Sostenere

La grafica del calendario dell’avvento di genitoricrescono è realizzata da Giada di quandofuoripiove. Bella vero?
La grafica del calendario dell’avvento di genitoricrescono è realizzata da Giada di quandofuoripiove. Bella vero?

I primi mesi li passi a chiederti e a rispondere che si, lo allatti abbastanza. Poi li sostieni con le pappe (e sostieni anche la tua opinione e la tua autostima di fronte a una platea più o meno ampia di critici – che già si sa, l’italiano SA come devi nutrire tuo figlio). Poi passi un paio di anni a sostenerli mentre passano da sdraiati a seduti, da seduti a gattoni, da gattoni a in piedi, da in piedi a di corsa e se ti va bene si arrampicano dopo, altrimenti, com’è successo con figlio due, passano da seduti ad arrampicarsi e il resto è inseguire.

Insegui e sostieni: tenendo la mano, tenendo il sellino, tenendo il manubrio, tenendo la pancia mentre imparano a nuotare. Sostieni a distanza mentre li ascolti leggere. Sostieni e sostenti, cucinando torte e biscotti, piegando cambi e infilando magliette in più. Canti canzoni e inventi filastrocche per fare ancora cento metri in montagna. Sostieni e sproni.
E poi a un certo punto, sostenere non è più fatto di fare, di dare, di riempire.
Sostenere diventa sapersi fare da parte.
Ascoltare, ma anche credere, avere fiducia. Darsi fiducia: che li abbiamo sostenuti abbastanza, che la piantina ha radici abbastanza forti. Ora è il suo momento, di sbocciare verso l’alto, di crescere al nostro fianco, non più appoggiati a noi ma con noi.

La poesia la conoscete già, ma non potendovi donare una pianta di fiori (anche se il video ci prova) per farvi ammirare il miracolo che state sostenendo, mi sembra la chiosa migliore a questo mio pensierino.

Poesia di Erna Bombeck
I figli sono come gli aquiloni

I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato…
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra…
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.

Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
che sfugge dalla tua mano
il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.

Giorno dopo giorno
l’aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.

Allora soltanto saprai
di avere assolto il tuo compito.

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