Quando sono nati i gemelli la nostra famiglia, che allora rientrava perfettamente nelle statistiche (in Italia la media di figli per famiglia e’ di 1,2), e’ passata da tre a cinque componenti. Si sa, una botta del genere, oltre che essere destabilizzante per i nuovi equilibri, lo è anche per gli sforzi economici che si dovranno da lì a poco sostenere, con due bambini in più da nutrire, vestire e via dicendo. Con i figli in scala, magari dello stesso sesso, tendenzialmente e’ piu’ facile perché il primo passa al secondo, il secondo al terzo e oltre (per chi ha il coraggio di proseguire).
Con i gemelli, se non si è un minimo oculati, si rischia di spendere inutilmente un vero capitale. Tante cose che in gravidanza sembrano indispensabili, si rivelano alla nascita dei twins poco funzionali e rimangono negli armadi inutilizzate. Altre cose, scartate in partenza, si rivelano invece fondamentali.
Il passeggino doppio: trovare il passeggino giusto, anche con un figlio solo, e’ un’impresa che può minare l’equilibrio di una famiglia. Con il passeggino gemellare si raddoppiano lo stress e le infinite possibilità di scelta. In confronto la ricerca del Santo Graal e’ gioco da ingenui ragazzini. Troverete commessi furbi e apparentemente gioviali che vi offriranno ogni sorta di optional irrinunciabili: ruote anti sdrucciolo, ombrellini per la pioggia, freni ammortizzati, linee moderne e aerodinamiche degne di una Ferrari. Ne ho cambiati tre, di cui due per fortuna ereditati a costo zero, per poi fermarmi sull’unico che avesse la caratteristica veramente essenziale per un passeggino doppio: starci in ascensore, se pur inclinato, storto e lievemente rialzato.
No ai passeggini troppo larghi, volete mettere la delusione di non riuscire a entrare nell’unico bar della vostra via, quando sarete esauste dalla notte in bianco e vorrete ardentemente un caffè degno di questo nome? No ai passeggini troppo lunghi, con le sedute estraibili e magari il volante: provate a farli entrare in una berlina qualunque senza impazzire, poi me lo venite a raccontare. No ai trio gemellari, avete idea di quanto costano? Le due carrozzine verranno usate sì e no due mesi, con un ingombro di spazio a dir poco mastodontico. Meglio un’unica carrozzina, magari passata da qualche mamma, e poi direttamente il passeggino compatto con le sedute inclinate. Io me la sono cavata molto meglio così.
Marsupio gemellare e altri ammennicoli: esistono in rete alcuni strumenti “di tortura” che potrebbero indurre in tentazione qualsiasi mamma in attesa di gemelli. Per un attimo anch’io stavo ordinando da un sito tedesco un marsupio gemellare, ispirata dall’ immagine di una mamma sorridente e pacifica con addosso le due creature placidamente addormentate addosso. L’immagine ha dell’inverosimile, soltanto ex post me sono resa conto.
La mamma beata con due gemelli placidamente addormentati in contemporanea appartiene al mondo delle favole. Pensate al peso di due bambini addosso, anche neonati. Se vi è andata bene come a me, al giorno n.1 avrete sei chili di bambini addosso, così da zero, diventati sette e mezzo il mese successivo. Siete ancora convinti che sia utile il marsupio gemellare? Meglio un marsupio solo (o una fascia) e magari un passeggino singolo, già usato con il fratello più grande o passato da un’amica, per portarli in giro insieme senza rischiare il colpo della strega.
Discorso a parte meriterebbe il biberon gemellare, che ho trovato sempre nello stesso sito: un grande biberon con due tubi sottili ai lati opposti da infilare nelle due bocche affamate per farli mangiare in contemporanea. Lasciate perdere, solo per mettere a punto il sistema di equilibri di bambini e cannucce è necessaria una laurea in ingegneria aerospaziale, e le probabilità che si sveglino in contemporanea è comunque molto vicino allo zero.
Box, girelli, doppi seggioloni: con tre bambini lo spazio non è mai troppo e quando si è presentata l’occasione di cambiare casa non me la sono fatta scappare. Cinque anni fa però, quando sono nati i gemelli, eravamo in cinque in 80 metri quadri, lo spazio era ridotto ai minimi e cercavo di razionalizzare ogni angolo della casa ossessivamente, una mania che mi è rimasta tuttora. Immaginatevi che voglia avessi di introdurre in casa oggetti enormi di dubbia utilità. Ho scremato quanto possibile, rifuggendo come la peste offerte di regali grandi e inutili.
Ho ceduto con i girelli, illudendomi che fossero un bel divertimento per i piccoli che avrebbero fatto a gara con il maggiore. Avrei fatto meglio a evitare, o al massimo a prenderne uno solo: la casa non è l’autodromo di Monza, e due girelli uniti alla macchinina di Paperino del fratello grande erano poco sostenibili in un soggiorno di quattro metri per quattro. I seggioloni sì, li ho usati tanto, ma ho acquistato un modello ripiegabile in poche mosse e posizionabile tranquillamente chiuso in un qualsiasi angolo della casa.
I box non ve li sto neanche a nominare: diventano presto dei grandi bidoni per giocattoli in cui nessun bambino ha voglia di entrare. “Ma che mi lasciate solo lì dentro?”, sembra dire lo sguardo del malcapitato. Non sia mai, povero bambino, scartiamo a priori l’idea: due box non sono compatibili con la maggior parte dei soggiorni italiani. Se invece abitate il un loft di 500 metri quadri in una zona industriale di New York, beh…forse avrete di meglio da fare che leggere questo post.
Vestiti: quando sono tornata a casa dall’ospedale ero talmente piena di vestiti che avrei potuto aprire un mega store: amici, parenti e conoscenti ci avevano letteralmente inondato di vestitini 0/6 mesi, di ogni fantasia, colore e stoffa. Molti li ho usati due volte, e passati quasi nuovi ad amiche e colleghe, ben felici di avermi come apripista. Quando poi, finite le scorte, è toccato a me fare acquisti, ho cercato di ottimizzare sempre. Per il grande prendo due/tre paia di pantaloni a stagione, di solito tute, che giro l’anno successivo al gemello più robusto, che a sua volta li gira l’anno dopo al gemello più minuto.
Per i due gemelli, “rabbocco” con due paia di pantaloni a testa, di solito di colore e/o modello diverso così da avere, in concreto, quattro pantaloni diversi da far girare ai due. Il costo è contenuto, me la cavo in un grande magazzino a pochi euro a paio e sono a posto. Le magliette? Non so come ma ne ho sempre di più di quelle che servono: me le passano altri, me le regalano, di solito non riesco a metterle tutte. I maglioni idem, e se capita uno a testa a stagione lo faccio a maglia o, meglio, lo commissiono a mia suocera, che con i ferri è una maga (e, diciamocelo, ha più tempo di me…).
Giocattoli: tasto dolente per qualsiasi famiglia, somma ragione di discordia tra genitori e nonni, tra figli e genitori, tra fratelli, specie se dello stesso sesso. Ce le ho tutte: la nonna che dice “compra”, i figli che dicono “compra”, e che poi litigano tra loro per il giocattolo.
Non sono solita comprare regali senza una ragione o una ricorrenza, per questioni economiche e non solo. Il compleanno, Natale, la pagella sono buone occasioni per fare un regalo, e già così la camera è piena e lo spettacolo dell’abbondanza per me è disarmante. Periodicamente prendo un sacco e lo riempio con giocattoli in disuso da portare a scuola o all’asilo o da regalare: un gesto che i bambini hanno imparato a fare, scegliendo quello che usano poco da donare alla loro classe.
Con i gemelli, anche le volte in cui faccio un regalo, cerco di non prendere mai cose uguali: anche solo per un particolare cerco di distinguere sempre, una macchinina rossa e l’altra blu, uno zainetto arancione e l’altro verde, un gioco di carte diverso dall’altro.
Prendere due cose esattamente identiche mi è sempre stonato, e ho sempre cercato di evitare: loro sanno che prendendo cose diverse si possono scambiare, si può sperimentare di più, sono abituati e credo più divertiti così, litigate permettendo (che ve lo dico a fare?).
In concreto, se non siete una Banca e volete evitare di metter mano continuamente al portafoglio, armatevi di santa pazienza, iniziate a scremare e arginate, sin dalla tenera età, le pazze richieste della progenie e le ingerenze esterne – continue – dei più: vivrete sicuramente più sereni.
– di Valewanda –
@girandola precaria: con i gemelli se non si è attenti si rischia di prendere tante cose inutili e molto dispendiose, ho cercato e cerco di razionalizzare il più possibile!
@clara, sicuramente, diciamo che ho la fortuna che i gemelli si passano una taglia, altrimenti tra di loro non potrei far girare proprio nulla. Sui giocattoli certo, vale per tutti!
Tante cose le ho applicate con la pupa “unica”: soprattutto aspettare ad acquistare, per verificare il reale bisogno, e anche, spesso, ricevere in regalo, con un sacco di parenti che mi chiedevano cosa potessero regalarci.
Non ho comprato lettino, seggiolone, trio (solo l’ovetto), vestiti pre-maman, culla (uso quella del mio compagno da neonato!)…
E la seconda pupa ovviamente sta usando tutto in riciclo, anche perché a questo giro si sono visti molti meno regali (la crisi? O che il secondo nato fa “meno notizia”?).
Non avevo mai pensato a quanto tutto questo si complicasse coi gemelli… Mi hai aperto un mondo!
direi che l’ultima parte, quella dei vestiti (e soprattutto quella dei giocattoli) vale per i bambini anche non gemelli di qualsiasi età!!!!
@Sor Pamurio, grazie mille! Concordo con te sulle cse uguali, non tutti sono d’accordo ma anche per me un sacrosanto principio!
Brava!
Ottimo Post!
Molte delle cose che hai detto le ho già messe in pratica tempo fa!
Concordo su tutto!
Mi raccomando non comprate giocattoli e vestiti uguali ai gemelli!
Anche se si assomigliano hanno due personalità distinte ed ognuno deve fare le proprie scelte!