Shinobu è giapponese e vive in Italia da 11 anni. E’ sposata con Magdy, italiano, ed hanno due bambini, di 7 e 2 anni. La sua famiglia d’origine vive in Giappone, quindi, lei ha sempre affrontato lunghi viaggi in aereo, anche da sola, fin dai primi mesi di vita di Yuji ed Elena.
Il primo lungo viaggio in aereo del tuo primogenito, com’è andato?
Sono andata in Giappone con mio marito quando Yuji aveva 3 mesi. Visto che Yuji era un bambino che piangeva molto, avevo paura di disturbare gli altri passeggeri, ma, per fortuna, il rumore del motore dell’aeroplano copriva il pianto di Yuji, non creando quindi problemi.
Le hostess erano molto gentili e sul volo non abbiamo avuto alcun problema.
Abbiamo volato con KLM, quindi abbiamo fatto scalo ad Amsterdam. Sia all’andata che al ritorno i voli erano in ritardo, stancandoci non poco anche perche’ non avevamo il passeggino per Yuji. Molte compagnie aeree hanno un servizio grazie al quale il passeggino viene consegnato al Gate e ripreso di nuovo al Gate non appena si scende dall’aereo. Non ho usato questo servizio con Yuji, ma con Elena l’ho sempre usato ed era molto utile.
Quali sono i problemi che possono derivare dall’inesperienza nel viaggiare con i neonati?
Forse con i neonati i problemi sono minori, dato che non vogliono e possono muoversi troppo… Quando Yuji aveva 1 anno non voleva stare fermo e quindi dovevo necessariamente fare molte passeggiate con lui lungo i corridoi dell’aereo; o anche andare in fondo all’aereo e perdere tempo prendendo bibite o dolci e, in presenza di hostess simpatiche, scambiare quattro chiacchere in compagnia dei bambini.
Se l’aereo é pieno, consiglio di prendere il posto vicino al corridoio perché i bambini vogliono spesso camminare ed è sconveniente dover chiedere ripetutamente all’altro passeggero di alzarsi per uscire dal posto assegnato.
Lo stesso viaggio, ma con due bambini: come sono cambiatele cose?
Quando ho viaggiato prima volta con due bambini, Yuji era abbastanza grande e mi aiutava anche a tenere Elena od organizzare i bagagli. Questa volta Elena aveva il suo posto, quindi abbiamo occupato l’intera fila di 3 posti e non dovevamo preoccuparci di disturbare gli altri passeggeri.
Quanto e come risentono i bambini del jet-lag? Quali sonoi tuoi accorgimenti perchè lo superino in breve tempo?
L’aereo per il Giappone arriva sempre nella mattinata e Yuji, anche se dorme poco sull’aereo, sente che non deve dormire, vedendo il sole. Lui, poi, è sempre pieno di energia e gli è sufficiente andare a dormire presto lo stesso giorno dell’arrivo. Dopo si abitua in breve.
Era piu’ problematico quando l’aereo per il Giappone partiva la sera dall’Italia: avendo dormito sull’aereo bene, quando arrivavamo a sera in Giappone, non voleva dormire.
I tuoi consigli nell’organizzare un lungo viaggio inaereo: cosa è indispensabile, cosa si può lasciare a casa?
L’oraro del pasto sul volo non e’ perfetto per i bambini, quindi meglio portare qualcosa da mangiare. Infatti anche questa volta (n.d.r.: Shinobu attualmente è appena arrivata in Giappone con i suoi bambini per le vacanze estive), l’aereo per il Giappone partiva alle 15:00 ed il pranzo (la compagnia aerea lo chiama cosi’!) era verso le 17:30. Ovviamente i miei bambini non hanno mangiato quasi niente ed avevano fame dopo. Così hanno mangiato polpette di riso e pizza che avevo portato da casa. La colazione è stata servita verso l’ 1:30 del mattino (orario italiano) ed ovviamente loro dormivano e non hanno toccato niente.
L’impatto con l’arrivo, con un ambiente diverso e l’adattamento: come cambia nelle diverse età?
Yuji, essendo misto italiano giapponese, non aveva alcun problema per addatarsi all’ambiente diverso. Quando era piccolo, non si rendeva tanto conto delle diversità, adesso che e’ cresciuto, le differenze lo divertono molto.