Qualche tempo fa la mia mamma, insieme alle copie delle riviste che mi passa di seconda mano (perchè sono un po’ snob per comprarle, ma le leggo!), mi ha messo li, senza commenti una stampata di un articolo apparso su La Stampa.it, titolato: “Nonni italiani come colf e babysitter. Con loro risparmiamo 50 miliardi“.
Le ho ovviamente fanno notare che se quei 50 mld risparmiati li voleva da me stava fresca… ma mi ha incoraggiato a leggere: quelli risparmiati a Roma erano meno…
A parte la simpatica ironia della nonna di mio figlio, per chi non volesse leggersi tutto l’articolo, riporto l’incipit: “Le famiglie italiane risparmiano 50 miliardi l’anno grazie all’aiuto dei nonni. Preziosi come babysitter, soccorso irrinunciabile in alcuni lavori domestici e risorsa nella bella stagione quando magari i genitori sono al lavoro e i bimbi possono allungare le vacanze estive con i nonni”
Le cifre riportate nell’articolo sono state elaborate dalla Camera di Commercio di Milano su dati ISTAT del 2008 e riportano i dati di risparmio generato dai nonni nelle principali città italiane. Roma, Milano, Torino e Napoli sono ai primi posti.
Con l’inizio delle scuole l’appoggio offerto dai nonni è ancora più prezioso: se la scuola finisce alle 16, quanti di noi non tornano a casa prima delle 18? E quanti ancora dopo? Se la scuola elementare non è riuscita a formare un numero sufficiente di classi di tempo pieno e nostro figlio è stato assegnato all’orario breve, nonostante il nostro orario di lavoro tutt’altro che breve? Una volta arrivati dai bambini, trovare qualcosa di pronto per cena, ben confezionato dalla nonna, da portare a casa, oppure qualche panno di quelli accatastati sulle sedie già stirato, non è un gran sollievo? E se non arriviamo in tempo per la piscina o il calcetto? Insomma, nonni vice-genitori.
Le riflessioni che ho fatto non sono positive: siamo una generazione di genitori che lavorano troppe ore e guadagnano in proporzione meno delle generazioni precedenti. Sostanzialmente non siamo una generazione indipendente: dobbiamo appoggiarci, cercare sostegni. Siamo ancora troppo figli, anche da adulti.
Siamo sostenuti poco e male dalle istituzioni: senza l’aiuto della generazione precedente non potremmo permetterci di fare dei figli. Costa tutto troppo: asili privati quando non si trova post in quelli pubblici, babysitter per le ore di differenza tra l’orario di lavoro e quello scolastico, vacanze con i bambini.
O forse tutto si potrebbe fare in un altro modo, ma siamo un po’ viziati e la soluzione nonni è li, ed è la più semplice.
Io ho avuto un po’ il “problema” contrario. I miei genitori sono lontani e scendono saltuariamente, anche se in quell’occasione mia mamma ne approfitta per rivoltarmi la casa, se non sto attenta staccherebbe anche le piastrelle per pulirle sotto…
La mamma di mio marito è vicina, abbiamo un buon rapporto ma è la tipica madre italiana di figli maschi, tende un po’ all’invadenza.
Quando è nata la Piccola Peste mia suocera si è offerta di tenerla, ma abbiamo deciso di mandarla al nido perché tenere un bambino è impegnativo, se si vuole evitare che passi la giornata davanti alla tv bisogna sgobbare e non ci sembrava giusto pretendere questo da una nonna.
Avevamo pensato a una baby sitter per le ore tra il nido e il nostro rientro, però lì il mio bisogno di indipendenza ha fatto 2 conti, in più la suocera si offendeva (come, a un’estranea sì e a me no?)
Quindi siamo arrivati al compromesso, nido + nonna.
Devo dire che funziona abbastanza bene, certo la tendenza a invadere un po’ il campo c’è, ma basta tenere il punto per le questioni importanti.
Non mi sento per questo meno adulta, credo che essere maturi significhi anche lasciarsi aiutare. In fondo prima della frammentazione della famiglia tradizionale i bambini crescevano insieme e avevano stuoli di nonni e zie (zitelle, vabbè sorvoliamo) che aiutavano i genitori.
Adesso i genitori sono lasciati soli per molti aspetti, troppi. Quindi ben venga un po’ di sano “sfruttamento” della nonnitudine se si può! 🙂
I miei genitori mi aiutano molto. Mio marito esce di casa alle 7.30 e rientra alle 19. Io faccio i turni e non riesco a portare sempre i bambini all’asilo o ad andarli a prendere. Gli sono molto grata e, nonostante alcune incomprensioni, sono felice che si prendano cura dei bambini. Quello che voglio dire è che i nonni sono un bene infinitamente prezioso per i bambini (e qui parlo proprio da nipotina). Se le cose andranno come devono, purtroppo loro saranno i primi ad andarsene ed io desidero che i miei figli trascorranno del tempo con i nonni e che godano appieno della loro compagnia anche in occasioni diverse da quelle “strettamente necessarie”. Capita spesso che quando sono in festa dal lavoro e libera di occuoparmi dei bambini passiamo comunque qualche ora insieme ai miei genitori. Ci piace stare insieme ed i bambini sono felici. Ovviamente quando ci sono anche io cerco di badare ai bimbi da sola lasciando che i miei genitori ci giochino e basta, ma è davvero un piacere per tutti stare insieme. Le incomprensioni ci sono, naturalmente, non è sempre facile, ma quello che resterà ai bimbi il giorno che i miei genitori non ci saranno più saranno tantissimi bei ricordi ed un patrimonio d’amore inestimabile.
Ah, ovviamente io non sono assolutamente per il togliere tempo ai nonni! Ma i nonni dovrebbero restare quelli della “vacanza” due giorni lontani da mamma e papà, quelli del “oggi posso portarlo a prendere un gelato” o del “non dire a mamma che ti ho dato i cioccolatini” e non i nonni del “allora, la pappa a mezzogiorno, niente pane prima, mi raccomando non farlo dormire prima delle due e non svegliarlo dopo le 4 sennò stasera non dorme, e per piacere pochi cartoni”.
Però ribadisco che spesso è quasi impossibile, e penso alla mia vicina che fa i turni (la notte non esiste niente!), o a chi lavora la domenica. Niente nidi, niente asili, niente ludoteche… Dico quasi perché poi basta chiamare una baby sitter, ma visto che all’ora prendono più di me, a quel punto mollo il lavoro, ma visto che senza non pago il mutuo… come si dice, o mangiar questa minestra 😉
E ben venga questa minestra, che la nonna è fantastica, Però sapere che è una “scelta obbligata” non è simpatico.
A me questi articoli lasciano l’amaro in bocca: viva i nonni, sono meravigliosi ed essenziali, ma io credo che avrebbero il diritto di restare nonni, quelli che giocano, raccontano, viziano, coccolano, senza dover diventare babysitter né tassisti. Non faccio la morale, io ho mia suocera su cui mi appoggio, meno che posso, le mie figlie sono sempre andate al nido e poi all’asilo, ma io lavoro (oltre che tutte le mattine) due pomeriggi fino alle 19, e anche il sabato tutto il giorno fino a quell’ora. E non c’è santo che tenga. Mio marito è un papà presentissimo, e facendo i turni spesso è lui che le tiene, ma se lavora, o la nonna o niente. Ci sono asili aperti anche fino alle 19(ma dovrei già essere lì a quell’ora), ma il costo è insostenibile (più del mio stipendio!) e comunque niente di niente il sabato! E anche la baby sitter è assolutamente fuori dalla nostra portata.
Quindi? Quindi nonna, felice e disponibile, e io felice di sapere che con lei stanno bene. Ma se non ci fosse?
Ecco, è questo che mi lascia l’amaro in bocca. Se vuoi fare un figlio, o hai la fortuna di poter rinunciare il lavoro, o hai ancora più la fortuna del part time giusto (ancor di più perché qui da me sembra inesistente) o ti puoi permettere spese folli o hai i nonni. E questa ovviamente è l’unica alternativa. Ho una vicina che lavora con i miei orari. Pensa a un figlio da anni, ma di nonni non ne ha. E così per ora non ha un figlio. E questo non è giusto.
Perché uno dovrebbe poterselo permettere anche senza nonni, e perché i nonni hanno responsabilità in più (un conto è fare il nonno, un conto è stare con tuo nipote ogni giorno e diventare un educatore) perdendo la parte più spensierata del loro ruolo.
Cecilia, come ti ho detto, anche io uso il nido. Ma c’è il sabato? C’è fino alle 19.15 almeno? E con che costi se si?
Cecilia, no, non credo che sarai l’unica, ma ci confermi che serve maggior organizzazione dove manca il loro aiuto. In fondo sono certa anche io che ognuno di noi riuscirebbe ad organizzarsi anche senza, ma è molto carino che tu ce lo abbia voluto ricordare e confermare, dandoci fiducia!
Ma sono proprio l’unica a non avere nonni a disposizione?! Ho due bimbe piccole (2 anni e mezzo e 1 anno) e lavoro a tempo pieno. Le mie bimbe vanno al nido, al mattino le porta il papà e al pomeriggio vado a prenderle io. Quello che mi dispiace di più é di non poter offrire loro un rapporto prezioso come quello con i nonni (e non per un fatto di risparmio di soldi) e poi le vacanze sono ridotte.
Comunque ce la si fa e ce la fareste anche tutte voi.
In realtà io non mi sono mai sentita molto condizionata da mia madre, al limite in conflitto. E comunque non volevo intendere che sarebbe positivo rinunciare ai nonni, ma che in realtà spesso non abbiamo molta scelta.
Comunque noto che la questione “nonni” accende sempre l’interesse, ulteriore prova che sono una presenza importante nelle famiglie italiane. E questo è sempre un gran bene.
Io penso che il sentirsi adulti dipenda molto dal percorso personale di ciascuno. Io sono a stretto contatto con i miei, condivido molto con loro e fino ad un certo punto mi sono sentita “condizionata”, poi ho capito che la cosa mi faceva soffrire e ho preso le distanze, ma non fisicamente, bensì mentalmente. Loro non sono cambiati, io sì. Rinunciare ai nonni? E perchè? Per essere ancora più di corsa, più nervosi e più “poveri”??? E pensiamo davvero di rendere felici i nonni così? Io darei loro un dolore, anche se sono cosciente che li sto “consumando”.
Noi siamo andati avanti per tentativi. Prima sono stata io a casa e il marito lavorava. Poi ho trovato lavoro e la nonna si occupava del pargolo all’asilo, poi ho dinuovo smesso di lavorare, abbiamo risparmiato e ho potuto aprire una mia attività, che svolgendosi attraverso l’uso del computer mi permette di fare gli orari che voglio, anche se a volte vuol dire lavorare fino alle 2.00 di notte da casa perchè il pomeriggio sei stata ai giardinetti. Io sono fortunata, ne sono consapevole, e ringrazio tutti i giorni della mia vita. E’ davvero terribile non riuscire a sentirsi adulti a 30 anni perchè le condizioni non te lo permettono. Ma sopratutto ai nostri figli cosa lasceremo? Adesso i nostri genitori si occupano di noi, ma noi sapremo fare altrettanto? E quando rientreremo in quella fascia d’età con figli grandi e nipoti piccoli ancora “a carico” e genitori anziani bisognosi di cure, che faremo?
@ Laura, ecco, hai centrato proprio quello che volevo intendere.
Ovviamente non c’è un buon motivo per privare i figli dei nonni, infatti questa mia è una “riflessione a margine”: un notare che senza nonni sarebbe tutto così più difficile e questo, a volte, non mi sembra giusto, anche per i nonni.
@ Silvietta, volevo intendere che forse tutti potremmo riconsiderare le nostre vite: per esempio vivere con meno e decidere di lavorare solo uno in famiglia, magari per un periodo di tempo. Quello che mi ha colpito in questa notizia, non è tanto la necessità dei nonni, ma l’idea che facciano risparmiare un sacco di soldi.
Insomma, se io penso che non ho pagato l’asilo nido fino alla soglia dei due anni del Sorcetto, non ho mai pagato una baby sitter per coprire tutte le ore di differenza tra orario scolastico e miei orari di lavoro, non ho mai pagato un centro estivo e mio figlio è stato sempre in spiaggia da metà giugno e poi tutto il valore economico degli aiuti meno vistosi (piatti pronti, chilometri di accompagnamento qua e la del nipote), mi rendo conto che devo a mia madre molte delle nostre vacanze o l’oggettino elettronico di grido! In modo riflesso, certo, ma in un certo senso devo anche a lei il mio tenore di vita.
Ed allora, per un momento, mi sento un po’ troppo figlia…
Ma vi ho mai detto che la miglior baby sitter di mio figlio, quella più apprezzata ancora oggi, è mia nonna?
bellissimo post, mi fate sempre riflettere!
Mi rispecchio profondamente nell’analisi “siamo una generazione di genitori che lavorano troppe ore e guadagnano in proporzione meno delle generazioni precedenti”, grazie alla quale, anche a causa della “bocciatura” da parte dell’asilo nido e del baby parking, siamo costretti all’incastro con cui andiamo avanti solo grazie al nonno.
devo dire però che non mi sento “meno adulta” (sarà anche che a darmi una mano è papà invece che mammà?) anche perchè sono dovuta crescere in fretta per tanti motivi per cui … però un po’ arrabbiata si – perchè non ho gli strumenti per fare diversamente e l’unica alternativa sarebbe una tata privata che mi priverebbe di molte molte altre scelte. Non so.
Che cosa intendevi, Silvia, dicendo: “O forse tutto si potrebbe fare in un altro modo, ma siamo un po’ viziati e la soluzione nonni è li, ed è la più semplice.”?
Eddai su, pensate che noi che viviamo lontani questo “lusso” non ce l’abbiamo…
Capisco molto bene quello che dici Sivia: una passa i primi trent’anni della sua vita a rendersi autonoma dai propri genitori, e poi, all’arrivo del pargolo (per non parlare del secondo) si ritrova ad accettare di buon grado (e in maniera quasi obbligata) ancora l’aiuto degli stessi genitori, con i relativi compromessi e condizionamenti.
E sente, anche se magari il concetto non si esplicita, che vive di un fragile equilibrio il cui perno, forse, non è lei stessa, ma ancora, sua madre.
Non erano questi i miei piani; ma non trovo motivi sufficienti per privare i figli dei nonni e, soprattutto, viceversa. E già il mio Grande considera scontato, che, quando lui sarà papà, saro’ io ad accudire i suoi figli (ancora non sa, che, anche da nonna, non solo da mamma, io dovro’ ancora lavorare!)
mammadicorsa, le mie riflessioni un po’ amare derivano proprio dalla mia esperienza peronale: attualmente sento di non essere indipendente da mia madre. Certo che le alternative ci sarebbero, ma la mia mamma è la soluzione migliore, per tutti, nipote, che la adora, in primo luogo. E anche lei si sente la soluzione migliore e ne è contenta.
Compiti il pomeriggio, qualche commissione, una verdura cotta per la cena, andare a prendere mio figlio a scuola se io faccio tardi… In teoria tutto rinunciabile, ma in fondo tutto indispensabile per essere sereni.
Però poi sempre quella sensazione di approfittarsi, di non sentirsi mai adulti…
IO rientro in pieno in questo articolo: nonna (una perchè l’altra…) che fa la babysitter, cucina, stira e pulisce. Mi vergogno a dirlo ma è così. Io poi faccio il part-time!! ( ma mio marito sta fuori di casa 12-13 ore). Noi ringraziamo il cielo che ci sia e che sia ancora in gamba, anche se a volte è anche troppo. Sicuramente sono un po’ viziata, molte cose con un po’ più di fatica le riusciremmo a fare lo stesso, ma la babysitter??? I costi sono alti e quelli degli asili pure. Proviamo a guardare la politica familiare in alcuni altri paesi di Europa e vedremo che le cose sono un po’ differenti. Occorre essere onesti, non è più l’Italia di 20-30 anni fa dove le mamme stavano a casa o lavoravano mezza giornata. E poi pensiamo ai nostri genitori: lavoravano, faticavano, ma avevano davanti un futuro di crescita e la consapevolezza che avrebbero potuto aiutare i figli, noi oggi cosa abbiamo davanti??? Cosa potremmo offrire ai nostri figli??