L’anno scolastico che inizia è quello della prova della così detta Riforma Gelmini. La mia sensazione è che tutto sia cambiato in modo che tutto rimanga uguale, ma staremo a vedere cosa accadrà in concreto.
Grandi cambiamenti sembravano esserci sul numero di ore che i nostri bambini passeranno a scuola. Nella realtà dei fatti, i singoli istituti scolastici hanno riportato le norme alla realtà e quindi, ancora oggi, ha senso parlare di tempo pieno e tempo modulare.
Quando siamo andati ad iscrivere i nostri figli alla prima elementare, abbiamo trovato sul modulo un’opzione da selezionare: 24 ore, 27 ore, 30 ore, 40 ore.
Le 40 ore corrispondono a quello che chiamavamo tempo pieno. Anche quest’anno è stato l’orario in assoluto più richiesto dalle famiglie italiane.
Le altre fasce orarie dovevano sostituire quello che si chiamava tempo modulare. In realtà la scelta delle 24 e 27 ore è stata fatta da un numero di famiglie tanto esiguo (complessivamente intorno al 10%) che la maggior parte degli istituti scolastici non l’ha neanche presa in considerazione, dato che per formare una classe ci vogliono almeno 15 alunni.
Quindi la scelta reale è tra le 40 e le 30 ore, e quindi tra il “vecchio” tempo pieno e il “vecchio” tempo modulare.
Il tempo pieno prevede: l’organizzazione dell’orario su 5 giorni settimanali, la mensa tutti i giorni, la permanenza nel pomeriggio a scuola fino alle 16 circa (la determinazione dell’orario è compito delle singole scuole), l’assenza di compiti a casa.
Il tempo modulare, organizzato quasi ovunque su cinque giorni settimanali, prevede: la mensa uno o due giorni a settimana, la permanenza a scuola in quei giorni fino alle 16 circa, i compiti a casa tranne nei pomeriggi in cui si resta a scuola. Non ci sono più i 3 maestri (per due classi), ma, normalmente, ci sarà il maestro prevalente (oltre a quelli specialistici) ed un altro maestro per i due pomeriggi (anche questo dipende dall’organizzazione interna dell’istituto).
In entrambi i casi ogni ora, sia della mattina che del pomeriggio, è considerata ora di lezione: non è previsto, dunque, un dopo-scuola esclusivamente per fare i compiti.
Come scegliere tra le due opzioni?
“Scegliere” è sempre un privilegio: se i genitori hanno un orario di lavoro 9/17 (quando non anche 18 o 19) e non ci sono nonni, c’è poco da scegliere; o peggio, se la scuola elementare in cui abbiamo iscritto i bambini, non ha formato un numero sufficiente di classi a tempo pieno, ci si ritrova al tempo modulare con l’unica opzione di cercare di corsa un posto in un’altra scuola.
Però partiamo dall’assurdo presupposto di essere tra quella schiatta felice di genitori che sono li a porsi il dubbio: tempo pieno o tempo modulare?
Il TEMPO PIENO risponde alle esigenze degli orari della maggior parte delle famiglie:
PRO: si torna a casa tutti più o meno nello stesso orario, non ci sono compiti da svolgere, si ha il tempo per portare i bambini a praticare uno sport. Da un punto di vista storico e sociale, il tempo pieno ha cresciuto gli italiani ed ha livellato le classi sociali: ha dato ai bambini un posto sicuro dove stare, un ambiente “pedagogico” dove trascorrere le ore, ha fatto della scuola un’altra famiglia.
I ragazzi di Barbiana dicevano “ai cretini, dategli più tempo”: non saltate sulle sedie, non fraintendete! In un’Italia contadina dove i contadini venivano strappati alla campagna per diventare operai, i bambini restavano soli. Ed erano i bambini delle classi povere, “i cretini”, quelli che tanto anche dalla scuola non avrebbero tratto nessun futuro. Ecco, a quei bambini si doveva dare più tempo per stare a scuola, per allontanarsi dalla strada, per crescere se stessi. Se non avete letto quel libro, non aspettate un giorno di più e non crediate che siamo andati tanto lontano da li.
CONTRO: il tempo pieno è lungo, è come un orario di lavoro, soprattutto i bambini più piccoli possono patirlo. Si conosce solo la dimensione dello studio collettivo, senza sperimentare fin dalle scuole elementare lo studio individuale e l’organizzazione personale, anche in termini di responsabilità, che richiede.
Il TEMPO MODULARE è richiesto maggiormente da chi ha un genitore che non lavora o che svolge un lavoro autonomo e con orari flessibili: statisticamente è preferito dalle famiglie più benestanti e con attività più qualificate.
PRO: le classi di tempo modulare sono spesso composte da bambini più seguiti dalle famiglie. Fin dalla prima elementare si sperimenta il doppio livello della lezione collettiva a scuola e dei compiti a casa da svolgere in autonomia. L’orario scolastico più breve può essere per alcuni più leggero.
CONTRO: bisogna evitare la tentazione di seguire “troppo” i bambini durante i compiti: assisterli nei primi anni non è nocivo, ma attenzione a non farli diventare compiti svolti dai genitori. Bisogna comunque mettere dell’impegno personale, sia dei genitori che dei bambini, per organizzare i pomeriggi tra compiti, sport e svago.
(nota: mi sono attenuta alle informazioni sull’organizzazione dell’orario scolastico più diffuse. Nell’ambito dell’autonomia di gestione è possibile che le vostre scuole prevedano distribuzioni orarie od organizzative diverse)
Allegra… certo la situazione è veramente poco sostenibile. Immagino che così i bambini perdano ogni piacevolezza nell’andare a scuola e magari tenderanno a portarsi questo fastidio anche per il futuro. Oppurte, forse, arrivata alla scuola media per lei sarà tutta una discesa!
Sono sempre rammaricata dal fatto che in Italia, per molte cose, conta sempre quanto sei fortunato nel capitare bene o male. Non c’è uno standard accettabile per tutti: nella sanità, nella scuola, nella giustizia… Siamo un po’ tuti in balia degli eventi.
Scuole fondamentalmente più che dignitose (la nostra, per esempio) e scuole nel caos…
Quando poi manca la possibilità di scegliere, come nel vostro caso, ci si sente veramente abbandonati.
Mi permetto però di ricordarvi che nelle scuole è molto temuto l’intervento dell’Ufficio Scolastico Provinciale (ex provveditorato) e, soprattutto i dirigenti scolastici (ex presidi) non vedono di buon occhio l’intervento degli ispettori.
Una lettera da parte di un nutrito numero di genitori all’Uff. Prov. (trovi indirizzi su qualsiasi motore di ricerca) viene presa oin seria considerazione.
Perchè non promuovi un comitato di genitori che la pensano come te e chiedete un incontro con il preside? Davanti ad una formale richiesta collettiva difficilmente potrà dire di no. In mancanza di ascolto, lo stesso gruppo di genitori può rivolgersi, con una lettera firmata da tutti, all’Uff. Prov.
Magari un “ricambio” in quella scuola può far bene a tutti! E questo può darti la spinta per pensare anche ad un anuova maternità con fiducia
che dire mia figlia che è in 4 elementare inizia la scuola alle 8 e finisce alle 16 e…..arriva a casa ha sempre da studiare,e fare compiti e speriamo che nn si ammali perche se no ha da recuperare tutto,e le prove di verifica le fanno recuperare a ricreazione……mentre gli amici giocano……parli con l’insegnante ti dicono devono prepararsi ma che fanno in otto ore a scuola?Se hanno compiti a casa …….e nn si cambia niente ,nn possiamo scegliere perche viviamo in un paesino che cè solo quella scuola un direttore che nn ascolta i genitori….e i bambini si stancano……IO SONO DISGUSTATA DELLA SCUOLA E SINCERAMENTE VORREI ANCHE UN ALTRO FIGLIO MA DOPO L’ESPERIENZA DELLA SCUOLA, PENSO MEGLIO CHE NN DIA LAVORO A CERTE PERSONE….EVITO DI FARE FIGLI……………
chiederei piu controlli a scuola …..
(non ho capito in che lingua ho scritto il commento precedente… scusate, ero un po’ di corsa!)
In effetti qui è un continuo contendersi tra quello che si può avere e quello che si vorrebbe. Hai ragione supermambanana, la scelta tra un “tempo” e l’altro, scelta vera o una via concessa, presenta sempre dei problemi. In realtà credo che questa ambivalenza dovrebbe andare a scomparire anche da noi: è vero che da noi le riforme scolastiche si susseguono a ritmi che vanno dai 15 ai 40 anni, ma con la prossima dovremmo farcela!
Dalla tua intervista sul sistema scolastico UK, leggo che i bambini vanno a scuola fino alle 15.00 o 15.30 e mi sembra un tempo accettabile per loro: non troppo lungo, abbastanza lungo da sviluppare progetti.
Immagino che anche da voi molti avranno problemi a colmare l’orario dalle 15.30 alla fine dell’orario di lavoro. Però almeno è un dato unico e generalizzato.
Silvia, e’ vero la cosa che dici su Napoli e’ davvero grave. Tutta la questione del tempo pieno o meno a scuola secondo me e’ stata affrontata da MaryStar con estrema superficialita’. O il tempo pieno (come dicevo sopra) e’ un concetto pedagogico, e allora e’ importante che TUTTI i bambini ne debbano usufruire, uno stato che si comporti come si deve non puo’ permettere che solo una parte dei suoi cittadini goda di un beneficio mentre un’altra parte (quelli che non hanno potuto ottenerlo) sia penalizzato. Oppure non e’ un concetto pedagogico, e’ soltanto un parcheggio (certo con attivita’, certo organizzato, ma un parcheggio). E allora non e’ compito della scuola fornire questo servizio, ed e’ estremamente discriminante che si possa dare a qualcuno mentre a qualcunaltro no, per lo stesso discorso di prima.
Senza dire che il tempo pieno obbligatorio, preso come un dato di fatto non una cosa “da scegliere”, evita l’innestarsi di quegli assurdi meccanismi che colpevolizzano la famiglia che lo sceglie (leggi la mamma), che deve quasi scusarsene: sa, scelgo il tempo pieno perche’ non ce la faccio a tornare a prenderlo, devo lavorare etc etc. Meccanismi che conosciamo FIN TROPPO bene.
Alessandra, aggiungi alla nostra conversazione sullp’argomento un’informazione preziosa. In effetti la riforma Gelmini prevede l’organizzazione di classi di tempo pieno solo laddove le scuole abbiano le risorse economiche e di personale per organizzarlo. A Roma devo ammettere che, sebbene in alcune scuole siano aumentate le classi di tempo oggi detto “normale”, cioè ex-modulare, a scapito della grande maggioranza che chiede il tempo pieno, la situazione è accettabile e praticamente ogni scuola ha organizzato classi di tempo pieno. Che a Napoli ci sia riuscita una sola scuola è, secondo me, un dato gravissimo ed allarmante.
Ciao, mia figlia va al tempo pieno: quest’anno è in terza elementare ma già dal nido è abituata a stare a scuola a lungo.
Mi sembra che questo lungo orario sia faticoso, effettivamente, ma con il lavoro non ho scelta…
Non so se a volte li lasciano organizzare da sole/i il proprio tempo, da come si comporta per i compiti del fine settimana non credo… so che per il pranzo e giochi annessi si fermano un’oretta e, se non piove, le/i portano in cortile…
Attenzione che non in tutta Italia è possibile scegliere fra tempo pieno e modulare: già aNApoli la scuola pubblica che fa tempo pieno è una sola!!!
Baci e buon inizio a tutte
Noi non possiamo scegliere, io pur facendo un part-time (lungo) esco alle 4 e ho giusto il tempo per fiondarmi a prendere i piccoli alla materna e subito dopo il grande alle elementari, che esce alle 4 e 1/2. Di nonni da impegnare più volte alla settimana nemmeno l’ombra.
Però io avevo già fatto il tempo pieno e mi ero trovata molto bene e vedo che anche mio figlio si trova bene. L’anno scorso, in 1^, all’inizio aveva fatto un po’ fatica, soprattutto per imparare a stare seduto per tutto quel tempo e benché le mastre facessero frequenti break per lasciarli sfogare un po’. Però con il passare dei mesi le cose sono migliorate e nel frattempo siamo riusciti ad inserirgli anche un po’ di sport al pomeriggio.
Per quanto riguarda le attività l’anno scorso ne hanno svolte parecchie, divisi in piccoli gruppi e mescolati con un’altra prima, sfruttando le ore di compresenza delle maestre. Quest’anno sinceramente non so come andrà, perché non so se con ‘sta riforma hanno tolto tutte le ore di compresenza… staremo a vedere.
Supermambanan@: forse in Inghilterra è diverso, forse si dà più valore alla personalità del bambino, qui la cosa sembra un po’ differente. Magari le attività si fanno, ma sempre sotto una guida ed io sono convinta che i bambini abbiano bisogno di essere lasciati anche liberi di sperimentare i propri gusti, i propri limiti, ecc.
Silvia@ la soluzione della tua scuola mi sembra ottimale: il tre più due concilia un po’ tutte le esigenze. Poi il fatto che il sabato non ci sia scuola è fantastico. Che io sappia da noi il sbato vanno tutti a scuola fino alle 12.30/13.00.
Il Sorcetto è in una classe di tempo modulare che, ho scoperto, ora si chiama “tempo normale”.
Tre giorni dalle 8.30 alle 13.30 e due giorni dalle 8.30 alle 16.30 con la mensa (che al primo assaggio è stata promossa a pieni voti dall’interessato!), quindi siamo organizzati su 5 giorni. In questo modo può quasi sperimentare entrambe le forme di orario: nei giorni che esce alle 16.30 non avrà compiti, negli altri sì.
I maestri sono due: una maestra prevalente ed un maestro di area logico-matematica, che ha 6 ore di lezione. Poi si aggiungeranno nei prossimi giorni i maestri di musica, di ginnastica (questi due provenienti da cooperative che gestiscono l’insegnamento delle materie complementari, che sono a pagamento, ma si parla di € 55 per tutto l’anno di ginnastica e nulla per la musica che quest’anno è offerta dal Municipio) e di religione.
Oggi, al terzo giorno di scuola aveva già i compiti: li abbiamo fatti in parte prima che io tornassi a studio e poi li ha finiti con la nonna.
Oggi la maestra gli ha comunicato quale sarà il loro progetto di classe per fine anno: la realizzazione di un libro ed di un dvd “didattico” per dimostrare come si fanno dei lavoretti (di più non ho capito!!)
Per ora sembra contento sia quando esce e pranza a casa che quando resta a mangiare li.
Hanno cominciato subito con l’orario completo, senza orari ridotti: mi sembrava una scelta azzardata, ma sembra che i bambini stiano reagendo molto bene.
Insomma, da questi primi giorni sembra che vada tutto a gonfie vele!
Il tempo modulare su 5 giorni a settimana?
Io ho fatto il tempo pieno da bambina, perchè i miei con la loro professione non potevano assolutamente essere a casa alle 13.
Da un lato ho un ottimo ricordo, dall’altro poi alle medie ho fatto fatica perchè non avevo un metodo di studio adeguato.
Io credo che ai miei bimbi farò fare il tempo modulare, sempre sperando nella salute dei nonni…
ah, dimenticavo: i compiti a casa ci sono lo stesso, non sono da sfinimento, ma danno la possibilita’ di fare del lavoro individuale e lontano dal controllo della maestra.
mammadicorsa il problema di fondo e’ che il tempo pieno va visto come un modo per ‘allungare’ o diluire la scuola, includendo i compiti e magari rallentando le lezioni, almeno cosi’ mi pare di capire. Col rischio che venga interpretato come un parcheggio (cosi’ come il nido!) per genitori che lavorano. Non deve essere cosi’, il tempo pieno e’ un concetto prima di tutto pedagogico e mette in essere una visione completa del bambino che non va a scuola solo per imparare nozioni ma anche per uno sviluppo a tutto tondo. Il tempo pieno deve anche includere come dici tu l’ora da passare all’aria aperta, o comunque un’attivita’ fisica strutturata. Magari anche un’ora di sport, fatto a scuola. E deve includere il momento di creativita’ personale, col bambino lasciato a gestirsi per qualche tempo. Osservare come un bimbo sceglie spontaneamente come giocare, con chi giocare, o anche se andare a mettersi nel ‘book corner’ per scegliere un libro e’ parte della valutazione del profilo dell’alunno, e’ una cosa formale qui in UK e viene inclusa nella sua scheda, e discussa con i genitori in caso di comportamenti particolari (il bimbo che non vuole MAI andare a giocare con gli altri non viene scoraggiato ovviamente ma da’ lo spunto per una chiacchierata con i genitori, per capire se ci sono problemi di fondo). Senza contare attivita’ creative piu’ ad alto livello, tipo musica, o recitazione, nel senso di espressione di se’ stessi.
Mia figlia, in prima quest’anno, farà il tempo modulare 30 ore, ovvero:
lun-ven. 8.30/12.30 mensa 14.00/16.30
merc. 08.30/12.30 pomeriggio a casa
Sono 3 classi da 24 bambini cadauna, 3 maestre prevalenti più 2 compresenze, ma in pratica tutte e 5 girano sulle 3 classi… quindi credo che sia lo stesso sistema adottato gli anni scorsi…
Personalmente, se mai potrò scegliere, vorrei per mia figlia il tempo modulare. Sono sicura che la scuola sia il posto più adatto per intrattenere i nostri figli, ma i bambini finoa 10 anni hanno bisogno anche di giocare, di inventarsi qualcosa da fare, di stare all’aria aperta non solo in estate e non di sentirsi sempre ingabbiati prima tra le mura di scuola e poi tra le mura di qualche sport, utilissimo se non vissuto dopo un estenuante giornata di scuola!!!
P.S. Sarà che io ho fatto il tempo pieno e ricordo benissimo la voglia di starmene un po’ a casa con i miei genitori. Io a mia madre dicevo: “Vedo più la maestra di te!!”. Ovviamente tutto ciò se si può scegliere! Purtroppo sono poche le famiglie che possono farlo!