Man mano che ti avvicini ai 50 ti rendi conto d’un tratto che “la vita è breve” non è un semplice modo di dire. Se fino ad ora, infatti, l’avevi considerata un assurdo nonsense da vecchietti, buttato là per spaventarti e redimerti da qualche errore mai commesso, ora esprime perfettamente la sensazione di angoscia che provi ogni volta che ripensi ai tuoi ultimi 30 anni.Perché la vita può anche essere lunga, di suo, ma quei 30 anni in particolare non sono durati niente.
Eppure di cose ne hai fatte.
Tra amori, matrimoni e figli, lavori, successi, ribaltamenti e cadute, perdite e scoperte, uno bravo ci tirerebbe fuori almeno una serie tv. Tu invece ti guardi indietro, ti senti come se avessi ancora vent’anni dentro e non capisci come mai questa tua giovinezza al di fuori non si veda neanche un po’.
Cioè a volte la vedono i tuoi coetanei, che ti dicono pure che sei in forma, gli spiritosi. Ma sono gli altri, quelli giovani sul serio e non solo dentro, che ti fanno capire la differenza.
Ora, in questa fase ci sarà pure qualcuno che si sente arrivato, che ha fatto tutte le cose perbenino come le aveva programmate, o che le ha improvvisate e dirette sfruttando le opportunità del momento. Forse. Personalmente non ne conosco nessuno di questi “qualcuno” così perfettamente a posto con la propria vita. La maggior parte di noi, vi assicuro, ha qualche conto in sospeso. C’è di sicuro qualcosa che avremmo dovuto fare o dire al momento giusto, per esempio, e invece siamo rimasti zitti e fermi. Una scelta sbagliata. O non necessariamente sbagliata. Il solo fatto di scegliere una direzione al posto di un’altra ci ha precluso una possibilità. La vita è breve, non c’è tempo di fare tutto e noi adesso lo sappiamo che ci sono cose che non potremo più fare. E’ per questo che ci viene l’ansia di sbrigarci, di fare presto, che non c’è altro tempo da perdere.
I cinquantenni, ancora più dei quarantenni, hanno energia da vendere, e infatti la vendono. Vanno in giro porta a porta a elargire consigli ed entusiasmo anche a chi non ha intenzione di comprare né l’uno né l’altro e alle volte sono anche un po’ patetici.
E se hanno figli adolescenti rompono. Rompono moltissimo.
D’altronde è normale. Cosa c’è di più distante da un cinquantenne di un figlio (o figlia) adolescente?
A 16, 17, 19 anni, la vita è tutto meno che breve; è una strada infinita costellata di mille possibilità di essere quello che volete. Il tempo scorre lento, il presente vi appartiene e voi appartenete a lui. E quei tizi che urlano in salotto che dovete darvi una mossa, fare le scelte giuste e pensare al futuro, non hanno capito niente.
Ecco io non credo che ci sia una soluzione. Lo scontro genitori figli durante l’adolescenza è in gran parte una questione di punti di vista.
Non credo neanche che la vita possa essere programmata o decisa più di tanto. L’autodeterminazione non può cambiare certi fatti, certi eventi. La sola cosa che cambia è il modo in cui li affrontiamo, in cui non solo combattiamo certe battaglie, ma scegliamo le battaglie da combattere. E’ il modo in cui selezioniamo le cose che vale la pena tenere e quelle di cui è meglio liberarsi. E’ pure il modo in cui facciamo i conti con queste scelte, con le cose fatte e dette, e quelle che rimangono in sospeso a tormentarci la memoria.
E’ pure il modo in cui ci perdoniamo, e perdoniamo alla vita di essere così maledettamente breve.
E quindi ragazzi, perdonateci anche voi se rompiamo. E’ nella natura delle cose, e, credeteci, giovani e immaturi come siamo, pensiamo anche di farlo per il vostro bene, mentre lo facciamo soprattutto per il nostro.
Devo essere una cinquantenne in anticipo di alcuni lustri 🙂