Il Club dei blog Nicchioni

nicchioniMi sono chiesta se nell’intervistare due mie amiche ci fosse un conflitto d’interessi ma ne ho concluso che non ci sono interessi in gioco in questo post, solo passione e bellezza. È l’intervista meno incentrata sul tema della genitorialità, anche se Lucia del blog Là in mezzo al mar e Francesca di Mumtrioska sono entrambe mamme e nei loro blog non si esimono di certo di parlare delle loro figlie. Stavolta mi sono fatta ispirare dal tema del mese “essere vs apparire” perché ben si sposa con lo spirito che anima il Club dei blog Nicchioni: se bazzicate molto il web già lo conoscete, altrimenti vi ragguaglio sulle condizioni necessarie per esserne ammessi così come sono elencate nel post di lancio del club
– se hai un blog dai numeri limitati e risicatissimi
– se ti capita di non capire una cippa di wordpress.org
– se aborri il SEO
– se dalle chiavi di ricerca su google ti trovano con le parole più strane
– se adori scrivere e sai usare anche i congiuntivi e gli apostrofi

Lucia, nata sotto il segno del mare, è la Presidenta del Club; Francesca, nata sotto il segno dell’amicizia, è la sua sodale nicchiona estrema.

Lucia, com’è nata l’idea del club Nicchioni?
Da esemplare puro di nicchiona ti rispondo subito che non lo so. O meglio.
Ci sono stati diversi elementi scatenanti, che riassumo per brevità: X Factor e la social TV (si tratta di trovarsi tutte su Facebook e commentare una trasmissione in contemporanea, se ne leggono delle belle), i blog, la capacità di scrivere, l’amicizia, la nicchia. Un gruppo di amiche (poco) virtuali si sono incontrate e si sono scambiate delle idee, con alcune ci conosciamo da tempo, con altre è stato amore a prima vista soprattutto per le affinità emotive e per quello che pensiamo in relazione al porsi verso il mondo (virtuale e reale). Crediamo che sia fondamentale dare importanza ai contenuti, allo scrivere bene e con proprietà di linguaggio, beccando i congiuntivi il 99 % delle volte (abbiamo lasciato un margine considerevole di errore) e dando luce agli aspetti più creativi e meno tecnici all’interno dei post.
C’è un trend recente che punta molto all’approfondimento del SEO e del posizionamento sui motori di ricerca, dando al bloggare una veste professionale: noi un po’ ce ne freghiamo e un po’ no, perchè pensiamo che quando il pezzo è bello non ci sono parole chiave che tengano. In effetti sembra un po’ il discorso della volpe e dell’uva, visti i nostri numeri, ma assicuro che non è così.
Naturalmente è uno specchio della filosofia di vita, ma ora non andiamo a infognarci in macchinose elucubrazioni psicologiche (da cui non saprei come uscire).
L’opposizione tra essere e apparire l’ho sempre molto sentita: sono alta 1 metro e 82 e non passo di certo inosservata, non è facile andare oltre. La stessa cosa vale per la rete, dove la notorietà di alcuni personaggi a volte è un po’ vuota, un po’ fuffa. Abbiamo pensato di lavorare al contrario con il Club Nicchioni: i numeri non ci interessano, ci interessa quello che sta dietro. Sdoganando il concetto di elemento di nicchia, rendendolo accessibile a tutti, purché ci sia qualcosa di buono da dire.
Poi i giochi di parole si sprecano, le rime con aggettivi che ci identificano come sognatrici, creative, persone un po’ sbadate: quello fa parte del gioco e del divertimento, la ricerca dell’ironia che è il colore della vita.
Evidentemente di nicchioni ce ne sono tanti in giro, ad oggi nel club contiamo più di 75 blog, e le richieste continuano ad arrivare

Francesca, perché sei stata definita nicchiona suprema?
Non so chi mi abbia definita così, ma sono esperta di Nicchia e so perché sono Nicchiona, se può interessare. La sera in cui è nato il Club ho contribuito alla sua creazione, ero presente e cosciente del fatto che stesse nascendo qualcosa di bello. Adoro infatti sentirmi in un coro piccolo, forse in controtendenza ma d’élite, senza troppe definizioni e troppe regole tecniche, ma con l’unico investimento di passione, coerenza d’intenti, pensieri e piacevole scrittura.
Non siamo una congrega nata per snobismo o per alterigia, adoriamo essere letti, commentati e cercati, non siamo mica fessi! Il Nicchione puro, non guarda troppo al seo, è vero, ma spera di essere letto perché ama quello che scrive, perché mentre digita sulla tastiera dona una piccola parte di sé e ci mette tutta la sua presunta o vera qualità. Insomma, sono suprema solo come Nicchiona, rispondo così alla fine di tutto il preambolo, perché ci credo davvero. Credo che si possa essere blogger senza essere forzatamente un personaggio. Penso che si possa bloggare per crescere, per contribuire a fare cose belle, per confrontarsi e per imparare a stare al mondo, perché di virtuale, sul blog di nicchia, c’è solo la connessione.

L’intervista a due Nicchione può essere tutto tranne che istituzionale, quindi ho deciso di farle chiacchierare tra loro di web, mamme e personaggi, facendo solo questa domanda: se vi definisco mammeblogger, cosa mi rispondete?
Lucia: Onestamente tutto mi si può definirei ma mamma blogger mi sembra un po’ fuori tema… non sono nemmeno sicura di essere blogger nel senso canonico del termine.
Francesca: Infatti, a me non piace come definizione: io sono una mamma che usa il blog per uso personale, scrivo anche di mia figlia Elisa, ma Elisa non è il centro dei miei discorsi. Vedo il mio blog come un modo per esprimere i miei dubbi, anche di mamma, ma non leggo molti blog mammeschi non per snobismo, ma perché non mi piacciono i racconti fini a se stessi.
L.: Quello di cui sono certa è che le etichette sono difficili da gestire, un po’ perché sono limitate e d’altra parte perché chi si etichetta poi risulta meno spontaneo e forse costretto nel personaggio
F.: Però è anche vero che alcune mammeblogger hanno molti lettori che cercano i racconti su allattamento e pappette, no?
L.: Sì, ma la definizione di mammablogger è cambiata molto in questi anni: prima si parlava di cacche e pastine, oggi si discute di conciliazione e di evoluzione. Quello che mi pare brutto è che ci sia chi cavalca l’onda per ottenere i suoi minuti di notorietà… Siamo persone, manteniamo questo al centro e le polemiche gratuite lasciamole ai furbetti. Ecco: evitiamo le etichette e andiamo dritte al cuore.
F.: Il cuore delle persone. Ma sai che a volte il web nasconde i cuori? O li indurisce? Ci sono persone che non ascoltano il cuore e non scrivono con il cuore: alcune non credono sempre che i loro lettori siano intelligenti.
L.: Le maschere nel web durano poco, i profili nebbiosi non durano, anche se è probabile che per un tempo limitato possano godere di grande notorietà, come è anche vero che i mezzucci hanno poco credito. Lo sai che esiste un movimento nato da poco che si chiama #saltalamerda? A parte il significato ludico è un grandioso approccio: significa evitare ciò che puzza di rancido.
F.: Certo che la conosco! E’ un metodo per rimanere fuori dal coro delle polemiche sterili e per darsi la possibilità di vedere il bello ed evitare il brutto. Ma le polemiche di questi giorni le hai seguite anche tu, vero? Io mi sento una pivella, mi sento giovine… e certi post mi fanno ridere (dopo che mi hanno fatto incazzare però). Ammiro le vere mamme(blogger), quelle che cercano il confronto, che cercano di dare consiglio portando la loro esperienza e che si mettono a disposizione per un qualcosa di costruttivo, odio la parte del web che si erge per dare giudizi. Ecco. L’ho detto.
L.: Ho letto le polemiche ma onestamente trovo che sia semplicemente un modo per far parlare di sé, un modo anche banale e poco moderno, questione di avanspettacolo. Mi sono infervorata all’inizio poi ho capito che sarei caduta nella rete, e allora mi sono ritirata nella nicchia.
F.: Difficile non cadere in tentazione però. I blog ora come ora sono zeppi di sponsor e hanno bisogno di visite. A me rode quando nasce un nuovo personaggio, che scrive pure un libro e che viene osannato, così come quando vedo persone che non sanno scrivere o leggere che diventano personaggi… Io sono umana…
L.: La fuffa c’è anche fuori dal web, non si spiegherebbero le altissime vendite di alcuni libri. Quello che può fare la rete è mantenere connesse le persone, in modo che le belle idee e la qualità non vengano soffocate da chi ha la voce più grossa e i numeri più appetibili.
F.: E quindi la nicchia ci salverà davvero dici? Troveremo anche noi il nostro spazio? Il giusto spazio intendo.
L.: La bellezza salverà il mondo, diceva Dostoevskij.
F.: Morale? Siamo persone che cercano di dare un certo charme al loro blog non per apparire ma per essere. Forse non siamo mammeblogger o blogger ma amiamo ciò che facciamo e ciò che scriviamo.

Ragazze, a questo post manca del tutto il SEO…
Lucia: Però c’è la ciccia!!
Francesca: Mancherà ‘sto SEO, ma vuoi mettere tutti i congiuntivi azzeccati, i paroloni tipo “infervorata” e la piacevolezza del leggere un dialogo così? Traspare la nostra parte più professionale, perciò, SEO o non SEO, avremo gli sponsor pure noi.

– di Chiaradinome

Prova a leggere anche:

Previous

Conversazioni robotiche

Fenomenologia delle feste di compleanno: la festa in casa

Next

36 thoughts on “Il Club dei blog Nicchioni”

  1. Me l’ha CONCETTO??? Concesso, è ovvio, c-o-n-c-e-s-s-o. Anche il rincoglionimento è uno skill indispensabile per considerarsi nicchione? Posso farlo passare per la distrazione del genio? Chiedo, eh! Lancio ipotesi. Mi arrampico sugli specchi, insomma. Poichè genio non sono, non resta altro che essere …ona. E non è detto che il prefisso sia “nicchi”.

    Reply
  2. Orgogliosissima nicchiona all’appello. Sono stata (forse) la prima e unica fra i 75 blogger bollinati a inviare richiesta a un indirizzo sbagliato. Lucia secondo me ancora ride al ricordo, me l’ha concetto più per pietà che per merito nicchione 😀
    Da qualche giorno diserto il Web. Appena mi allontano un attimo qualcuno pubblica le cose migliori, tipo questo post.

    Reply

Leave a Comment