L’ispirazione ci è venuta quando Serena ci ha mostrato questa foto, che aveva ritrovato in un vecchio archivio. Non è una foto perfetta da un punto di vista tecnico, ma la immaginiamo scattata da un cinico e divertito marito, che ha colto questo momento tanto familiare a tutti noi: quello in cui crolli!
La stanchezza è la sensazione più universalmente genitoriale che esista. Nessuno lo sa, prima di diventare genitore, quanto sarà stanco. Spesso siamo calati in una stanchezza avvolgente, che prende corpo e mente. Ancora più spesso ci siamo abituati e andiamo avanti lo stesso.
Se mi chiedessero di completare la frase “I genitori sono…” con la prima cosa che mi viene in mente, aggiungerei d’istinto “stanchi”.
Ma perché siamo così stanchi? I ritmi di vita non sono adatti alle esigenze familiari, siamo sempre con la testa in movimento, concentrati su diversi problemi alla volta, siamo troppo esigenti e pretendiamo di dare il meglio in ogni aspetto della nostra vita, siamo in carenza di sonno costante e duratura, non abbiamo tempo libero, ma libero veramente, vuoto anche dall’ansia di quello che dovremmo fare. Alla fine, ma perché siamo così stanchi? Perché i figli, volenti o nolenti, riempiono ogni spazio libero nei nostri corpi, nel nostro tempo e nelle nostre teste, il tutto in percentuali variabili a seconda della loro età.
Intendiamoci, non gliene facciamo (sempre) una colpa: l’organizzazione sociale non aiuta per niente. I ritmi di lavoro, gli orari scolastici, la mancanza di strutture di supporto. Siamo noi adulti che, paradossalmente, stiamo continuando a costruire un mondo inadatto all’essere genitore oggi. Piano piano lo adatteremo, speriamo. Però sono quasi sicura che continueremo a essere stanchi.
E non siamo mica solo noi stanchi, anche i nostri figli spesso lo sono. Fanno vite complicate anche loro: certo, meno dure che in passato, ma complicate. Tanta scuola, tanti compiti, tanto sport, tante attività, vacanze mal distribuite ed ecco che durante l’anno appaiono picchi di stanchezza anche nei bambini e nei ragazzi, che pure di energie ne hanno.
E poi ci sono quei periodi in cui sei stanco nel senso di stufo. Capita nel corso di una vita di essere stanco, consumato e sfibrato da un matrimonio, da un lavoro, da un modo di vivere, da una città, da una casa, da uno standard di qualità, da una routine. Quella di stanchezza è pesante davvero: quando ti accorgi che un capitolo della tua vita è finito e quello che hai ti sfinisce di stanchezza e sai che dovresti cambiare, ma la difficoltà di farlo ti stanca e sfinisce ancora di più. Quei momenti in cui ti chiedi se sia più faticoso restare o cambiare.
Insomma, la stanchezza è roba da genitori e questo vale a qualsiasi età dei figli. Anche perché, quando saranno adulti, indipendenti e autonomi, noi saremo lì a smaltire la stanchezza arretrata.
** La foto di copertina è di Eduardo Metile ed è utilizzata con licenza CC Flickr
Mamma mia quanto è vero! A volte mi sembra di non farcela ad arrivare a fine giornata! Mi sento completamente annientata dalla stanchezza ma so che comunque devo farmela passare perché le cose le devo fare….sento che tutte ma proprio tutte le mie energie vanno alla mia piccola peste di 4 anni….
La parola del mese davvero. Grazie per questo post. E’ consolatorio.
Mamma da 14 mesi, comprendo solo oggi che la stanchezza non passa.
Mi dicevo, magari sono i primi mesi, magari il trasferimento all’estero, magari il continuare a lavorare… e oggi invece realizzo che questo sentimento di stanchezza fisica e mentale è qualcosa che va di pari passo con la venuta del cucciolo. E che non passa, no, non passerà. E che mi tocca solo imparare a viverci assieme. La prendo sportivamente e vado avanti… e ogni tanto la mente vola a quella soffitta dove vivevo sola qualche anno fa… a quel vagare per casa senza nulla fare, a ridere da sola di me e del mio frigo eternamente vuoto, innaffiare le piante, chiacchierare con gli amici fino alle 3 del mattino, mettere su un disco, scrivere e pensare.
Una vita che non ritornerà mai più.
Oggi c’è solo spazio per il cucciolo che mi calpesta mente dormo, che mi insegue per casa, che mi osserva da lontano, che mi imita, che mi ama e che amo infinitamente. C’è solo spazio e purtroppo poco tempo per imparare ad amare di un amore nuovo mio marito. Perché diventare genitore ti cambia la vita e anche lui sarà stanco e sconvolto come me.
Sto mese lo dedico così alla stanchezza e alla consapevolezza.
PS. Grazie a voi due, Silvia e Serena, che con questo sito ci fate sentire tutte/i meno soli e ci permettete di pensare assieme e magicamente ridimensionare i nostri travagli, dubbi e perplessità sulla genitorialità.
Diana, tesoro! Grazie a te per averci lasciato questo bel messaggio <3 Fatti coraggio, si parla sempre e solo della fatica di essere genitore, ma è vero anche che alla fine la strada è anche piena di gioie. Concentriamoci un po' anche su quelle 🙂
Standing ovation