Un giro su una giostra per qualcuno potrebbe anche essere una cosa divertente, per noi può trasformarsi in una montagna russa emotiva. E la metafora non è casuale visto che si tratta di una gita al Luna Park di Stoccolma, ovvero il Gröna Lund.
Può iniziare con un sms che ti manda la mamma di Julie, un’amichetta dell’asilo, e te pensi che in fondo non ce lo hai ancora portato, e che male non fa. Ormai è grande abbastanza. Hai la solita vocina in fondo in fondo che ti urla di fermarti, di inventarti una scusa qualsiasi e declinare l’invito: sarà per un’altra volta, grazie per aver pensato a noi, ma…proprio nun se ppo’ fa.
E invece vai, te e tuo figlio. Quello grande. Il percorso a piedi fino li va benissimo, perché Julie è una di quelle bimbe che vuole rompere gli schemi di genere e ha un livello di attività fisica pari se non superiore a quello del Vikingo. I due bimbi sono immediatamente in sintonia, e percorrono 30 minuti di strada praticamente di corsa.
Arrivati all’ingresso ti rendi conto che il Vikingo non sa dove si trova. Cioè lo sa, ma non sa assolutamente cosa aspettarsi.
Forse è per questo che appena varcata la soglia un sorriso irreale gli si è stampato in volto. Sembra aver vinto la lotteria. Anzi no, sembra aver visto una scatola 2 metri per 2 di mattoncini Lego. Anzi no, sembra aver visto l’astronave di Star Wars. Continua a guardarsi intorno e urlare “GUARDA LI MAMMA! E QUELLO! E LI! ANDIAMO LI CORRI!” Ti guardi intorno cercando di orientarti. Davanti a te c’e una giostra di quelle classiche con i cavallucci di legno, una moltitudine di gente che fa la fila per prendere i biglietti, e naturalmente luci, suoni, colori, e….a si, un paio di orsi.
Due orsi, con un papillon a pois blu, un cappello con un fiore in testa, delle scarpe taglia 75 ai piedi, che camminano verso di voi agitando la manina e salutando i bambini. I bambini che gli vanno incontro tutti contenti, e ricambiano il saluto, agitando le manine. Ti volti verso il Vikingo e noti che l’espressione del suo volto si è tramutata. Ecco, ora sembra aver visto Darth Vader in persona, solo che invece di pensare che sia l’eroe che aveva sempre immaginato si è accorto di che essere orribile sia realmente. E piange. Urla. E’ terrorizzato. Fai appena in tempo a dire “ma” che ti ritrovi i suoi 20 chili appesi al collo. Grazie orsi, ma per ora passiamo. Non salutateci per favore.
Superati gli orsi, cerchi di procedere oltre i 3 metri dall’entrata, ma il Vikingo inizia a tirarti e urlare. Vuole andare sulla giostra. “Ma Vikingo non vorrai mica andare su quella con i cavallucci? E’ una giostra da piccoli. Andiamo avanti che ci sono tantissime cose da vedere più divertenti”
“Ma li ci sono le leonesse mamma!”
In effetti tra i cavallini si nascondono un paio di leonesse con un viso veramente orripilante.
E’ irremovibile trascina te, e l’amichetta Julie con entusiamo a vedere da vicino questa meravigliosa giostra con cavallucci e leonesse. Te lanci sorrisi di giustificazione alla mamma di Julie, che fortunatamente si mostra più che comprensiva. Tra le urla di persone che percorrono in caduta libera 80 metri di altezza, trenini che si rivoltano a testa in giù su un binario a 10 metri, voi fate la fila per la giostra con i cavallucci in legno e… le leonesse.
Il Vikingo è determinato a salire. Gli spieghi che non hai intenzione di pagare il biglietto anche per te stessa, quindi il giro sulla leonessa se lo fa da solo. Lui accetta.
Parte. Gira. Manina che sventola. Gira. Sorriso in volto. Gira. Volto serio e cupo. Ti giri. Alle tue spalle i due orsi. Ti rigiri. Il Vikingo in lacrime in groppa alla leonessa che urla “mammmaaaaa!”
La giostra per fortuna si ferma, lo tiri fuori di li.
Lo trascini urlante lontano dagli orsi.
lo calmi. Guardi l’orologio.
Sono passati solo 15 minuti da quando avete varcato il cancello.
Hai una gran voglia di inventarti una scusa e trascinarlo fuori di li.
Non lo fai.
In fondo sai che le 3 ore restanti non possono andare molto peggio.
Dopo una pausa e una ricarica di zuccheri i bambini sono pronti per un’altro giro in giostra.
Il Vikingo si entusiasma per un octopus con attaccati in fondo degli elefanti “C’E’ DUMBOOOO MAMMA!” Julie invece vorrebbe tentare una versione ridotta della caduta libera. Alla fine fortunatamente convergono sugli elefanti. La mamma di Julie da i biglietti in mano alla figlia e la mette in fila. Li, da sola. Tu resti interdetta. Il Vikingo allunga la mano e ti chiede i suoi biglietti. Glieli dai, ma ancora non hai capito bene cosa fare. La mamma di Julie sembra intuire che ti trovi in stato confusionale e ti spiega che Julie andrà da sola. Ossia farà da sola la fila di almeno 15 minuti, si salirà da sola sul suo elefante, si allaccerà le cinture da sola, e premerà il pulsante per far volare l’elefante in alto. Tu continui a pensare al primo quarto d’ora dalla vostra entrata in quel meraviglioso posto. Lei ti chiede se pensi di seguire il Vikingo. Te hai un attimosecondo di funzionamento neuronale e ti chiedi “che messaggio darei a mio figlio se lo seguissi sull’elefantino, visto che la sua amichetta di 4 anni e mezzo ci va da sola?” Quindi ti pieghi ad altezza vikinga e chiedi “vuoi andare da solo con Julie?“. Lui dice di si. Prende i biglietti e si mette in fila con entusiasmo. Durante la fila ad intervalli regolari si gira ti chiama e ti urla qualche domanda: “A CHI LI DEVO DARE QUESTI????” mostrandoti i biglietti stropicciati in mano. Oppure “MA POI DOVE SI ESCE???”
Te stai li fuori e lo osservi rimuginare, esplorare, diventare grande. Gli sorridi. Ti si stringe il cuore.
E a fine giornata ti senti distrutta da questa altalena emotiva, ma anche un po’ orgogliosa. Perché hai visto come piano piano, passo dopo passo, sia riuscito a trovare un suo equilibrio e superare un bel po’ di paure, anche se per gli orsi con il papillon a pois probabilmente dovrai aspettare ancora qualche anno.
Il Vikingo e’ sempre il mio eroe!!
TopaGigia ha avuto il suo primo giro in giostra come regalo di primocompleanno, come da tradizione nella mia famiglia. Non era molto convinta, ma poi adesso ogni volta che vede le giostre si mette a saltare sul passeggino e indica urando “la’!! la’!!”. Al mare, in una giornata di brutto tempo, ha provato anche il trenino, con annesso rimorchio di treenne al quale ha poi stampato un bel bacetto sulle labbra.
Mi ero persa le prodezze di TopaGigia in treno (ogni tanto rimango indietro con la lettura dei commenti)!!!! WOW!
Oddio, noi le giostrine ce l’abbiamo sotto casa, ci salgono da quando avevano pochi mesi.
La prima volta che ho lasciato le bambine con mio padre dieci minuti, la piccola (aveva un paio d’anni) è tornata a casa con la faccia sanguinante.
Si era stufata, voleva scendere 🙂
Lgo… mi hai ricordato la prima volta che l’ingengere ha portato il sorcetto al parco loro due da soli… A quello piccolo abbiamo dovuto staccare il brecciolino che si era incastonato nelle guance e nella fronte, quello grande non si è fatto prendere dal panico solo per reazione ai commenti sprezzanti dei nonni del parco che gli davano del padre incapace!!!
Posso tatuarmi questa frase su un braccio, Mammasterdam?!
Lo so, la via dell’emancipazione dei figli passa per il crollo nervoso di noi madri. Poi in qualche modo funziona, perché passa.
Bravi.
Che tenera la visione del Vikingo con il biglietto in mano….
Io ho l’immagine di mia figlia che a 21 mesi cammina con piglio sicuro verso il mare trascinando il canottino, senza curarsi se qualcuno la seguiva, della serie “capitani coraggiosi” 🙂
Anche a lei comunque i rumori spaventano, quando ad esempio passa una moto scassata corre da noi, poi ride se vede che noi non ci preoccupiamo, forse perché non associa il rumore ad una causa conosciuta.
Le giostre non le abbiamo mai provate finora, per un po’ ancora mi risparmio lo stress…
ho pianto. la giostra emotiva l’hai fatta fare pure a me.
Ehm, sembra la prima volta che ho portato la BambinaGrande in un parco di quelli con i gonfiabili e le Palline… lei si è divertita, io sono uscita distrutta dal fatto che per lunghi minuti la sapevo rinchiusa in un castello di scivoli e palline ma non la potevo vedere.
e perdipiù con tanto di leonesse orripilanti!!
Siete stati bravissimi tu e Vikingo, complimenti!! Sta diventando grande!
Pagnotta sulla giostrina che gira proprio non ci vuole salire, forse 21 mesi sono ancora pochini x apprezzare?! i suoni forti ed i movimenti gli danno fastidio. Gli piace guardarla dalla terraferma; me la godo finchè posso! hehehe
Come ti capisco. Qualche tempo fa eravamo in un piccolo parco giochi dove facevamo la coda per saltare sui tappeti elastici (uno dei giochi preferiti di Nano). Ogni 10 min., per segnalare la fine del turno di “salto”, suonava una sirena di volume in effetti piuttosto alto. Sia Nano sia un altro bambino (certamente un amplificato) attendevano con terrore il momento e si nascondevano in un angolo con le orecchie tappate. Alla fine ha rinunciato persino agli adorati autoscontri perchè non poteva accettare quel suono insistente. Per Nano è il rumore che genera paura, le persone al massimo lo irritano. La sua sfortuna è che, sotto paura o stanchezza, lui non piange ma “esplode”. Sfortuna perchè l’istinto verso un bambino che piange è quello di consolarlo, verso un bambino che dà di matto è ben peggiore.
Comunque a casa nostra sono sempre a disposizione delle cuffie insonorizzanti da cantiere: in alcuni casi ci sono state davvero utili!
Scusa ma il Vikingo ha ragione!! Come si fa ad archiviare la giostra dei cavallucci se non ci si è mai andati!! ahahahah!!
@fabiana e le leonesse!!! Ehm! Spero però di essere riusciti ad archiviarla questa 😉
@Marzia per un bambino amplificato i rumori e i suoni sono quanto di più orribile esista al mondo. Però il Vikingo è sicuramente più spaventato dalle persone, soprattutto quelle che pretendono di parlagli e non sia mai, toccarlo (o quelle travestite da orsi). Buona l’idea delle cuffie insonorizzate, devo proprio rimediarle! Grazie.
@Letizia 21 mesi sulla giostrina che gira??? Aspettate ancora un po’, almeno finché non trovate una giostra con delle leonesse 😉
@Trasparelena la prima volta ai gonfiabili per il VIkingo è meglio che non ve la racconto! 😉
@yummymummy piaciuto il giro? 😉
@Lorenza che bella anche questa tua immagine della bimba che trascina il canottino 🙂