Gelosia tra fratelli e sorelle piccoli

Se la gelosia del vostro primogenito nei confronti del fratellino o della sorellina vi sta uccidendo continuate a leggere, perché questo post fa per voi.
Nonostante l’impegno messo nella preparazione del primogenito alla nascita del fratellino, e nella gestione del suo sgomento iniziale,  quando poco più di due anni fa è nato Pollicino la gelosia del Vikingo ha iniziato un lungo e tortuoso percorso, che ho avuto più di una volta modo di raccontarvi, attraverso le 7 fasi in cui siamo passati (se vi fossero sfuggiti potete leggere questi: la play therapy applicata al Vikingogelosie e regressioni) e chissà che altro ci presenterà il futuro.

E’ già da un po’ però che le cose hanno iniziato a migliorare, ma io ho deciso di attendere prima di cantare vittoria, temendo una qualche regressione improvvisa. E invece a questo punto, in estate, quando la chiusura della scuola rende la convivenza tra fratelli più pressante, mi permetto di darvi qualche consiglio che magari potreste trovare utile.

Voglio proprio iniziare ricordandovi i 20 minuti di gioco speciale da fare insieme, senza interruzioni, senza la presenza del fratellino, e senza telefono che squilla. Forse perché quei venti minuti al giorno ci hanno aiutato tanto, mi sento di raccomandarli veramente a tutti. E’ il vostro tempo di ricarica giornaliero, una cosa sulla quale lui deve poter contare ogni volta che gli dite “ora non posso” e gli sembrerà la fine del mondo, voi potete ricordargli che durante il vostro momento speciale avrà l’attenzione di cui necessita. Questo è fondamentale almeno i primi mesi. Se 20 minuti al giorno vi sembrano troppi provate a cronometrare quanto tempo perdete a stare dietro ai suoi capricci. A occhio e croce vi conviene!

“Tu ormai sei grande!”

Eliminate dal vostro vocabolario qualsiasi espressione che faccia intendere che lui ormai è grande. Resistete contro ogni tentazione di sottolineare il confronto inevitabile con il fratellino piccolo, se non perché i grandi hanno più vantaggi. Ad esempio “tu sei grande e quindi puoi rimanere alzato un po’ più a lungo” e mai, ASSOLUTAMENTE MAI, “tu sei grande e devi avere cura di tuo fratello”
Al contrario cogliete l’occasione quando si presenta di sottolineare quanto sia diventato grande, e quindi che riesce a fare delle cose che prima non riusciva, che sta diventando un ometto, che siete orgogliosi di lui e di quello che fa.

No ai confronti

Forse è ovvio, ma lo sento in continuazione, quindi evitate di fare confronti a tiro di orecchie. Anche se lui sembra preso in altro e non sembra darvi ascolto in realtà registra tutto, e se dite alla signora Pina, che questo è buono e invece l’altro vi fa dannare, è una certezza che ve lo rinfaccerà a 14 anni! Se riusciste ad evitare confronti in generale sarebbe decisamente meglio, ma se proprio avete bisogno di farli non li fate MAI davanti ai bambini.

Voler bene

Ricordatevi inoltre che l’affetto non si impone. Dirgli che deve volere bene al fratellino solo perché è il fratello è assurdo come spiegare ad una moglie lasciata dal marito di diventare amica con l’amante. Siate ragionevoli! Non pretendete l’impossibile. Fate invece di tutto per sottolineare come il piccolo gli voglia bene (tanto il piccolo non è in grado di opporsi). Sottolineate ogni singola smorfietta dicendo “guarda! Ti ha sorriso!” (dite che era una smorfia di dolore? vabbé pazienza non c’è mica bisogno di specificare tutto, no?! 😉 ), oppure “guarda come diventa contento quando sente la tua voce!” e se anche iniziasse a piangere immediatamente dopo ditegli che è solo che ha fame/sonno/paura, e magari lui potrebbe aiutarvi a calmarlo, chessò cantando una canzoncina.

Prevenire dispetti e prepotenze

Se cogliete il grande nell’atto di fare una cattiveria al piccolo, ricordatevi che per quanto assurdo, il più debole è lui. Questa è una cosa delicata, soprattutto se mette a rischio l’incolumità del piccolo. La reazione va pensata a seconda della gravità del gesto e dell’età del bambino grande, ma è evidente che se il gesto è molto pericoloso, non bisogna avere remore nel dichiarare con forza che quel gesto è sbagliato. Fortunatamente il Vikingo non ha mai fatto del male al fratello di proposito, però di cattiverie e prepotenze non ci siamo fatti mancare nulla.
La situazione è cambiata in modo incredibile quando io ho modificato la mia reazione istintiva, ossia quella di urlare “VIKINGOOO COSA STAI FACENDO! FILA IN CAMERA TUA!” con tutta la rabbia in corpo. Invece ho iniziato a chiedere “Pollicino, che succede? Perché piangi?” (notare che Pollicino a 12-15 mesi non poteva spiegarmi nulla, e che io sapevo benissimo che il Vikingo gli aveva strappato di mano un giocattolo). Poi prendevo Pollicino cercando di calmarlo, e dicendo “piangi perché tuo fratello ti ha preso la macchinetta!?” e contemporaneamente rimanevo vicino al Vikingo rendendolo partecipe della cosa “Vikingo, hai visto come piange Pollicino? Vuoi aiutarmi a tranquillizzarlo?” a quel punto il Vikingo che sapeva di aver commesso qualcosa di sbagliato, ma non sapeva bene cosa fare e quindi un po’ sollevato dal mio atteggiamento, un po’ riluttante nei confronti del fratellino, gli si avvicinava comunque e lo accarezzava leggermente per aiutarmi a calmarlo. Tutto qui. Niente punizioni, niente strigliate, niente di niente.
Ora capisco che questo potrebbe sembrarvi assurdo però riflettiamoci un attimo insieme.
Io parto dal presupposto che a mio figlio sto insegnando il rispetto per gli altri prima di tutto con il mio esempio. I bambini sono più intelligenti di quello che spesso pensiamo, e sanno perfettamente quando stanno facendo una cosa sbagliata. Se la fanno lo stesso, normalmente significa che è stato più forte l’impulso che il ragionamento. Nel caso specifico, la gelosia è accecante, ed è certamente più semplice per un bambino di 3-4 anni strappare di mano il giocattolo all’odioso fratellino, che ricordarsi di averne uno quasi identico nella cesta dei giochi.
Dopo essere riusciti a calmare Pollicino, parlavo con voce tranquilla, senza rimprovero, con il Vikingo, prima di tutto ringraziandolo per avermi aiutato con il fratellino e poi dicendogli “volevi avere tu la macchinetta? E’ per questo che l’hai strappata di mano a Pollicino? La prossima volta forse invece di fare così puoi provare a prendere un altro gioco da dargli in cambio, e vedere se lui lo accetta e ti cede la macchinetta che vuoi tu. Che ne pensi? Ci vuoi provare?”

Ci sono alcuni punti fondamentali che rendono questa strategia vincente:

  • Si sposta l’attenzione dal gesto sbagliato del bambino grande al sentimento di dispiacere del piccolo (allenamento emotivo in corso!)
  • Si concede al bambino grande l’attenzione che ci sta richiedendo (il dispetto è una richiesta di attenzione!) senza però giustificare il suo atteggiamento
  • Si offre una possibilità di rimediare al gesto sbagliato commesso, attraverso una coccola da offrire al piccolo
  • Non si generano sensi di colpa in nessuno, e non si mette nessuno in punizione, gesto che non sarebbe utile ad un avvicinamento emotivo tra i fratelli o con i genitori.
  • Si offre una soluzione alternativa da usare alla prossima occasione simile

Io vi assicuro che dal momento in cui ho cambiato atteggiamento, il rapporto tra fratelli è migliorato in modo incredibile, prima di tutto perché i due fratelli non erano stati messi l’uno contro l’altro.
E’ un processo lento, ma che se questo atteggiamento viene mantenuto con costanza dà i suoi risultati e aiuta a costruire un rapporto solido tra fratelli invece che un rapporto di rivalità, cosa che punizioni e rimproveri non possono fare. Perché una cosa è ottenere che i bambini non litighino, un’altra è di ottenere che diventino buoni fratelli.

Ma ne ho avuto assoluta certezza in due occasioni in cui la solidarietà tra fratelli ha superato ogni mia aspettativa.
Il primo gesto è stato merito del Vikingo, un giorno in cui Pollicino non voleva camminare, e eravamo in ritardo come al solito, io ho fatto finta di volerlo lasciare lì per strada (lo so che non si fa! Eh, però, a volte….) Ho quindi iniziato a procedere, dicendo “ciao Pollicino, mamma va via” e invitando il Vikingo a fare altrettando. Lui mi ha guardato con una faccia arrabbiatissima, e si è andato a piazzare accanto al fratello sfidandomi ad abbandonarli li entrambi.
Il secondo gesto è stato merito di Pollicino di poco più di 18 mesi. Il Vikingo e io avevamo fatto una discussione, e lui era nella fase in cui mi urlava “ti odio” e si chiudeva in camera sua sbattendo la porta (no, non è adolescente, aveva solo 5 anni circa). Dopo avere assistito a questa scena Pollicino mi guarda, dice “(Vik)-ingo” e mi prende per mano conducendomi fino alla porta della camera del fratello. Mi invita ad aprire la porta, poi entra dentro, si avvicina al fratello e lo abbraccia, dandogli leggere pacche sulle spalle. Naturalmente la crisi è finita immediatamente in questo abbraccio che non so come sia riuscito a non ridurmi in lacrime per il resto dei miei giorni.

Con questo non voglio dire che vanno sempre d’amore e d’accordo. E’ evidente che il grande si arrabbia a morte con il piccolo se gli distrugge l’ultimo capolavoro in Lego, ed è evidente che il piccolo ha imparato ad urlare e dire no quando il grande pensa di fare una prepotenza e togliergli qualcosa con la forza. Però si cercano, giocano insieme, trovano soluzioni. A volte devo ricordare al Vikingo, di provare ad offrire un oggetto in cambio di quello che lui vorrebbe invece di strapparglielo di mano, a volte funziona e Pollicino accetta il baratto, altre volte non funziona, e il Vikingo deve rassegnarsi ad attendere il suo turno.

E’ difficile per un genitore mantenere un ruolo super-partes, e non schierarsi con nessuno anche quando è evidente che uno dei due ha ragione da vendere. L’ideale è di riuscire ad aiutare loro a trovare la soluzione del loro conflitto. Con i bambini piccoli questo non è sempre facile, perché non sono in grado di elaborare soluzioni veramente utili per entrambi, però aiutandoli con qualche suggerimento e una buona dose di allenamento emotivo, si può metterli sulla retta via, e sperare che da grandi riusciranno a guardare prima di tutto ai sentimenti l’uno dell’altro.
E voi avete trovato una ricetta che funziona nel vostro caso?

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Fare ecologia della mente, per ripartire

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34 thoughts on “Gelosia tra fratelli e sorelle piccoli”

  1. grazie! 😉
    la penso esattamente come te!

    ma che difficoltà… :/
    in questo momento sono proprio stanca e anche se in principio avevo iniziato con buoni propositi ora mi ritrovo ad urlare più spesso di quello che vorrei..
    (le mie bimbe hanno 19mesi circa di differenza)

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  2. Interessante…e scritto molto bene! Ho letto tutti i post correlati all’argomento gelosia fra fratelli piccoli. Ma nessuno ha il mio problema? La maggiore (2 anni e 3 mesi) picchia la piccola (3 mesi) dal secondo giorno che è venuta a trovarci in ospedale: era in braccio al papà si è sporta su ca culla ha preso il braccio della sorellina e l’ha tirato forte tor endolo e lasciando un degno rosso per ore… Da lì non è passato giorno in cui appena la piccola è alla sua portata i baci diventano morsi, le carezze tirate di capelli, ecc. fino direttamente agli schiaffi e alle botte in testa. Le abbiamo provate tutte ma niente serve: fermarla, dire no non si fa le fai male… spiegare a freddo… punizioni tipo hai dato le botte non puoi guardare il tuo cartone preferito stasera… oppure niente baci e coccole da mamma e papà prima della nanna… ma lei non cura niente, sa benissimo che non deve farlo ma continua a farlo. Anzi se ne vanta anche: se dà una botta alla sorellina mentre uno dei due genitori non è presente, appena l’altro rientra rivendica il test con un bel sorrisetto furbo!
    Senza contare capricci e risvegli e pianti notturni che prima non faceva mai…ma quello che ci preoccupa e che non sappiamo più come gestire sono le aggressioni.
    Potete consigliarmi come com portarci quando fa questi gesti?
    Grazie e scusate la lunghezza 🙂

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  3. @DesperateParents, avete tutta la mia solidarietà, sulla mancanza di sonno vi capisco e so quanto può essere logorante!
    Noi abbiamo una “grande” di quasi 4 anni e un piccolo di quasi 1. Lei già dormiva poco prima che arrivasse, quando è nato abbiamo faticato ancora di più, certe volte si svegliavano insieme e non sapevamo che pesci prendere…
    Abbiamo cercato con estrema fatica di tenerli a dormire nella loro stanza e pian piano la situazione si è stabilizzata, anche se non possiamo dire di essere riposatissimi.
    Per quanto riguarda la regressione, per certe cose la assecondiamo (ad esempio spesso non vuole mangiare da sola e la imbocco io), ma siamo invece severi quando sfoga la gelosia contro il fratello. Ad esempio a volte lo spinge o afferra energicamente. Le abbiamo detto che questo comportamento non lo tolleriamo perché si può fare male e non crediamo che lei gli voglia fare male.
    Se posso permettermi un consiglio, su certi aspetti dovreste cercare di non cedere.
    Se lei piange perché prendi in braccio il piccolo spiegale che ne ha bisogno e magari coinvolgila in qualche modo, ma non cambiare idea perché lei insiste, altrimenti le passate il messaggio che se urla e batte i piedi la spunta.
    Ad esempio io le dicevo che chi deve mangiare ha la precedenza, quindi prendevo il piccolo e lo allattavo anche se lei si opponeva, dicendole che sarei subito tornata da lei. Poi magari se lei mi chiedeva la merenda le facevo vedere che lasciavo lui per darle retta, così da mostrarle che la regola vale per tutti.
    Se faceva i capricci cercavo di calmarla ma continuavo e i pianti, se vedeva che ero ferma, duravano poco.
    Spero che la mia esperienza vi sia utile, cercate di imporvi anche se siete stanchi perché se si è coerenti, dopo una certa fatica iniziale, le cose tendono ad andare meglio.
    In bocca al lupo!

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    • @DesperateParents, prima di tutto, coraggio!
      Mi sento di condividere in tutto le parole di Lorenza. Data una regola di priorità, la si deve rispettare tutti e non c’è pianto che tenga. Capisco che siete davvero stremati per concentrarvi anche sulla fermezza, ma forse così state dando vita a un circolo vizioso che va spezzato… prima che spezzi voi! 😉

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  4. Oh, dimenticavo di specificare due cose sulla nostra piccoletta “grande”:

    -ha due anni (anche se fisicamente ne dimostra 4… e anche per come parla)
    -è una bimba amplificata…

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  5. Come suggerito da Serena, passo a scrivere in questo spazio, anche perchè il problema che ho già esposto a commento di un altro post (quello sul metodo Estivill), ormai non riguarda più solo il sonno, ma molti altri atteggiamenti dovuti alla gelosia… mia figlia ha preso a mettere in bocca qualsiasi cosa trovi a terra, morde oggetti, mobili, persone…lecca il pavimento…anche in box! Mangia poco e male e non vuol stare a tavola… del sonno ho già parlato, ma basti sapere che stanotte fra un figlio e l’altro io e mio marito abbiamo dormito si e no un’oretta a testa (assecondando tutte le sue richieste di averci vicino mentre dorme)…NON è VITA!!
    La cosa che mi fa più rabbia è che sia io che mio marito le dedichiamo tantissima attenzione…come fa a sentirsi trascurata?? Quel poverino di suo fratello (che ha solo 5 settimane e che è un bimbo tranquillissimo, piange davvero poco, solo se ha fame o per le coliche) spesso e volentieri se ne sta nella carrozzina a piangere tutto solo, perchè io do la precedenza a lei su tutto… cerco di non interrompere mai un’attività con lei perchè devo allattare o cambiare lui (poverino!) E quanto a play therapy…altro che 20 minuti!! io dedico ORE della mia giornata a lei…anche grazie al fatto che la nonna viene ad aiutarci in casa… quando il piccolo dorme io gioco sempre con lei, la porto con me al parco (e il piccolo sempre a casa), le do il 100% di me, divertendomi con lei! E anche il papà, quando torna a casa – anche se stanco- trova il tempo di giocare con lei, o se la porta a fare una passeggiata…ma non è mai abbastanza! Quando prendo in braccio il piccolo, subito lei mi dice di rimetterlo nella carrozzina e che in braccio ci deve venire lei… è una despota, non una bambina!!
    Non fraintendetemi,la ADORIAMO…non è solo così, sa anche essere estremamente dolce…però noi siamo estremamente STANCHI!

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  6. grazie per i consigli che ho letto di sopra,cercherò di metterli in pratica. il primo figlio ha 20 mesi il secondo ha 20 giorni e sono da sola a gestirli nei momenti più drammatici quali allattamento e pappa. quando allatto, il primo fa il pazzo e mi scoraggio un pò perchè ancora non riesco a trovare un modo in cui gestire le sue richieste di attenzione, stando bloccata con l’allattamento. di contro, senso di colpa per il secondo che ogni tanto è costretto ad aspettare un pò le esigenze del fratello prima delle sue (cambio del pannolino, ecc…). ma sono fiduciosa,mi impegnerò e ce la farò 😉

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  7. mi sono veramente divertita scoprendo il termine” amplificato”sarà perché anche il mio delizioso valevale è così!!!!!!!!!i
    Io sono da poco entrata in Questo vortice di gelosia e già voglio uscirne e rivoglio la quiete di prima !!!!!
    Mettero’ in pratica tutti i vostri consigli GRAZIEEEEEE

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  8. gaia quasi 3 anni, elena 8 mesi… ho detto tutto! è veramente difficile il mestiere di mamma! gli agguati di gaia sono sempre dietro l’angolo e non sempre si riescono a prevenire, anche perchè adoro guardarle giocare adesso che elena gattona ed interagisce (quasi con idolatria) con gaia! gaia è tutta contenta e felice di avere una nuova compagna di giochi… ma poi scatta qualcosa ed eccola lì che le sale sopra, le dà qualche spintona e le fa perdere l’equilibrio già precario! quando riesco a non perdere la calma per lo spavento e riesco a farmi raccontare da gaia che cosa è successo e perchè si è comportata in quel modo, possibilmente dandole qualche indizio, tutto si risolve abbastanza facilmente! ma se invece non riesco a mantenere la calma e mi scappa qualche frase sbagliata inizia un concertino di pianti… ma come si fa in certi momenti ad essere sempre lucidi e a trovare sempre le parole giuste? soprattutto dopo notti e notti insonni! comunque devo dire che quando mi sembra di impazzire, sono il mio campanello d’allarme!!! se proprio non riesco a gestirle e perdo la pazienza e sbrocco (nel vero senso della parola!!) allora è il momento in cui so che devo fermarmi e chiedere aiuto!

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  9. Grazie, stasera mi sono un pò consolata leggendo i vostri post, sono distrutta, la mia grande di quasi 4 anni ha reagito benissimo all’arrivo del fratellino nato a febbraio…non ha più voluto andare all’asilo, dorme nel lettone, deve essere imboccata e aiutata in tutto: regressione totale, ma …solo con mamma! Ora tra diece giorni devo rientrare al lavoro, la sto preparando da mesi, da tre notti domre nel letto vicino al fratello nella loro cameretta, ma la prima mattina è venuta da me e mi ha detto ” hai visto mamma, ho dormito tutta notte di là, ma sappi che sono troppo piccola per fare certe cose e ho bisogno di te”…mi ha distrutto…Io sono tamente stanca (tra uno e l’altro se va di lusso riesco ad dormire 2-4 ore di fila per notte) che non ce la faccio più (41 anni suonati e marito che lavora di notte, per cui sono sempre tutti miei), mi rendo conto di essere nervosa e quindi poverina alla fine la sgrido per i duemila capricci giornalieri che mi fa. Per fortuna all’asilo è normale, il comportamento che non va è contro di me e da qualche giorno anche contro il fratello ( lo ha morso tre volte o stasera fatto cadere). Dopo essermi consolata con voi cercherò di essere più tranqulli, anche se mi sembra di avere già provato tutto quello che consigliate, magari devo solo perseverare un pò di più, pensatemi e se avete consigli saranno molto bene accette

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  10. @ Serena e Silvia: grazie mille per la solidarietà! So che potete capire la situazione al 100%! Io però,a differenza di Serena, ho paura di non essere in grado di accorgemene subito! Passo da momenti in cui mi dico che è quasi impossibile che la storia si ripeta a momenti di panico totale in cui penso che oltre ad essere amplificato potrebbe essere pure peggio di Tato, perché magari affetto da reflusso gastroesofageo (e i racconti di chi ci è passato mi hanno traumatizzata)oppure semplicemente soggetto a coliche persistenti (Tato almeno quelle non le ha avute!)…. patologie risolvibili, comuni, ma che insidiano notevolmente la qualità di vita di neonato e genitori. Insomma, gli ormoni e non solo, giocano brutti scherzi. Il lato positivo di avere un amplificato per casa è che ti lascia davvero pochissimo tempo per pensare ad altro….
    Vi farò sapere….

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  11. (Stranamamma, posso confermarti che era terrorizzata dall'”incontro” con Pollicino subito dopo il parto, perchè, sosteneva, si sarebbe accorta immediatamente se fosse stato anche lui amplificato o meno!!)

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