Anch’io voglio il ciuccio

Ecco qui un libro per 3-enni che viene richiesto spesso dal mio 5-enne (ma che anche il mio 2-enne non disdegna). Forse perché è un libro che parla di emozioni forti. Benny è un maialino che vorrebbe un fratellino. Quando finalmente nasce si accorge però che il fratellino ottiene una cosa che lui vorrebbe tanto: il ciuccio. La mamma gli dice che lui è troppo grande per il ciuccio, ma Benny non ci sta. Così un giorno decide di rubare il ciuccio al fratellino, lasciandogli in cambio il suo animale di pezza preferito, e scappare via. Nella sua fuga viene prima di tutto deriso dai bambini di un asilo, che gli dicono che è troppo grande per il ciuccio, ma a lui non importa, continua felice a correre con il ciuccio in bocca. Finché non incontra dei maialini prepotenti che lo prendono in giro e gli fanno saltare via il ciuccio con un bel pugno sul muso.
Lui piange, ma viene difeso da un cane (adulto) che passa di li e mette una gran paura ai maialini prepotenti. A quel punto un urlo del fratellino gli fa ricordare che è ora di correre a restituire il ciuccio al suo legittimo proprietario.
Anch’io voglio il ciuccio!di Barbro Lindgren e Olof Landström lo leggiamo già da un po’, perché ci permette di esplorare emozioni quali la gelosia per il fratellino, la paura dei prepotenti, la tristezza per essere presi in giro, e anche la voglia di fare qualcosa di nascosto dalla mamma.
A me piace molto la letteratura svedese per l’infanzia che è molto parca di paternalismi, lezioni da imparare, o morali da portare a casa. Le emozioni sono li, i nostri bimbi le vivono tutti i giorni, e mi sembra una buona idea quella di poterle esplorare tramite le avventure di un piccolo maialino.
Voi che ne pensate?

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6 thoughts on “Anch’io voglio il ciuccio”

  1. Mammamsterdam, confesso di essermi sentita attaccata dalla tua risposta che mi è suonata (mi sbaglio?) ironica.
    Ciò che intendevo era proprio questo: forse noi adulti dovremmo porre l’attenzione su noi stessi in primis e sui nostri modi di rapportarci agli altri. Solo allora credo che potremo insegnare attraverso il buon esempio.
    Perciò mi scuso se le mie parole non sono state gradite o se il mio “venire” qui “a condividere” le mie opinioni possono aver urtato chi questo “luogo” lo frequenta da tempo e lo sente un po’ come casa sua. Ho letto l’articolo che terminava con un “Voi che ne pensate?” e mi sono sentita coinvolta, badando bene di cominciare con un “penso”. Dalla tua reazione probabilmente il mio sforzo comunicativo è stato mediocre 🙂

    I libri che ho citato sono indirizzati ai genitori e non ai bambini. Mio figlio è ancora nella fase “distruttiva” del libro e non segue ancora il filo di una storia. Stiamo ancora guardando le figure e i colori quindi non sono la persona adatta per consigliare libri da bambini. Ma se vuoi mi metto alla ricerca volentieri 🙂
    Ho però un paio di libri della collana “Indistruttilibri”. Non so che età abbiano i tuoi figli, ma ce ne sono diversi e sono anche piuttosto divertenti. Sono tutti accompagnati da un CD con la canzone del libro. Potete dare un’occhiata e vedere se fanno al caso vostro 🙂

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  2. Daniela, è molto bello che tu venga a condividere le tue opinioni. Poi le opinioni sono come le tette, ognuno ha le sue. Interessanti anche i libri che segnali, da che età li consigliano? Così cerco di capire se è il caso che li proponga ai miei figli.

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  3. Penso che ci siano tanti altri modi migliori di parlare e affrontare le emozioni dei bambini. Ogni giorno ai giardinetti con altri bambini porta innumerevoli possibilità di dialogo a proposito.
    Non ho letto questo libro ma dalla descrizione dubito ci investirò mai tempo e soldi.
    1. Ciuccio a un neonato. Con tutta l’informazione che associazioni internazionali (come La Leche League) e non cercano di promuovere ogni giorno per sostenere l’allattamento al seno (che può essere seriamente compromesso da un semplice ciuccio), mi sembra che gli autori parlino da una pericolosa zona di ignoranza. E se il maialino in questione, anzichè volere “il ciuccio” volesse – come è più probabile che sia – la sua mamma, più attenzione, più coccole?
    2. Mi chiedo piuttosto in che modo vengano affrontati temi come rubare e picchiare o scappare dalla mamma, cose che personalmente ritengo piuttosto importanti.

    L’impressione è che il libro ragioni a un livello di emozioni superficiali. Non siamo psicologhe, ma lo siamo nel caso dei nostri figli oppure domani ci renderemo conto di non riuscire a parlare con loro o peggio di non conoscerli nemmeno.
    Penso che sia più costruttivo – sebbene sicuramente più impegnativo in termini di sforzo e tempo – lavorare sul nostro linguaggio di tutti i giorni, verso i nostri figli e indirettamente verso gli altri, così che i nostri figli imparino dal nostro esempio (come d’altronde fanno comunque).

    Vi lascio con letture che vanno un passo oltre il messaggio “povero figlio mio, il mondo là fuori è cattivo”, ma piuttosto “facciamo qualcosa insieme per migliorare il mondo, partendo da noi”:
    Thomas Gordon “Genitori efficaci”
    Marshall B. Rosenberg “Comunicazione Non Violenta”

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  4. alla scuola d’infanzia di mia figliale maestre insieme a 2 psicologhe hanno fatto un ciclo di “lavori” prendendo spunto dalle favole di “Le emozioni di Ciripò: favole per stare bene con se stessi” di Giuliana Marchini e Giuseppe Maiolo.
    Ho iniziato a leggerlo e mi sembra molto carino perché il linguaggio é semplice ma tocca tutti i sentimenti dei bambini

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  5. grazie, bello bello… io sono sempre una spugna coi libri soprattutto questi…
    ve ne butto lì un altro per i bambini gelosi, fa sperimentare la gelosia come normale sentimento che tutto sommato …non si risolve…
    “giallo di gelosia” edizioni gribaudo.

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