La doula: affiancare una mamma

Virginia Mereu è un’educatrice perinatale, una figura professionale di cui molte future mamme o neo mamme ignorano l’esistenza: il suo lavoro è dedicato a loro, alla loro consapevolezza ed al sostegno pratico ed emotivo di cui hanno bisogno

Mi chiamo Virginia, sono sposata con Vincenzo ed abbiamo due figlie, Valentina di 28 anni e Silvia di 16. La mia professione è quella di doula, o educatrice perinatale o, che dir si voglia, aiuto madre.

Nella nostra cultura, la doula non è conosciuta, anche perchè è una antica parola greca che significa “una donna esperta che serve un’altra donna“. Io l’ho trovata meravigliosa tanto che ho denominato così il mio sito e non mi ha sconvolto il suo significato di “servire”, in quanto essere accanto ad una donna ed aiutarla nella fase della gravidanza e subito dopo lo trovo molto gratificante e bello.

Come dicevo, la nostra cultura prevede che, in quanto donna, si è automaticamente mamma e per cui pronta e preparata per affrontare una gravidanza, un travaglio ed un parto e per finire (o meglio per iniziare) una nuova vita con un bimbo o, alle volte, anche due o tre neonati insieme.
Non c’è nulla di più sbagliato in tali affermazioni.
Mamme, ma anche papà, del resto, si diventa e c’è bisogno di un tempo che,, non a caso, la natura ha stabilito sia di 9 mesi o di 40 settimane, in cui ci si possa preparare, prendersi cura di se stesse e farsi affiancare.

Infatti la gran parte delle future mamme, oggi, segue corsi pre-parto, si interessa a ciò che sta avvenendo nel proprio corpo, è più attenta alle proprie sensazioni interiori, si rende conto di essere anche più esposta emotivamente, ma nonostante tutto ciò, molte volte, o meglio troppe volte, non si è consapevoli del fatto che si abbia bisogno di un’affiancamento esterno.
Non a caso sottolineo affiancamento, poichè la mamma rimane la principale protagonista del suo bimbo.

Ma cosa vuol dire essere una doula o una educatrice perinatale? Durante la gravidanza il sostegno è rivolto a far comprendere cosa vuol dire essere una futura mamma e, sembrerà strano, ma anche a far prendere consapevolezza delle proprie competenze riguardo al travaglio ed al parto, visto che oggigiorno i medici parlano di ”paziente” come se la gravidanza fosse una malattia e non un periodo delicato e felice dell’esistenza di una donna.

Inoltre c’è l’affiancamento al momento del parto: non da un punto di vista medico, poichè tutto ciò spetta all’ostetrica, ma per spiegare alla mamma le fasi che sta attraversando, magari praticando un massaggio la dove questo può dare sollievo, o sostenendola nelle posizioni che sente più congeniali per lei.

Subito dopo la nascita del piccolo, il compito della doula è quello di aiutare la mamma a mettere il bimbo al seno e, nei giorni successivi, a trovare la posizione migliore per l’allattamento che scongiuri ragadi, a darle quel supporto che le conceda il tempo per riprendersi fisicamente, ma anche fornirle un supporto emotivo, visto il calo brusco di ormoni che da origine ad un periodo delicatissimo per la mamma.

Sono molti anni ormai che svolgo la mia professione ed anche se le mamme sono cambiate, se la loro età è maggiore ( ci siamo spostate intorno ai 37/39 anni, contro i precedenti 23/25 anni per il primo bimbo) il rischio della depressione post-partum è rimasto invariato, anzi potrei affermare che sta aumentando.

Quando una futura mamma mi contatta e facciamo un percorso insieme, la depressione post-partum non si manifesta, poichè, oltre all’ascolto, che è di fondamentale importanza, io cerco anche di far presente che non tutto è come si sogna: siamo abituate a vedere vip e pubblicità in cui le mamme appaiono meravigliose, rilassate, splendide, modello Angelina Jolie, ma tutto ciò non risponde a realtà.
La mamma è spesso stanca, stropicciata da notti insonni, dopo un mese non ha ancora ripreso il suo peso forma, magari non ha neppure il tempo di lavare i capelli. Ciò non vuol dire che lei è un’incapace, ma semplicemente che ha bisogno di prendersi del tempo ed ha bisogno di investire su se stessa, permettendo a qualcuno di prendersi cura di lei.
Perchè, se lei sta bene, anche il suo bimbo ed il suo compagno potranno gioire di questo periodo, ricordarlo con grande amore e non pensarlo come un periodo da incubo.

Quando a volte vengo chiamata dopo il parto, per una difficoltà, cerco per prima cosa di rimanere in ascolto, senza cercare a tutti i costi di dare una risposta e dopo un po’ la mamma comprende quello che poco prima le sembrava un problema insormontabile.

Nella società attuale, dove tutto va in fretta, dove non ci bastano più le 24 ore per portare a termine tutto ciò che ci è richiesto o che vorremmo fare, la gravidanza e i primi mesi di vita del piccolo potrebbero essere un periodo di riflessione e riappropriazione dei propri spazi e dei propri tempi.

Quando parlo con le mamme dico sempre: comprendo l’impegno che un neonato richiede, capisco che tra una poppata, una colichina, un bagnetto e un singhiozzo, sembra che tutto ciò non abbia fine e che il tempo non passi mai, ma cogli questi momenti poiché si arriva alla prima candelina e ci si chiede, dov’è finito il tempo? Dov’è il mio piccolo bimbo? Ora cammina da solo, mi chiama mamma e non vuole più essere preso in braccio perché è grande!!!

In tutto ciò, se gli abbiamo dedicato il nostro tempo, quello prezioso, proprio quello che non ci basta mai, lui sarà in grado di allontanarsi da noi più sicuro e più sereno e noi avremo la possibilità di dedicarci a noi stesse con gioia.

Nella mia esperienza, che dura ormai da 20 anni, ho conosciuto molte mamme, ho affiancato molti bimbi nella fase di avvio ed il rapporto che si instaura è sempre molto speciale, di grande stima ma anche affettivo e anche quando termina la fase ”lavorativa” continuo a seguirli nelle fasi di crescita.

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26 thoughts on “La <em>doula</em>: affiancare una mamma”

  1. ciao,sono Anna Maria ,abito in Sardegna,sono mamma di 3 meravigliosi pargoli:Francesco 16 anni,Emanuele 14anni,Laura 10 anni.Ho al mio attivo una laurea in Giurisprudenza,ma da diverso tempo sia per le esperienze di vita che per il mio carattere sempre pronto all’ascolto mi sono innamorata del MONDO DELLE DOULE.Per questo vorrei intrapendere il cammino partendo dalle giuste basi,anche perchè ritengo che non ci si possa addentrare in un mondo cosi’ speciale senza le giuste competenze e la neccessaria preparazione.Vorrei quindi,se possibile dei consigli su corsi da seguire e dove.Ti ringrazio per l’aiuto che vorrai darmi.Anna Maria

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    • Carisisma Anna Maria,
      sei poi diventata “doula”?
      Io vivo in Abruzzo e ho una nuora (in Sardegna) che, quasi al terzo mese di gravidanza, stà soffrendo per un raffreddore cronico e con vomiti e nause quotidiane.
      Vorrei aiutarla con una “doula” esperta.
      Mi fai sapere?
      Cordiali saluti
      Rolando

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  2. Mi sono chiesta anche io perché il nome del collegio sia riferito solo a ostetriche donne. Io ho avuto un ostetrico uomo e un altro teneva il corso pre-parto. Non sono la maggioranza, ma c’è ne sono.
    In effetti lo stesso articolo metteva in guardia dal non far passare certi atteggiamenti come protezionistici.
    A questo punto aspettiamo gli sviluppi del disegno di legge

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  3. sara’ interessante capire come un testo di legge siffatto possa essere commentato ad esempio dalla comunita’ europea. In paesi come UK in cui le doule sono in realta’ certificate (http://doula.org.uk/content/becoming-doula) si sta praticamente dicendo che dei membri della comunita’ europea non possono godere di mobilita’ perche’ tale figura non e’ accettata in altri Paesi? Insomma, io quando leggo il testo che linki, Silvia, della Federazione nazionale dei Collegi Ostetriche (ma perche’ solo al femminile a proposito? Non ci sono ostetrici?) mi intristisco davvero, invece di fare in modo che la figura della doula sia regolamentata e magari certificata, perche’ il bene del paziente dovrebbe venir messo in primo piano, si propende per l’ostruzionismo, il proibizionismo, il solito protezionismo delle professioni. Triste davvero.

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  4. É compito dell ostetrica seguire la donna e la crescita di un neonato fino all anno di vita. Le ostetriche non sono medici, ed é nel loro lavoro consigliare alle mamme es. Lo svezzamento, i vaccini, la cura del cordone, in collaborazione con i pediatri. In olanda, e nel resto del mondo fanno come vogliono, se altre ostetriche delegano il loro lavoro a persone senza formazione..be facciano pure..ma io ostetrica privata che seguo le donne in gravidanza, durante il travaglio, parto e nel primi mesi a casa loro con i piccoli devo continuamente correggere cavolate dette da alcune doule, cavolate perché basate solo sulle loro esperienze e non su evidenze scientifiche. Se volete continueare a farvi curare e assistere da persone a caso, ognuno fa quello che vuole..totale libera scelta..!

    L AIO ha presentato un testo di legge che verrà probabilmente approvato per la sicurezza della salute delle donne e neonato. Io intanto ho fatto il mio dovere segnalando la situazione. Facciate e pensate ciò che volute, ognuno si cura come preferisce.

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  5. Scusate, a me questo corso della doula mi sembra veramente rientrare nella serie: albo professionale delle migliori amiche consolatrici, fai un corso e poi eserciti l’ attività di migliore amica. Mi spiego.

    Io ho fatto la doula, senza corso. Arrestatemi. Poi ci tengo a sottolineare che nel post è detto bello chiaro:

    “Inoltre c’è l’affiancamento al momento del parto: non da un punto di vista medico, poichè tutto ciò spetta all’ostetrica, ma per spiegare alla mamma le fasi che sta attraversando, magari praticando un massaggio la dove questo può dare sollievo, o sostenendola nelle posizioni che sente più congeniali per lei.”

    Ripeto:
    NON DA UN PUNTO DI VISTA MEDICO PERCHÈ CIÒ SPETTA ALL’ OSTETRICA. OSTETRICA. Ecco, magari adesso si vede meglio.OOOh, inspiriamo, espiriamo. Ma che, vogliamo segnalare, i siti di oroscopi perché fuori ci sono anche gli astronomi? (cit.)

    Ma vi dicevo, ho fatto la doula. Quando la mia amica Polina, di cui sono stata testimone di nozze, doveva partorire in Olanda le sue ostetriche le hanno chiesto se c’ era qualche amica che le faceva piacere avere accanto, come doula, così mi mettevano in lista e mi facevano entrare. Io all’ epoca ero incinta di quasi otto mesi e ho chiesto alla mia di ostetrica se lei aveva qualcosa in contrario. Ma ci mancherebbe, fa lei, se ti va è un’ esperienza bellissima.

    Cosa ho fatto in conclusione? Fondamentalmente fare in modo che la mamma di Polina non uscisse di testa dalla preoccupazione, perché la povera è russa, non parla una parola di olandese, alla fine in camera con la figlia ci stava lei e per non affollare troppo le cose io ogni tanto la massaggiavo (la mamma stressatissima), la coccolavo, le portavo un te, le traducevo cosa diceva l’ ostetrica per tranquillizzarla.

    Fondamentalmente ho fatto la mediatrice culturale, perchè le ostetriche olandesi sono belle, calme, flemmatiche e anche se le cose si intoppano un pochino, affidano il tutto al ginecologo, ma restano a disposizione.
    “Guardi signora, me l’ ha spiegato meglio, non è che non vogliano farle l’ epidurale, è che a questo punto dell’ epidurale non se ne fa nulla e rischia solo di farle male. So che e durissimo, ma vede, in questo momento nessuno può fare niente, l’ ha appena detto anche la ginecologa, si tratta solo di aspettare”.
    “Ho capito, ma quella sta lì impassibile, da noi anche se non possono fare niente e c’ è solo da aspettare l‘ostetrica ti fa una coccola, ti dice qualcosa di carino per distrarti”.

    Dalle torto. Non ho avuto cuore di ricordarle che se in Russia poco poco salta fuori un’ infezione mettono tutto il reparto maternità in quarantena con i padri che la sera si raggruppano sotto le finestre per dirsi almeno due parole con la neomamma (l’ ho letto nel “Decamerone delle donne”, non lo so come funzionano i parti in Russia).

    Quindi a che serve la doula?

    Bo, io non l’ ho capito mica, me lo spiegate voi?

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  6. @Ostetrica: quello che Lei linka è un breve comunicato relativo all’istituzione, presso un’associazione di categoria degli ostetrici, di un osservatorio per l’abusivismo professionale. Non vi è alcun cenno alla identificazione di determinate attività come abusive e non vi è alcun cenno alla specifica attività delle doule.
    Sull’attività di questo osservatorio, sulle eventuali ricerche effettuate, sulle iniziative intraprese, nulla è possibile rilevare sul sito dell’AIO, cui si riferisce il link.
    Se invece ci fossero attività dell’osservatorio di cui io non trovo traccia, La invito a segnalarle.
    Tale osservatorio, comunque, non è affatto un'”autorità che punisce l’abuso della professione”, ma una semplice commissione di un’associazione privata.
    Come ben dice Supermambanana nel commento qui sotto “se una doula volesse sostituirsi ad una ostetrica, o agisse “in quanto ostetrica” l’accusa di abuso ci starebbe tutta, verso di lei, non verso la categoria,…”
    La doula non è una professione in senso stretto: non vi è un albo, né un collegio, ma non è neanche un’attività che si confonde facilmente con l’ostetricia, che invece è una specializzazione universitaria e una professione sanitaria, da esercitarsi in modo strutturato o in attività libero professionale.
    Mi sono documentata e ho letto di diversi esposti presentati dai collegi degli ostetrici per far dichiarare l’abusività della professione di doula, ma nulla ho trovato su eventuale seguito giudiziario che questi esposti hanno avuto. Se lei ne ha qualche notizia, La invito a fornirla, poiché potrebbe essere utile per tutti.
    Gli esposti sono stati presentati soprattutto nel nord Italia, dove l’attività delle doule è più diffusa e si è trattato di una diatriba nata nei primi mesi del 2011, di cui però non emergono seguiti.

    Di collegi, come Lei dice, ce n’è uno in ogni provincia, ma non mi risulta che siano poi molti i collegi che hanno presentato esposti.

    Per completezza di informazione metto in evidenza questi link alla sezione Lavoro e Professioni di Quotidianosanità.it (quotidiano on line di informazione sanitaria)

    Qui un’intervista alla Dott.ssa Cantoira, presidente del collegio di Torino, che ha presentato l’esposto:
    http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=3116

    Qui la replica della Dott.ssa Aicardi dell’associazione Eco mondo doula:
    http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=3266

    E infine qui un’interessante articolo dell’ostetrica Rachele Sagramoso, dell’AIORCE (Associazione Italiana di Ostetriche per i Rapporti Culturali con l´Estero) che spiega con chiarezza la differenza tra la professione ostetrica e l’attività di doula, difendendo la convivenza delle due figure e mettendo in evidenza i profili di integrazione, pur nelle diverse competenze:
    http://www.mondo-doula.it/articolo.aspx?articolo=153

    Mi dispiace comunque che non Le interessi iniziare una discussione in privato, perché poteva essere l’occasione per un articolo che riportasse la voce degli ostetrici anche su questo sito.

    Per chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento, questo il link a un numero della Rivista dell’Osterica/o, organo ufficiale della Federazione nazionale dei Collegi Ostetriche. Dalla pagina 8 inizia un lungo articolo dal quale si evince che il Ministero della Salute ha semplicemente non riconosciuto l’attività di doula come professione sanitaria (giustamente, direi, poiché non lo è), ma non che l’attività sia abusiva in sè.
    http://www.ostetrichetorinoasti.it/wp/wp-content/uploads/2012/04/Lucina_1_2012.pdf

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  7. non sono competente per commentare il risvolto legale, ma vorrei aggiungere i miei due centesimi alla conversazione, e cioe’ che le doule sono diffuse in tutto il mondo, e non mi risulta sia illegale come attivita’, dal momento che le competenze e i campi di intervento sono molto diversi. Ovviamente se una doula volesse sostituirsi ad una ostetrica, o agisse “in quanto ostetrica” l’accusa di abuso ci starebbe tutta, verso di lei, non verso la categoria, ma se una doula opera “in quanto doula”, non vedo quale sia il problema, purche’ la trasparenza sia garantita. Immagino, anche (o immaginavo, prima di leggere il commento qui) che le ostetriche e gli ostetrici siano ben felici di demandare ad una doula certi compiti per i quali la loro professionalita’ sarebbe, come dire, sprecata: mutatis mutandis mi viene in mente la figura di Health Visitor nel paese dove vivo, e il fatto che il poter rivolgermi a loro per questioni pratiche come “come incoraggiare mio figlio a mangiare le carote” o “va bene il parmigiano sulla minestra” o altra minimalia quotidiana, di fatto libera i pediatri (che invece in Italia sono tipicamente chiamati ogni tre per due) consentendo loro di esercitare la professione per la quale hanno studiato tanto, concentrandosi sulle loro competenze proprie e non sul parmigiano. Come dicevo, my two pence.

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  8. Ostetrica, la legge la conosco bene, sono un avvocato penalista. Sto leggendo molto materiale in rete e non mi risulta che l’attività di doula sia stata mai dichiarata esercizio abusivo di professione.
    Leggo di un esposto del Collegio degli Ostetrici di Torino, che però non sembra aver avuto seguito.
    Mi sto informando, come vede. Al più presto relazionerò in un commento a questo post.
    Grazie comunque per aver sollevato la questione.

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  9. ecco a lei la legge:

    L’esercizio abusivo di professione è un reato penale sancito dall’art. 348: “Chiunque abusivamente esercita una professione (c.p. 359) per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato (c.c. 2229), è punito con la reclusione fino a 6 mesi o con la multa”, tale norma punisce chiunque eserciti abusivamente una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato.

    e per assistere una donna ci vuole l’abilitazione da ostetrica.

    L’ostetrica non è un medico, é quella che sta accanto alla donna, e puo, a differenza della doula fare anche tutte le pratiche mediche perché é riconosciuta dalle stato,mentre la doula no. Noi assistiamo le donne stando accanto a loro spiegandole tutto con i cuore e con l’anima, esistono infatti fuori dall ospedale le ostetriche libere professioniste.
    Non m’interessa cominciare una discussione in privato, mi interessa solo che le donne si mettano in buone mani, di persone riconosciute e laureate, e che capiscano che la doula non é una figura a cui siano state riconosciute delle competenze.

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