Ci sono argomenti che non vorremmo mai dover affrontare con i bambini. Eppure non possiamo evitarlo. La malattia, la morte, la disabilità sono tutte cose che vorremmo tenere lontane da loro per sempre, vorremmo proteggerli per far si che non ne vengano feriti.
Ci sono argomenti che preferiremmo non affrontare con i nostri bambini, perché ci sentiamo goffi, impreparati, e anche, ammettiamolo, perché ci imbarazzano. Il sesso è uno di questi. Quanto bisogna dire a un cinquenne, a un undicenne, a un quattordicenne? Che parole usare per esprimere qualcosa che è difficile anche esternare tra adulti?
Ci sono argomenti difficili da affrontare con i bambini perché ci mettono nella posizione di discutere le nostre scelte e i nostri credo più profondi e intimi. La religione, le convinzioni politiche. Perché gli altri non la pensano come noi? Perché non credono nello stesso Dio? Chi è giusto e chi è sbagliato? Deve per forza esserci un giusto?
Ci sono argomenti che ci vergogniamo di affrontare con i nostri bambini. Forse perché abbiamo paura di affrontare un nostro fallimento, perché dobbiamo ammettere di non esserci riusciti. Le separazioni, i divorzi: spiegare che qualche volta le cose non vanno come vorremmo.
Eppure se non ne parliamo noi ai nostri figli, se non troviamo noi il modo di affrontare tutti gli argomenti difficili, chi lo farà? E chi saprà dargli i mezzi per affrontarli?
Tutte le volte che ci siamo chiesti se è troppo presto per parlarne. Tutte le volte che ci siamo chiesti se è veramente necessario parlarne. Tutte le volte che ci siamo chiesti che parole usare per parlarne.
Questo mese lo dedichiamo alla ricerca delle parole giuste per spiegarlo ai bambini.
Raccontateci qui sotto come lo avete spiegato voi quella volta in cui…oppure partecipate al nostro blogstorming.
Il Cattolicesimo è forse ancora la religione maggioritaria in Italia, ma in modo sicuramente diverso rispetto al passato: già qualche anno fa si parlava di un solo 30% di praticanti fra chi si dichiara credente. L’Istat ha rilevato una crescente tendenza a dichiararsi atei, e personalmente conosco diversi “sbattezzati” e anche genitori che hanno deciso di non battezzare i loro figli.
http://www.corsodireligione.it/digiland/situaz_rel_it.htm
http://www.uaar.it/ateismo/statistiche/quanti_cattolici/
Morgaine, hai espresso lo stesso pensiero che ho espresso io di là. Anche io alle superiori ho smesso di fare religione, ed è vero che qui la religione è spesso un fato di tradizione più che di fede, non voglio fare di tutta l’erba un fascio, conosco molte persone che praticano e seguono davvero con rispetto, ma per molti è solo un fare come tutti gli altri. Io non credo, mia figlia farà comunque religione ma perché per ora ha deciso (dopo che le abbiamo spiegato per quel che si può a 6 anni) di fare catechismo, e allora tanto vale faccia anche religione a scuola. Se però mi dicesse che non le interessa, non avrei problemi a non fargliela fare. Anche se non mi sembra giusto, non il fatto che si possa scegliere di non farla, ma il fatto che in una scuola laica sia presente un’ora di religione cattolica, mentre potrebbe esserci storia delle religione, come dice Morgaine, che secondo me sarebbe una materia utile e molto interessante.
@barbara: é una domanda interessante. Penso sia la solita storia del volersi adeguare alla maggioranza, piú che abbracciare un tipo di pensiero.
Quando ero alle superiori in effetti io ho scelto di non fare religione, ma ero l’unica.
Rifarei la stessa scelta se vivessi in italia perché di fatto lí l’ora di religione é di religione *cattolica*.
Qui in Svezia dove vivo l’ora di religione é invece di storia delle religioni e, nonostante noi siamo atei e mio figlio non sia battezzato, dovendo scegliere gliela farei fare, perché comunque é un aspetto molto importante delle societá e delle culture umane, i tutti i tempi e su tutto il pianeta.
Totalmente OT, mi permetto uno sfogo: ma perchè tutti i miei amici che hanno figli in età da religione a scuola mi dicono che gliela fanno fare anche se non sono credenti perchè altrimenti i figli sarebbero gli unici in classe a non farla? Con tutta la crisi di coscienze religiose che c’è in giro, è davvero possibile che ci sia solo un bambino per classe che ha genitori non credenti o non osservanti? E tutti questi bambini che non sono neanche battezzati che poi fanno religione a scuola, non è un pò un controsenso???
Noi abbiamo due nonne e una bisnonna, ma nessun nonno. Quando è nata la seienne, mia madre aveva un compagno da 8 anni, storia che sembrava solidissima, amico di famiglia, rapporti piacevoli, sostituire il nonno non ci andava ma abbiamo voluto fosse il padrino. Un anno dopo lei lo ha lasciato. Ora ha un altro compagno, con cui si è anche sposata. Ecco, abbiamo affrontato il discorso con mia figlia solo qualche giorno fa, come si scelgono i padrini? Perché lui è mio padrino? Perché nonna non sta più con lui? Perché si è sposata due volte?
Insomma, veramente non ci si fa mancare niente. Sa cos’è il divorzio, sa che i suoi genitori sono favorevoli, sa che può succedere, e tutto il resto.
Per la religione anche. Io non sono credente, non sono praticante, non sono d’accordo con molti principi della chiesa. Abbiamo battezzato tutte e due perché il papà lo voleva (sono figlie di entrambi, e a parità di voto le famiglie hanno influito), con la promessa che avremmo cercato di dargli un’educazione equilibrata (su tutte le religioni) e seria. Insomma, fin’ora niente, non ha senso praticare per facciata, ma quest’anno si è parlato del Catechismo. Ho spiegato a grandi linee a mia figlia cosa vuol dire, le ho detto che non sono la persona giusta per chiarirle tutto, ma che se vorrà farlo la accompagnerò, con serietà. Vuole farlo, mi ha chiesto se io credo in Dio, le ho detto la mia, le ho detto che non sono d’accordo con alcuni concetti, le ho fatto un paio di esempi semplici (e il divorzio di cui sopra è venuto a pennello) ma che avrà tempo di decidere con calma, con le sue idee. Insomma, si inizia il catechismo, si inizia con le messe, e vedremo come va. Intanto, ecco, non mi spiace che sappia che io non credo nella religione, ma che può farlo lei. Che è libera di scegliere. E poi si vedrà.
La mia grande (3anni) all’asilo parrocchiale sta iniziando educazione religiosa……..per noi, che siamo credenti, va bene, ma le domande iniziano ad arrivare.
Non abbiamo problemi con domande su cos’è una Chiesa e cos’è pregare perchè andiamo a Messa ogni domenica, ma a novembre parleranno all’asilo della morte e andranno anche al cimitero.
Ora stanno affrontando l”argomento angeli custodi e le hanno detto che proteggono i bambini quando le mamme non ci sono….io di mio ho aggiunto che a volte aiutano le mamme anche quando le mamme sono presenti…non hanno accennato a dove si trovano gli angeli, ma volendo evitare la solita risposta “IN CIELO” che non starebbe difendibile se approfondisse ulteriormente, le ho detto che gli angeli sono come l’aria che non si vedono, ma sono presenti.
Devo dire che da credente, l’asilo aiuta perchè trova parole adeguate e tendenzialmente nei giusti tempi su questi argomenti per i quali iniziavano ad arrivare domande spontaneamente.
La mia piccola sembra essere assolutamente tranquilla e moderatamente curiosa sull’argomento religioso.
Sarà interessante capire come affronteranno l’irreversibilità della morte, per ora la mia bimba sa che si muore, ma pensa che sia un pò come dormire e poi si può tornare indietro…..vedremo……..
no, no, ma state scherzando? meglio circoscrivere la zona pericolo: sintesi, chiarezza e zero approfondimento se non su richiesta ! che già così non se ne esce vivi! che vita…meglio riderci su, sì…
HAHAHAHAHAHAHAH!!! Mammame, scusa se rido ma mi sembra veramente il colmo! Dover superare il divorzio dei tuoi e poi doverlo spiegare ai tuoi figli è davvero il colmo!
ma lo sapete che invece a me capita il contrario, in un certo senso? Certe volte le parole partirebbero come un fiume in piena, raccontando tutto di tutto di tutto – e mi devo fermare perche’ mi rendo conto che non sarebbe giusto, bisogna andare per gradi e per eta’, perche’ non ha senso spiegare i neutrini se non si sanno ancora fare le addizioni, non avrebbe senso ne’ avrebbe utilita’, anzi potrebbe rendere i neutrini ostici e ostili senza motivo
A brucia pelo ieri il nano a tavola mi chiede “ma quando eri piccola tu nonno e nonna vivevate tutti insieme? e perchè ora il nonno e la nonna non vivono più insieme?”
Occhiata del papà dall’altro lato del tavolo e io :”sì vivevano insieme con la mamma. qualche volta le persone grandi non vanno d’accordo e decidono di vivere in case separate, ma non smettono di volere bene ai loro bambini. e così è successo a noi.”
argh, l’avventura è sempre più dura….
@Mammame, eh no! Pure il divorzio dei nonni!!! Ma così è troppo! Basta, il tuo nano merita la risposta “perchè è così e basta!” (si, meglio prendersela a ridere…) 😀
Noi abbiamo dovuto affrontare prima l’argomento sorellina che non c’è più, perchè ci c’è quella foto, chi è quella bimba in baraccio alla mamma…e ne abbiamo parlato , ed è nata la sorellina immaginaria…che vola (è un angelo cos’altro dovrebbe fare?).. e poi la sua asma e le sue allergie..esami del sangue..abbiamo simulato l’ospedale con i peluche e le ho dato l’occorrente per fare un prelievo alle bambole. Non ha versato una lacrima..esmplare quattrenne..però per i prick test fatti all’improvviso ha pianto…più perchè non era pronta che per il male(il prelievo faceva decisamente male)..ma la dottoressa ha deciso in cinque minuti..insomma è un bell’argomento Grazie
Tra qualche giorno parliamo anche di religione, Morgaine.
è da un po’ che ci penso, su questo tema. Avevo qualcosa in testa e non riuscivo a capire cosa.
Sul fare i bambini, la morte, insomma le manifestazioni che appartengono alla natura, ci sentiamo abbastanza preparati, senza troppe riserve o tabú: succede cosí, la natura é fatta cosí. Succede che l’ovetto e il semino s’incontrano, succede che ci si ammala, succede che si muore.
Oppure é possibile che certe persone siano piú cattive di altre, e facciano del male. Fin qui ce la facciamo.
Poi, quest’estate ci siamo ritrovati in Italia a vedere cittá e monumenti. Il Mezzovikingo mi ha chiesto cos’é una chiesa. La domanda é quasi banale, ma mi sono trovata in imbarazzo.
Trovare una risposta del tipo: ‘é un posto dove va la gente a pregare Dio’ era imbarazzante per me. Cos’é pregare? Cos’é Dio?
Per noi, che siamo atei, sono concetti astratti e che non fanno proprio parte della nostra vita.
Come dare una risposta su qualcosa a cui non crediamo affatto, e che dubitiamo che esista, e che peró sembra avere un grandissimo significato per moltissime persone?
Come spiegare un ad un treenne concetti a cui noi non crediamo, ma facendolo in modo piú neutrale possibile?
Complimenti per la scelta del tema del mese…….
Fin’ora non ho avuto domande critiche da gestire (ho una bimba di 3 anni e un bimbo di 11 mesi). La grande in occasione della nascita del fratellino ha chiesto da dove vengono i bambini e la risposta è stata dalla pancia della mamma……per ora altre domande non ci sono state e quindi penso che le sia bastato.
Non ha ancora ben chiaro l’irreversibilità della morte, per lei è come addormentarsi, anche se sostiene che si muore solo da vecchi anche se ho cercato di speigarle che non è sempre così, ma non mi ha creduto.
Nel mese di novembre all’asilo nell’ambito dell’educazione religiosa parleranno della morte e andranno in visita al cimitero……chissà con quali domande tornerà a casa?
Vorrei chiedervi di consigiarmi qualche libro su come spiegare morte e sesso a bambini nella fascia 3-6anni, in modo da essere il più preparata possibile quando chiederà, anche se non ci riuscirò fino in fondo…….
Grazie
Ciao care,
da giorni rimando di scrivere questo commento perché non ho avuto un attimo di pace.
Mi fa piacere linkarvi un articolo che ho scritto da poco sulla rubrica del blog MammaImperfetta, che si intitola “Il lutto infantile: insegnare le emozioni, insegnare la vita”.
Trattandosi della risposta ad un quesito, il tema è lì circoscritto, ma potrebbe riguardare anche altri argomenti come le separazioni, le malattie, e tutto quello che ha a che fare con le emozioni (positive ma anche negative) di cui fa parte la vita.
Il mio pensiero si riassume in questo: i bambini hanno bisogno di essere educati alle emozioni, anche le più grandi ed importanti, tra cui il dolore. Sentire le emozioni, del resto, è un atteggiamento che ci rimanda alle relazioni più significative della nostra vita, alle esperienze più ancestrali, agli affetti più profondi, proprio quelli che nel mondo di oggi diventano sempre più fragili, labili, anestetizzati.
Grazie di avermi permesso di partecipare a questo bellissimo tema.
http://www.mammaimperfetta.it/2011/09/26/lutto-infantile/