Filosofia e maternità si coniugano alla perfezione nel blog di Vittoria, La filosofia secondo babyP, un luogo che l’autrice ha inventato dopo essere diventata mamma per praticare i suoi esercizi di meraviglia, per ritrovare quest’abitudine che solo filosofi e bambini hanno. BabyP, come tutti i bambini, ci costringe a spogliarci delle sovrastrutture che la vita ci insegna per mostrarci solo la bellezza del suo e del nostro universo:
“Cosa c’è in fondo ai miei occhi?”
“Ci sono io, in fondo ai tuoi occhi”
“Questo blog è per imparare a fare di meno, ed esserci di più. A usare l’immaginazione. A meravigliarci come fanno i veri filosofi e i bambini.” Lo scrivevi nel primo post pubblicato, sei riuscita a mantenere questo proposito?
Il blog è nato con quest’ambizione – era un momento inquieto, affannato; la mente atrofizzata – ma senza una forma precisa. Via via che scrivevo, la storia che volevo raccontare ha trovato la sua chiave nella filosofia. Racconto pensando. Penso affabulando.
Mi costringo da sempre a chiedermi il perché delle cose, ora mi costringe anche mia figlia: lei interroga me, il macellaio, il gatto dei vicini, il mondo. Questo mi rende presente, non solo per lei, ma a me stessa.
Diventare madre è una frattura: bisogna accettare, amare sfaccettature impreviste e recuperare pezzi perduti; non è qualcosa di fluido, è una costruzione complessa, spigolosa. Io ho bisogno di sprofondare in me, nei miei pensieri, nei miei dubbi, per poterlo fare.
“La meraviglia è l’aspetto luminoso del dubbio: si sofferma sulle cose come se le vedesse per la prima volta, e s’interroga sul loro significato.” Secondo te perché smettiamo di meravigliarci e di interrogarci?
Perché ci vergogniamo. Perché siamo stanchi. Perché abbiamo paura.
La meraviglia, poi, è solo il primo passo – piacevole, luminoso: la difficoltà arriva quando la lasciamo andare e iniziamo con le domande, i capovolgimenti, le incertezze.
La maternità mi ha riportato alla meraviglia: il frastuono delle domande e il vuoto di riposte. Le teorie sull’essere madre (e sulla vita, in generale) sono inutili: io racconto qual è la mia personalissima strada, quanto mi piace percorrerla, sbagliare, riprovare.
Il tema del mese è “la piccola bellezza”, quella che (ri)scopriamo attraverso gli occhi dei nostri bambini. Quale bellezza ti ha “insegnato” tua figlia?
Mi affascina il suo modo di guardare le cose, diretto, pulito. Il suo sguardo è bello, non le cose in sé. Lei gioca con la bellezza, la verità, l’amore, non sa ancora che i giocattoli si rompono. Non ha aspettative, è fiduciosa.
È un’operazione impossibile per un adulto, almeno per me: mi godo il suo stupore per una coccinella che si arrampica sulla mano, ma la mia ricerca è rivolta al reale che comprende anche le storture, le macchie, le ovvietà. M’interessa capire come stanno le cose, come convivano cose belle e cose brutte in uno stesso istante, in uno stesso volto, in uno stesso sentimento. Ne ho parlato nel post “Il sublime salverà il mondo”.
Amarcord: del mio (bellissimo) prof di filosofia ricordo un meraviglioso aforisma “La semplicità è il sigillo della verità”, il tuo qual è? (Non che tutti i prof inventino aforismi, ma da quelli di filosofia un po’ te lo aspetti, no? :-))
Probabilmente qualche frase a effetto è uscita dalla mia bocca in questi anni, e – chissà – sarà finita su qualche bacheca di Facebook. Cito i filosofi, leggo brani in classe, sprono i miei allievi a elaborare dei pensieri critici, indipendenti. Ognuno di noi ha una sua filosofia che ci condiziona più di quanto crediamo: va interrogata, sviscerata, per vivere una vita che ci corrisponda.
Cosa significa insegnare filosofia nel 2014? La maternità ha cambiato il tuo approccio con gli studenti e con la materia?
Insegnare filosofia è la mia passione, è il mio lavoro, seppur precario. Insegnare filosofia significa fornire gli strumenti per vivere autenticamente: spirito critico, libertà, pensiero coerente e solido.
Non è cambiato nulla da quando sono madre. Credo, invece, che l’insegnare abbia influenzato il mio modo di raccontare la filosofia: unisco piccole storie quotidiane a grandi temi, esempi concreti a concetti universali.
Desidero far sentire la filosofia.
– di Chiaradinome –
“Diventare madre è una frattura: bisogna accettare, amare sfaccettature impreviste e recuperare pezzi perduti; non è qualcosa di fluido, è una costruzione complessa, spigolosa. Io ho bisogno di sprofondare in me, nei miei pensieri, nei miei dubbi, per poterlo fare.” Oh, sante parole! Quanto mi riconosco!