La mente adolescente

Foto di Jean-Pierre Aribau utilizzata in licenza Creative Common su Flickr
Foto di Jean-Pierre Aribau utilizzata in licenza Creative Common su Flickr

Leggendo il post di qualche giorno fa sul libro “It’s complicated – La vita sociale degli adolescenti sul web” mi aveva colpito una frase dell’autrice Dana Boyd: Immaginando gli adolescenti come palle di ormoni incontrollabili, la società ha sistematicamente sottratto agentività ai giovani nel corso dell’ultimo secolo.”
Chi di noi non ha mai formulato questo pensiero sui ragazzi? Gli adolescenti come “palle di ormoni incontrollabili”, gli adolescenti incomprensibili, irrazionali, fuori controllo. Un modo semplice per darci una spiegazione dell’incomunicabilità: loro sono in preda agli ormoni, per questo non funzionano come noi adulti.

Sempre in questi giorni leggevo un altro post che spiega egregiamente, e con lo stile impagabile di Zauberei, il funzionamento della mente di un quattrenne (“psichico 13/sulla diversità ontologica dei bambini“). Un mondo così lontano dal nostro di adulti che trovare la chiave per entrarci senza far danni è un lavoro di cesello.

CON-36-Siegel-S-228x228Queste due letture sono subito entrate in relazione con il libro che stavo leggendo “La mente adolescente” di Daniel J. Siegel (Raffaello Cortina Editore), perché questo concetto di “diverso funzionamento” in base all’età mi sembrava presentato come il filo conduttore della difficoltà di interagire tra generazioni. Non incomprensione, ma proprio differenza fisiologiche di funzionamento tra un quattrenne, un dodicenne, un ventenne o un quarantenne. I tre autori dei testi citati, tutti specialisti e ricercatori nel settore delle neuroscienze, arrivano a questa conclusione: non ci capiamo, perché nel corso della vita, semplicemente, funzioniamo diversamente e i nostri processi mentali cambiano con la crescita.

E’ evidente che il mondo pratico e le regole sociali sono dettate dall’età adulta e, dunque, il funzionamento della mente nelle età precedenti (e come non associare questo concetto anche all’età successiva della vecchiaia!) sembra inadeguato, incompatibile.
Per l’età dell’adolescenza si è trovato sempre e con facilità il “colpevole”: gli ormoni! Gli ormoni impazziti che fanno andare fuori di testa!
Ecco, partire da questo presupposto è il primo errore nell’approccio degli adulti con le persone nella fascia di età 12/24 anni: non riconoscere ai giovani i loro meccanismi di funzionamento, ci isola e ci allontana, mentre la vera indipendenza è data dall’interdipendenza sana, ovvero senza isolamento, tra mondo degli adulti e dei ragazzi.

Il libro di Siegel è un saggio estremamente appassionante: mi è capitato di leggerlo apprezzando ogni spiegazione come un “colpo di scena”. Perché davvero mi rendo conto che molti miti sull’adolescenza sono parte della cultura in modo tanto radicato che sono accettati anche dagli adolescenti stessi e la spiegazione, chiara e su basi scientifiche, della loro infondatezza, lascia sconvolti.
Ho letto questo libro per capire mio figlio e mi sono ritrovata a ripercorrere pensieri e sensazione di me adolescente e a trovare una chiave per capire me stessa di allora. Un viaggio alla scoperta dei figli che crescono, ma anche un viaggio alla scoperta di quello che siamo stati: un’opera che concilia e riconcilia. Davvero un libro per far pace.

Daniel J. Siegel è professore di psichiatria alla University of California di Los Angeles, autore di saggi sullo sviluppo mentale dei bambini, e scrive con quello stile scorrevole che trasforma un accademico di rilievo in un divulgatore. Scrivere in modo semplice e godibile, pur rimanendo rigorosi è un grande pregio. “La mente adolescente” è quindi un testo di valore scientifico, ma alla portata di una lettura rilassata e rassicurante.

L’autore, da clinico, non si limita a esporre e spiegare, ma nel libro propone degli strumenti pratici di Mindsight: trasformazione personale da raggiungere con esercizi comportamentali, con attività pratiche che, in questo caso, servono ad avvicinare gli adulti agli adolescenti e a favorirne la crescita armonica. Un percorso di vari step per non “perdersi in chiacchiere”.

Ma cosa succede in pratica alla mente umana nell’adolescenza? Prima di tutto avviene una accelerazione nella crescita e nella maturazione che non ha paragoni in altre età. Questo cambiamento a livello celebrale si rispecchia in quattro caratteristiche mentali “nuove”:

  1. la ricerca di novità, che si esprime in curiosità, progettualità e apertura al cambiamento, ma che può avere risvolti negativi, come l’impulsività e l’eccessiva ricerca del “brivido”;
  2. il coinvolgimento sociale, nei confronti dei coetanei, che porta all’isolamento dagli adulti, ma che fonda le relazioni importanti della nostra vita;
  3. la maggiore intensità delle emozioni, che si traduce in energia e carica vitale, ma anche in sbalzi d’umore ed eccessiva reattività;
  4. l’esplorazione creativa, che regala nuove capacità di pensiero concettuale e la predisposizione a pensare “fuori dagli schemi”, anche se può generare alla classica “crisi di identità” adolescenziale.

Insomma l’adolescenza è la terra delle opportunità della vita. In questa fase si costruiscono i rapporti, le amicizie e il modo di costruire relazioni che ci porteremo dietro per tutta la vita. E’ il momento della scoperta dei talenti, è l’età delle passioni. I genitori non sono più eroi, ma diventano persone e se noi adulti sappiamo sfruttare bene questo cambiamento, accettandolo, possiamo godere di un rapporto con i figli sano e gratificante, anche favorendo il loro attaccamento ad altri adulti di riferimento, diversi da noi.
Il nostro compito di adulti, nel momento dell’adolescenza dei nostri figli, è quello di mantenere aperti i canali di comunicazione, per dare loro il senso che sì, siamo diversi e funzioniamo diversamente, ma possiamo far parte insieme di una comunità che rispetta reciprocamente queste differenze. Il nostro compito di uomini e donne e di genitori, però, è anche mantenere per tutta l’età adulta quello spirito buono dell’adolescenza, conservandone la creatività, la spinta all’innovazione, la predisposizione alle relazioni sociali e al pensiero laterale. E allora sì che potremo stabilire un dialogo con sincerità.

Dunque questo è senz’altro un libro per adulti che vogliono capire gli adolescenti e affrontare questa fase della vita con un approccio costruttivo, ma non sottovalutiamo la voglia di comprendere se stessi che hanno i ragazzi: questo può essere un ottimo libro da regalare a un ragazzo che cerca se stesso, per comunicargli che non è affatto “sbagliato” e non è solo.

Per concludere il suo saggio, Siegel ci regala una poesia di Bessie Anderson Stanley, che racchiude il senso di cosa cercare nella vita, pur nelle diverse età e i momento di incontro di tutte le stagioni della nostra esistenza.

Il successo
Ridere spesso e amare molto;
Conquistare il rispetto di persone intelligenti e l’affetto dei bambini;
Guadagnare l’approvazione di critici sinceri e sopportare il tradimento dei falsi amici;
Apprezzare la bellezza;
Trovare il meglio negli altri;
Rendersi utili;
Lasciare il mondo un po’ migliore, per aver guarito un bambino, curato un giardino o favorito un riscatto sociale;
Aver giocato e riso di gusto e cantato con letizia;Sapere che anche una sola vita è rasserenata grazie alla nostra esistenza.
Ecco cosa significa aver avuto successo

Se riuscissimo a trasmettere un pezzettino di questa idea del successo ai nostri ragazzi, potremmo dire di averli aiutati a diventare adulti.

La mente adolescente – Daniel J. Siegel – Raffaello Cortina Editore – Collana Le Conchiglie

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