L’idea non è mia, ammetto, onore all’amica Elisabetta che con quattro figli ha deciso di facilitarsi la settimana – e la vita – facendo scegliere a loro il menù.
E’ un rischio, certo, bisogna saperlo calibrare in base ai componenti del nucleo familiare.
Da noi tutto sommato funziona, perché i gusti della progenie non sono così infausti o poco salutari, e consentono di realizzare un menù abbastanza equilibrato che mette facilmente a tacere malcontenti e proteste.
Soprattutto, visti gli orari e la frenesia del quotidiano, consente a me di organizzarmi e di imbastire una cena velocemente, pur rientrando dalle mille attività poco prima delle otto.
Bando alle ciance, quando si riesce, qui funziona così.
Ognuno a turno sceglie un menù da realizzare facilmente per la cena, composto da un piatto principale e da un contorno. La domenica e’ libera o comunque appannaggio dei genitori.
Il principio che regge l’artifizio è indirizzare i piccoli verso scelte facili e di realizzazione abbastanza immediata o realizzabile la sera prima con un minimo di organizzazione.
Ovviamente non sempre il menù viene rispettato alla lettera. In caso di imprevisti, il bambino a cui sarebbe “toccato” il piatto preferito ha un jolly a disposizione da spendere in una richiesta di un dolce speciale.
Diciamo che è ottobre, il mese del mio compleanno. L’autunno è appena iniziato e così i buoni propositi. L’idea è talmente bella che la mia pediatra periodicamente mi chiede di rimandarle la stampa con i menù scelti dai miei ragazzi, da appendere in studio come esempio.
Essendo un’amica e persona fidata, sa anche che in mille altre cose i miei figli non brillano per “pacatezza” ed equilibrio. Ma va bene così, questa iniziativa rende tutti felici e contenti, e me la tengo stretta.
Prima di entrare nel dettaglio con un esempio, mi rendo conto di vivere una situazione privilegiata. I miei figli sono sempre stati una buona forchetta, la tavola è sempre stata un momento felice. Da sempre vengono a cena volentieri, sanno che si mangia ciò che viene proposto, salvo eccezioni.
C’è varietà, discreta fantasia, e quando non c’è il tempo, non ci si nega qualche sfizio o qualche cibo un po’ più arrangiato. Eppure questa soluzione è un modo per coinvolgere anche i palati più difficili. La condivisione nella scelta è una carta vincente in generale, tutti si sentono protagonisti nel decidere cosa mangeranno tutti i membri della famiglia.
Eccoli, arrivano dagli allenamenti, hanno fame e mi chiedono quando si mangia.
Ho già pronto un gateaux di patate ma prima li incalzo.
“Ragazzi miei, ci siamo quasi, ma prima aiutatemi a comporre il menù settimanale”.
“Cosa vuol dire mamma?”
“Scegliete voi quello che volete mangiare”.
“Bello, io scelgo subito!”, mi dice Ricky con gli occhi che luccicano.
Preparo una griglia con i giorni della settimana. Sei giorni, due a testa li scelgono loro, uno libero a scelta nostra. Non è un vincolo – ovviamente – ma solo un invito. Se si riesce bene, altrimenti pazienza.
Questo è il risultato.
- Lunedì. Mattia propone pasta al pesto e patate al forno. Il lunedì è un giorno favorevole, abbastanza libero, nessun problema a fare in casa il pesto e a preparare un piatto di patate al forno che mette d’accordo tutta la famiglia.
- Martedì. Tommaso mi chiede spontaneamente bistecca e pomodori. La scelta mi è di aiuto, il martedì rientriamo dopo le otto dai vari allenamenti, una cena del genere è perfetta per conciliare le esigenze di tutti, con un tempo di realizzazione di pochi minuti.
- Mercoledì. Ricky propone uova e patate, e cetrioli (o verdure a scelta crude). Il primo è un piatto completo tipico della cucina trentina, più volte nei rifugi si è leccato i baffi ordinando felice le due pietanze che in assoluto gli piacciono di più. Verdure crude, o cruditè che dir si voglia, sono un’alternativa facile e colorata: le sistemo in bella vista in ciotole di vetro sulla tavola e solitamente spariscono in pochi minuti.
Riprendiamo il giro.
- Giovedì. Mattia mi chiede il risotto alla zucca, peperonata e verdure crude. Mi facilito la vita organizzandomi la sera prima per la peperonata. Il risotto è presto fatto con la pentola a pressione (o per chi ce l’ha, con Bimby e similari). Verdure crude, un tiro di schioppo e sono pronte, vedi sopra.
- Venerdì, serata defatigante in cui con calma cerchiamo di tirare le somme della settimana. La richiesta di Tommaso è impegnativa, da vero buongustaio: la parmigiana di melanzane. Lo capisco, è uno dei piatti che amo di più, completo e saporito, un classico della più antica delle tradizioni. C’è sempre un modo per rimediare. Se non si ha tempo, si può adattare una parmigiana semplificata con melanzane grigliate anziché fritte, oppure preparare tutto la sera prima. Lo sapevate che la parmigiana il giorno dopo è ancora più buona? Provare per credere.
- Sabato. Ricky chiede il sushi, e come dargli torto? La mamma mangerebbe Sushi a pranzo e cena ogni giorno, ma non si può. La richiesta di Ricky
nasconde in realtà, altro. Sushi significa relax con gli amici, serata fatta delle cose che amiamo di più, un bicchiere di vino con gli amici di sempre, una chiacchiera fino a tardi, i ritmi finalmente lenti del week end per ricaricarsi in vista della settimana. Aggiudicato Ricky, che sia Sushi o altro, la parola segreta è la compagnia.
La domenica invece, decidono mamma e papà. E non si discute.
Che dite? Io appendo la lista degli ingredienti al muro e mi appresto a fare la spesa. Venite con me?