La disciplina con le sculacciate

“Non so più come fare, le ho provate tutte. Mio figlio non ascolta nulla, e fa sempre come gli pare.” Vi riconoscete in queste frasi? Se la risposta è si, allora è facile che tra tutte le cose che avete provate c’è anche la sculacciata, o scapaccione. Dare una sculacciata ben assestata può sembrare a volte l’unico atto di disciplina possibile. E probabilmente i sensi di colpa che potrebbero essere scaturiti da un atto spesso dettato più dall’impulso del momento che da un ragionamento, possono essere mitigati da frasi del tipo “una sculacciata non ha mai fatto male a nessuno”, oppure “io non alzo mai le mani su mio figlio, ma certe volte te le chiede proprio”. Penso che ormai sia opinione diffusa che pene corporali inflitte ai bambini non aiutano in nessun modo a crescere, però si continua a parlare molto, almeno in Italia, della sculacciata sul sedere, quella innocua che serve solo a mettere la parola fine ad un capriccio o a un comportamento che riteniamo inappropriato. Premetto che in molti paesi europei, se un genitore viene sorpreso a dare una sculacciata al figlio, rischia grosso, non ultimo una notte in carcere e persino il controllo di assistenti sociali. Siamo tutti daccordo che una sculacciata sul sederino, magari ancora avvolto dal pannolino, non provoca un dolore fisico lancinante. Ma si parla veramente solo di dolore fisico? E quando avrà 6-8 anni? La sculacciata leggera non aiuterà più, e forse sarà necessario ricorrere a maniere un pò più forti. E quando ne avrà 15 , e vi chiamerà con appellativi che non ritengo utile scrivere su questo blog, e sbatterà la porta uscendo di casa? Quale pensate possa essere la reazione migliore da parte del genitore? Se i problemi iniziamo a risolverli con una sculacciata, la situazione non può che peggiorare con il tempo.

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Lasciatemi chiarire subito un punto. E’ evidente che la sculacciata, almeno in giovane età, raggiunge molto probabilmente il risultato immediato di far smettere, almeno temporaneamente, un comportamento inaccettabile, quale ad esempio un capriccio. Ma quali sono le conseguenze più a lungo termine? Possiamo usare altre tecniche per ottenere lo stesso risultato?
Cerchiamo di capire quale è il nostro messaggio al bambino quando ricorriamo ad un gesto, diciamolo, un pò più estremo.

La regola del più forte

Uno dei messaggi più chiari è “io sono più forte di te, e se non la smetti con questo comportamento e non segui le mie regole, te lo faccio capire con la forza”. Il risultato è molto probabilmente raggiunto, perchè il bambino quasi sicuramente non vorrà ripetere l’esperienza. Ma non è raro che alcuni bambini più tenaci di altri, potrebbero iniziare a sfidare il genitore, generando un circolo vizioso in cui l’uso della forza fisica non può che aumentare, passando dalla sculacciata allo schiaffo, per degenerare. Finchè una delle parti è costretta a capitolare.
Inoltre questo insegna al bambino che vale la regola del più forte, e sarà difficile spiegargli per quale motivo lui non può alzare le mani su un suo compagno di giochi più piccolo, mentre sua madre o suo padre possono farlo su di lui.

Non ho tempo per te

Non ho tempo e voglia di fermarmi a preoccuparmi del tuo comportamento. Sono presa da altre cose più importanti (fare la spesa, preparare la cena, chiacchierare con un amica, parlare al telefono) e non ho tempo per le tue esigenze (sei stanca, hai fame, hai avuto una giornata difficile a scuola, hai bisogno della mia attenzione). Molto spesso i capricci vengono scatenati da un problema più profondo di quello apparente, e forse sarebbe utile fermarci a capire cosa sta succedendo in quella piccola testa.
Questo non significa dargliela vinta. Se non vogliamo che nostra figlia faccia i capricci, allora il messaggio deve essere chiaro: i capricci non sono ammessi. Ma cercare di capire cosa li stà scatenando, può aiutarci a trovare la strategia migliore per risolvere il problema.

Ammissione di debolezza

La sculacciata può facilmente trasformarsi da una manifestazione di forza apparente in una ammissione di debolezza. I bambini non ci mettono molto a capire che si agisce in quel modo perchè non si sa che altro fare per ottenere la loro attenzione.
Capita spesso di sentirci in colpa dopo che ci è sfuggita una sculacciata, e cerchiamo di riprenderci agli occhi dei nostri figli dicendo frasi del tipo “scusa, ma non mi hai lasciato altra scelta. Sai che non accetto questo comportamento.” Non c’è reazione peggiore di questa. Invece di assumersi le proprie responsabilità, si cerca di scaricare la colpa sul bambino. Sarebbe meglio ammettere di aver sbagliato per colpa nostra, invece che per colpa sua. Almeno si insegna che sbagliare è umano, e che è un grande gesto di maturità ammettere i propri errori e chiedere scusa.

Fine del dialogo

La conseguenza a mio avviso più inquietante, è il fatto che la sculacciata o scapaccione metta la parola fine al dialogo che stiamo cercando di creare con i nostri figli. Supponiamo per un attimo di avere una conversazione, anche animata, con un’altra persona, magari il vostro capo in ufficio, in cui state cercando di lamentarvi delle condizioni di lavoro, e vorreste più ferie (caramelle?). Come reagireste se il vostro interlocutore si mostrasse poco interessato ai vostri problemi dicendo: “basta così, le regole qui le faccio io. Se non ti sta bene quella è la porta”. Pensate di andare a chiedergli consigli la prossima volta che vi trovate nella stessa situazione? Oppure scenderete in sciopero rispondendo con forza a quello che ritenete un sopruso inaccettabile? Se è così, non vedo perchè vi aspettiate che vostro figlio o vostra figlia venga a parlarvi dei suoi problemi adolescenziali quando potrebbe avere bisogno del vostro aiuto.

Ma c’è un’alternativa?

E se invece vi avesse risposto dicendo: “mi rendo conto che la situazione non è delle migliori al momento (c’è confusione al supermercato e te sei stanca), e che questo ti sta portando a sopportare un periodo di stress. L’azienda però ha i suoi problemi (devo fare la spesa). Non posso concederti più ferie (caramelle), come stai chiedendo. Quale altra iniziativa potrebbe aiutare la tua situazione senza minare l’azienda?”

Un bambino di 4 o 5 anni può già arrivare ad elaborare una soluzione insieme a voi, soprattutto se lo avete preparato a questo tipo di esercizio in precedenza. Se il bambino è più piccolo, o comunque non è in grado di calmarsi da solo e offrire un’alternativa, allora la soluzione deve essere proposta dal genitore. Attenzione, non un cioccolatino in alternativa alla caramella, perchè questo insegna al bambino che fare capricci ripaga. Per avere qualche idea e farvi ispirare in merito potete leggere il nostro post Capricci al supermercato.

Se una volta nella vostra vita di genitore vi dovesse scappare una sculacciata, non è certo il caso di farsene un problema serio. Finchè il resto del tempo vi dimostrate aperti al dialogo, allora le conseguenze per il rapporto con vostro figlio non saranno certamente drammatiche (e magari chiedere scusa a posteriori, potrebbe portare ad un momento ulteriore di crescita). Però io ritengo che zero sia meglio di uno, e che il passo da “una volta” a “spesso” sia molto breve. Cerchiamo invece di insegnare ai nostri figli come affrontare le situazioni di crisi, senza bisogno della forza. Questo non solo ci farà risolvere la crisi del momento in modo più accettabile, ma sarà anche un ottimo insegnamento da applicare per risolvere litigi e disaccordi, anche nella loro vita da adulti.

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50 thoughts on “La disciplina con le sculacciate”

  1. chiedo scusa, ed oltre a farvi i miei sentitissimi complimenti x tutte le tematiche che affrontate e a ringraziarvi x gli spunti, i consigli sempre aggiornati e validi x crescere al meglio i nostri bimbi, volevo solo dire una cosa…mi spiace tornarci ma la cosa mi ha toccata nel profondo, sono senza parole per le “sedute” (già il termine dice tutto) di cui un commentatore parlava sopra, con tutto il rispetto x ogni opinione, a me questo concetto fa paura, e nn vorrei vederla in atto su un bimbo una cosa del genere neanche per tutto l’oro del mondo. Mi fa tanta tristezza che dei bimbi siano sottoposti a queste cose con la convinzione che facciano loro bene, che in qualche modo riescano a trarne qualche beneficio. Sono mamma, la mia bimba è vivace, fa capricci come tutti, ma ringraziando il cielo con il dialogo riusciamo a gestirla e se nn ci riusciamo le lasciamo il tempo di sfogarsi e poi ne parliamo insieme. Nn mi sento di aggiungere altro. Nn ci sono parole.

  2. Serena et Daniela

    grazie a entrambe della risposta.

    Sulla percezione dei limiti diciamo che mi sono sempre (credo) comportata con distacco per le ragioni che dite, se mia figlia sale sul lettone o sul water (chiuso ;)) mi allontano di proposito perché prenda la misura se è poi in grado di ridiscendere o no – poi chiaramente sono sempre lì ad acchiapparla se serve!
    Anzi ho fatto notare ai miei genitori che se la tallonano con le mani tese, gridando “No che cadiii!” ottenevano come unico risultato che lei si lanciava dal letto per essere presa

    Quello che mi crea difficoltà è il discorso strada/automobili: la ns palazzina (spero ancora per poco) si affaccia su una strada molto trafficata, dove passano anche dei TIR, e negli ultimi quindici giorni ci sono stati tre incidenti (di cui devo ancora spiegarmi la dinamica, penso che sia un incrocio fatto particolarmente male). Il marciapiede è strettissimo. Insomma se camminiamo lì oppure anche solo quando parcheggio l’automobile e faccio scendere la bambina, lei è attratta dal movimento delle automobili e a me viene il cardiopalma, perché come si dice “è un momento” 🙁

    Comunque, per la cronaca: oggi ho risolto il lancio di matite lasciandole sul pavimento e rimettendole a posto vistosamente lontane da lei. Poi quando ha colorato il vetro e il coperchio del water le ho spiegato che dovevamo pulire e le ho dato uno straccetto usando il pulivetro… le è piaciuto così tanto che mi viene il dubbio che continuerà a colorare tutte le superfici solo per poter pulire dopo 😀

    • @CloseThe Door io credo che se il problema strada ti preoccupa così tanto è assolutamente legittimo da parte tua pretendere che lei ti dia la mano sul marciapiedi. E’ semplicemente una regola ragionevole in quella circostanza e come tale la imponi. Poi magari in altre situazioni più tranquille puoi lasciarle la mano e farla camminare da sola al tuo fianco “da grande”. Lei imparerà che vicino casa è così, e in altri luoghi no. Ci metterà un po’ di tempo ma lo capirà.
      Buon lavaggio vetri! Mi sa che diventerà l’attività estiva preferita 😀

  3. Sul senso del pericolo ho una teoria mia, che non vale niente ma… Io credo che abbiano un istinto innato su cose “naturali”. Nessun bimbo lasciato libero si arrampica dove non è sicuro, scende da uno scivolo alto se non sa di essere pronto, sale su qualcosa su cui non è capace di stare attento. Con libero intendo lasciato libero di agire, se c’è un genitore che interviene terrorizzato a ogni passo, o che al contrario incita al coraggio, temo che questa percezione si alteri molto. Io vedo tutte e due le mie figlie, si sono sempre lasciate andare quando erano in grado di affrontare la cosa, a un anno come ora a 6, che sia andare sui roller o decidere se lo scivolo è all’altezza, arrampicarsi sul quadro svedese o stare sull’altalena dei grandi, si avvicinano alle rive solo fino al cm giusto, e così via.

    Ma la strada, le macchine, gli attraversamenti, il pericolo di non essere visti da mamma, quello è un discorso completamente a parte, e dubito che un bambino di due anni possa capirlo. Per lei c’è un divieto, forse ha capito che ti spaventa una cosa, ma non è in grado di capire perché. e da qui la sfida a te.

    Poi capiranno. Io mi ricordo che ho spiegato a Sara il pericolo di viaggiare in auto senza cinture, non aveva nemmeno 3 anni, e ha afferrato benissimo. Ma dipende da bimbo a bimbo, la piccoletta duenne non è in grado di capire nemmeno la differenza tra forchetta e cucchiaino ancora…

    Per ora non aspettarti che capisca. Ci sono momenti in cui i no sono no, ed è presto per capire. Le spieghi, una volta (non tutte, è una perdita di tempo, ti ripeti ogni tanto) e finisce lì. Non amo i no a priori, ma a volte ci vogliono, finché almeno non sono in grado di gestire spiegazioni più lunghe. E sempre tutti i 6 occhi che abbiamo in dotazione aperti!

    • @Daniela sono di nuovo perfettamente d’accordo con te sull’impossibilità di capire le loro capacità fisiche meglio di quello che molti genitori apprensivi riescono a fare. Il pericolo delle macchine invece è tutta un’altra cosa, proprio come dici te. A questo proposito ho letto che un bambino non è in grado di attraversare la strada da solo in sicurezza almeno fino ai 12 anni circa, perché non può proprio tenere a mente tutte le variabili in gioco.
      Una cosa importante che hai scritto e ci tengo a sottolineare, è che non c’è bisogno di dare sempre troppe spiegazioni, che in quanto incomprensibili hanno solo lo scopo di diminuire la forza di quel no. A questo proposito vi segnalo questo post: https://genitoricrescono.com/di-accettazione-e-limiti/ (@Close è una riflessione buona anche per te)

  4. Ciao Daniela

    grazie, in realtà anche io mi considero piuttosto paziente in casa, non ho problemi se si sporca o bagna per terra e su alcune cose sono sempre stata molto coerente, per esempio lei sa che non deve salire sul tavolo, le dico sempre di no e torna giù.

    Il problema è soprattutto per strada, di norma se ho il passeggino le dico “O mi dai la mano mentre camminiamo oppure ti metto sul passeggino”. Ma se il passeggino non ce l’ho, sono effettivamente combattuta con l’idea che possa sfuggirmi di mano e correre in strada con le auto che sfrecciano, e soprattutto mi preme che se in un momento qualsiasi ci sia un pericolo e io le dico no non andare lì, lei mi ascolti ! A quale età si inizia a far capire che ci possono essere conseguenze anche serie, tipo un incidente?

    Altro problema sono i “dispetti”: ultimamente ha preso a buttare il mangiare dal seggiolone – in passato ho lasciato sempre molto correre perché stava imparando a mangiare e non era intenzionale, adesso è una provocazione. Bon qui forse è più facile, le tolgo il mangiare dal tavolo e amen.

    Scusate la lunghezza, si capirà che la cosa mi sta a Quore 😉

    • @CloseTheDoor sottoscrivo tutto quello che ha scritto Daniela. Il punto è proprio che lei non può in nessun modo capire che sta facendo una cosa pericolosa. Devi solo dirle che quello è off limits, e visto che lei un po’ lo dimenticherà, un po’ proverà a sfidarti, continuerà a provare a farlo, ma se te continui a ribadire il concetto con fermezza e con le azioni, alla fine capisce che non le conviene. Anche Pollicino che ora ha 2 anni e 3 mesi è in piena fase oppositiva, e lo vedo che mi sfida. In questi casi più che dirgli semplicemente no, e toglierlo fisicamente dalla situazione pericolo, è utile dargli un’alternativa, per distrarlo “non puoi fare questo, prova quest’altro invece”
      Se ad esempio ha deciso di fare un gioco che io non voglio (tipo fare a spadate con il fratello con dei bastoni più lunghi di lui che non riesce nemmeno a tenere in mano), io gli dico di no, che è pericoloso perché può cavarsi un occhio. Il 98% delle volte lui continua. Allora io mi avvicino e con voce ferma gli ripeto che non si fa, e lo invito a cambiare bastone, offrendone uno più corto. Se non funziona nemmeno questo, allora elimino i bastoni e affronto la crisi. Lui piange e io lo consolo dicendo “capisco che è difficile accettare che non puoi fare questo gioco, però è troppo pericoloso, e mamma non vuole” Poi si calma e si passa ad altro.

      Il senso del pericolo su certe cose non ce l’ha nemmeno il Vikingo di 5 anni e mezzo. Sull’attraversare la strada (che non fa mai da solo!) ti dice “si muore!” con il luccichio nell’occhio, perché a lui il fatto di morire sembra una cosa fighissima, pericolosa, ma fighissima. Quindi il concetto di pericolo devi avere molta pazienza e ribadirlo per anni!

  5. Close, ecco, la frase finale credo sia la risposta… Servono, ma a che prezzo? Non pensare che io sia quella santa, sculacciate qui ne sono partite a iose, c’è stato un periodo in cui non ce la facevo più e le ho adottate a priori, sperando che fosse un metodo drastico ma utile, ero alla frutta! Ma poi ho visto mia figlia, una volta, ha rovesciato l’acqua, ero di corsa, contrariata mi sono avvicinata e ha alzato le mani a proteggersi la testa. E ho capito che non era giusto, non deve ascoltarmi perché ha paura di me…

    Alternative? Boh, io sperimento, ma ogni volta che una cosa funziona, dura poco… Con la piccola, due anni, passo ai fatti. Non mi aspetto niente da lei, ho smesso di pretendere troppo. Si sta a tavola. Scende, la rimetto su. Scende la rimetto su. Se insiste la lego al seggiolino, ma mi è capitato rarissimamente, cerco di ridurre i tempi della cena, la guardo seria, metti su, metti su, prima o poi si stufa. Stessa cosa se non deve toccare una cosa, il rubinetto del bidet per esempio, prima era facile, chiudevo la porta del bagno e via, ora se la apre. Apre, arrivo, chiudo, la porto via, apre, arrivo, chiudo la porto via. Se non funziona mi metto a guardia, sto lì. Sto lì a non farla scendere, sto lì a non farle aprire il rubinetto, a non farle buttare giù il gioco.

    ci vuole tempo, ma ho scoperto che la “lotta” è una volta sola, se non guardi l’orologio capiscono che non c’è verso, e la volta dopo non perdono tempo, hanno troppe cose da fare. Se non ho il tempo per stare lì… se non ho tempo per lei, tantovale lasciar stare! E allora pace, scende da tavola, crescerà e starà di più, gioca con l’acqua, si bagnerà e la cambierò, ci vuole meno. Per la strada, ovvio che non la mollo. Per il resto anche io molto poco ansiosa, le lascio giocare come vogliono, chiudo gli occhi sui possibili incidenti e controllo che non diano fastidio. Se danno fastidio… Di nuovo, prende il gioco al bimbo? glielo tolgo e lo restituisco. Pasticcia i disegni della sorella? Mi rimetto a guardia. A volte piange, a volte insiste e basta, altre molla. Crescerà e passerà, ora le serve il mio tempo…

    Non è un granchè come metodo, vero? e soprattutto… non sono così brava a usarlo ,-)

  6. Ohiohiohi chiedo un confronto su questo tema, mi sto facendo mille domande!!! Se le sculacciate non vanno bene, quale alternativa avete per le sculacciate? Le sgridate? O le spiegazioni infinite? Perché le riparazioni, le promesse, la play therapy, le schede a punti mi sembrano tutte cose da bambini grandicelli…

    Spiego: mia figlia ha 19 mesi, per temperamento è molto intraprendente e mi sono sempre sentita di non comprimerla: fa le scale da sola, sale sul lettone, va sullo scivolo da sola, arriva ad arrampicarsi sullo schienale dei divani. Ho notato che se le stavo addosso con l’ansia dell’incidente scatenavo comportamenti veramente pericolosi quindi sto a debita distanza senza fare commenti, e mi sembra che abbia imparato a vedere i suoi limiti con prudenza.

    La questione inizia adesso che ci muoviamo in spazi più aperti oppure sulle scale di casa che sono fatte a chiocciola. Non sono una mamma che trattiene il figlio per il cappotto (ne ho viste alcune) e lascio che lei si allontani di diversi metri, lascio che si muova sul ballatoio… ma non so bene come farle percepire il pericolo delle automobili, la scala a chiocciola dove potrebbe scivolare… insomma il mio timore ovviamente è che lei abbia imparato che può fare tutto e dato che il NO non comporta conseguenze, si lanci a corpo libero sotto le macchine o giù per la scala a chiocciola.

    Come ho già scritto, non mi piacciono le sgridate e gli “sbrocchi”, quindi da un paio di giorni le ho mollato degli scapaccioni. A freddo. In diverse occasioni il passaggio è stato “No, non andare lì, torna indietro – ho detto torna indietro – torna indietro oppure le prendi”, e alla fine le ho dato uno scapaccione. Non sul pannolino ma sulla gamba. Stessa cosa per un capriccio, lei sa che per mangiare deve stare seduta sul seggiolone, ce l’ho messa, si è agitata un sacco e si è lanciata come un missile fuori del seggiolone facendomi fare un infarto, una bella sculacciata che l’ha fatta piangere. L’ho sempre tenuta in braccio per consolarla, in particolare oggi.

    Adesso se ripete un comportamento per cui ha ricevuto uno scapaccione, tipo si allontana di molti metri e le dico “No, torna indietro”, lei fa un giro lunghissimo per tornare indietro, guardandomi di traverso. La cosa mi fa perfino tenerezza… ma mi domando se è la cosa giusta.

    Si è capito qualcosa del mio sproloquio?

    Se qualcuno davvero mi proponesse un’alternativa, gliene sarei veramente grata (*heart*)

  7. Sottoscrivo ogni parola di Serena.
    Preferisco di gran lunga chi ammette che gli è scappata una sculacciata per rabbia, che chi la adotta con criterio e metodo. Agli errori si pone rimedio, alla certezza di doverlo fare è un po’ più difficile.

    Mia figlia qualche sculacciotto se l’è preso. Ma ogni volta ha saputo che non mi è piaciuto, anzi. E sa che non è la strada giusta.

    Se le dicessi “ora vieni qui che ti sculaccio, che così ti insegno come si fa…”. Beh, strano poi stupirsi che da grandi si credono legittimati a farsi obbedire dai più piccoli a suon di botte. Che tristezza solo pensarci…

  8. Grazie per l’appoggio Serena!Puntualmente sono scoppiata anche stamattina, se non altro è stato uno scoppio breve e poi sono andata in camera a sfogarmi per conto mio ma tornando senza un piano d’attacco perchè dovevo scappare a prendere il treno.A volte mi sembra di sprofondare, e in quei momenti ho anche paura di me stessa. E come faccio a essere una buona mamma se ho paura dei miei stessi gesti?? a volte sembra quasi che le urla impediscano il peggio…la mia vicina di casa dice sempre che finchè si urla non ci scappa il morto…bè…abbastanza consolatorio, grazie…e intanto leggo libri su libri cercando di coltivare o sviluppare la mia parte buona…e pensare che ho sempre voluto una famiglia numerosa, ma vista la situazione forse non sono la persona adatta per avere tanti figli..Esserne consapevoli probabilmente aiuta, ma mi rende anche molto triste..Buona giornata da una donna un pò affranta e un pò provata!

  9. Quando vedo quegli occhi increduli dopo che le ho urlato o dato una sculacciata forte nel sedere/manine vorrei morire…e il fatto di spiegarle DOPO (a 21 mesi cosa le spieghi??)perchè l’ho fatto mi fa sentire ancora peggio!è sbagliato, ingiusto e infame, ogni volta mi ripeto che non lo farò più e puntualmente ci ricasco perchè ad un certo punto ho bisogno di trovare uno sfogo…mi sono sempre detta che se avessi avuto un figlio non gli avrei mai fatto subire le umiliazioni delle sculacciate, non gli avrei fatto sentire la paura e mai e poi mai lo avrei fatto sentire inadeguato come mi sentivo io….e invece????eccomi qua a rifare gli stessi “errori” che ho subito io..sembra un circolo vizioso ma ce la devo fare, per lei per quegli occhi, perchè cresca sapendo di poter contare sulla sua mamma,perchè riconosca la fiducia e la consolazione nel mio abbraccio..ci arriverò..sarà durà ma ce la farò come spero anche le altre mamme che si sono riviste in questa situazione.

    • @Chiara mi sembra che sei sulla buona strada, già per il fatto di renderti conto che la sculacciata non è la risposta giusta al suo comportamento. Quando senti che stai per perdere il controllo e che l’unica via di uscita è la sculacciata, allora allontanati da lei. Dille “ora la mamma a bisogno di calmarsi” e lascia la stanza (prima magari verifica che lei non possa farsi male in tua assenza). Fai un respiro profondo e conta fino a dieci. Cerca di riprendere il controllo delle tue azioni, e solo dopo che ti sei calmata torni da lei. Meglio se con un piano di azione.
      Cerca di capire quali sono le situazioni in cui senti di perdere il controllo e prova a prevenirle. Se ad esempio capita la mattina perché lei non collabora a preparsi prima di uscire, o al momento del pasto, o quando è ora di andare a letto. Magari in questo sito ci sono dei post che possono aiutarti a risolvere il problema diversamente. Fammi sapere. Un abbraccio.

  10. serena ieri ho parlato con mio marito e con la bimba tutti e 3 insieme e abbiamo chiesto a lei se c era qualcosa ke non andava e lei ha detto no mamma è solo ke vorrei un fratellino ????????????!!!!!!!!!!! e noiabbiamo risposto ke se arrivera’ saremo molto felici di darglielo e cmq poi parlando con lei è le abbiamo detto soprattutto io
    ke gli promettevo di non sgridarla più per motivi stupidi che la mamma e i l papa’quella sera erano piu stanchi del solito e che le promettevo di non darle piu sculacciate e anche che ho sbagliato a darle in un momento di nervosismo e lei ha capito il tutto a quanto pare e abbimo paassato una tranquilla e serena serata con lo spray peer il naso ( anzi le goccine)…..

    • Grande Simona! Siete stati bravissimi tutti e 3. Mica ci avete creduto che vuole veramente un fratellino, vero? 😉
      E’ molto probabile che lei non sappia perché fa così, e quindi presenterà ragioni totalemente campate in aria di volta in volta. Mio figlio che ha anche 5 anni, riesce a dire cosa c’è che non va solo nel momento specifico, e si riferisce a cose molto pratiche, magari “faccio i capricci perché non voglio dormire e voi mi ci mandate lo stesso” ma non hanno ancora la capacità di generalizzare e approfondire il problema. Insomma non dirà mai “faccio così perché ho biosgno di attenzione da parte vostra ed è l’unico modo che ho di ottenerla”.
      Comunque siete stati bravissimi. Mi sa che questa serata è il primo passo verso la risoluzione, non sarà facile, ci saranno momenti in cui tornerete indietro, ma a forza di scossoni ne uscirete.

  11. serena ieri ho parlato con mio marito e con la bimba tutti e 3 insieme e abbiamo chiesto a lei se c era qualcosa ke non andava e lei ha detto no mamma è solo ke vorrei un fratellino ????????????!!!!!!!!!!! e noiabbiamo risposto ke se arrivera’ saremo molto felici di darglielo e cmq poi parlando con lei è le abbiamo detto soprattutto io
    ke gli promettevo di non sgridarla più per mortivi stupidi che la mamma e i l papa’ erano stanchi e che le sculacciate ho sbagliato a darle in un momento di nervosismo e lei ha capito il tutto a quanto pare e abbaimo paassato una tranquilla serata con lo spray peer il naso ( anzi le goccine)…..

  12. scusate dovevo finire quasi tutte le sere quando mia figlia di 5 annis i trova a casa e torna il papa’ dal lavoro comnciano i capricci i pianti le sfide, gli si appiccica spesso addosso, ieri sera erano le 8 e 30 e dormiva pero’ avendo il raffreddore non riusciva a respirare bene… e si è svegliata .. ilpapa’ era appena tornato lei lo abbraccia e da li comincia la lotta fino alle 10 e 30 di sera .. passando da un abbraccio a un calcio al padre . poi l’abbiamo portata nel letto e niente continuava a piangere per questo naso chiuso allora con MOLTAAAAAAA CALMA la portimo in bagno le facciamo soffiare il naso e la riportiamo nel letto l’abbraccio le parlo le spiego come poteva fare per respirare meglio ma niente ancora pianti e urla …. alle 22 e 30 non ce l ho fatta piu’ mi sono alzata e l ho sculacciata gridandole bastaaaaa sto tutto il gioirno dietro a te non puoi comportarti cosi’ AIUTOOO oggi mi sento in colpa e per di piu abbiamo dormito tutti poco stanotte inoltre LEI QUNADO IO LA SGRIDO SI IMPAURISCE MOLTO MIA HA ANCHE DETTO MAMMA QUANDO VOI MI SGRIDATE IO hO PAURA … MA CMQ NON è CHE QUESTO LE FACCIA CAMBIARE I SUOI COMPORTAMENTI STAMATTINA SI è FATTA LAVARE E VESTIRE SENZA FARE UN FIATO POI MI HA DETTO MAMMA FACCIAMO PACE? IO GLI HO DETTO DI SI, BASTA KE TE NON FACCIA PIU UNA COSA DEL GENERE MA COME FACCIO A PENSARE CHE QEUSTI COMPORTAMENTI PRIMA O POI SMETTANO IO OLTRE KE ALLE SGRIDATE ,PUNIZIONI E SCULACCIONI NON SO CHE ALTRO FARE ???E POI PERDO MOLTO TEMPO CON LEI CI C GIOCO CI PARLO PERO’ I CAPRICCI NON SMETTONO POI MIO MARITO NON è UN TIPO CHE SA REAGIRE MA SA URLARE E BASTA SECONDO ME SBAGLIA IO NON SO PIU KE FARE VORREI FUGGIRE
    .

    • @Simona certamente la vostra non è una situazione semplice e capisco che ti senti sola e disperata in questo senso. Ma come si comporta Asia quando è sola con te? Mi sembra di capire che non avete lo stesso rapporto conflittuale che con il padre, ma comunque avete una certa dificoltà nell’evitare i conflitti forti (che un po’ di conflitti sono anche fisiologici, non possiamo pretendere di evitarli tutti). Io quando sento che il problema è insormontabile perché ci sono troppi fattori in gioco cerco di identificare poche cose su cui lavorare. E’ chiaro che non puoi partire dal cambiare l’atteggiamento di tuo marito, ma ci sono moltissime cose che puoi fare comunque, e la più semplice è quella di partire dal rapporto tra te e tua figlia. Prova a leggere gli altri post che riguardano la disciplina, e vedi se trovi degli spunti di riflessione per cose sulle quali tu puoi lavorare. I genitori non devono per forza pensarla nella stessa maniera. Mi colpisce molto il fatto che dici che tua figlia si spaventa quando le sgridi: una disciplina basata sulla paura non aiuta tua figlia a crescere, ma solo ad allontanarla da voi, e tra l’altro da quello che mi dici, non sta risolvendo il problema. E’ dimostrato che sgridate, punizioni e sculacciate non risolvono mai i problemi, altrimenti i bambini non continuerebbero con lo stesso comportamento. E’ evidente che voi non sapete che fare, ma è evidente che nemmeno lei lo sa, perché se lo sapesse lo avrebbe già fatto. Dovete trovare una soluzione insieme, partendo dal vostro rapporto di reciproco rispetto. Magari la prossima volta che lei fa un capriccio puoi provare con la tecnica di allenamento emotivo, che ne dici?
      (e per il naso chiuso, magari compra un spray nasale adatto alla sua età!)

  13. eccomi qui a scrivere di mia figlia Asia 5 anni , bambina tranquilla apparentemente un po egocentrica ma tutto sommato tranquilla… ultimamente pero’ secondo me il suo problema è il rapporto col padre motivo per cui lei si mette in sfida e in contrasto solo con lui…. lui gli dedica poco tempo pur essendo presente , non ci gioca, ci parla lo stretto necessario, la coccola molto poco e piu ke altro l’ascolta distrattamente !!!!!!!!! io l ho comunicato a lui ma lui dice che non è cosi e la bimba secondo me sta esprimendo qeusto disagio attraverso capricci rivolti spesso e volentieri nei suoi confronti ….io cerco di sobbarcarmi il lavvoro di doppio genitore ma sta diventando troppo pesante credetemi ci gioco la scolto la seguo la coccolo… ma non risolvo molto infatti lei pu avendo poco rapporto col padre cerca soloo ed esclusivamente lui

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