E’ impossibile vivere nel paese di Pippi Calzelunghe e non fare alcune considerazioni su quello che viene definito “da maschio” e “da femmina”. Pippi Calzelunghe è una bambina, e quindi femmina, che vive da sola, fa quello che vuole, è fortissima tanto da riuscire a sollevare un cavallo, è simpatica, è gentile ed è ricca…e non ha nemmeno dovuto sposare un calciatore! Ho sentito dire che la stampa dei libri di Pippi Calzelunghe è vietata in alcuni paesi arabi, ma non so se è vero. Certo è che la figura di Pippi mette un pò in crisi alcuni stereotipi dell’educazione. Qui al nord, nel paese di Pippi, esistono negozi che vendono vestiti unisex e alle riunioni scolastiche si parla dell’importanza di educare ad una non divisione dei ruoli. Alcuni studi hanno evidenziato come i giochi all’aperto siano quelli più adatti ad eliminare le differenze tra i due sessi. I bambini e le bambine raccolgono sassi e bastoncini nella stessa maniera. Si arrampicano su pietre e superano piccoli dirupi, e si inzaccherano di fango ugualmente. Questo anche perchè qui nessuno gli dice in continuazione di fare attenzione a non sporcarsi, nè ai maschi, nè alle femmine. E quindi le attività dell’asilo comprendono sempre un paio d’ore minimo da passare all’aperto, tutti i giorni, pioggia, vento, neve o freddo.
Io da bambina ho avuto la fortuna di poter scegliere di giocare con quello che volevo. Mi ricordo il mio preferito era il fortino con cowboy e indiani. Avevo una bella collezione di spade e pistole e macchinette, e nonostante mi sia sempre stato fatto notare di essere un “maschiaccio” ho potuto scegliere di non giocare con le bambole che le trovavo a dire il vero molto noiose. D’altra parte le bambine crescendo diventano donne moderne, alle quali è “concesso” di lavorare, segno dell’emancipazione femminile, dura conquista di anni di lotte, segno “tangibile” che non sono diverse dagli uomini (poi bisognerebbe chiedersi come siamo arrivati alle veline, e questa è un’altra storia). Ma forse ci si dimentica di insegnare agli uomini che non sono diversi dalle donne.
Alle bambine viene concesso di giocare alle macchinette più spesso di quanto non venga concesso ai bambini di giocare con le bambole. E il rosa e il celeste sono entrambi adatti ad una bambina, mentre per i bambini il rosa è completamente fuori luogo. Le bambine possono portare i capelli corti o lunghi, mentre i bambini non possono indossare un fermaglio sui capelli (io ci ho provato a 2 anni, perchè il Vikingo me lo aveva chiesto, e le reazioni sono state a dir poco “interessanti”).
Guardando ai giocattoli ricevuti in regalo dal Vikingo in 3 anni, c’è una collezione immensa di macchinette, camion, aereoplani e carri attrezzi, mentre non ci sono bambole. Durante l’ultimo Natale ha invidiato immensamente la cuginetta che aveva ricevuto uno splendido bambolotto con un intero guardaroba di vestiti, biberon, ciuccio e accessori vari, ed ha tentato di giocarci ogni volta che lei ha abbandonato il campo. Noi ovviamente cerchiamo di compensare comprando il resto. E così abbiamo scoperto che anche al Vikingo piace coccolarsi l’orsetto, indossare collane, infilare perline, destreggiarsi tra le pentoline e mettere a letto le bambole cantandogli la ninna nanna.
Quando oggi chiediamo ai padri di prendersi cura dei figli, dovremmo chiederci anche se quei padri da bambini hanno avuto una bambola da cullare, vestire, mettere a dormire nella culla oppure se gli è stato detto che quelli erano giochi da femmine, ridendo di fronte ad un loro eventuale interesse.
Quando oggi chiediamo ai padri di aiutare in cucina, dovremmo chiederci anche se quei padri hanno avuto un set di pentoline completo, piattini e bicchieri per apparecchiare e una cucina con pulsantini da spingere per accendere i fornelli.
Quando oggi chiediamo ai padri di aiutare nelle faccende domestiche, dovremmo chiederci anche se quei padri hanno avuto un aspirapolvere con cui giocare, o un set di scopa e paletta in miniatura coordinati.
Questa mattina il Vikingo ha dichiarato che il suo orsetto era affamato. Lo ha messo seduto sulla sedia e ha apparecchiato la tavola con il suo set di piattini. Ha iniziato a cucinare una buona colazione, e gli si è seduto accanto per imboccarlo. Osservandolo giocare così, mi si è aperto il cuore, e ho avuto la certezza che da grande sarà un marito e un papà presente. O forse è solo un’illusione.
Però penso che la parità tra i sessi, possa partire anche da questo.
Noi,siamo i genitori dei nostri figli, noi siamo mamma e papà!! Tutti gli altri, nonni, zii, amici etc, non possono conoscere pienamente i nostri figli. A noi è riservato Tutto di loro.. A loro, solo momenti. E’ ovvio che cerchino di regalare solo cose che possono colpirli, conquistarli e “farseli amici”. La bambola a mio nipote Jacopo però io non la regalerei mai. E neppure a Leo, figlio di un mio caro amico. Uno ha otto anni, l’altro due. Perchè ? Perchè se vuole la bambola che piange o quella che si sbrodola addosso e fa pipì, lo sanno i loro genitori.Io non posso presentarmi con un'”Alice” a casa sua! E’ un maschietto!!! E’ strano. A me comunque non piaccioono le bambole, e neppure alla mia piccola più di tanto. A un bambino credo che piaccia di più un trapanino se suo padre gli ha fatto vedere come lo usa e lo ha coinvolto mentre faceva dei lavoretti a casa. Gli piacerà di più un ferro da stiro, se ha giocato con la sua mamma a “fare belli e profumati i vestitini”, persino una scopa se la mamma lo ha fatto provare a spazzare con lei,se spazza lei ovviamante. Se un nonno lo ha portato a pescare, amerà la canna da pesca e il kit di sampey. I giochi per i bambini sono quelli a qui si affezionano di più perchè li associano a momenti piacevoli con noi e vogliono imitarci pechè ci amano. Leo per esempio ama stirare con le manine i panni che raccoglie la mamma. Il ferro da stiro sarebbe divertente per lui. Crescendo, deciderà se gli piace o no stirare, nel frattempo ci gioca!! Jacopo adora il mare, le vele e i catamarani. A lui cos’altro regali? Una bella barca da costruire. Ammetto che anche io se fossi la nonna di un bimbo che come padre ha un medico, un giorno gli regalerei la valigetta con “il kit completo degli attrezzi di papà!”. Ne sarebbe felice no? E poi che male c’è’? Certo, anche le collane possano essere un gioco da maschietto, ma fino a certo punto! In giro con le collane, se avessi un figlio maschio, non ce lo manderei.le collane di per sè sono una cosa abbastanza effimera! non servono fondamentalmente a niente, e sono solo un segno di vanità prettamente femminile. Perchè farci giocare un maschietto e magari mettergli anche la maglietta rosa e un fermaglio nei capelli!! Non esageriamo! Mia figlia ci gioca ma faccio sempre in modo che giochi coi colori e con le perline e cerco di distogliere la sua attenzione su qualco’altro. Figlia, non figlio. Non effeminiamoli troppo i nostri bambini. Se sarà un poeta , un musicista o un filosofo, o un pompiere o un contadino, noi non lo sappiamo. Se sarà senbile e giusto con gli altri ne saremo orgogliose, ma se sarà rude e magari menefreghista e viziato? Non dipenderà tutto da noi. Se sarà un buon padre, lo sarà perchè sarà felice e realizzato in quel ruolo e nella sua vita, non perchè ha giocato a mettere a letto le bambole o a fare la pappa per loro! E poi… Loro non sono noi, matureranno un loro modo di pensare e di vivere, a prescindere dal fatto che possono aver giocato al dottore o alla madre o padre premurosi. E’ vero che siamo uguali nei diritti e doveri. La parità è sacrosanta e affermata ormai,(almeno qui) ma siamo diversi per natura,e questo comporta diversità in moltissime altre cose. per fortuna! Teniamoci la nostra femminilità e lasciamogli la loro virilità. Rispettimo l’uomo che c’è in lui, il futuro maschio!!
Sottoscrivo anch’io il tuo post.
per inciso, il nostro Mezzovikingo, che ha 16 mesi, ha tra i suoi giochi preferiti: scopa e paletta, pentoline e fornelli e aspirapolvere. Esige in continuazione di tirar fuori l’aspirapolvere ‘nostro’ e passare il pavimento (noi, oppure lui), e venire su sui fornelli per usare le nostre pentole e imitarmi quando faccio da mangiare, oppure guardare come si fa.
A parte il discorso dei giochi sessisti o meno, noi incoraggiamo volentieri il tutto cosí magari ci dará una mano quando sará piú grandino e, soprattutto, sará indipendente lui da adulto.
Sui vestiti: io cerco di comprare cose il piú neutrali possibile, anche in vista di eventuali fratellino/sorellina, ma devo dire che, pur vivendo in Svezia, non é semplicissimo. Praticamente tutti i vestiti da femmina hanno dettagli rosa o con pizzetti, mentre moltissimi vestitini da maschi hanno colori scuri, tristi, e li fan sembrare dei quarantenni. io non mi farei problemi a comprare la maglietta rosa al Mezzovikingo, ma il Vikingo padre ha molte piú resistenze….
Vabbè però tuo figlio è un mito! Gli ha vomitato in macchina a tuo fratello! Così s’impara 😉
Mentre eravamo ospiti dalla nonna materna, il mio Vikingo, ad imitazione della cuginetta, ha voluto un bambolotto. E quando si è accorto che gli stavo per comprare una bambola con il ciuccio solamente, mi ha detto “ma mamma, e se piange perchè ha fame io cosa gli do?”. Siamo usciti con bambola, ciuccio, biberon, e gadget vari. Poi a casa ha voluto la fascia per portarlo come noi portiamo il suo fratellino piccolo. Sciarpa al collo con appeso il bambolotto ha fatto sconvolgere tutto il vicinato 😀
PS. La bambola l’ha voluta “maschia”, ossia il suo modo per dire femmina!
Silvia, i nostri due figli insieme scandalizzerebbero l’intero litorale. Se ti interessa mia sorella ha un ristorante negli States e io mamma italiana che pianifica il futuro dei figli ho già deciso che manderò entrambi a fare degli stage estivi in cucina. Se imparano a fare il crumble di mia sorella siamo a cavallo. :))
Quanto ai giochi preciso che gli ultimi regali della suocera (e se la ridefinisci un mito ti tolgo il saluto ;)) al “maschio” sono stati un’officina e una pianola (meccanico? Artista rock?) ma temo che il prossimo sarà la valigia da medico, come quella del papà…che la mamma non ha neanche capito che mestiere fa…