Sì, viaggiare, evitando le buche più dure.

Un viaggio in macchina con i bambini non è scandito dai chilometri percorsi, nè dalle uscite autostradali superate, nè dai caselli, nè dalle ore dei pasti, ma solo ed esclusivamente… dalle pipì!
La pipì durante il viaggio in macchina è l’evento più imprevedibile: segue esclusivamente il ritmo delle code in autostrada e dei tratti privi di autogrill…
Ma c’è un altro nemico, più subdolo, che peggiora con il trascorrere delle ore e dei chilometri: la noia e l’insofferenza per l’immobilità.
Individuati i due peggiori mali del viaggio in macchina con i bambini, bisogna trovare il rimedio: un’attenta e previdente programmazione delle soste.
Un viaggio in macchina, adesso che ci sono figli, non avrà mai più la stessa durata di un tempo: scordiamoci il concetto di “casello-casello”, in favore di “casello-autogrill-parcheggio-trattoria con parco giochi-autogrill-casello”.
Nel viaggio in macchina può annidarsi un’altra insidia: il mal d’auto. Qui il problema è piuttosto serio e non ho competenze per affrontarlo. Da esperienze di amici mi si dice che spesso gli appositi farmaci pediatrici non sempre funzionano ed, a quel punto, i lunghi percorsi in auto diventano veramente una tortura, da evitare più possibile, magari in favore del treno.
Qual’è il tempo massimo tollerato dai vostri figli per una permanenza ininterrotta in auto, dovrete scoprirlo da soli: sicuramente varierà con l’età, con l’orario della giornata e con la personale tolleranza dell’immobilità. Cerchiamo, comnuque, di individuare i metodi per prolungare più possibile questa sopportazione.
– Prima di tutto sfruttiamo le ore di sonno: soprattutto con i bambini più piccoli, che possono essere trasferiti in auto senza svegliarli, sarà utile un’alzataccia all’alba, ad esempio le 4 o le 5 di mattina, che consentirà di sfruttare anche 4 ore ininterrotte di percorso. Stesso risultato si potrebbe ottenere nell’ora del sonnellino dopo pranzo, ma in estate non è certo l’ora migliore per viaggiare, soprattutto per i genitori (non sottovalutiamo le esigenze di chi guida).
A parte il fatto che sarà utile sempre rispettare i ritmi circadiani del guidatore, normalmente si è più svegli all’alba, dopo un sonno magari breve, ma accettabile, piuttosto che nelle ore calde del primo pomeriggio.
Al risveglio si potrà programmare la prima sosta per un eventuale cambio dei più piccoli, la pipì per gli altri e la colazione per tutti. Tenendo conto che, a quel punto, avremo un bambino piuttosto rilassato, appena sveglio e magari incuriosito dallo scorrere della strada, riusciremo facilmente a metterci almeno un altro paio d’ore di percorso di filato. Quindi si potranno totalizzare circa 6 ore di percorso con una sola sosta!
– Per tutta la strada successiva, armiamoci di intrattenimenti. Noi normalmente ci portiamo un cartone piuttosto rigido (ma che sia un cartone, così in qualsiasi caso resta un oggetto flessibile) che, poggiato sui braccioli del seggiolino, costituisce una base d’appoggio per diverse attività: per disegnare, per giocare a domino (buono solo per l’autostrada, con poche curve!), per leggere un giornalino. Anche i giochi su un laptop o addirittura un dvd portatile sono utili, ma io mi limito sempre a cose più semplici. Tanto c’è sempre tempo per arrivare alla consolle per videogames portatile che interromperà per sempre la comunicazione familiare!
Poi ci sono i giochi legati alla strada, da graduare a seconda dell’età: chi dice prima il colore (o per i più gradi il modello) della macchina che ci supera; oppure chi vede prima un determinato oggetto (es: un tetto rosso, una macchina verde…).
E poi la musica ci salva sempre: canzoni da cantare tutti insieme, così si tiene sveglio anche il guidatore!
– Comunque, anche se si riesce a far scorrere la strada, le soste non vanno sottovalutate. I bambini hanno bisogno di muoversi e di sgranchirsi, per non sentire eccessivamente la stanchezza del viaggio. In realtà è così anche per gli adulti, ma, essendo tutti abituati a “puntare al risultato”, ci scordiamo troppo spesso che, una pausa pranzo prolungata, magari per superare le ore più calde e digerire, ci permetterà di arrivare alla meta più sicuri e non sfiancati. Quindi non facciamoci scrupoli anche a lasciare l’autostrada per passare qualche ora in un bel localino di campagna che permetta ai bambini una vera sosta, con gioco e relax ed a noi un pranzo leggero e quattro passi.
Quando ci rendiamo conto che è il caso di fare una sosta-pipì, diamo sempre retta al nostro istinto idraulico: puntando all’autogrill successivo, che dai cartelli sembra vicinissimo, potremmo sempre imbatterci in una coda che ci farà pentire amaramente della nostra intraprendenza!
In conclusione, arrivare alla nostra meta non completamente sfatti è più necessario che mai, perchè i bambini in mezz’ora recuperano energie, noi no! Un genitore piegato in 4 dal sedile dell’auto è assolutamente incompatibile con un bambino sovreccitato dalla novità del luogo di vacanza.

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2 thoughts on “Sì, viaggiare, evitando le buche più dure.”

  1. Sempre viaggiato col buio: alle 6 se la destinazione è vicina, alle 4 se lontana. Da piccola non si svegliava, ora si ma è talmente catatonica che non protesta 😉

    Però al cartoncino non ci avevo mai pensato! E io che mi dicevo “che se li portano colori e fogli quelli, che poi tanto non sai come farglieli usare”. Saperlo prima… ma ora mi fornisco, mi servirà!

    Per il punto pipì, per fortuna la grande è una cisterna, riesce a tenerla ore e ore, e regge bene anche un viaggio di due ore (se di mattina presto o sera) senza intoppi. Ora vedremo la piccola…

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