E se un figlio non studia?

se un figlio non studia Questo guestpost lo ha scritto per noi Barbara, mammafelice, una mamma che ha fatto della sua felicità di vivere un marchio (e un manuale pratico della felicità per condividere con tutti il suo segreto!). Questo post era in programma nel mese di settembre, per l’inizio della scuola, e invece è arrivato ora. Questo post non poteva arrivare in un momento migliore e infatti ci ha fatto piangere, svegliandoci dal torpore delle nostre aride preoccupazioni per i nostri figli. Figli che amiamo con tutte noi stesse, ma di un amore che a volte ci dimentichiamo di mostrare in tutta la sua potenza. Quindi chiariamo subito, che questo post lo pubblichiamo a scopo puramente personale, perché io e Silvia vogliamo tenercelo qui tra queste pagine e tornare a rileggerlo ogni volta che ne sentiamo il bisogno. Voi fatene un po’ quello che volete, ma se sentite che vi è stato utile, tenetelo anche voi da qualche parte a portata di mano.

Se tuo figlio non studia, amalo. Amalo con tutte le tue forze, amalo più di quanto ameresti te stessa, amalo per dirgli che nulla al mondo cambierà quell’amore, nemmeno i suoi insuccessi e le tue frustrazioni.
Perchè amare la scuola è difficile. La scuola è brutta, è troppo fredda o troppo calda, la scuola è senza palestra, a scuola c’è una maestra con i baffi e l’alito pesante, a scuola c’è un professore che invece di fare lezione parla dei fatti suoi.

La verità è che essere ragazzi è molto più difficile che essere genitori. I genitori hanno dalla loro parte l’esperienza, hanno dalla loro parte i manuali, i libri, i pedagogisti, i siti internet, gli specialisti. I genitori hanno anche i soldi per uscire una sera senza figli, per manifestare il loro sacrosanto diritto di staccare la spina dalla loro genitorialità. I genitori possono sfogare le loro frustrazioni sui figli, sui dipendenti, sulle amiche, sulle colf, sulle suocere rompiscatole.

I genitori hanno una vita. I genitori sanno tutto.
I genitori sanno come si paga una bolletta, sanno come si guida l’auto in mezzo al traffico, sanno come si fanno i bambini, sanno cucinare una torta e fare una lavatrice. I genitori sanno cambiare i pannolini. I genitori fanno ridere, e ci sono quando i figli piangono.
I genitori hanno una vita facile, perchè la loro vita è una certezza: sanno cosa devono fare, dove devono andare, qual è la loro strada. Sono grandi. Sanno come risolversi i problemi.

Ma quando sei un bambino, o un adolescente, è tutto un gran casino.
Mamma e papà ti dicono: Stai attento, studia, stai seduto, impara la poesia, colora nei margini, che sport vuoi fare?
Quando sei bambino ti tocca andare a scuola tanti anni. E certi giorni la scuola fa davvero schifo, e i muri sono scrostati, i tetti crollano, le strutture sono inagibili… e tu non sai nemmeno cosa significhi essere inagibili.
Certe volte la scuola è una rottura. Certe volte è meglio giocare, e fare finta di non avere compiti da finire, o interrogazioni per cui prepararsi. Certe volte essere piccoli è una fregatura, perchè non puoi nemmeno uscire e avere il sacrosanto diritto di staccare la spina dalla tua figlitudine.

E se un figlio non studia? Amalo. Più forte sarà il tuo dispiacere, più lo amerai.
Amalo e digli ogni giorno che quello che conta nella vita è la passione. Amalo perchè ammiri con devozione la sua freschezza, la sua onestà, i suoi stupidi capricci, le sue paure che adesso ti fanno soffrire.
Ama tuo figlio, amalo, amalo per tutte le volte che ti ha deluso. Amalo per tutte le note che ha preso, per le tabelline che non ha imparato.

Amalo perchè lui possa prendere da te la sua forza. Amalo perchè lui non debba scontrarsi con la tua infelicità e i suoi sensi di colpa. Amalo per dirgli che nella vita non è mai finito niente, e anche quando le cose vanno proprio da schifo, la vita comunque non è ancora finita, e con essa non è finita la speranza di cambiare, e di riuscire, e di ridere, e di essere felice.

Ama tuo figlio per dirgli che un insuccesso non è mai definitivo. Amalo per dirgli che lo ami e basta, e che il suo successo e il suo insuccesso non sono la misura del tuo amore, ma la misura del suo futuro. Un futuro da scrivere insieme.

Ama tuo figlio per dirgli che lo studio è una passione. Impregnati di passioni insieme a lui. Impara le cose che non hai mai avuto tempo di imparare. Scrivi i temi che non hai mai avuto voglia di scrivere. Colora i disegni che non hai mai saputo dipingere.
Insegna a tuo figlio che imparare è difficile, ma divertente. Che sapere è meglio di non sapere. Che una vita è tanto più felice quante più scelte hai davanti.

Sii il motore del suo apprendimento. Il tuo amore sia potente come i propulsori di un razzo spaziale. Sii la molla che esprime a tuo figlio, con i fatti, che tu per primo ami imparare, ami leggere, sei assetata di conoscenza, desideri inebriarti di poesia e di parole e di arte e di creatività.
Un figlio impara quello che vede, e non quello che sente.

E allora, se tuo figlio non studia, studia tu per prima!
Impara le cose che non hai imparato. Dimostra ebbrezza per la conoscenza. Parla con entusiasmo di un libro. Sorridi con devozione di fronte ad un dipinto. Emozionati fino alle lacrime di fronte a un verso.
Perchè la cultura è così, come l’Amore: si infiltra, si insinua piano piano, si espande come un gas inodore e incolore, impregna i vestiti come l’odore di fritto dei ristonati cinesi.
La cultura è così, come l’Amore: chiede solo di essere amata, e venerata, e rispettata.
Chiede solo tempo, e pazienza, e sorrisi, e dedizione.

La cultura ti dice: amami, amami come fossi tua figlia.
E l’amore, quando nasce, nessuno lo può fermare.

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101 thoughts on “E se un figlio non studia?”

  1. Buongiorno, sono mamma di due ragazzi di 16 e 13 anni. Vivo sola con loro. Il padre e’ molto malato ma e’ seguito da me anche se siamo separati. Mio figlio di 16 anni non studia, risponde.se lo rimprovero e non fa nulla. Frequenta la 3.liceo scientifico e al momento non ha una materia sufficiente. Ho provato con le cattive, con le buone, nulla. Che posso fare??? Mi date un consiglio?

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  2. Mah, io riporto la mia esperienza di mamma… Ho 59 anni. Mio marito appena 60. Mi sono sposata giovanissima, a 19 anni, mio marito appena ventenne… Entrambi, appena sposati, siamo emigrati in Svizzera per lavorare, non conoscevamo nessuno, se non un amico di mio marito che i primi tempi ci ospitava in casa (poi abbiamo trovato quasi subito una nostra sistemazione: un piccolo appartamento di 3 stanze, ottimo per vivere in due, vicino al posto di lavoro ecc.ecc.) . Entrambi abbiamo lavorato in una pasticceria-cioccolateria, come apprendisti e poi dipendenti, (abbiamo i certificati di conseguimento competenze) …io ho lavorato anche ,nel punto vendita al dettaglio, mio marito nel laboratorio, a impastare infornare, decorare ecc.ecc. Li , abbiamo lavorato duro, facendo sacrifici ( non ci siamo mai presi ferie, per tanti anni non avevamo la macchina, ci spostavamo con i pulman- bus ecc.ec., perchè in Svizzera, i trasporti pubblici funzionano bene, e non aver macchina non è limitativo) … ci siamo conservati i soldi in una banca, per rientrare nel nostro paese in Italia e aprirci una pasticceria nostra. Circa dieci anni dopo, avevo appena 29 anni, sono rimasta incinta di due gemelli (maschio e femmina), prima , nel pieno del lavoro e dei sacrifici, anche se molto giovane, avevo accantonato il progetto. Mio marito poi decise che era arrivato il momento di rientrare, i soldi per aprirci la pasticceria dei nostri sogni c’erano (e ne avanzavano anche…, nel frattempo mio marito si informava dai parenti rimasti in Italia, su locali da prendere in gestione…la casa la avevamo perchè i miei suoceri erano morti da tempo, da molto prima del nostro matrimonio, e la loro casa era stata lasciata in eredità a mio marito, loro unico figlio… nel periodo in cui eravamo in Svizzera, avevamo lasciato la casa in usufrutto gratuito alla sorella nubile di mio suocero, che ha sempre vissuto con mio marito, quando era piccolo e i miei suoceri… mio marito di tanto in tanto telefonava alla zia per sentire come andava…poi è morta pure lei). Quindi era ora di tornare. I nostri figli sono nati in Svizzera, ma sei mesi dopo la loro nascita, abbiamo salutato la terra che ci ha accolto, dove siamo cresciuti, ma era ora di tornare in Italia. Pochi mesi dopo il nostro arrivo abbiamo inaugurato la nostra pasticceria: io mi occupavo della vendita, mio marito in laboratorio a creare, abbiamo poi assunto un aiutante tutto fare, un lontano parente. Quindi i miei figli hanno frequentato scuola materna, elementari, medie tutte in Italia. Dalle elementari, si notavano le differenze tra i miei figli: la ragazzina, studiosissima, il maschietto no… il maschietto era amante dei motori…passava ore ed ore , sin da piccolo, nell’officina meccanica del nostro vicino di casa, a guardare come lavorava, li sapevo dove trovarlo per portarlo a casa a far i compiti (lui li faceva i compiti, anche bene, ma non mostrava alcun interesse, faceva solo quello che doveva fare, e diceva “se alla maestra basta cosi, a me non me ne frega, io questo faccio, che se lo faccia bastare”)…il nostro amico meccanico, gli diceva “quando sarai grande, verrai da me ad imparare il lavoro, e io ti insegnerò tutto quanto,però adesso vai a fare i compiti, quando finisci, se i tuoi genitori vogliono, torni, ma prima obbedisci a loro e pensa a studiare”… Continuava cosi fino alle medie (studiando tanto per passare all’anno dopo, ma poi basta), mentre la ragazza, sua gemella, eccelleva negli studi, soprattutto in matematica/scienze… Licenziati dalle medie, mia figlia con il massimo di voti, mio figlio con il minimo sindacabile…Arrivano gli anni delle superiori, mia figlia non ha dubbi: liceo scientifico e poi continuare all’università in medicina (intanto , la nostra attività prosperava, e potevamo permetterci di far continuare i nostri figli negli studi), mio figlio, non ne voleva piu sapere ….(erano gli anni in cui le scuole superiori non erano obbligatorie, ma sempre meglio farle per avere qualcosa in piu)… mia figlia portava alle superiori voti piu alti ogni anno che passava… mio figlio è stato convinto a iscriversi alle cd. “ragionerie”, ma ha collezionato solo tre anni di bocciature… a 16 anni si è ribellato e a scuola non ci è piu tornato, diceva:”inutile che mi fate fare una cosa che non voglio assolutamente, io voglio imparare il lavoro di Tonio, il nostro vicino meccanico, e le scuole obbligatorie sono finite, la terza media ce l’ho, quindi adesso basta e faccio come dico io”… a conti fatti, anche mio marito alla fine, visto e considerato che in tre anni di bocciature , avevamo speso per lui soldi inutilmente, ed eravamo stanchi di ricevere lettere dalla scuola, su nostro figlio che non studiava, che non entrava in classe, che andava via senza permesso ecc.ecc. varie sospensioni che alla fine peggioravano la situazione, l’abbiamo lasciato fare. Anche se io volevo che prendesse il diploma. Lui è andato a “bottega” da Tonio, mia figlia continuava a studiare e poi università, la migliore del suo corso. Passano gli anni, mia figlia eccelleva, si è laureata e poi specializzata in cardiologia, a 30 anni. Mio figlio a 30 anni è riuscito a rilevare l’officina di Tonio (che va benissimo), che anziano, si è ritirato in pensione. Poi, però è successo qualcosa: mia figlia, durante la specializzazione, all’ultimo anno si ammala di una malattia da stress, prende una specie di esaurimento nervoso, riesce a concludere la specializzazione, ma la sua malattia non le permette di lavorare come vuole (tutto è derivato da questa voglia “di pretendere sempre piu da se stessi, mai un riposo ecc.ecc.”…io glielo dicevo a mia figlia di riposarsi, invece lei diceva che non era stanca), mio figlio invece , sereno era e sereno è rimasto, nella sua officina. E’ passato un altro anno, e mia figlia ha un titolo ma non può lavorare ( è rimasta in casa, ci aiuta nella pasticceria, aiutando me nella vendita), mio figlio invece, si dice di essere contento perchè nella vita ha fatto quel che ha sognato da sempre, quando gli chiedo “non ti sei pentito di non aver preso il diploma?” mi dice “non me ne può fregare di meno… ma proprio per niente, non farò la fine di mia sorella”… mia figlia, invece, ad ammazzarsi di studio, e poi? è tornata indietro, ed è frustrata… certo, si sta facendo dei corsi di pasticcera, giusto pensando che un domani , le puo tornare utile, dato che non può fare il lavoro dei suoi sogni, ma si vede che non è soddisfatta… A conti fatti, alla fine, mi ha dato più soddisfazioni mio figlio che non ha studiato. Quindi, ripensando al detto “meglio un asino vivo che un dottore morto”, a volte è vero… Quindi, quando sento di genitori che hanno figli che non vogliono studiare, ma loro li vogliono vedere diplomati e laureati a tutti i costi, dico: “cercate di capire cosa vogliono fare i vostri figli nella loro vita, e da li cercate di aiutarli, se vogliono fare un lavoro dove è richiesta la laurea o meno, da lì valutate: se vogliono fare un lavoro dove non è richiesto alcun titolo di studio, non forzateli, tutto vi si ritorcerà contro: se vedete che dopo tre anni di bocciature non se ne cava piede, basta cosi, oppure non mandateli a studiare se non ne hanno voglia… ora all’università si va, solo perchè va di moda, e proprio per questo, ci sono laureati a spasso, e di universitari parcheggiati all’università, di cui il mercato del lavoro non se ne fa nulla. Quindi cercate di capire cosa vogliono fare i vostri figli…che sia un lavoro per laureati o meno, siate contenti sempre per loro. La collezione di titoli di studio è bella, ma se deve rimanere solo appesa in salotto, lasciate perdere”… Buona giornata a tutti.!

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  3. Grazie, sono le parole di cui ho bisogno in questo momento. Non per niente ho cercato con google ” figlia non studia”. Sono convinta anch’io che con le maniere forti non si possa ottenere nulla e solo l’amore e il buon esempio possano essere davvero utili. Anche se la realtà poi non é facile soprattutto quando i figli sono adolescenti e ribelli. Sono mamma di tre stupende figlie di 16, 14 e 5 anni.

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  4. Salve da un papà.
    Mio figlio ci mente su ciò che riguarda la scuola. Ha 14 anni appena compiuti e finisce (speriamo) tra poco la terza media.
    In realtà, mettendo in fila le cose, la menzogna è qualcosa di doloroso per noi, ma una conseguenza di una serie di altre cose che provo ad elencare:
    – fa il meno possibile e non ha un vero interesse ad imparare
    – non è attivo in classe in quanto a partecipazione agli argomenti e attenzione alle spiegazioni
    – non pianifica e non organizza nessuna strategia (neanche una sparagnina) per fronteggiare l’anno scolastico
    – non ha il controllo della situazione sul profitto nelle varie materie e non le mette in ordine di priorità
    – non è ben orientato nel tempo (si lo farò, ora mi organizzo, poi il tempo passa e non si fa nulla)
    Alla resa dei conti il risultato è una menzogna sistematica, un accampare scuse per “allontanare da sé questo calice” (problema creato e azioni necessarie per risolverlo e prevenirne altri).
    Per dirla tutta il ragazzo è sportivamente impegnato (basket), con tre allenamenti a settimana, senza contare le varie partite con buon impegno e risultati. Frequenta la media musicale con due rientri pomeridiani a settimana per lo studio dello strumento.
    Da parte mia sono esigente: non gli chiedo di portare buoni voti, ma di metterci molto impegno, di essere “vivo”, di riconoscere un buon lavoro e di saperlo apprezzare, di essere ambizioso: non per arrivare primo, ma per fare bene. Gli chiedo di desiderare di conoscere, perché le cose belle sono intorno a lui e i talenti è un delitto sprecarli e “non restituirli”.
    Mi sforzo di accompagnare queste richieste con l’esempio (non so se ci riesco, tuttavia ce la metto tutta), per dimostrargli la coerenza tra il dire e il fare.
    Alla fine la sua reazione a queste sollecitazioni è un “non volli, fortissimamente non volli”: se lasciato da solo va a picco (nella continuità dello studio e, conseguentemente, nel profitto).
    E’ un bravo ragazzo, ma ultimamente è diventato arrogante e viene spesso alle mani con il fratello più piccolo di tre anni di lui.

    Prendetela come uno sfogo o una testimonianza.
    I miei sentimenti sono la frustrazione e l’amarezza.

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  5. Grazie, e’ di questo che avevo bisogno oggi.
    Avevo bisogno di esser spronata e di ricordare che prima di ogni cosa c’e’ l’amore.. che non va mai dato per scontato e dimostrato in ogni istante, ed adesso non vedo l’ora di abbracciare i miei cuccicoli!

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  6. Ciao, sono triste perché non so come fare con mio figlio…..fa primo superiore e fa molto fatica. Non ha vogliadi sstudiare. …..e un bravo ragazzo ma non ha voglia dello studio .
    Come devo fare? Che posso fare per farlo studiare?

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    • Ho un ragazzo19anni fa4 Perito eletto vuole fare 2000 cose e non ne fa una sia nello sport .adesso arrabbiato scuola. Guida bocciato teoria.sabato a momenti morivo mi ha detto che voleva andare via da casa per trovare se stesso e permaloso sono in crisi sono riuscita a non farlo andare via (ma non vorrei che visto che ha detto che è rimasto per me)fosse un motivo per farmi stare zitta e fargli fare ciò che viole

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  7. Io mi arrabio tanto penso che po essere molto distruttivo ,se non lo faccio mi sfuono le situazioni da sotto controllo secondo Voi come sarebbe giusto fare?

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  8. Bartolomeo ed Elisabetta,leggere il vostro commento mi ha dato consolazione…sono anche io in una fase di disastro!Ho tre figli di 20 ,15 e 5.Mio marito è 10 aa lontano da casa x motivi di lavoro .Mio figlio di 15 anni non vuole studiare(penso che in pagella non avrà neanche una sufficienza).Ha iniziato ad avere problemi a scuola fin dalla seconda media,ora è in seconda superiore.Non è mai stato bocciato ma quest’anno credo che succederà…faccio di tutto. Il dialogo in principio ma spesso mi dice che non ha voglia di ascoltarmi,che gli faccio venire la depressione e che lo soffoco.A sentire lui studia tutti i gg.Mi dice balle e la sera quando rientro da lavoro lui va a dormire.E’ in un mondo tutto suo e sostiene di non avere problemi e di volere andare a scuola.Il suo scopo è uscire con gli amici e di avere sempre più libertà.Più amore e più libertà gli dai e più lui si sente di poter chiedere di più.Le punizioni sono continue:sequestro di cellulari,pc e persino antenna tv !!!Penso che continuerò ad essere tenace e non mi stancherò mai di ripetergli che senza un diploma oggi non si trova quasi più un lavoro…in fondo ha un animo buono e credo che prima o poi capirà!

    ps.una volta x tre gg non ho cucinato x lui e tenendo la calma gli ho spiegato che,come a lui non veniva la voglia di studiare,anche a me non veniva la voglia di cucinare.Aveva funzionato …ma era stata molto dura!E aveva recuperato un po di materie.

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  9. Grazie per le parole che scrivete servono ad allontanare il pensiero della depressione ma resta il fatto che senza un minimo di studio non puoi avere futuro e ad una mamma piange il cuore sapere di non poter dare un futuro discreto al proprio figlio

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    • Lo so come ti capisco. .una lotta continua anche per me è dura riuscire a fargli capire che oggi senza un diploma non sei nessuno non puoi fare nulla. Noi genitori facciamo il possibile e a volte anche l’impossibile, pensa che io mi sono messa a studiare per lei a capire la fisica e la chimica al posto suo! Ma da parte sua non c’è nessun interesse a studiare. .non so proprio più cosa fare, siamo andate anche da una psicologa ma non è servito a nulla. .

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  10. sono la fortunatissima mamma di Emma (5 anni) e Viola (13 anni)…..testo bellissimo,coinvolgente, emozionante, commovente….GRAZIE!!! che bellissima chiave di lettura…..

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  11. Mah, facile scrivere questa sottospecie di ”vademecum del genitore perfetto”. Ma tra il dire ed il fare c’è sempre di mezzo un oceano ! Non è affatto semplice, con i ragazzi, gli adolescenti, se non riesci ad intravvedere la possibilità di trovare la chiave d’apertura della loro anima (e della loro psiche) è probabile che certi comportamenti assumano caratteri sempre più seri e sempre meno reversibili, vere e proprie ”devianze” che sarà sempre più difficile riportare verso condotte di vita corrette per il loro bene personale. Io oggi mi trovo, in tutta sincerità, a chiedermi se ho fatto davvero bene ad avere dei figli. Probabilmente, se l’avessi solo immaginato come rischia di andare a finire con mio figlio oggi, non avremmo messo al mondo nessun figlio. Spero solo che il tempo sistemi tutto e che mi faccia ricredere.

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  12. QUANTA DEMAGOGIA. AMALO……. CERTO CHE AMO MIO FIGLIO DI 15 ANNI, CHE NON HA VOGLIA DI STUDIARE, CHE NON HA VOGLIA DI LAVORARE , CHE PASSA LA SUA GIORNATA SUL CELLULARE O SUL PC, CHE QUANDO, CIOè SEMPRE , GLI DICI STUDIA, FAI I COMPITI , METTI IN ORDINE LA TUA STANZA, PENSA AL TUO FUTURO, E LUI CHE FA?’?????? O NON TI RISPONDE, O TI MANDA A QUEL PAESE.
    TI PARLA SOLO SE HA BISOGNO E TU CHE VUOI INTAVOLARE UNA DISCUSSIONE NON OTTIENI NULLA, SE NON ESSERE MANDATA A QUEL PAESE. E GUARDA CHE NON è COSì SOLO MIO FIGLIO MA IL 50% 60% DEI SUOI COETANEI E IL RIMANENTE 40%??
    PENSO BEATI I LORO GENITORI , COME SONO FORTUNATI. IN CASA MIA NON SI DICONO PAROLACCE, SI CERCA DI PARLARE, NON COMPRO COSE FIRMATE O CELLULARI ALL’ULTIMO GRIDO, SONO CREDENTE E FREQUENTO LA PARROCCHIA, MA MIO FIGLIO DOPO LA CRESIMA NON HA PIù VOLUTO ANDARE IN CHIESA. ALLORA….E’ SEMPRE COLPA DEI GENITORI???? NOOOOO LA COLPA è DELLA SOCIETà CHE VUOLE E SOTTOLINEO VUOLE FAR ANDARE LE COSE COSì. CREA UN MONDO VIRTUALE IN CUI TU DEVI APPARTENERE O SEI FUORI. CREA UN MODO COMPORTAMENTALE A CUI DEVI OMOLOGARTI O SEI FUORI. QUANDO RIESCO A CONNETTERMI CON MIO FIGLIO, QUANDO NON è OCCUPATO SUL CELLULARE O SUL PC PARLA ANCHE BENE, IN MODO RESPONSABILE, MA POI SVANISCE TUTTO QUANDO RIENTRA NEL SUO MONDO VIRTUALE. I SUOI AMICI ,NON SI DROGANO, NON BEVONO MA SONO COSì PURE LORO. ALLORA MI SI PUò DIRE: ” TOGLICI INTERNET, IL CELLULARE, LA MOTO “. PROVATE VOI A ISOLARLI DAL MONDO ESTERNO TOTALMENTE. DIVENTA UNA IENA… HO PROVATO, MA NON HO RETTO LO STRES è TROPPO… NO LO DEVE CAPIRE E A FURIA DI RIPETERGLIELE LE COSE SPERO GLI VADANO IN TESTA. SO CHE è UN BRAVO RAGAZZO CON SANI PRINCIPI, DEVE SOLO ARRIVARCI ANCHE CON IL MIO SUPPORTO, A COMPRENDERE L’USO CORRETTO DEI MEZZI MODERNI. UN ULTIMO SFOGO: MOLTE PERSONE DANNO CONSIGLI, MA OGNI SITUAZIONE è DIVERSA DA UN’ALTRA, MOLTI NEPPURE HANNO UN FIGLIO E NON FANNO FATICA A DARE SENTENZE DI COLPE, FARE I GENITORI NON è FACILE E NON SI NASCE IMPARATI. è UN PERCORSO AD OSTACOLI E NON ESISTE UNA RICETTA COMUNE. OGNUNO CONOSCE I SUOI FIGLI E DEVE REGOLARSI DI CONSEGUENZA SEGUENDO UNA LINEA DI CONDOTTA ADATTA AL CARATTERE DEL PROPRIO FIGLIO. PER ESEMPIO SE IO MI IMPONGO OTTENGO L’ESATTO CONTRARIO DI QUELLO CHE CERCO. DEVO ANDARGLI DIETRO CON LE BUONE E VI ASSICURO CHE è UN LAVORO IMPEGNATIVO.

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  13. Leggendo il post di Barbara mi sono riconosciuta al 100%, mio figlio non ha mai mostrato interesse verso lo studio , ha accumulato una innumerevole serie di bocciature,ma non gliel’ho fatto pesare , puntando tutto sul mio amore, dicendogli che a me non importava, mio marito mi ha sempre rimproverata questo atteggiamento, ma conoscendo mio figlio , sapevo per certo che con le punizioni non avrei ottenuto nulla.Oggi il mio ragazzo ha 20 anni, è fermo al secondo superiore e non riesce a sbloccarsi, ho provato con le scuole di recupero , prima primo secondo, poi terzo e quarto, ma non ce l’ha fatta, sono disperata, come posso aiutarlo, oggi non ho la disponibilità economica per una privata, vorrebbe preparare da solo 3, 4, 5 , ma ho paura che per lui sia troppo dura, non ce l’ha fatta questo anno in una scuola di recupero,si sente in difetto a tutti i suoi amici che hanno recuperato e ora iniziano l’anno della maturità, è per questo che vorrebbe farlo, ma ho paura che non riesca, per un ragazzo che non ha metodo di studio è molto difficile, gli ho detto che io ci sono, che lo aiuterò ma non so cosa consigliargli veramente.Tra voi c’è qualcuno che mi possa aiutare a trovare la strada giusta?
    Grazie

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