Che si dice del Momcamp?

momcamp-logoSe – Allora Silvia, che ne pensi di questo nostro primo Momcamp di Roma ? Direi che è andata bene, no? Ma lo sai che ne ha parlato anche Repubblica?

Si – Io ho ancora idee, parole, concetti, spunti e riflessioni che mi bombardano incessantemente il cervello.

Se – Certo Silvia, te sei amplificata! Le sensazioni ti rimarrano per settimane 😉

Si – No, sul serio. Ho capito che questo è un luogo dove si fanno discorsi con la ciccia e non con la fuffa! Spiego: la ciccia starebbe in quei discorsi pieni di vere cose da dire, pieni di concetti e di contenuti, che possono essere condivisi o meno, di cui uno puoi sentirlo più vicino di un altro, ma comunque discorsi corposi, densi e sostanziosi. La fuffa è l’aria fritta, le parole messe in croce per riempire i dieci minuti di un intervento, i giri di parole inutili. Ecco: in sei-ore-sei di interventi ininterrotti di dieci minuti ciascuno, non ce n’era neanche uno che contenesse fuffa!

Se – Si anche io ho avuto questa piacevole sensazione. Insomma ne è sicuramente valsa la pena di farsi 3000 km e ignorare i miei sensi di colpa materni per aver abbandonato Policino nelle mani di una nonna che lui quasi neppure conosce per tutte quelle ore. Certo non mi sono trovata d’accordo con tutto, ed alcuni interventi mi hanno colpito più di altri. Dai su, inizia te a dirmi cosa ti è rimasto più in mente.

Si – Ammetto di essermi innamorata (intellettualmente, lo giuro!) di Maria Pia De Caro di WMI Working Mothers Italy . E’ una entusiasta di tutto, e riesce a trovare il tempo di occuparsi di gender diversity all’interno della sua azienda, oltre al lavoro da ingegnere. Mi è piaciuto il discorso di come pianificare una carriera rimanendo nella nostra mente di donne.

Se – Io ci ho ritrovato molto di quello che succede anche in campo accademico, il fatto che gli uomini fanno spontaneamente network e le donne no, ad esempio. E che noi donne pensiamo di dover e poter fare tutto da sole e così arriviamo solo a negare le nostre esigenze.

Si – E il fatto che la pianificazione di una carriera è un processo in evoluzione, che deve rispettare l’evoluzione della vita di una persona: è un lavoro di equilibri, mutevoli nel tempo. Certo quando lavori come libero professionista le cose sono un po’ diverse, ma il rischio è di dimenticare di seguire il ritmo della propria vita. Dobbiamo avere il coraggio di rispettare i nostri equilibri nelle diverse epoche della vita.

Se – Che poi è quello che ha detto anche Luisa Pogliana l’ autrice di “Donne senza guscio”. Che le donne non possono permettersi carriere basate sull’inutile presenzialismo in azienda. Le donne devono poter lavorare per risultati e non per improduttivi orari folli. E sentirselo dire da una manager, dirigente in grandi aziende per tutta una vita, fa un certo effetto.

Si – Hai ragione, una donna di gran carisma. Credo proprio che leggerò il libro.

Se – Però sai che non mi piace sempre parlare della donna, come se fosse l’unica ad aver bisogno di orari flessibili per stare dietro alla famiglia. Io direi che è la famiglia ad aver bisogno che i suoi membri possano lavorare con orari flessibili. Insomma i papà hanno diritto di stare con i figli tanto quanto le mamme, e soprattutto i figli hano diritto di stare con entrambi i genitori.

Si – Sullo stessa linea di pensiero, mi è piaciuta Paola Liberace, l’autrice di “Contro gli asili nido“. Ero perplessa per il titolo provocatorio, ma lei lo ha spiegato benissimo nel suo intervento: se una madre vuole occuparsi dei suoi figli nei loro primi anni di vita, piuttosto che affidarli a terzi, dovrebbe essere in condizione di farlo. Perchè ognuna ha diritto a compiere una scelta sulla sua maternità. Gli strumenti tecnici per consentire ad una mamma di lavorare ed occuparsi in prima persona dei figli ci sono, allora perchè spazzarla via dal mondo del lavoro se fa questa scelta?

Se – Una presentazione che mi ha ispirato è stata quella di Cinemamme – Città delle mamme, sul cinema per l’allattamento. Io ci sono stata a Stoccolma al cinema con il Vikingo quando aveva 3 mesi e mi ricordo benissimo il senso di liberazione di poter fare qualcosa che credevo impossibile. Ti fa sentire veramente meno isolata dal mondo “reale” quello che scorre al di fuori delle nostre problematiche quotidiane di pannolini, e allattamenti.

Si – A proposito di Stoccolma, sarai stata contenta di veder presentato un sito che segui come Bilingue per gioco, dato che voi col bilinguismo ci fate i conti tutti i giorni?

Se – Ah, sì, chiunque abbia a che fare con il bilinguismo della propria famiglia e dei propri bambini non dovrebbe perdersi BPG.
Sai, a me ha colpito anche l’iniziativa delle farmacie di Genova, presentata dai vulcanici titolari della Farmacia Serra, a favore delle mamme che allattano che in ogni farmacia possono trovare un posto tranquillo per allattare, per scaldare un biberon o semplicemente per riposare un attimo col bebè e magari avere qualche consiglio. Devo confessare che a me è sembrato strano: a Stoccolma posti del genere ci sono ovunque. Un posticino tranquillo per allattare al calduccio lo trovi in molti locali pubblici…

Si – Sere’, sempre co’ ‘sta Stoccolma!!! Qui invece, se non ci pensavano le farmacia di Genova, non c’era nulla di simile! Bisognerebbe segnalare l’iniziativa alle nostre farmacie di fiducia e proporre di estenderla in molte città.
Comunque sai io, da vera amplificata poco amante delle sorprese, avevo una gran paura di incontrare dal vivo tutte quelle persone di cui leggo le vicende ed i pensieri più profondi sui loro blog, e rimanere delusa. Alla fine una si crea inevitabilmente un’immagine collegata alle sensazioni ai pensieri e anche agli odori che traspirano da un blog…

Se – Beh, il Momcamp è anche conoscersi e riconoscersi! Baci e abbracci (che io ogni tanto dimentico, sono ormai tarata sui costumi svedesi!) tra persone sconosciute eppure ormai molto vicine dopo mesi e mesi di letture incrociate di blog.

Si – Sere’, qui ci tocca un’impietosa selezione per ridurre questo post a dimensioni leggibili, io parlerei di tutte!
Sono certa che, tra i motivi per i quali ti sei fatta 3.000 chilometri per essere a questo Momcamp, c’era anche la possibilità di conoscerti di persona Piattins! Direi che il biglietto low-cost Ryanair meritava tutto! (beh, se avessi viaggiato con SAS, la Piattins si sarebbe dovuta impegnare a farci almeno una Vaginia Orgasmova dal vivo!!).

Se – Touché! Io sono rimasta incantata anche dalla luce negli occhi di tutta la famiglia di Caia Coconi (A lezione di mammità), con la piccola star Momo, di cui abbiamo seguito settimana per settimana la “costruzione”, che dormiva sereno koalizzato (aggrappato come un koala nel marsupio) a mamma Caia e con un papà sorridente che esprimeva palpabile felicità.

Si – E’ stato bello conoscere Marilde, con i suoi modi accoglienti e piacevoli. Mi è dispiaciuto mancare all’incontro di venerdì sul suo “La solitudine delle madri“, ma del resto venerdì eravamo ancora li a lavorare al nostro intervento: sempre all’ultimo minuto, anche se sai che a me ‘sta cosa mi stressa…

Se – Alla fine, il mio unico rimpianto è che non siamo rimaste per il MOMCoach , ma Pollicino aspettava di essere finalmente allattato da troppe ore!

Si – Beh, Sere’, hai fatto tutto il possibile: sei venuta da Stoccolma apposta, hai “abbandonato” Pollicino per un giorno intero ed il Vikingo per una settimana… Pensa a me che abito a dieci minuti di macchina da dove si è svolto il Momcamp! 🙂
Tra le altre cose, abbiamo presentato quella tua ideuzza… genitorisbroccano! Adesso me la devi rendere operativa al più presto, che qui già da domani mattina vorranno venire a sfogarsi su genitoricrescono!!

Se – Vabbè, mi metto subito al lavoro.
Comunque il nostro vero scoop è lei, l’unica ed autentica blogdiva! Wonderland.

Si – Io mi aspetto una folgorante ascesa di Wonderland nel mondo mediatico: starà a lei scardinare ogni pregiudizio e lanciare la nuova rivoluzionaria moda della bella col cervello!

Se – Dici che siamo state le uniche a farla arrossire chiedendole pubblicamente l’autografo? No, dico, abbiamo fatto arrossire Wonder! E’ robba seria 😉

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18 thoughts on “Che si dice del Momcamp?”

  1. Ragazze, a voi “emigranti” questi doveri familiari toccano!
    Io continuo a rimuginare sul tuo intervento, Maria Pia: quello che mi ha colpito è che tu non teorizzi, ma pratichi! Ci hai parlato di quello che tu hai messo in pratica in prima persona, progettando il tuo modo di lavorare e rendendolo duttile ed adatto alla tua vita. Certo, sei indubbiamente in un contesto favorevole, ma i contesti vanno anche creati.
    Cercherò di frequentare molto più spesso WMI e di meditare su sviluppi concreti di tutto quello che abbiamo detto al momcamp.

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  2. Silvia e Serena, anche io mi sono innamorata di voi due! Donne forti e determinate! Veri testimonials su come si puo’ essere mamme e lavorare e avere energia per altre donne, per crescere insieme!

    PS anche io come Serena mi sono beccata il pranzo dalla nonna – pollo arrosto e vino rosso dolce frizzante 🙂 prima di tornare a Bruxelles

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  3. Va bene, mi butto; sai che ti obbedisco pressoché ciecamente.
    Non so l’età media delle mamme blogger, certamente lontana di diverse ere dalla mia, ma posso dire con cognizione di causa che davvero l’età conta poco, solo relativamente e solo per certe cose, la maggior parte delle quali non mi interessava nemmeno quando avrei avuto l’età adeguata. Sicchè: vuoi robbaconcreta?
    Ecchime qua! Proprio or ora mi è venuta una idea caruccia e ti pensavo, guarda un po’! A te e ad altre belle mamme conosciute sabato…

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