Passeggiata in una Milano di luglio, pausa in città che sembra sospesa nel tempo, in attesa di mete lontane e di biglie sulla sabbia, acque limpide e risate spensierate.
Decidiamo di uscire nell’unico giorno di caldo clemente, di nuvole spiegate a nascondere un sole rovente.
I bambini ci chiedono le bici, compagne dei sabati al parco, frecce veloci tra le vie di una città deserta.
Il Naviglio è a due passi, da qualche tempo è la mia meta preferita in cui mi perdo a trovare angoli nascosti.
I turisti indicano cortili perfetti, atelier di pittori alternativi che dipingono palazzi addormentati, finestre colorate, davanzali ricoperti di fiori esplosivi.
Mi attardo e rimango indietro, li guardo da lontano, attraversano la strada sfidando i binari del tram giallo, uno dei pochi rimasti a ricordare una Milano ormai sepolta.
Tommaso si ferma, appoggia una gamba a una serranda abbassata, mi guarda implorante per l’attacco delle zanzare, mi chiede un rimedio e alzo le mani, guardando la mia borsa piena, ma non di ciò che adesso gli servirebbe.
“Mamma, hai qualcosa? Mi pungono!”
“Purtroppo no Tommy”. Io, madre e donna organizzata dagli incastri perfetti, su quello ho un buco nero, mi manca sempre e irrimediabilmente qualcosa.
Ricordo martedì sera, mangiavo con un’amica in una delle pizzerie con i tavolini fuori, sedie azzurre a ricordare le piazze d’estate, i colori, le spiagge.
Abbiamo dato forfait dopo un bicchiere di vino fresco, assalite da milioni di zanzare che giocavano a rincorrersi nell’aria tiepida, a sfogarsi sulle nostre braccia abbronzate.
Oggi è lo stesso, i bambini mi guardano e chiedono una tregua, un gelato al pistacchio e un rimedio contro le punture.
Non ce l’ho, la mia borsa è grande e pesante, ma dentro non ho neanche un fazzoletto. Ho documenti, libri, fogli, auricolari, lettere, quaderni e anche un limone. Fazzoletti però non ne ho, tanto meno spray anti zanzare.
Peregriniamo, loro in bici, noi dietro a piedi, la darsena è grande, immobile e bellissima, appuntamento ormai fisso per i pomeriggi e le sere dei week end d’estate. Da qualche anno milano è in parte trasformata, ti sembra di scoprirla pur avendoci sempre vissuto. A me questo succede, mi scopro curiosa di questa città che a volte fa mancare il respiro, anche a chi è nato qui e all’apparenza la conosce.
Cammino lentamente, mi avvicino ad alcune ragazze in giallo, mi faccio una risata vedendo una di loro travestita da zanzara gigante.
“Hai visto Tommy? Questa zanzara mi sa che è ben più grande di quelle che ti hanno punzecchiato la gamba”.
“Si’ mamma, ma mi spruzzi qualcosa?”
“Prima a me però”.
Le fanciulle Autan®, sorridenti e gentili, mi porgono uno spray per i miei bambini, e subito dopo improvvisano un limbo per farli giocare.
Si cimenta solo Riccardo, ci fermiamo a guardarlo e aspettiamo che finisca, con la sbarra che si abbassa sempre di più e la voglia di un gelato.
“Mamma, puoi portare con te qualcosa per le zanzare la prossima volta? Adesso non pungono più e posso correre in pace”.
Tommy sorride, con il suo gelato in mano, si siede per terra e mi guarda.
“Ci provo”, prometto loro con un tono non troppo convinto. Già so che la prossima volta sarà la stessa storia.
Nella mia borsa verde, bella e grande, ci sarà tutto, come adesso, persino lo stesso limone ormai sbiadito, ricordo di un albero bellissimo che ora non c’è più.
Ci sarà tutto, come sempre, ma avrò bisogno come oggi di un’anima pia e sorridente, ad allungarmi con uno sguardo paziente, un semplice e irrinunciabile spray antizanzare.
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