Libri per crescere

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I benefici che si possono trarre dalla lettura di un libro per bambini sono talmente ovvi che, a mio modesto parere, è superfluo ribadirli. Quello che posso raccontarvi è perché io abbia iniziato fin dalla più tenera età di mio figlio a leggere per lui. Non è accaduto per introdurlo precocemente alle meraviglie della carta stampata, né sono stata spinta dalla sottile speranza che ogni genitore, chi più chi meno, ripone nel fatto che approcciare il prima possibile i propri figli alla lettura potrà automaticamente trasformarli in divoratori di libri. L’ho fatto per disperati motivi pratici. Disperatissimi, aggiungerei.

#libripercrescere
Mio figlio a diciotto mesi divorava già la carta, come molti marmocchi della sua età, e certamente non in senso metaforico. Quindi era privo di qualsiasi strabiliante superpotere tranne questo: mio figlio a diciotto mesi era insonne già da due anni. I conti sembrerebbero non tornare, ma c’è un trucco matematico: ha pensato bene di non farmi chiudere occhio a partire dal terzo mese di gravidanza. Poi ha proseguito la sua puntigliosa opera di scassa balle per tanto, tantissimo tempo. E’ durata quasi quattro anni questa storia, e la cosa più complicata non era tanto evitare che si risvegliasse dieci volte per notte, quanto farlo addormentare. Ci riuscivo soltanto leggendogli un libro. Per ore, pazientemente, fin quando non chiudeva gli occhi felice e sicuramente arricchito di qualcosa. Tipo la voglia di risvegliarsi mezz’ora dopo, ma vabbe’…

Non penso di aver influito in alcun modo sulla passione di mio figlio. Non l’ho mai forzato a leggere, mai. Superboy, così come milioni di altri bambini come lui, è nato con l’amore per la carta stampata incastrato nell’elica del DNA. Lo racconto qui, sono riflessioni che ho scritto quando è stato in grado di leggere da solo: “Lui che è sempre troppo curioso, troppo avanti, troppo rumoroso, troppo vivace, troppo tutto, quando legge blocca l’universo. Allora il suo mondo si concede un respiro tranquillo: i pensieri e gli occhi immensi ipnotizzati dalle parole, le sopracciglia lievemente aggrottate si distendono nel sorriso leggero di labbra che si muovono rapidissime da una frase all’altra. Cullato da un libro, mio figlio stacca la spina. Per distoglierlo dalla lettura non funzionerebbe neanche l’apparizione miracolosa di Totti con moglie bonazza e i pastorelli adoranti a seguito. Leggere, dice lui, è il suo hobby preferito. Dopo il pallone e il rimorchio selvaggio, s’intende.”

Non è un qualcosa che si impara o si acquisisce grazie all’intervento dei genitori. Sarebbe come dire che, con i giusti accorgimenti, un bimbo con i capelli biondi possa, dopo qualche tempo, sfoggiare una capigliatura nero corvino. Divoratori di libri si nasce, in linea di massima. Ciò non toglie, naturalmente, che proporre un buon libro ai propri figli sia il dono migliore che si possa fare alla loro intelligenza emotiva. Un regalo capace di farli andare altrove, come dice Superboy in una delle nostre recensioni “ …ci sono anche libri di gialli, libri d’amore che parlano di storie diverse. A pensarci bene, ogni volta che leggi un libro succede che con la fantasia puoi viaggiare ovunque ti pare, anche volare senza nessuno strumento, cosa impossibile per gli umani.”

Leggere assieme ai nostri figli, poi, arricchisce la nostra giornata di attimi a dir niente speciali che diventano particolarmente intensi se noi, per primi, maneggiamo il libro con lo stesso amore e attenzione che riserviamo ai marmocchi che in quel momento sono accucciati fra le nostre braccia.

Io amo farlo soprattutto adesso, che il mio ragazzo manifesta i chiarissimi segni della pre adolescenza e ha poca voglia di condividere il suo mondo con mammà. I libri rappresentano il nostro punto d’incontro, la nostra isola privata in una vita che ci assorbe in direzioni diverse.

L’evoluzione dei libri per bambini

I moderni testi per bambini non parlano più, viva Dio, di lupi cattivi, streghe e trolls affamati di carne tenerella, di bambini da sperdere nei boschi e matrigne maligne. Con buona pace di quei pedagogisti convinti che la favola di Pollicino sia altamente educativa, io ringrazio il cielo e gli editori intelligenti di mettere a nostra disposizione libri grazie ai quali si può parlare veramente di tutto, paure e temi considerati tabù in primis.

Affrontare lo spinoso argomento dell’ educazione sessuale con naturalezza grazie a I nati ieri e quelle cose lì, conoscere mondi e realtà distanti anni luce dalla nostra come nello splendido Nel mare ci sono i coccodrilli, provare a superare le paure ancestrali con Il gufo che aveva paura del buio o parlare della diversità in tutte le sue sfumature, come abbiamo fatto in Campione in gonnella edito da Giunti Junior, in assoluto la recensione che mi ha regalato i maggiori spunti di riflessione da condividere con mio figlio.

Nel punto successivo sarà proprio lui a raccontarvi quanto ci piaccia condividere libri. E anche calore, nell’accezione più ampia del termine.

Perché leggere insieme a mamma e papà

A me piace leggere insieme a mia madre perché così è più semplice capire e se devo fare una domanda a qualcuno non la faccio all’uomo invisibile ma alla donna visibile.

Quando leggiamo di solito ci mettiamo sul letto, sul divano, dove capita. Il posto che mi piace di più è il lettone perché mi accuccio sulla sua spalla e chiedo se posso vedere delle illustrazioni, se ci sono. Questa è una cosa che facevo soprattutto da piccolo però mi piace ancora. Lei è molto brava a leggere perché non ha fretta e lo fa con espressione, le voci giuste (ad esempio: se in una favola c’è una ballerina non può avere la stessa voce dell’uomo nero) e tutto il resto.

E poi c’è una cosa che mi fa schiattare: quando prendiamo in giro le favole tradizionali. Ad esempio, “C’era una volta, in un paese lontano lontano…” Punto primo: perché deve accadere sempre tanto tempo fa questa storia? Punto secondo: perché deve essere sempre lontano il luogo dove è ambientata la storia? Qualcosa successo l’altro ieri oppure a due fermate di metro, nooooo? E poi mi piace leggere nel lettone perché io sono una fornace umana, mia madre anche quindi se ci accucciamo c’è un bel calduccio. Però dobbiamo attenti altrimenti l’estate muoriamo per autocombustione.

Un bambino che non legge si perde molti scenari, molta storia, molta cultura. Se è un libro straniero si possono conoscere nuove tradizioni, se è sulle paure si può imparare un po’ a superarle. A proposito di paure, la Giunti mi ha regalato un libro che si chiama Squalo: esca pericolosa . Parla di un bambino che era andato sulla barriera corallina però prima si era lussato una giuntura del ginocchio, quindi gli avevano ingessato una gamba. Ma non era un’ingessatura troppo avvolgente e complicata. Insegna una cosa importante: qualunque cosa, dalla più piccola alla più pericolosa, può avere un’utilità. In pratica lo squalo, che è un animale che fa paura, salva la vita a questo bambino e non è una cosa che succede tutti i giorni. Fa riflettere sul fatto che non tutte le cose paurose sono nocive.

bannergiunti210x210 I libri hanno solo un piccolo difetto: certe volte costano tanto, e allora probabilmente è per quello che la gente non li compra. Se li scarichi come ebook, ad esempio, risparmi sulla forma cartacea. Però sfogliare la carta e sentire le pagine dà una sensazione in più, un’emozione in più.

La campagna “Narrativa Giunti per ragazzi. Fai volare la fantasia!” Promozione – 25%

Per fugare le preoccupazioni economiche di mio figlio, che ultimamente è parecchio angosciato dagli effetti devastanti della crisi economica, vi segnalo che fino al 23/6 è possibile usufruire di una fantastica promozione della Giunti Junior: un’ampia scelta di testi per ragazzi scontati del 25%, un’occasione davvero ghiotta per fare una scorta di libri da gustare sotto l’ombrellone.

L’hashtag della campagna è #libripercrescere

– de La Staccata

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