Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Sosteniamo una campagna per valorizzare la forza delle parole delle donne contro la violenza.
In un interessante articolo su Ladynomics (un blog di economia declinata al femminile, che consiglio a tutti di seguire), leggevo di una ricerca di Intervita “Quanto costa il silenzio“, che è andata a indagare i costi economici e sociali della violenza contro le donne. Un punto di vista particolare, che vuole spostare l’osservazione del problema da un punto di vista soggettivo, a uno così oggettivo da convincere chiunque che, la lotta contro la violenza, è assolutamente necessaria.
I costi della violenza vanno da quelli sanitari, a quelli legali e giudiziari, a quelli per ordine pubblico e assistenza alle vittime, fino agli effetti meno evidenti, come quelli da mancata produttività lavorativa.
Nel complesso si raggiungono cifre inquietanti: nel 2013 il “silenzio” è costato 17 miliardi di euro, l’equivalente di circa 3 leggi di stabilità. Se questa cifra è sconvolgente, lo è ancor di più la somma stanziata dalla Stato italiano nel Piano d’azione per contrastare la violenza di genere: solo 30 milioni in 3 anni.
Se mai ce ne fosse bisogno, questi dati confermano che la violenza di genere è un problema di tutti, è un problema sociale, è un problema urgente, è un problema concreto e reale.
Per questo motivo il 25 novembre non può passare inosservato: perché se il numero eclatante di un femminicidio ogni due giorni in Italia è raccapricciante, non va dimenticato che per ogni donna che muore per mano violenta ce ne sono migliaia in pericolo e ce ne sono migliaia che tacciono per paura. Anche in questo caso i dati numerici danno i brividi.
Tra le tante iniziative per mettere in risalto la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, c’è LEGGERE CI RENDE PIU’ FORTI, campagna di Giunti che mira a sostenere la lotta alla violenza di genere, promuovendo l’editoria al femminile.
Sebbene il numero delle donne scrittrici sia elevatissimo, ancora oggi le grandi star dell’editoria, gli autori più acclamati, sono uomini. Lo scrittore di talento e successo è ancora, nell’immaginario comune, una figura maschile, che può permettersi la dedizione totale all’opera letteraria. Le donne faticano ancora a trovare “una stanza tutta per sé” e a scalare i vertici delle classifiche.
Giunti ha così voluto dare spazio e risalto alle sue autrici, promuovendo nel contempo un messaggio essenziale: leggere rende liberi, di pensare e di agire.
Lo ha fatto offrendo il 20% di sconto su una selezione di titoli scritti da autrici femminili nel periodo 30 ottobre-28 novembre 2015.
Acquistando un libro della narrativa Giunti al femminile, in questo stesso periodo, il 5% del ricavato andrà a sostenere il progetto Piccoli Ospiti di Fondazione Pangea Onlus. Questo progetto di Pangea è volto a sostenere i bambini vittima di “violenza assistita”, ovvero quei bambini che assistono sistematicamente come testimoni alla violenza perpetrata sulle madri. Questi bambini, hanno non solo bisogno di sostegno psicologico estremamente qualificato, ma anche di protezione e di luoghi dove ricostruire la propria vita una volta che si è rotto il muro del silenzio.
I titoli della selezione Giunti al femminile, promossi con il 20% di sconto, sono molti e vari: dalla narrativa, al romanzo brillante, al thriller, al noir, alla biografia, al romanzi di tematica sociale. Perché le donne scrivono, senza essere costrette in generi stereotipati e le donne leggono, senza che una assomigli all’altra. La selezione Giunti infatti è ispirata alla varietà delle proposte.
Io per esempio ho amato molto il racconto sontuoso, ma al tempo stesso familiare di Simonetta Agnello Hornby nel suo “Il Pranzo di Mosè” e mi sto gustando la leggera aria di provincia di “Quasi Arzilli” di Simona Morani.
Scegliete la vostra autrice preferita o quella che non avete mai letto prima, riscoprite un’autrice o date l’opportunità a un’altra che sembra non assomigliarvi.
E soprattutto trovate il tempo per leggere un po’ per voi.
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