Contro l’isolamento per il coronavirus #sentiamociavoce

Ci pensavamo giorni fa, anche cominciando ad elaborare le risposte al sondaggio sulle famiglie e la sospensione della scuola. Dire che sia un momento difficile è a dir poco banale, ma quello che traspare molto è un senso di solitudine a volte angoscioso e angosciante. 

Illustrazione originale di Carmela Linda Leuzzi per genitoricrescono

Internet, tanto bistrattata e a volte demonizzata, si sta rivelando il potere salvifico di questo periodo, il collante che tiene insieme i bambini alle scuole, i lavoratori in smart working alle loro attività, che ci fornisce modi di passare la giornata chiusa in casa, e sta facendo tantissimo per la qualità delle nostre vite recluse. Ma l’isolamento sociale è comunque un punto di grande preoccupazione e ansia.

Siamo in overload da informazione scritta, da filmati che provengono dalle news (sia private sia pubbliche), tutto serve ad occupare il nostro tempo e a farci sentire in una comunità ma forse non a eradicare l’isolamento sociale. Pensiamo in questo momento ai bambini che anche se in compagnia di fratelli e sorelle, e magari in chat con i migliori amici, perdono il senso della classe, come scolaresca partita insieme nello stesso cammino a Settembre. Agli adolescenti che devono affrontare il loro scoglio esistenziale chiusi fra quattro mura, senza possibilità di ventilare le frustrazioni con gli amici. Alle nuove mamme e papà, alle prese con difficoltà e grandi interrogativi. A chi è solo, a chi è depresso. Agli anziani, e alle loro preoccupazioni.

Abbiamo tutti bisogno di un conforto umano, e cosa c’è di più unificante del conforto di una voce umana, di una parola amica, di una conversazione attiva? 

Si moltiplicano iniziative, alcune nate per caso e sporadicamente, come i cori che rimbalzano da un balcone ad un altro. Altre organizzate, come momenti di incontro virtuale per i bimbi di una classe, o lezioni o altre attività promosse da artisti.

Ma è importante che pensiamo a modi di restare uniti il più possibile, distanti ma uniti.

Parlando fra noi in chat di questo problema, ci è venuto spontaneo ad un certo punto dirci “sentiamoci a voce”. Una videochiamata ci ha resi tutti più di buonumore, e ci siamo resi conto che non era la prima volta che sperimentavamo questo senso di sollievo: i nostri figli rinati dopo una videochiamata con i compagni di classe, una nostra amica che ci ha tenuto compagnia al telefono mentre parcheggiavamo, una telefonata in più invece di un messaggio su WhatsApp che ha rallegrato un familiare lontano. 

Illustrazione originale di Carmela Linda Leuzzi per genitoricrescono

E allora, aiutati dalle splendide immagini che ha creato apposta per noi il genio di Carmela Linda Leuzzi, una delle illustratrici che meglio sa disegnare le emozioni (cercatela in libreria, o guardate le sue tavole su Facebook qui) vogliamo far partire questa iniziativa. Vi diciamo: sentitevi a voce. Sentiamoci a voce tutti. Cerchiamo almeno una volta al giorno di parlare con qualcuno: anche uno sconosciuto. Usciamo sul balcone e parliamo col dirimpettaio. Telefoniamo all’amico che non sentivamo da una vita. Pranziamo in videochiamata con tutti gli amici contemporaneamente. Ripeschiamo gli accordi del canzoniere e passiamo le serate schitarrando a distanza.  Organizziamo pigiama-party virtuali. Ricordiamoci che il cellulare che abbiamo in mano è, principalmente, un telefono.

Sentiamoci a voce, stiamo vicini. #sentiamociavoce  

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