Comportamento oppositivo e Play Therapy

Un nuovo post del nostro esperto di Play therapy, Claudio Mochi, dell’associazione per la Play Therapy Italia in cui parliamo di comportamento oppositivo nei bambini piccoli. Giovanni è un bambino di fantasia usato per descrivere il comportamento immaginario tipico di molti bambini di 3 anni.

Giuseppe, 3 anni, non vuole collaborare per prepararsi la mattina. Si innescano meccanismi di urla della mamma, e pianti del bambino. Giuseppe è in piena fase oppositiva e rifiuta qualsiasi forma di collaborazione. La Play Therapy può venirci incontro?

Il comportamento oppositivo è di per sé un elemento che nel corso dello sviluppo dei bambini è naturale osservare ed è solitamente un fenomeno transitorio. Nella più rara circostanza in cui tale modalità dovesse permanere per un periodo di tempo, allora, tale comportamento può strutturarsi in un vero e proprio schema che potrebbe nel corso degli anni evolvere anche in disturbi piuttosto significativi. L’opposizione è spesso una modalità attraverso la quale il bambino cerca di guadagnare il controllo rispetto al proprio contesto. Si ricerca il controllo spesso quando si percepisce una situazione incerta e insicura che produce ansia e tensione. Nel caso di Giuseppe è difficile comprendere se stia attraversando una fase evolutiva per cui sente il bisogno di affermarsi oppure se nel suo contesto vi siano delle situazioni che destano preoccupazione. In ogni caso se avesse l’opportunità di maturare esperienze di sicurezza e controllo attraverso delle periodiche sessioni di gioco centrate sul bambino, Giuseppe avrebbe meno necessità di porsi in una situazione di sfida con i propri genitori. L’efficacia di questo tipo di intervento è supportato inoltre dal lavoro svolto in parallelo con i genitori. Nella Child Center Play Therapy (CCPT) i genitori sono considerati dei collaboratori indispensabili, per cui in circostanze simili potrebbe risultare molto utile lavorare insieme per capire in quale circostanze si realizzano le situazioni di conflitto, nell’elaborare come gestire le situazioni critiche e più in generale su come gestire la definizione di limiti e delle regole individuando quale siano le regole da rispettare, chiarendo come comunicarle e come fare in modo che vengano rispettate.

Prova a leggere anche:

Previous

Baratti e rifiuti

Intervista a Chiaradinome: il bambino che morde(va)

Next

Leave a Comment