Che io non sia una fan scatenata di Babbo Natale ve l’ho già raccontato, però sapete bene che alla fine ho deciso di mediare e permettere ai miei figli di vivere la magia del natale al pari di milioni di bambini in tutto il mondo. I miei figli questo natale hanno 3 anni e mezzo e 7 anni, e chiaramente il dubbio mi ha assalito. Ma mio figlio grande crede ancora a Babbo Natale?
Ieri sera a cena con la mia amica M. ho ascoltato una storia. Era la sua storia del natale, di quando lei era piccola e viveva nel nord della Svezia e per natale si riunivano tutti a casa del nonno. E allora quando era il momento giusto dalla finestra vedevano avvicinarsi una lucina lontana, che dondolava nella notte. Ora dovete immaginare il paesaggio nordico, il buio pesto, in un villaggio al limitare del bosco, e la neve tutta intorno, e questa lucina lontana che si avvicinava, e la slitta carica di regali, e un uomo vestito di rosso, e i passi pesanti fuori dalla porta. E quest’omone che entrava dentro casa, e loro, i bambini che erano un po’ impauriti, un po’ contenti, ma sicuramente emozionati.
Io non mi ricordo quando ho smesso di crederci, e non se lo ricorda nemmeno M. Ma lei dice che anche quando hanno capito che quel Babbo Natale era in realtà lo zio un po’ pazzerello, hanno continuato lo stesso ad amare quella sceneggiata, e ogni anno hanno atteso trepidanti di vedere la lucina in lontananza dondolare nel bosco, e lo zio avvicinarsi trascinando la slitta piena di doni, e tutto il resto. Ma il sapere che quello non era Babbo Natale ma lo zio travestito non ha mai reso quel momento meno importante.
Io mi sono innamorata di questa scena, e ho deciso di scrivervela per riflettere insieme a voi.
Certo è difficile competere con il paesaggio nordico e la sua capacità di suggestione su questo tema, e quando il 24 sera saremo a Roma il paesaggio che vedremo affacciandoci alla finestra sarà poco compatibile con l’immaginario natalizio (e questo è sicuramente gran parte del mio problema), però mi chiedo, come si fa a fare in modo che la magia con la quale gli occhi dei bambini vedono il natale non finisca quando iniziano a dubitare? Non so se ho la soluzione per questa domanda, ma io credo nel fatto che questa è una di quelle cose per le quali il non detto fa meglio del detto.
Eccomi quindi, che mi preparo al momento in cui mio figlio mi porrà la domanda. E ho deciso che semplicemente non gli risponderò, o meglio gli risponderò con delle domande, almeno finché sarà possibile. Gli chiederò cosa ne pensa lui, come crede succeda veramente, come si spiega una serie di cose, insomma cercherei di dargli spunti per continuare ad usare la sua fantasia, senza offrirgli soluzioni.
Capita però che mentre io sto lì a fantasticare su queste cose, mio figlio di 7 anni compiuti faccia la domanda al padre invece che a me, e capita quindi che il padre gli risponda che in effetti semplicemente Babbo Natale non esiste sul serio, ma è solo un modo che gli adulti hanno per far sognare i bambini, e fare loro dei regali. E io ci resto di sasso ovviamente (e chissà perché poi, visto che mi è sempre stato antipatico), non perché la sua risposta non sia degna, ma perché io non ero pronta.
Questa mattina mentre eravamo in autobus per andare a scuola il Vikingo mi ha detto deciso che tanto Babbo Natale non esiste, e allora gli ho chiesto come fa a saperlo. Lui mi ha detto che glielo ha detto papà, e io l’ho guardato negli occhi e gli ho detto sorridendo che ha un papà burlone, che dice un sacco di cose strane. E gli ho chiesto cosa pensa lui. E lui mi ha detto che pensa che sia io a comprare i regali, insieme a papà e anche con nonno D. e nonna G. e nonno G. e nonna A. Io gli ho detto “ah si, pensi così?” e a quel punto lui mi ha chiesto se noi, gli adulti, la notte di natale andiamo a dormire oppure no, altrimenti come facciamo a mettere i regali sotto l’albero? Da cui ho capito che ha ancora qualche dettaglio da sistemare riguardo alla faccenda. Io l’ho rassicurato che certo che andiamo a dormire! Anche perché io la sera sono stanchissima e non ce la farei mai a rimanere sveglia tutta la notte. Ho aggiunto un “per fortuna che ci pensa Babbo Natale!” sempre con un sorriso sulle labbra, come quando si dice una bugia sapendo che il tuo interlocutore sa che stai dicendo una bugia. E l’ho visto divertito da questa cosa, e abbiamo parlato ancora un po’ del come, e del perché, e del quando. Finché mi ha chiesto: – Mamma ci raccontiamo una storia? Io e il Vikingo amiamo inventare storie insieme mentre andiamo a scuola, è uno dei nostri giochi preferiti.
Allora gli ho chiesto – che storia vorresti raccontare? e lui mi ha risposto – una storia di Babbo Natale!
E allora io l’ho guardato negli occhi e ho iniziato:
– C’era una volta un bambino, che non credeva a nulla. Non credeva alle fate, non credeva agli gnomi, e non credeva nemmeno a Babbo Natale!
Il suo sguardo si è illuminato, mi ha sorriso, ci siamo presi per mano scendendo dall’autobus e abbiamo continuato a raccontarci la nostra storia. Perché forse nessuno dei due ha veramente voglia di smettere di sognare 😉
Io credo che Babbo Natale debba esistere nei sogni dei bambini, finche sarà possibile cercherò di creare storie che permettano a mio figlio di sognare il signore con la lunga barba bianca.
Io non sono brava a raccontar bugie, insomma, mai stata contraria a dire che passa Babbo Natale, ma un po’ il fatto che la storia dei regali è la parte che mi piace meno del Natale (mi piacciono le decorazioni, e lo stare tutti insieme, riuscire a trovare il modo di riunire tutti i cugini, passare i pomeriggi in casa in compagnia con giochi in scatola di ogni genere… ma i regali, il fatto che per un mese si senta solo “cosa hai chiesto a babbo natale?” e l’argomento più gettonato sia cosa chiedere, ecco, questo mi piace meno, perché poi gli spieghi che Natale è Natale anche senza regali, forse di più, ma tanto è lì che pensa a come ottenere il più possibile…), un po’ che se dico una bugia mi si legge a un chilometro, ho sempre pensato che sarebbe durata poco.
Io non ricordo quando l’ho scoperto, ma non credo cambi molto la magia del Natale, anzi, ricordo con piacere la caccia al regalo nascosto (e ancora ora non so proprio dove me li nascondessero!!!), l’attesa, il risveglio con i pacchi sotto (perché anche se ormai sapevamo, spuntavano lo stesso magicamente solo la mattina di Natale), insomma, Babbo Natale o mamma e papà, poco cambia.
E ora a casa ho una treenne che questo Babbo Natale ancora non ha capito bene chi è, e ha passato un Natale un po’ infastidita dal sentirlo nominare ogni tre per due, e una settenne che sono due anni che mi chiede “ma esiste?” e si sente rispondere “tu cosa pensi?”. E’ vaga, ho capito che vuole crederci, forse più per paura di perdere i regali se smette che per romanticismo, e io non vado oltre. Ma se insistesse non credo che mi farei problemi a raccontarle che è un bel sogno, magico, per i bimbi, per rendere speciale il Natale, e che no, non esiste davvero, ma ora che è grande, e sa come funziona, il Natale può essere magico lo stesso e Babbo Natale può restare un bel ricordo.
Mio figlio grande mi ha confessato che quando ha avuto la mia conferma che Babbo Natale non esiste (sotto sue pressanti richieste)ci è rimasto molto male, anche se ormai più che dubbi aveva certezze. E che avrebbe preferito non saperlo. Al “piccolo” (13 anni) non ho ancora avuto il coraggio di dirlo, e credo che non lo farò. Sono sicura che lui lo sa, semplicemente fa finta di crederci per non rimetterci un regalo (furbo eh?). penso che prima del prossimo Natale gli dirò semplicemente che Babbo natale porta il regalo solo ai bimbi più piccoli, e che da noi ormai probabilmente non passerà più. Che ne dite, può essere un’idea? 🙂
🙂 bellissimo post. io credo che sia proprio la voglia, consapevolissima, di crederci ancora, a far chiedere a tuo figlio una storia di babbo natale.
io non ricordo a che età ho smesso di crederci e perchè. avevo dei cugini più grandi e forse me l’hanno detto loro, ma abbiamo continuato per anni, un po’ perchè c’era mia sorella più piccola, un po’ perchè effettivamente era una cosa bella da fare, ad andare in cima alle scale la sera della viglia e cantare “l’ave maria del ceppo” aspettando che nel frattempo i genitori, i nonni o forse chissà, proprio babbo natale, mettesse i regali accanto al camino…
@Francesca l’ave maria del ceppo???? Ho dovuto cercare su google per scoprire di cosa parlassi e l’origine di questa tradizione. E proprio nel mese in cui parliamo di tradizione e memoria! Grazie!
mi avete commosso voi due e le vostre storie inventate…grazie (:
@anna anche io mi sono commossa! Piangiamo insieme? 😉
la mia era IRONIA..
Io ci credo ancora ;)))
@Bimbo cercasi mi sa che non sei l’unica 🙂
una cosa che trovo straordinaria, e che mi rende meno tesa all’idea di poter smascherare sogni dei miei bimbi o dei bimbi altrui (meno patemi per tutti please!!!!), e’ che i bambini in fondo riescono ancora, se il loro immaginario e’ ben allenato, a mantenere in piedi sette versioni contraddittorie che diventano magicamente coerenti. Quindi ad esempio so che in classe di boy-one ci sono discussioni di alta teologia sull’esistenza o meno di babbo natale, con i vari esponenti delle opposte correnti di pensiero che dicono la loro, ma questo non smuove di una virgola chi e’ convinto delle sue posizioni, quindi anche se l’amico del cuore di boy one sono anni che gli dice che babbo natale sono i genitori, per lui la cosa e’ ancora incrollabile, del resto, se noi siamo in Italia, e babbo natale porta i regali a casa in Inghilterra, e quando usciamo di casa per l’aeroporto non ci sta niente in casa, e quando rientriamo dall’Italia appena apriamo la porta e’ tutto li’, ci dev’essere per forza qualcosa di magico, no? 😉
@supermambanana ma sai che da quando hai lasciato un commento lo scorso anno con questa tecnica l’ho adottata anche io. Quindi quando si torna dalle vacanze in Italia si troveranno i regali vicino al caminetto. Voglio proprio vedere come se la cava il Vikingo su questo punto quest’anno 😉
anche io continuo a lottare con la tentazione di smascherare Babbo Natale anche perchè detesto tutta la messa in scena natalizia sulla bontà e i ricatti per i regali xchè penso siano la cosa più lontana che possa esistere dalla purezza dei bambini.
MA omologandomi alla massa per evitare “TRAUMI INFANTILI” alle mie figlie perchè solo con i primi figli si pone il quesito ..e i secondi (o terzi ecc)? Perchè devono sempre subire le scelte dettate dalla gerarchia!?!
@Daria certo certo, d’accordissimo sul fatto che tutta la messa in scena è una bugia, e delle peggiori anche https://genitoricrescono.com/bugia-babbo-natale/
Credo che sia stato verso la 5^ elementare ma non ricordo più chi mi ha messo la pulce nell’orecchio. So che qualcuno aveva fatto un’eccellente sintesi: Babbo Natale è papà, la Befana la mamma. Per me quadrava alla grande perché mio papà ha sempre portato la barba 😉
@Closethedoor la quadratura del cerchio 🙂
mio nipote, sette anni appena compiuti, mi racconta mio fratello che quest’anno pareva essersi reso conto dell’inghippo. l’altro giorno ha tappezzato di bigliettini la casa con su scritto: “babbo natale esiste”. c’è sempre tempo per il disincanto….
@Mammame Ah ah ah! ognuno supera il disincanto come può, e poi a forza di ripeterselo forse diventa vero, chissà.
Gaia (6 anni):mamma, dimmi la verità, Babbo Natale non esiste vero? Siete tu e il papà a farci i regali!
Io: Sai Gaia, Babbo Natale è una bella favola, ma hai ragione, siamo noi a fare i regali a te e Luca. Noi, i nonni e tutte le persone che vi vogliono bene.
Gaia (sorridendo): ..mmm..per la Befana non sono sicura, ma Babbo Natale non esiste!!!!
Poi è corsa a raccontarlo a suo fratello (3 anni).
Questo è successo l’anno scorso, quest’anno Luca è andato a dire ai suoi compagni d’asilo che Babbo natale non esiste e la maestra è quasi svenuta!
Cmq loro sono sereni,continuano ad ammirare le luci, a fare l’albero, ad addobbare le loro stanze e a godersi le due settimane di vacanza da scuola/asilo.
Meglio così.
Io adoro tutti i personaggi buoni dell’infanzia, da Babbo Natale al topino dei denti … da piccola ho capito presto chi mi portava i regali (la casa era piccola e i pacchi fingevo di non averli visti nascosti sotto il letto …) ma la magia me la sono tenuta stretta e ho cercato di darne un po’ a mio figlio. Lui “vuole” crederci, gli piace l’idea di chiedere a qualcun’altro e non sempre a noi. Penso lo veda come un alleggerirci il compito, “tanto il regalo più costoso me lo porta Babbo Natale”.
Ma essendo un razionale, questa cosa dei regali distribuiti in una notte da un solo uomo – seppure speciale – proprio non gli suona bene, o sono tanti questi babbi o non è cosa … Per ora faccio come te, più domande che risposte. Poi vedremo, è che sono io a non aver voglia di lasciare andare quel simpatico vecchietto …
@Marzia non è bellissimo vedere come riescono ad accettare una cosa e non un’altra, come lavoro il loro cervello per sistemare la faccenda in modo che sia credibile? Sempre tosto tuo figlio comunque. Vai così! 🙂
finchè ci crede mi diverto a giocare, al primo dubbio gli racconterò che è un personaggio di fantasia. va bene far sognare i bambini, finchè sono abbastanza ingenui da farlo, ma anche protrarre all’infinito questa favola quando ormai sono grandi con stratagemmi e trucchetti per placare i loro dubbi mi sembra un tantino eccessivo (conosco bambini che ci credevano – o dicevano di farlo – fino a 11 anni…). io neanche mi ricordo di averci mai creduto, mia madre dice che ho smesso presto perchè me l’ha detto un bambino all’asilo, ma il natale era bello lo stesso!
@Cosmic sono d’accordo con te, infatti il senso è quello di protrarre la magia del natale, non la bugia.
Mia figlia ha 10 anni, una montagna di domande e il dubbio che Babbo Natale non esista: “Un mio compagno ha detto che BN e`suo padre” ed io sto al gioco: “Eh, si`. Infatti io sono la regina d’Inghilterra!”
@mammacanta oddio a 10 anni avrei qualche dubbio che ci creda veramente, però magari anche lei ha ancora voglia di sognare 😉