La prima volta a Parigi con i bambini: i musei

Parigi l’ho visitata la prima volta a 15 anni, poi a 18 una settimana da sola ospite di una famiglia francese, poi tante volte ancora fino a trasferirmi a vivere lì. Eppure dopo averci vissuto per 2 anni, la mia relazione con la Ville Lumiere è cambiata molto, così come cambiano le relazioni con qualcuno che si sogna da lontano, una volta che si inizia a convivere. La città della luce vista da vicino in quei due anni aveva perso molto del suo fascino, e quando l’ho lasciata per trasferirmi a vivere a Stoccolma non ho avuto rimpianti. Però ammetto che ritornarci a distanza di 12 anni con i figli al seguito mi emozionava e preoccupava allo stesso tempo: che effetto mi farà? Avrò rimpianti per non esserci rimasta a vivere? Sarà rimasta la stessa o sarà cresciuta in questi anni come sono cresciuta io? Riusciremo ancora a parlare, ad avere una conversazione costruttiva?


Insomma, le insistenze dei figli per visitarla ci hanno riportati nella nostra Parigi, e abbiamo necessariamente dovuto affrontarla come se fosse la prima volta, perché uno degli aspetti più belli del viaggiare con i figli è quello di vedere il mondo attraverso il loro sguardo, e quindi è stata un po’ una nuova prima volta anche per noi.

La neve a Parigi

Al nostro arrivo a Parigi abbiamo trovato la neve. Fatemi dire subito una cosa importante. Se nevica a Parigi non potete fare nessuna delle cose che vi verrà in mente di fare. Ad esempio non pensate di poter andare ai Giardini di Lussemburgo a fare un pupazzo di neve o ad improvvisare una guerra di palle di neve: lo troverete chiuso per problemi di sicurezza. Non pensate di poter salire su una delle torri di Notre Dame de Paris per vedere la città dall’alto con i suoi caratteristici tetti grigi coperti di neve: sarà chiuso per motivi di sicurezza. Insomma da svedesi abbiamo scoperto con grande stupore che la neve a Parigi è una cosa pericolosa, e abbiamo dovuto spiegare ai bambini che davvero non è che i parigini siano pazzi (anche se un po’ verrebbe da pensarlo), sono solo estremamente preoccupati da delibere, burocrazie e responsabilità varie, e quindi scelgono di non rischiare una denuncia in tribunale. Ecco un esempio di come viaggiare ti fa scoprire culture diverse, e non serve nemmeno allontanarsi troppo per trovarne di fondamentali! Insomma il nostro arrivo a Parigi ci ha messo subito di fronte a uno shock culturale non indifferente.
Questo ci ha permesso di concentrarci sui punti di forza, dimenticare la neve e dedicarci ai meravigliosi musei di Parigi.

L’Orangerie

Essendo atterrati dopo pranzo all’aeroporto di Orly, abbiamo deciso di sfruttare il pomeriggio per visitare una delle perle di Parigi: l’Orangerie. In tutti i miei viaggi e la mia permanenza a Parigi non avevo mai potuto vederla perché è rimasta chiusa per restauro per moltissimi anni, ed è quindi stata una prima volta anche per me. L’Orangerie è costituita da due grandi sale ovali sulle cui pareti è possibile osservare le bellissime Ninfee di Monet.

Foto privata

Monet ha realizzato questi dipinti ispirati ai giardini della sua residenza a Giverny e ha voluto regalarlo ai francesi il giorno dopo l’armistizio del 12 November 1918, per creare “un luogo in cui rifugiarsi e ritrovare la pace”. Lo spettacolo è veramente commuovente e impressionante, e nonostante le dimensioni ridotte abbiamo trascorso oltre un’ora in queste due sale, ritrovando un po’ della nostra pace.

Foto privata

 

Il Pantheon

Il Pantheon di Parigi è stato costruito ad imitazione del Pantheon di Roma, e magari c’è un po’ di storia da raccontare, oltre alle numerose tombe di persone famose che vi sono sepolte. Ma il motivo vero per cui siamo passati al Pantheon è stato per poter ammirare il grande pendolo che oscilla dal centro della sua cupola. Una grande palla dorata pendola da un filo lungo 67 metri, e anche se non è il pendolo originario utilizzato da Foucault per dimostrare la rotazione terrestre, il luogo è quello originario (il pendolo originale è al Musée des Arts et Métiers). E da donna di scienza quale sono, ammetto di essermi commossa immaginando lo stupore di chi lo ha osservato per la prima volta e sono rimasta a lungo ad ammirare la semplicità e allo stesso tempo l’efficacia di questo esperimento. Naturalmente abbiamo parlato del fatto che il numero di gradi percorsi in un’ora varia a seconda della latitudine a cui si fa l’esperimento, e del fatto che Foucault aveva calcolato e predetto il numero esatto di gradi di cui avrebbe rotato in quella posizione. E il suo calcolo si è rivelato esatto.

Vedere questo esperimento ci ha offerto lo spunto per parlare del crescente negazionismo nei confronti della scienza, e che c’è ancora bisogno che questi esperimenti siano visitabili e visibili a tutti, affinché nessuno abbia mai dubbi sul fatto che la Terra ruoti.

 

Il Louvre

Nonostante ci sia stata già una ventina di volte, mi ero dimenticata di quanto immenso sia il Louvre. Quindi la mia raccomandazione è di scegliere cosa vedere PRIMA di essere dentro. Questo vi permetterà di entrare direttamente dall’ala giusta (e non come noi che siamo entrati da quella sbagliata). Non so quanti italiani ho dovuto aiutare che si erano persi all’interno del Louvre, e non avevano nemmeno una pianta del museo e che erano alla ricerca della statua di Amore e Psiche…nel lato sbagliato. Che pur avendo la piantina ci si perde lo stesso in continuazione perché le distanze sono lunghe e le sale non sono numerate sulla pianta, e quindi ci si ritrova nella millesima sala di arte greca quando ci si aspettava di essere nell’antico Egitto, che però davvero, calmi bimbi, che ci siamo quasi, solo altre trecentocinquantadue stanze ed è fatta! Insomma il Louvre richiede sangue freddo, carattere di ferro, una strategia studiata a tavolino prima di entrare e tanta pazienza perché qualcosa, nonostante l’impegno, si riesce solo a vedere in undicesima fila

Foto privata
Foto privata del famoso selfie di Apollo. Il primo selfie della storia 🙂

Il museo d’Orsay

Una delle ragioni imprescindibili per visitare il museo d’Orsay è quella di scattare una foto in controluce davanti al suo grande orologio. I recenti lavori di ristrutturazione del museo hanno liberato interamente l’area intorno all’orologio, che fino a qualche anno fa era nascosta dietro una scalinata in ferro, e basta mettersi in rispettosa fila e si scatta la foto giusta per Instagram 😀

Foto privata

Scherzi a parte, l’orologio per noi era importante per via del film di Hugo Cabret, che abbiamo visto proprio in preparazione del nostro viaggio, ma fatta la foto ci siamo rinchiusi nelle gallerie a guardare i dipinti dei maestri dell’impressionismo. Siamo usciti con molte foto, qualche disegno sul taccuino e tanta voglia di correre all’aperto (maledetta pioggia!)

Impressioni sulla ragazza con ombrello di Monet. Foto private.

Centre Pompidou

Per chi ama l’arte moderna, il Centre Pompidou è uno di quei posti da visitare assolutamente. Se non fosse altro perché è stato il primo di molti edifici costruiti dal nostro Renzo Piano, quando non era ancora famoso. L’edificio chiamato comunemente Beaubourg dai parigini, è un edificio inside-out. Tutto quello che costituisce un edificio e che normalmente è coperto agli occhi: tubi, areazione, cavi elettrici, è tutto portato allo scoperto. L’architettura piace ai bambini, e l’arte moderna anche. E poi la vista dalla terrazza è magnifica.

Foto privata

Consigli pratici

La carta musei. Vista la nostra passione per girare musei, abbiamo comprato la carta PARIS Museum Pass  nel primo museo che abbiamo visitato. Questo ci ha garantito l’accesso a tutti i musei, spesso saltando le file, a parte la fila per la sicurezza sempre presente ovunque. I bambini entrano gratis in tutti i musei. Attenzione: la Tour Eiffel non è compresa nella card e bisogna pagare un biglietto a parte (anche per i bambini).

La carta per i trasporti. Per i trasporti invece abbiamo acquistato una tessera per 5 giorni, la Paris Visit, che si acquista direttamente dalle macchinette all’aeroporto o ad una fermata qualsiasi della metro. Esiste di varie durate, e copre varie zone. Noi abbiamo scelto la zona 1-5, così da coprire anche l’andata e ritorno dall’aeroporto con la RER, e la gita a Versailles. Se non volete visitare Versailles e avete metodi alternativi per raggiungere l’aeroporto, allora vi sarà sufficiente un biglietto per le zone 1-3. I bambini al di sotto dei 4 anni viaggiano gratis, e i bambini tra 4-11 anni pagano prezzo ridotto.

I bagagli. Se volete andare in un museo direttamente dall’aeroporto, pensate al fatto che potete entrare nei musei solo con i bagagli a mano. I bagagli di dimensioni grandi non sono ammessi praticamente in nessuno dei musei che abbiamo visitato noi, probabilmente perché le macchine per il controllo non sono sufficientemente grandi.

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