10 modi più uno. Far camminare i bambini

terribilidueanni Settecento metri. Solo 700 metri ci separano dall’asilo, eppure da quando ho deciso che non era più il caso di scomodare il passeggino, quel breve percorso può diventare una spina al fianco. I bambini poi, specialmente quelli di quell’età compresa tra i 2 e 4-5 anni, hanno un sensore speciale per il livello di fretta del genitore. Più mamma o papà hanno fretta, più lentamente riescono a camminare. Non so come funziona da voi, ma quando il padre dei miei figli si trova in questa situazione, lo carica sotto il braccio, o sulle spalle, con la scusa di un gioco, e via a passo deciso verso l’asilo. Io invece non ce la faccio, ed è per questo che negli anni, e con i due figli ho sviluppato una serie di strategie per farli camminare, non solo al mattino ma anche per percorsi più lunghi, trekking in montagna, o per una passeggiata in città.

L’alternanza tra le varie strategie è basilare, ma non solo. Sopra ogni altra cosa vale la regola numero uno: non fargli capire che hai fretta. Appena lo capiscono si piantano, o si mettono a studiare le formichine, o a raccogliere sassolini, o a sdraiarsi nella neve rifiutandosi di fare un solo passo. Quindi mi raccomando impassibili. Evitate assolutamente di incalzarli con dai su muoviti, dai che facciamo tardi, forza che i tuoi amici ti aspettano (Nice try!)
Il problema principale per cui i bambini non vogliono camminare è la noia. Non ne vedono l’utilità, e meno che mai comprendono la fretta. Il raggiungimento dell’obiettivo finale non è quasi mai una motivazione sufficiente a spronarli. Mi ricordo ancora benissimo che il Vikingo intorno ai 3-4 anni a volte mi diceva “mamma, sono stanco di camminare, posso correre?”, perché correre è divertente, camminare no.
Ecco qui quindi una lista di cose che ho sperimentato su figli e nipoti, adattabile a seconda dei gusti e degli interessi. Se avete altri consigli lasciateli direttamente nei commenti.

  • 1. Racconta favole. E’ in assoluto la tecnica che funziona meglio di tutte. Qualsiasi favola o storia inventata va bene, ma una che va per la maggiore da noi è quella della lumaca, che cammina lenta lenta lenta verso un orto di insalatina fresca ed ad un tratto si ferma perché è stanca di camminare, e arriva una tartaruga e la trova ferma a lamentarsi, e le chiede che c’è, lei le racconta dell’orto e si mettono d’accordo e la lumaca sale sul carapace della tartaruga e insieme vanno alla ricerca dell’insalatina fresca. Poi la tartaruga dopo un po’ si stanca e si ferma, e inizia a lamentarsi, e passa di lì un coniglio che chiede cosa c’è che non va. E la tartaruga sale in spalle al coniglio, con la lumaca in testa e via dicendo. La torretta di animali può continuare quanto si vuole fino al raggiungimento dell’orto (e della destinazione della camminata).
  • 2. Regina reginella. La conoscete no? « Regina reginella, quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello con la fede e con l’anello, con la punta del coltello? » 4 passi da canguro. E si salta in avanti. E poi di nuovo Regina reginella… si lo so, è un po’ lento e a tratti pesantemente noioso, ma funziona. Occhio a non mettere solo animali da corsa, se capiscono il vostro vero intento è finita. Intervallare con un paio di passi minuscoli da formica, nonché qualche gambero per rendere il gioco più interessante, e mascherare la fretta.
  • 3. Canta che ti passa. questa è la mia preferita, e ogni tanto ci provo, ma con i miei figli non funziona molto bene (dite che sono stonata?) ma a mia nipote invece piace. Insomma, può valere la pena di tentare.
  • 4. Dividere il percorso in piccole tappe è una buona strategia per movimentare la camminata. Corri fino a quel lampione? Poi il tombino. Poi il semaforo. Poi la macchina rossa….ad libitum.
  • 5. Il gioco della molla. Facciamo che tu sei una macchina a molla che deve essere caricata per partire (se non gli piacciono le macchine, si può adattare a qualsiasi pupazzetto a molla, robottino, hello kitty, fate voi). Dammi il braccio. Gira gira gira gira e via. (La macchina a quel punto dovrebbe correre fino ad esaurimento carica. Quando si ferma si dà un altro paio di giri di manovella e vai con la carica di nuovo)
  • 6. Alla ricerca di orme. Le avete notate anche voi le orme? Questa ad esempio (un tombino) sembra l’orma del famoso rinoceronte a scacchi, animale in via di estinzione, cacciato per il suo manto prezioso che viene utilizzato per fare borse. E guarda laggiù! C’è un’altra impronta (un buco nella pavimentazione) che animale pensi che sia? Un drago? E si, un drago delle nevi. Deve essersi ferito ed è atterrato qui per riprendere le forze. Chissà se troviamo altre impronte dello stesso drago (macchie sul marciapiede, tombini, carte per terra, non sia mai trovaste un escremento avete fatto tombola!).
  • 7. La bussola. Se il percorso è noto potete chiedere al bambino di indicarvi la strada (vi stupirete per la loro capacità di ricordarla perfettamente), o se il percorso lo consente, lasciate possibilità di scelta al bambino ad un paio di bivi. Il tutto può essere condito facendo finta di avere in mano una bussola, o una mappa da seguire. Se avete davvero una bussola o una mappa da seguire potreste stupirvi della distanza che riescono a coprire a piedi i vostri figli!
  • 8. Vedo, vedo il color rosso e per ogni colore bisogna trovare qualcosa lungo il percorso. Ovviamente si passa dai colori di base a quelli più complessi in base all’età del bambino.
  • eroe

  • 9. Supereroi e fatine. Che sia carnevale oppure no, ultimamente ci capita spesso di uscire di casa travestiti. Considerate le limitazioni imposte dal tutone da neve e scarponi e tutto l’ambaradan necessario a coprirsi dal freddo, iL travestimento si limita spesso ad un accessorio, ma l’effetto non è per questo meno importante, del resto i bambini sono campioni in fantasia. Se Pollicino decide di indossare la sua benda da pirata allora lungo il percorso si giocherà ai pirati, si navigherà a vista, si isserà la bandiera, e si grideranno ordini come vecchi lupi di mare. Se invece deciderà di indossare le sue ali da fata e la sua bacchetta magica, allora si volerà alla meta, distribuendo polvere magica lungo il percorso. Chiaramente il travestimento non è obbligatorio per fare questi giochi, e alla fine si tratta sempre soltanto di giocare lungo il percorso per renderlo più interessante, però io ho notato che l’accessorio aiuta a porci con lo stato d’animo giusto.
  • 10. Lasciargli tempo per decidere il proprio passo. E con questo ritorno alla regola principale: non mettetegli fretta. L’ideale è sicuramente quello di avere qualche minuto di tempo in più soprattutto al mattino che permetta di rendere la passeggiata meno stressante, però anche nella fretta è meglio “perdere” un minuto in più ad osservare le formichine, che perderne 10 a convincere un quasi treenne che si rifiuta di camminare perché non gli consentite di farlo. L’altra mattina ad esempio, mentre ero nel loop del BiancoConiglio (e continuavo ad urlare ordini e dire “è tardi! è tardi!”) il Vikingo mi ha saltava dalla crisi. Ha capito al volo la situazione, si è avvicinato al fratellino che non aveva nessuna intenzione di spostarsi di un centimetro dal luogo in cui si trovava, e gli ha chiesto “stai aspettando l’autobus?” Pollicino lo ha guardato stupito dal basso dei suoi 98 centimetri. Poi ha aggiunto “io sono l’autobus, adesso apro le porte, sali su”. Pollicino ha colto il suggerimento, ha finto di salire sull’autobus, che ha chiuso le porte ed è partito. Siamo arrivati puntuali all’asilo, nonostante le numerose fermate fatte durante il percorso, e siamo riusciti ad arrivare puntuali anche a scuola del Vikingo.
  • +1 e non dimenticate mai, tanta tanta tanta pazienza.

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12 thoughts on “10 modi più uno. Far camminare i bambini”

  1. Arrivo tardi e disperata…
    la mia tre-mezz-enne si impunta come una capra e niente la distrae dalle sue convinzioni..
    Eh sì che è una bambina che corre e salta tutto il giorno…
    Esasperata la prendo in braccio e faccio prima…
    M.

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  2. Noi andiamo spesso a camminare in montagna e devo dire che molte delle tattiche descritte le uso anche io, soprattutto quella delle orme e quella della bussulo (che usiamo cercando le bandierine bianche e rosse che indicano il sentiero). Anche l’inventare storie o leggende sui luoghi che visitiamo che incuriosirli soprattutto su quello che troveremo in cima. Quando è possibile a volte ci dividiamo in 2 coppie e ci lanciamo i segnali (un fischio, 2 fischi, il verso di un animale…). Ora per i compleanni sono arrivati alcuni oggetti da esploratori, binocolo, lente d’ingrandimento, bussola… e quindi le prossime camminate saranno ancora più interessanti!

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  3. Bellissimo articolo che recupero con un po’ di ritardo. Ci troviamo, in effetti, ad averli tutti e tre in un’età difficile: troppo grandi per passeggini e carrettini per la bici, troppo piccolo per una passeggiata vera.
    Di buono c’è che è facile stabilire (imporre) regole condivise: nessuno in braccio, tutti cammininano (e si fanno forza uno con l’altro).
    E poi, si, si fa lavorare la fantasia: con la scusa di cercare la casa del Lupo si sono scarpinati varie volte la collinetta qui fuori. Io e mia moglie con l’asma e loro tutti gagliardi a cercare il lupo.

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  4. Provata oggi la n. 4, grazie alla pioggia e agli stivaletti di gomma, abbiamo corso da una pozzanghera all’altra fino a scuola 🙂

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  5. Ah, come mi ritrovo! Anche noi a giorni alterni abbiamo questo problema, la tages abita più o meno alla stessa distanza del vostro asilo e per di più in cima a una salita! Proponi una serie di stratagemmi meravigliosi, quello delle impronte poi lo trovo davvero geniale. Noi davamo la caccia a tombini e lampioni ma alle impronte non abbiamo mai pensato! I nostri metodi?
    1) Contiamo la puzza delle macchine. Ogni macchina ha una puzza sotto, non lo sapevate? Alcune piccole, alcune grandi, alcune addirittura due! E altre nascosta così bene che non si trova. Per non parlare dei camion. Funziona, il problema è solo quando incrociamo qualche passante che ci vede tutti e due chinati guardare sotto la macchina col piccolo che urla ‘*due* puzze!!!’, o quando passa una macchina e gli grida dietro muovendo la manina davanti al naso ‘spùuuusa!’.
    2) Cerchiamo la casa del Gruffalo (le macchinine del parcometro). Ce ne sono due lungo il percorso, e spesso, se il Gruffalo è in casa, quando schiacci il pulsante verde fanno rumore anche se non hai messo la monetina. Grande finto spavento e grandi risate, si ripete un paio di volte e poi si riparte.
    3) Anche noi corriamo dietro a tombini e lampioni, teniamo d’occhio il punto dei gatti, o ci fissiamo la meta dei piccioni in piazza da rinccorrere, della lettera da infilare nella buca, del citofono da suonare.
    Non vedo l’ora di provare con le impronte di drago…

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  6. Bellissime idee queste, noi andiamo sempre a piedi e ci piace camminare anche nel w/e quindi le mie sono abituate…però anche noi a volte ci ritroviamo in questo loop per cui loro sono stanche e noi irritati..insomma è tragica! Con la piccola quest’estate funzionava il metodo per cui io correvo avanti con un pezzettino di merenda e le dicevo di venirselo a prendere…lo so, è un po’ crudele…ma bisogna pur sopravvivere! Oppure facciamo gli indovinelli…”Secondo voi di che colore è la prossima macchina che passa?” così si distraggono e non pensano alla stanchezza!

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  7. Oddio, mi hai risvegliato traumi mai davvero sopiti. Una volta che non se ne poteva più mi sono straiata per terra e ho detto a figlio 1 di fare quei 200 mt. di distanza dal fratello che ci seguiva il più lentamente possibile e dirgli che mi ero sdraiata con l’ intenzione di restare lì a lasciarmi morire fino a che lui non arrivava. L’ amichetto mi guardava dall’ alto spaventosamente perplesso: non sono proprio sicuro che mia madre farebbe una cosa del genere, lei dice che per terra è sporco”. Eh, pure io lo dico, ma non ne potevo proprio più. Poi è arrivato, ma almeno ero sdraiata io (che palle, io ODIO camminare e stare in piedi per niente).

    Comunque noi salterelliamo e funzia. Quando mi ricordo

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  8. bella la storia della lumaca!! io l’ultima volta ho adottato questa strategia: “Dede ma hai visto laggiù c’è iggle piggle!” “dove mamma?” “là dietro a quell’albero! dai andiamo a vederlo che scappa…” e così siamo arrivati alla macchina ma iggle piggle era salito sul bus e non abbiamo fatto in tempo a vederlo… però abbiamo visto passare il bus su cui era salito! 😉 per ora che ha 2 anni e mezzo funziona..

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  9. non sia mai trovassimo degli escrementi per terra??? Tesoro, noi abitiamo a Roma… ma il commento è sempre “uh che persona maleducata non ha raccolto”, anche perchè noi abbiamo il cagnone e raccogliamo sempre.
    Propongo piccola variazione al n.7: giochiamo alla bambina e il polissiotto, mamma, io ero la bambina. Oh, polissiotto, la mia mamma mi ha lasciato da sola al summercato (no, tesoro, questo non dirlo, facciamo che ti eri persa) mi riaccompagni a casa? Ecco ora dobbiamo attraversare, io mi chiamo Paola Rossi abito in via Verdi numero 6 piano 3 casa numero 4. Vicino c’è un bar, eccolo lo vedi? Quello è il mio citofono devi suonare a Rossi la mia mamma ti apre e io ti faccio vedere casa mia. Il vantaggio è che imparano il proprio indirizzo, ora stiamo lavorandoi sul numero di cellulare di mamma e papà.

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  10. ussignor che fatica solo a pensarci, cantare, raccontare..tutte ottime soluzioni ma io quando cammino ho bisogno di riordinare i pensieri. non possono camminare a basta? per manina? con la grande faccio conversazione e ora a volte riesco anche con il piccolo, al massimo guardiamo i colori e le foglie delle piante.
    se poi è ora di merenda è facile, basta dargli da mangiare e lui cammina felice!!! yu

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    • @Robe di Bimbi certo che puoi camminare e basta tenendogli la mano! Se funziona va benissimo. Io non sono altrettanto fortunata, anche se spesso dipende anche dalla lunghezza del percorso.

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