calda, della gente che ha sparlato di noi e siamo giunti alla conclusione che non ce ne frega proprio niente delle cattiverie, abbiamo già i nostri problemi a cui pensare, piuttosto che alla cattiveria gratuita. Adesso siamo sereni, e se qualcuno gioisce della nostra serenità lo accogliamo a braccia aperte.
Non sarà facile, non sarà tutto rosa e fiori, non siamo completamente pronti, ma siamo decisi a vivere la vita giorno per giorno e quello che sarà sarà. Mi auguro di essere fedele alla promessa di non intromettermi troppo, magari un po’, le darò la mia fiducia e la sosterrò in questo percorso.
Perché questa bimba non è mia figlia, ma per me sarà molto di più.
Certo la scelta per lei è stata piena di dubbi e paure ma ad ogni ecografia la vedevo sorridere con le lacrime agli occhi, e già mi immagino le lacrime del grande giorno.
Intanto aspettiamo e ci auguriamo che tutto vada bene e che quel residuo di dolore svanisca con i dolci gridolini di Camilla.
(foto credits: mahalie stackpole)
Mmh che bei colpi al cuore! Ho una figlia femmina ma é ancora troppo piccola per pensare a cosa farei io di fronte a una sua gravidanza cosí precoce ma di una cosa sono certa, le darei il mio amore e il mio supporto, non so come e non so se mi arrebbierei ma le starei accanto. Peró posso capire bene il senso di questo post perché ho una sorella piú giovane di me che rimase incinta a 15 anni. Il suo fidanzato (di poco piú grande e tanto tanto irresponsabile visto poi com’é andato a finire anche da adulto!)si dileguó amabilmente e non mancarono le accuse di “ragazza poco di buono” da parte della sua sfasciata famiglia e tante lacrime versate inutilmente da una ragazzina.Mia madre fu una grande in quella circostanza anche perché provó a gestire tutto da sola e con un po’ d’aiuto mio che avevo solo 19 anni. I miei erano, e sono, separati e mio padre non sarebbe stato in grado di sostenere la situazione ne’ per lo stress ne’ per la gestione pratica degli eventi. L’ha comunque saputo e ancora oggi dopo 13 anni lo rinfaccia spesso a mia sorella. Purtroppo o per fortuna la gravidanza si interruppe da sola a otto settimane perché l’embrione non era riuscito ad impiantarsi bene e alla fine ne fummo sollevati un po’ tutti. Ma nostra madre ha sostenuto mia sorella ogni singolo giorno di quelle otto lunghissime settimane, non si é mai sentita una fallita per quello che le era accaduto, non ha mai dubitato di mia sorella, non ha mai provato a convincerla che quel/la bambino/a non sarebbe dovuto nascere. Se fosse arrivato/a l’avremmo amato/a incondizionatamente tutti. Certo con enerome sacrificio da parte della mamma che data l’etá non avrebbe potuto neanche avere la patria potestá in termini legali ma sarebbe stata lei la madre e noi una famiglia amorevole e di supporto. Alessandra chapeau e facci sapere come é quando arriva Camilla!!!
ciao @Sara grazie mille della tua testimonianza mi ricordi molto qualcuno 🙂
io avevo 19 anni non diciassette e mio marito ne aveva e ne ha 13 in piu di me, come te ho lavorato e continuato a studiare e ho sempre fatto il lavoro che volevo fare io…i problemi di tumore non li ha avuti mio marito ma io, tumori e altri problemi che mi hanno portata a fare dentro e fuori per ospedali e come te mi sono sempre arrangiata senza che nessuno che mi desse una mano, pagavo una baby sitter….ecco credo che posso capirti in pieno e che le tue parole, se le ho lette nel modo corretto, le condivido in pieno sei riuscita a dare una lettura a quello che era il mio racconto che è stato scritto di getto e quindi hai colto il senso del mio post quando parlo del suo diritto di crescere… quando lei mi dice che non sa se il prossimo anno vorra o meno andare a scuola le mie parole verso di lei sono sempre pensa per la tua vita non rinchiuderti in casa piuttosto cerca di fare la scuola che ti piace davvero e che possa darti il futuro che tu sogni per te :)….come te anche io credo che se tutto questo fosse successo dopo sarebbe stata la cosa migliore per lei, ma visto che le cose sono andate cosi cerchiamo di fare del nostro meglio …mi permetto di darti un grande abbraccio virtuale sono felice di aver incrociato la tua strada anche se per poco 🙂
@mammamsterdam ho letto il tuo commento e il tuo post (un po’ in contraddizione tra loro, imho), se io fossi al posto di alessandra le tue parole sulle conseguenze sulla salute mi allarmerebbero.. non ci hai pensato?
è vero, può avere conseguenze, ma anche le gravidanze in donne più grandi possono essere pericolose (non parlo di gravidanze over 40, lì si apre un capitolo a parte), e neanch’io do peso a chi dice che una volta si iniziava da adolescenti ad avere figli, tuttavia non credo che prima la vita media fosse più breve per questo motivo (come lasci intendere), ma per mancanza di igiene, cure mediche-chirurgiche, educazione alla salute, vaccinazioni, etc. (NB: era più breve anche per l’uomo).
[piccola opinione personale: io credo, più che altro, che la vita fosse semplicemente più triste, perché mancava quella possibilità di scelta di cui parli nel post: le ragazze Dovevano sposarsi, Dovevano fare i figli, molto spesso Dovevano essere, quindi, nient’altro che mogli e madri a dispetto dei loro desideri.
discorso ben diverso per le ragazze che restano incinte oggi, oserei dire che fare un paragone del genere è quasi irrispettoso.. perché queste ragazze, nonostante la giovane età, Possono scegliere.. e lo fanno: scelgono di fare sesso, e, nel momento in cui lo fanno, scelgono di rischiare, con percentuali diverse in base al tipo di contraccezione usata, di concepire un bambino, scelgono o meno di tenerlo, scelgono se crescerlo con il padre, da sole o con la famiglia d’origine.. so che pensarci sembra spaventoso, perché da adolescenti non ci si dovrebbe neanche lontanamente porre di fronte a questo tipo di scelte, ma paradossalmente mia nonna questa la chiamerebbe ‘libertà’]
@Alessandra ti lascio un’esperienza positiva: ho 25 anni, sono rimasta incinta a 17, hanno dimesso mia figlia il giorno del mio diciottesimo compleanno.
quel giorno sono andata a convivere con il padre, mia madre mi ha aiutata molto per il primo periodo ma noi abbiamo comunque vissuto la nostra vita a tre come una famiglia ”quasi” normale.
mio marito (11 anni più grande di me, e questo è un particolare di non poco conto) lavorava, io stavo a casa ad allattare e spupazzarmi il mio gioiello.
nel frattempo ho frequentato il quinto anno di liceo sporadicamente e sono riuscita a diplomarmi con i miei compagni.
mi sono iscritta quindi ad una facoltà senza obbligo di frequenza, a 60km da casa mia, e ho superato i primi esami con ottimi voti.
durante il terzo anno mio marito è stato operato, lontano da qui, di tumore; quando siamo tornati a casa mi sono presa una pausa e ho maturato l’idea di cambiare corso di laurea, l’ho fatto e stavolta – complice l’età di mia figlia – ho potuto frequentare le lezioni ogni giorno, studiare e fare più di 1500 ore di tirocinio (e nel frattempo mio marito è stato operato per un altro tumore).
gli ultimi anni sono stati i più difficili, senza mia madre che si prendesse cura di lei negli orari non scolastici non avrei mai potuto stare lontano da casa così tanto.. ma sapevamo che il sacrificio di noi tutte era finalizzato a raggiungere un obiettivo: essere quello che sono ora.. donna, mamma, moglie, laureata, realizzata, senza rimpianti, che ha dimostrato a tutti che i figli non rovinano affatto la vita, anzi.
sarei contenta se mia figlia facesse il mio stesso percorso? ovviamente no, sia perché è stato dannatamente difficile conciliare tutto, che per il fatto che una maternità precoce non è una maternità ‘consapevole’, per quanto una ragazza possa essere più matura delle sue coetanee. ti rendi conto del miracolo che porti dentro, ma non te la godi appieno.
sarei contenta se mia figlia fosse, a 25 anni, come sono io adesso? sì, perché io sono Felice.
il mio consiglio: aiuta tua figlia, fai in modo che non si annulli.. che abbia la possibilità di scoprire se stessa, di capire, pian piano, chi è veramente e cos’altro vuole dalla sua vita.. e preparati ad innamorarti perdutamente di tua nipote!
auguri di cuore
ps: ho avuto problemi di salute abbastanza gravi a 14 anni, ma MAI dopo la gravidanza, e sono alta 1,72 m, proprio come mia sorella 😀
leggo parola per parola ammiro Alessandra come persona come mamma come cuoca come blogger e come futura nonna una persona fantastica .(glielo ripeto sempre )
ammiro la forza d’animo che ha , io( prima figlia di 4 ) ho vissuto con mia nonna perche’ mia mamma era piccola , bene nonna mi ha cresciuta come una mamma viziata come una nonna
ma oggi che lei non c’è più io vivo sempre nel suo ricordo lei mia grande maestra di vita a cui ho dedicato anche il mio blog ,va il ringraziamento per quella che sono oggi . una mamma ,una moglie una cuoca (come lei )
tu alessandra sarai gestire alla grande tutto e la gente intelligente vi guardera’ con ammirazione .e camilla sarà la bambina più fortunata del mondo e poi dimmi chi non vorrebbe stare con degli zietti piccoli e dei nonni giovani ?
ed un giorno tua figlia trovera’ la persona adatta a lei e camilla pora tienitela cara cara
@serena infatti la mia più grande e prima delusione è stata che nonostante la nostra “apertura di dialogo” non me ne avesse parlato e ora che ci penso ho chiuso gli occhi e le orecchie perché di segnali me ne aveva anche dato, io le ho detto solo “se me lo dicevi subito c’era la pillola del giorno dopo” cosa che lei non conosceva forse perché quel giorno era stata assente da scuola ma io sono sicura che anche di questo avevamo parlato, o forse ricordo male….penso che lei avesse paura pero il test di gravidanza lo ha fatto con me quando le ho chiesto ma non dovevano venirti verso l’11? era il 21 giugno e lei continuava ad avere nausee, abbiamo fatto il test insieme e io speravo non uscisse quella linea che invece si è presentata molto pronunciata 🙁 stavo per svenire avevo giramenti di testa…..il giorno dopo appena tornati a casa ho preso mio fratello con la fidanzata e l’altra mia figlia, e li ho tra virgoletti esortati all’attenzione, ho detto che quando arriva il momento o se solo si inizia a pensare meglio una visita dal medico e che ci sono dei cerottini appositi…..e che se invece c’è un rischi esiste la pillola del giorno dopo che ti danno anche se minorenni non accompagnati dai genitori…mia figlia ora parla coni coetanei e consiglia la contraccezione e la visita dal gine e che esiste la possibilità della pillola del giorno dopo @manu non ci pensare ora appena arrivaq il momento ricordati di prevenire con il tuo gine questi cerottini non fanno male e non devono per forza essere presi ma magari possono intanto conoscere questa realtà
@alessandra immagino che tu ci sia rimasta male! E immagino anche la sua paura, cavolo. Insisto però che siete stati bravissimi ad affrontare la situazione una volta che vi si è presentata davanti, ed è bellissimo che lei abbia voglia di parlare con le sue amiche anche di contraccezione, ed è bellissimo che tu abbia avuto voglia di condividere con noi la vostra storia. Sono certa che farà sentire meno sole alcune persone, e che aiuterà ad aprire gli occhi a molte altre.
sicuramente mi ci troverò anche io, dato che ho una femmina di 6 anni e un maschio di 4 :). Immagino che non sia affatto facile accettare l’idea che oltre alla teoria spiegata dai genitori e dalla scuola, ci sia anche una parte “pratica” della quale noi genitori preferiremmo non sapere troppi dettagli. e quindi mi chiedo come fare e anzi ti ringrazio per la tua testimonianza.
manu ti sbagli, con mia figlia ne avevo parlato anche ampiamente, il mio timore era un’altro avevo paura che portandola dal ginecologo per farle prendere la pillola lei avrebbe male interpretatoi questa mia cosa, magari avrebbe pensato che io le stessi dando l’ok definitivo non so come spiegarti 🙁 mia figlia a scuola ha fatto educazione sessuale e noi abbiamo parlato ampiamente io avevo paura di scoprire che magari fosse andata a letto con il suo ragazzo, forse un giorno ti troverai anche tu a questo punto non è semplice dire ai propri figli meglio andare dal ginecologo che ti da la pillola, oltretutto lei è stata sfortunata le si è rotto il preservativo
@alessandra prima di tutto ti ringrazio per la tua testimonianza. Indubbiamente è difficile parlare con i nostri figli di questi argomenti, e non a caso abbiamo affrontato l’argomento per un intero mese a gennaio. La sfida più grande per noi genitori è proprio quella di stabilire un rapporto aperto con i nostri figli per poter andare oltre la spiegazione fisiologica della sessualità, e parlare anche di cosa sentono, confidarci i dubbi che hanno, e riuscire a fargli sentire che con noi possono parlare anche di preservativi rotti, perché magari c’è ancora una soluzione da trovare insieme.
Poi voi siete stati in gamba ad affrontare la situazione una volta che è capitata, e dovete essere orgogliosi di questo. Naturalmente restiamo in attesa di notizie per la nascita eh! Un abbraccio a te e tua figlia.
è una storia bellissima, l’unica cosa negativa e che mi fa pensare a come agire fin da ora nei confronti dei miei figli, è il fatto che ancora oggi una giovane mamma di 36 anni non sia riuscita a parlare con la figlia serenamente e “per tempo” di argomenti quali la sessualità e la contraccezione. dobbiamo ancora scrollarci di dosso questi blocchi culturali e mentali che ci fanno affrontare l’argomento solo quando ci si sbatte la faccia e a volte è un po’ tardi.
Siete riusciti in una cosa grande, Alessandra, il dare fiducia a vostra figlia e a sostenerla nella sua scelta in un caso e nell’altro. Non credo che esista una scelta ”facile” ma ognuno sa qual è la scelta giusta per sé e sapere che i tuoi genitori ti sostengono comunque ti dà una grande forza. Auguro tutto il bene a voi e a Camilla! Mi hai fatto tornare in mente che nel reparto dove ho partorito c’era proprio una neomamma sedicenne che navigava fra i neonati con un’espressione sognante, adesso che ci ripenso è stata un’immagine che mi sono portata dietro come portafortuna quando sono venuta via da lì 🙂
Che meraviglia questo percorso. Il peggio è alle spalle, ora che Camilla arriverà sarà solo gioia strameritata per questa meravigliosa famiglia!
Tutte le difficoltà, piccole e grandi le affronterete insieme, uniti, come quella bella famiglia che siete!!!
Camilla sarà solo un valore aggiunto! ^_^
Ale, il tuo racconto è commovente e bellissimo.
Tua figlia è fortunata ad avere una madre come te…sei meravigliosa!
Tanti auguri cara
Donatella
Alessandra, credo che siate stati bravissimi tutti e hai ragione, non possiamo fare gli errori al posto dei nostri figli, né possiamo decidere per loro cosa sia un errore. Ed è bello che la cogliate per quella che è, una cosa bellissima da vivere e godervi, nonostante tutto quello che porterà di bello e meno bello (o solo stancante) questa nuova vita tra di voi.
La tua storia mi è servita anche per cambiare prospettiva, per esempio anni fa mio padre mi confessò se fossi rimasta incinta a 16 anni avrebbero scelto loro per me di abortire (avevamo avuto una mia cugina grande rimasta incinta a 17 anni e ne sapevamo benissimo le difficoltà, fatica, e strascichi di salute e crescita che si è portata dietro per anni, solo verso i 40 anni è rifiorita, e la scuola e la laurea, e il lavoro, e per fortuna una madre determinatissima ed energica e 4 fratelli e sorelle collaborativi) e io ero eprfettamente d’ accordo con lui. Diciamo che il diritto di decidere serenamente me lo avrebbero dato allora, che avevo 24 anni, ma non prima.
Ecco, tu mi hai appena insegnato che invece le prospettive nella vita possono essere tante, basta amarsi, rispettarsi ed essere consapevoli dei propri ruoli.
E comunque mi dispiace un sacco che tua figlia, così giovane, abbia già dovuto pagare il prezzo di un tradimento da parte del padre. Speriamo che anche lui cresca, capisca, e prima o poi si prenda le sue responsabilità e ruoli, non solo per Camilla che ne ha il diritto, ma anche per sè stesso. Ammesso che abbia genitori in gamba come voi.
Ho la tua età e, avendo una bimba di nemmeno tre anni, posso capire i tuoi turbamenti, la difficoltà a sentirsi nonna e non mamma.
Però spero di darti un po’ di conforto raccontandoti di una mia amica la cui mamma l’ha partorita a 16 anni. Anche lei, come la tua futura nipote, è cresciuta senza un padre, ma protetta e seguita dall’amore della mamma e dei nonni. Non dico che sia stato tutto facile, ma ora che ha la mia età, è una donna forte e serena. Lavoratrice, moglie e madre. Anche la sua mamma, nonostante le difficoltà di una gravidanza precoce, ha avuto una vita normale: ha proseguito gli studi, lavora. Ha trovato un nuovo amore e formato una famiglia.
Ecco, a tua figlia auguro tutto questo. Perché, hai ragione, tra poco ti sembrerà sciocco e insensato aver considerato, seppur per poco, un errore questa nuova vita.
Alessandra hai tutta la mia ammirazione, non ti nascondo di essermi commossa profondamente leggendo questo post. Anche io ho un figlio di 16 anni e capisco tutte le problematiche legate a quella età, hai fatto una scelta meravigliosa nel lasciarle la possibilità di decidere, sei una grandissima persona.
Grazie a voi per avermi ospitata e dato la possibilità di raccontare la nostra esperienza